"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari

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09.01.2015 Views

Riprese la marcia lentamente, guardando a destra ed a manca e dopo tre o quattrocento passi giunse in una piccola radura che portava le tracce d'una recente coltivazione, essendovi qua e là dei solchi, delle buche e delle canne secche disperse per ogni dove. – Questa radura un tempo deve essere stata coltivata a canne da zucchero – mormorò. Si guardò intorno e scorse, sul margine della foresta, un gruppo di piante che subito riconobbe. – Ah!... Dei maguey!... – esclamò, mandando un lungo sospiro di soddisfazione. – Potrò almeno dissetarmi. Quelle che il lupo di mare chiamava maguey, erano alcune agave, piante molto preziose, che crescono con buon risultato nelle Grandi Antille. Questi vegetali che spuntano ovunque, anche nei terreni più sterili, traendo la maggior parte del loro nutrimento dall'umididell'aria, impiegano quindici a vent'anni prima di raggiungere il loro completo sviluppo. Durante questo lunghissimo periodo di tempo non aumentano che nelle foglie, le quali diventano lunghe perfino due metri e dello spessore di otto o dieci centimetri. Quando è giunto il periodo favorevole, dal mezzo della pianta sorge un lungo fusto che in soli due giorni, raggiunge l'altezza di quattro e perfino cinque metri!... Osservandolo, lo si vede crescere a vista d'occhio, al pari dei bambù giganti dell'India. Sulla cima di quel fusto spunta allora il fiore, che non si deve lasciar sviluppare, poiché allora dalla preziosa pianta non si ricaverebbe alcun risultato. Invece lo si recide e si forma nel fusto un cavo della capacità di due o tre litri, il quale si riempie, due o tre volte ogni ventiquattro ore, d'un liquido zuccherino, fresco, incolore, che chiamasi aguamiele. Quel liquido è il succo che dalle foglie avrebbe dovuto passare nel fiore e che invece si arresta 122

all'estremità del gambo reciso. Per cinque mesi la pianta continua a somministrare l'aguamiele, dandone circa mille litri, poi esaurita completamente si dissecca e finisce col morire. 1 Quel liquido, esposto per dodici ore all'aria, in luogo ombroso, fermenta e forma una bevanda spumante, leggermente inebbriante, gradevolissima e che, specialmente nel Messico, viene consumata in quantità enorme. Si chiama allora pulque. Non si creda però che la produzione dell'agave termini qui. Dalle sue radici si estrae una specie di acquavite che viene chiamata mezcal; dalle sue foglie si ricava una specie di carta indistruttibile sulla quale furono scritti i manoscritti degli aztechi, le famose e civili tribù messicane; colle parti fibrose si fanno corde assai resistenti e dei tessuti, e le sue spine vengono adoperate nella costruzione delle capanne, servendo da chiodi. Cordoba che era molto assetato, s'avvicinò ad una di quelle piante che era stata decapitata del suo fiore, e trovato il cavo del fusto ripieno di liquido, si mise a bere con viva soddisfazione. Stava per volgersi onde cercare qualche frutto, quando vide, sul margine opposto della foresta, un uomo che stava immobile ad osservarlo, con un'aria sospettosa, non esente da una viva inquietudine. Era un giovanotto di ventiquattro o venticinque anni, di statura piuttosto bassa, dai lineamenti angolosi e gli occhi nerissimi e che indossava la divisa dei soldati coloniali spagnoli, di tela bianca. Invece del ros però, un kepì di forma speciale, coperta d'una tela cerata grigia, aveva il capo riparato da un ampio cappello di paglia. Non aveva alcun fucile, ma al fianco portava la daga, anzi 1 Mi sorprende come non si sia mai pensato a trarre profitto di questa preziosa pianta che cresce bene nelle nostre provincie meridionali, specialmente in Sicilia. 123

all'estremità <strong>del</strong> gambo reciso.<br />

Per cinque mesi la pianta continua a somministrare<br />

l'aguamiele, dandone circa mille litri, poi esaurita<br />

completamente si <strong>di</strong>ssecca e finisce col morire. 1<br />

Quel liquido, esposto per do<strong>di</strong>ci ore all'aria, in luogo<br />

ombroso, fermenta e forma una bevanda spumante, leggermente<br />

inebbriante, gradevolissima e che, specialmente nel Messico,<br />

viene consumata in quantità enorme. Si chiama allora pulque.<br />

Non si creda però che la produzione <strong>del</strong>l'agave termini qui.<br />

Dalle sue ra<strong>di</strong>ci si estrae una specie <strong>di</strong> acquavite che viene<br />

chiamata mezcal; dalle sue foglie si ricava una specie <strong>di</strong> carta<br />

in<strong>di</strong>struttibile sulla quale furono scritti i manoscritti degli<br />

aztechi, le famose e civili tribù messicane; colle parti fibrose si<br />

fanno corde assai resistenti e dei tessuti, e le sue spine vengono<br />

adoperate nella costruzione <strong>del</strong>le capanne, servendo da chio<strong>di</strong>.<br />

Cordoba che era molto assetato, s'avvicinò ad una <strong>di</strong> quelle<br />

piante che era stata decapitata <strong>del</strong> suo fiore, e trovato il cavo <strong>del</strong><br />

fusto ripieno <strong>di</strong> liquido, si mise a bere con viva sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Stava per volgersi onde cercare qualche frutto, quando<br />

vide, sul margine opposto <strong>del</strong>la foresta, un uomo che stava<br />

immobile ad osservarlo, con un'aria sospettosa, non esente da<br />

una viva inquietu<strong>di</strong>ne.<br />

Era un giovanotto <strong>di</strong> ventiquattro o venticinque anni, <strong>di</strong><br />

statura piuttosto bassa, dai lineamenti angolosi e gli occhi<br />

nerissimi e che indossava la <strong>di</strong>visa dei soldati coloniali spagnoli,<br />

<strong>di</strong> tela bianca. Invece <strong>del</strong> ros però, un kepì <strong>di</strong> forma speciale,<br />

coperta d'una tela cerata grigia, aveva il capo riparato da un<br />

ampio cappello <strong>di</strong> paglia.<br />

Non aveva alcun fucile, ma al fianco portava la daga, anzi<br />

1 Mi sorprende come non si sia mai pensato a trarre profitto <strong>di</strong> questa<br />

preziosa pianta che cresce bene nelle nostre provincie meri<strong>di</strong>onali,<br />

specialmente in Sicilia.<br />

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