"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari
"La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari "La Capitana del Yucatan" di Emilio Salgari
suo conto. – È quello che pensavo anch'io, marchesa. – Ah!... Diffidi forse di lui... – Un po', lo confesso. – Io credo che tu abbia torto, Cordoba. – E perché, donna Dolores... – Se non fosse stato mandato dal maresciallo Blanco, come vorresti che avesse fatto a sapere che noi dovevamo sbarcare il carico nella baia di Corrientes – È vero. – E poi chi avrebbe potuto sapere che l'Yucatan era comandato da me... – È vero anche questo, però... – Parla Cordoba – disse la marchesa, vedendo che il lupo di mare esitava. – Vi è una cosa che mi tormenta, donna Dolores. – E sarebbe... – Le grida delle aquile caracara. Carramba!... Sono quasi cubano anch'io, conosco bene l'isola, anzi ho passato molti anni della mia gioventù nelle foreste della costa settentrionale e vi dico che non erano aquile quelle che gridavano così. – Puoi esserti ingannato, vecchio amico. – Hum!... Non sono affatto convinto. – Cosa vuoi dunque concludere... – Nulla per ora: ma vi dico che io sorveglierò attentamente quel signor Del Monte e che se m'accorgo che cerca d'ingannarci, lo mando dritto a casa di messer Belzebù con venti grammi di piombo nel cervello e comincio da questo momento. – Cosa vuoi fare – chiese la marchesa, vedendolo alzarsi e gettarsi in ispalla il fucile. – Vado a fare anch'io una passeggiata nei boschi per esplorare la via – rispose il lupo di mare, sorridendo. 114
– Ti prenderai un colpo di sole. – Baie!... La mia zucca è impenetrabile a messer Febo. Ohe!... Giovanotti!... Vi raccomando di fare buona guardia alla nostra Capitana. Ciò detto Cordoba accese una sigaretta, introdusse una nuova cartuccia nel fucile e se ne andò fischiando fra i denti un fandango. Il lupo di mare attraversò lentamente la radura e appena giunto sotto i grandi alberi zittì di colpo, gettò via la sigaretta, si mise il fucile sotto il braccio e s'inoltrò rapidamente in mezzo ad un macchione di banani, cogli occhi in guardia e gli orecchi tesi per raccogliere il menomo rumore. – Andiamo un po' a vedere dove è andato a finire quel caro signor Del Monte – mormorò. – Ah!... Non voleva la mia compagnia... Può averla rifiutata per non espormi ad un colpo di sole e per lasciarmi riposare, può anche averlo fatto per altro motivo ed io sono un po' curioso, mio caro signor Del Monte. Non mi sono mai fidato di questi sanguemisti. Attraversata la macchia, Cordoba s'arrestò alcuni istanti per ascoltare. Non udendo alcun rumore in nessun luogo, s'avanzò nella grande foresta passando sotto magnifici cedri, aranci e palmizi d'ogni specie, fra i quali spiccavano per la loro bellezza quelli reali (areadesea regia) e caobas, meglio conosciuti sotto il nome di acajù, e che dànno un legno molto ricercato e ad ammassi di splendide orchidee in mezzo alle quali nidificavano numerosi palomitas, le più belle colombe delle Antille, anzi le regine della specie. Il lupo di mare camminava da mezz'ora, soffermandosi di tratto in tratto per tendere gli orecchi, quando si trovò improvvisamente sul margine d'una vasta savana, specie di palude dalle acque oscure e puzzolenti e dal fondo traditore essendo costituito da sabbie mobili, le quali inghiottono le 115
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– Ti prenderai un colpo <strong>di</strong> sole.<br />
– Baie!... <strong>La</strong> mia zucca è impenetrabile a messer Febo.<br />
Ohe!... Giovanotti!... Vi raccomando <strong>di</strong> fare buona guar<strong>di</strong>a alla<br />
nostra <strong>Capitana</strong>.<br />
Ciò detto Cordoba accese una sigaretta, introdusse una<br />
nuova cartuccia nel fucile e se ne andò fischiando fra i denti un<br />
fandango.<br />
Il lupo <strong>di</strong> mare attraversò lentamente la radura e appena<br />
giunto sotto i gran<strong>di</strong> alberi zittì <strong>di</strong> colpo, gettò via la sigaretta, si<br />
mise il fucile sotto il braccio e s'inoltrò rapidamente in mezzo ad<br />
un macchione <strong>di</strong> banani, cogli occhi in guar<strong>di</strong>a e gli orecchi tesi<br />
per raccogliere il menomo rumore.<br />
– An<strong>di</strong>amo un po' a vedere dove è andato a finire quel caro<br />
signor Del Monte – mormorò. – Ah!... Non voleva la mia<br />
compagnia... Può averla rifiutata per non espormi ad un colpo<br />
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motivo ed io sono un po' curioso, mio caro signor Del Monte.<br />
Non mi sono mai fidato <strong>di</strong> questi sanguemisti.<br />
Attraversata la macchia, Cordoba s'arrestò alcuni istanti per<br />
ascoltare. Non udendo alcun rumore in nessun luogo, s'avanzò<br />
nella grande foresta passando sotto magnifici cedri, aranci e<br />
palmizi d'ogni specie, fra i quali spiccavano per la loro bellezza<br />
quelli reali (areadesea regia) e caobas, meglio conosciuti sotto<br />
il nome <strong>di</strong> acajù, e che dànno un legno molto ricercato e ad<br />
ammassi <strong>di</strong> splen<strong>di</strong>de orchidee in mezzo alle quali ni<strong>di</strong>ficavano<br />
numerosi palomitas, le più belle colombe <strong>del</strong>le Antille, anzi le<br />
regine <strong>del</strong>la specie.<br />
Il lupo <strong>di</strong> mare camminava da mezz'ora, soffermandosi <strong>di</strong><br />
tratto in tratto per tendere gli orecchi, quando si trovò<br />
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palude dalle acque oscure e puzzolenti e dal fondo tra<strong>di</strong>tore<br />
essendo costituito da sabbie mobili, le quali inghiottono le<br />
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