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gds numero 3 anno 2012 - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia

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<strong>Geologi</strong> <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong> - Bollettino dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong><br />

Anno XX - n. 3<br />

Luglio-Settembre <strong>2012</strong><br />

Direttore e<strong>di</strong>toriale<br />

Pietro Todaro<br />

Direttore responsabile<br />

Antonio Gallitto<br />

Redazione<br />

Pietro Todaro, Carlo Cassaniti,<br />

Emanuele Doria, Antonio Gallitto.<br />

Segreteria<br />

Giusy Lo Presti<br />

Comitato <strong>dei</strong> Garanti<br />

Rosa Silvia Cannavò, Carlo Cassaniti,<br />

Francesco Criscenti, Saro Di Raimondo,<br />

Emanuele Doria, Antonio Gallitto,<br />

Corrado Ingallina, Giovanni Noto,<br />

Salvatore Palillo, Antonella Parrinello,<br />

Vincenzo Pinizzotto, Biagio Privitera,<br />

Pietro Todaro, Roberto Torre,<br />

Fabio Tortorici.<br />

Referenti Scientifici ed Esperti<br />

Valerio Agnesi, Eros Aiello,<br />

Aurelio Aureli, Giovanni Bruno,<br />

Fabio Cafiso, Mario Cosentino,<br />

Pietro Cosentino, Sebastiano Imposa,<br />

Fabio Lentini, Vincenzo Liguori,<br />

Giuseppe Montana, Giuseppe Patanè,<br />

Giovanni Randazzo, Attilio Sulli,<br />

Francesco Schilirò.<br />

Direzione, Redazione,<br />

Amministrazione e Pubblicità<br />

<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong><br />

90144 Palermo - Via Lazio, 2/A<br />

Tel. 091.6269470 - Fax 091.6269471<br />

www.geologi<strong>di</strong>sicilia.it<br />

info@geologi<strong>di</strong>sicilia.it<br />

E<strong>di</strong>tore<br />

Scientific Books <strong>di</strong> G. Cafaro<br />

90127 Palermo - Via L. Giuffrè, 52<br />

Tel./Fax 091.6512048<br />

E-mail: info@me<strong>di</strong>calbooks.it<br />

Progetto grafico e fotocomposizione<br />

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Stampa<br />

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SOMMARIO<br />

2 E<strong>di</strong>toriale / Pillole <strong>di</strong> ottimismo<br />

contro la crisi economica<br />

<strong>di</strong> Emanuele Doria<br />

3-23 Applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> probabilistici<br />

per la valutazione della stabilità <strong>di</strong> un pen<strong>di</strong>o<br />

in argilla: il metodo Monte Carlo<br />

<strong>di</strong> Orazio Barbagallo<br />

24-31 Un metodo statistico per la valutazione<br />

della resistenza alla compressione uniassiale<br />

<strong>di</strong> rocce carbonatiche tramite prove con il Martello<br />

<strong>di</strong> Schmidt eseguite su campioni <strong>di</strong> carote<br />

<strong>di</strong> Giovanni Bruno, Giovanni Vessia, Luigi Bobbo<br />

32-33 Convegno / Patrimonio geologico italiano:<br />

dalla conoscenza alla valorizzazione<br />

<strong>di</strong> Ester Tigano<br />

Comunicato agli iscritti<br />

34 Province / Intervista a Calogero Firetto<br />

Sindaco <strong>di</strong> Porto Empedocle (AG)<br />

a cura <strong>di</strong> Carlo Cassaniti<br />

35-39 Il Portale <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong><br />

<strong>di</strong> Roberto Torre<br />

40 Recensioni / Abbiamo letto per voi<br />

a cura <strong>di</strong> Pietro Todaro<br />

La copertina:<br />

I partecipanti al corso<br />

APC sui rischi <strong>di</strong> cantiere<br />

(Coor<strong>di</strong>natori della<br />

sicurezza), tenutosi<br />

a Bagheria e organizzato<br />

da ITALFERR e ORGS,<br />

in visita alla galleria sotto<br />

l’autostrada nel tratto<br />

del raddoppio del Nodo<br />

ferroviario Palermo-Carini.<br />

(Foto E. Doria)


L’EDITORIALE<br />

<strong>di</strong> Emanuele Doria<br />

PILLOLE DI OTTIMISMO<br />

CONTRO LA CRISI ECONOMICA<br />

Care Colleghe e cari Colleghi<br />

Ci avviamo verso la fine <strong>di</strong> un <strong>anno</strong> sicuramente<br />

<strong>di</strong>fficile per tutto il paese e maggiormente per i lavoratori<br />

autonomi. Sembra tuttavia passato il vento <strong>di</strong><br />

tempesta che ha spirato contro le professioni ed in<br />

particolar modo contro quelle tecniche e si comincia<br />

ad intravedere non <strong>di</strong>co uno spiraglio <strong>di</strong> luce, ma un<br />

mare più calmo su cui ricominciare a lavorare alla<br />

luce delle regole nuove che dovremo assimilare. Anzitutto<br />

l’uscita del Decreto del Ministero <strong>di</strong> Giustizia<br />

140/<strong>2012</strong> “Regolamento recante la determinazione <strong>dei</strong><br />

parametri per la liquidazione da parte <strong>di</strong> un organo<br />

giuris<strong>di</strong>zionale <strong>dei</strong> compensi per le professioni...”,<br />

primo passo per la sostituzione delle tariffe abrogate<br />

e che vede per i geologi un aumento delle parcelle<br />

<strong>dei</strong> contenziosi giu<strong>di</strong>ziari rispetto al tariffario del<br />

1996. Dobbiamo ancora attendere l’emanazione del<br />

decreto del Ministero delle Infrastrutture per la definizione<br />

<strong>dei</strong> compensi da porre a base <strong>di</strong> gara per le<br />

opere pubbliche e l’iter gattopardesco sarà alla fine<br />

completo. Di più ampio respiro sicuramente il Decreto<br />

del Presidente della Repubblica 137/<strong>2012</strong> “Regolamento<br />

recante riforma degli or<strong>di</strong>namenti professionali...”<br />

che ha visto stavolta un’attiva concertazione<br />

con i Consigli Nazionali <strong>di</strong> tutte le professioni, ed<br />

introduce sostanziali novità che riguardano il tirocinio,<br />

l’assicurazione professionale e la formazione<br />

obbligatoria, ma questa per i geologi era già un obbligo<br />

deontologico, ed i consigli <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplina che svincoler<strong>anno</strong><br />

i consigli degli or<strong>di</strong>ni dall’adozione <strong>dei</strong> proce<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong>sciplinari nei confronti degli iscritti. Gli<br />

effetti <strong>di</strong> tale riforma, soprattutto nei rapporti con la<br />

clientela privata, con la quale scatta l’obbligo del preventivo<br />

scritto e della definizione della prestazione,<br />

potremo valutarli non appena tutte le norme andr<strong>anno</strong><br />

a regime, sicuramente possiamo però già affermare<br />

che i costi <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> un’attività professionale<br />

sicuramente lievitano anche se l’assicurazione obbligatoria<br />

partirà dall’agosto 2013, consentendo ai Consigli<br />

Nazionali <strong>di</strong> concludere convenzioni vantaggiose.<br />

Ma al <strong>di</strong> là <strong>dei</strong> costi quello che si fa strada, e non<br />

va guardato in maniera del tutto negativa, è il concetto<br />

<strong>di</strong> responsabilità professionale a cui i tecnici professionisti<br />

sono esposti, e che spesso viene sottovalutato<br />

in particolare dalla nostra categoria. Le nuove<br />

normative limitano <strong>di</strong> molto il significato della “sorpresa<br />

geologica” e <strong>di</strong>venta compito del geologo <strong>di</strong>mostrare<br />

che è stato fatto tutto il possibile per evitare<br />

“l’imprevisto” e non per negligenza o incompetenza,<br />

con le ripercussioni civili o penali del caso. L’aumento<br />

<strong>dei</strong> costi per l’attività e maggiori responsabilità professionali<br />

dovrebbero tradursi in un aumento me<strong>di</strong>o<br />

sia del livello che del costo delle prestazioni del geologo,<br />

almeno secondo le tra<strong>di</strong>zionali leggi <strong>di</strong> mercato,<br />

ponendo fine alla stagione <strong>dei</strong> sal<strong>di</strong>.<br />

Passando alla situazione regionale, nell’ultimo<br />

periodo della legislatura del Governo Lombardo, l’attività<br />

dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> ha conseguito importanti risultati per<br />

la categoria, dalla approvazione della legge regionale<br />

n° 25/<strong>2012</strong> sui geositi con il relativo decreto attuativo,<br />

che vede un rappresentante dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> all’interno<br />

della Commissione tecnico-scientifica, alla definizione<br />

del regolamento interassessoriale per le guide<br />

naturalistiche, alla recentissima pubblicazione in gazzetta<br />

del <strong>di</strong>sciplinare tipo per il conferimento dell’incarico<br />

per lo stu<strong>di</strong>o geologico nell’ambito del decreto<br />

per l’attuazione dell’art. 12 della L.R. 12/2011<br />

(l’Albo unico regionale) ed in questo contesto tutti gli<br />

schemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinare presenti contengono la norma<br />

sulla legalità fortemente voluta dal Consiglio. Ultima,<br />

ma solo in or<strong>di</strong>ne cronologico, la pubblicazione nella<br />

stessa Gazzetta del 2 novembre della Circolare ARTA<br />

57027/<strong>2012</strong> che abroga e sostituisce la Circolare<br />

2222/95 e che consentirà la redazione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> geologici<br />

a supporto <strong>di</strong> strumenti urbanistici in linea con le<br />

nuove normative e che vede nella informatizzazione<br />

e georeferenziazione del dato e nel recepimento <strong>dei</strong><br />

meto<strong>di</strong> della microzonazione sismica i suoi principali<br />

punti <strong>di</strong> forza. La legislatura del Governo Lombardo<br />

si è conclusa tra mille polemiche; quello che è<br />

certo è la situazione drammatica in cui versa soprattutto<br />

il settore dell’e<strong>di</strong>lizia, con centinaia <strong>di</strong> imprese<br />

e professionisti cre<strong>di</strong>tori verso le pubbliche amministrazioni<br />

le quali o sono bloccate dalla mancata regionalizzazione<br />

del Patto <strong>di</strong> Stabilità o dalla mancanza<br />

<strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà per non aver ricevuto i trasferimenti attesi.<br />

Al neo Presidente Crocetta ed alla rinnovata Assemblea<br />

<strong>Regionale</strong> <strong>Sicilia</strong>na, spetta l’arduo compito <strong>di</strong><br />

dare risposte concrete ad una regione allo stremo, i<br />

geologi siciliani ricordano che sono, come sempre<br />

pronti, a fare la loro parte nell’interesse comune.<br />

Con un Cor<strong>di</strong>ale Augurio <strong>di</strong> buon lavoro<br />

Emanuele Doria<br />

Presidente dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong> <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong><br />

2<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre


APPLICAZIONE DI METODI PROBABILISTICI<br />

PER LA VALUTAZIONE DELLA STABILITÀ<br />

DI UN PENDIO IN ARGILLA: IL METODO MONTE CARLO<br />

Orazio Barbagallo - Geologo, libero professionista<br />

Nel presente lavoro vengono analizzate le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità <strong>di</strong> un versante argilloso, ubicato nel comune<br />

<strong>di</strong> Giar<strong>di</strong>ni Naxos (ME), interessato da fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto. Le caratteristiche geotecniche sono state<br />

RIASSUNTO<br />

analizzate sulla scorta <strong>dei</strong> risultati <strong>di</strong> una campagna geologica consistita in perforazioni <strong>di</strong> sondaggio e misure geofisiche. I dati ottenuti<br />

h<strong>anno</strong> evidenziato la presenza <strong>di</strong> una coltre composta da argille sovraconcolidate (OC) ricoprenti un substrato composto da argille normalconsolidate<br />

(NC). I parametri rappresentativi <strong>dei</strong> terreni sono stati scelti in conformità al DM 14/01/2008, nell’ipotesi <strong>di</strong> formazione<br />

<strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> rottura a carattere progressivo. Le analisi <strong>di</strong> stabilità sono state condotte lungo una sezione <strong>di</strong> verifica, prima nel<br />

suo assetto naturale, poi in quello <strong>di</strong> progetto, sia in con<strong>di</strong>zioni statiche che pseudostatiche. Il calcolo della stabilità è stato realizzato<br />

utilizzando metodologie stocastiche, in particolare è stata applicata la tecnica <strong>di</strong> simulazione Monte Carlo determinando il fattore <strong>di</strong> sicurezza<br />

non solo in termini deterministici, ma anche stimando la probabilità <strong>di</strong> franamento del versante. I risultati ottenuti ci h<strong>anno</strong> permesso<br />

<strong>di</strong> vedere che l’accoppiamento delle due tecniche <strong>di</strong> analisi, deterministica e probabilistica, consente una più precisa valutazione<br />

dell’assetto <strong>di</strong> un versante, specialmente in presenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni complesse che rendono problematica ed incerta l’esatta parametrizzazione<br />

<strong>dei</strong> terreni.<br />

In the present paper we analyze the stability of a clay slope, located in the town of Giar<strong>di</strong>ni Naxos (ME),<br />

ABSTRACT<br />

affected by instability phenomena. The geotechnical characteristics have been developed on the basis of the<br />

results of a campaign consisted of geological drillings and geophysical measurements. The results obtained showed the presence of a<br />

blanket consisting of over consolidated clays (OC) coating a substrate composed of normally consolidated clays (NC). The representative<br />

parameters of soils were chosen accor<strong>di</strong>ng to DM 14/01/2008, assuming the formation of a progressive failure surface. The stability<br />

analysis has been carried out evaluating a verification section in its natural arrangement, then in the project arrangement, both under<br />

static and pseudo static con<strong>di</strong>tion. The calculation of the stability was achieved using stochastic methods, in particular has been applied<br />

the technique of Monte Carlo simulation by determining the safety factor not only in terms of deterministic analysis, but also estimating<br />

the slips probability of slope. The obtained results allowed us to see that the coupling of deterministic and probabilistic analysis<br />

techniques, allows a more accurate assessment of the attitude of a slope, especially in the presence of complex con<strong>di</strong>tions that make<br />

it <strong>di</strong>fficult and uncertain the exact configuration of the soils.<br />

PREMESSA<br />

Lo stu<strong>di</strong>o della stabilità <strong>di</strong> un pen<strong>di</strong>o richiede la<br />

conoscenza <strong>di</strong> svariati parametri, rappresentati fondamentalmente<br />

dalle caratteristiche morfologiche del<br />

versante, dall’assetto geo-strutturale e stratigrafico<br />

delle formazioni, dalla resistenza e deformabilità <strong>dei</strong><br />

materiali, dalla presenza o meno della falda e delle<br />

sue eventuali escursioni.<br />

I predetti parametri devono riferirsi alla scala del<br />

versante e deve essere conosciuta la loro variazione<br />

nel tempo, operazione quest’ultima spesso molto complessa<br />

poiché l’innesco <strong>di</strong> un meccanismo d’instabilità<br />

può avvenire per una combinazione <strong>di</strong> piccole<br />

variazioni <strong>dei</strong> parametri geomeccanici e piezometrici,<br />

molte volte <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile valutazione.<br />

Un modo per evitare che le incertezze sui parametri<br />

si riflettano sui risultati ottenuti consiste nell’introdurre<br />

nei calcoli tecniche <strong>di</strong> tipo stocastico, determinando<br />

non più il fattore <strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> un certo cine matismo,<br />

bensì la probabilità che avvenga una rottura.<br />

Nel presente lavoro viene illustrata l’applicazione<br />

della tecnica <strong>di</strong> simulazione Monte Carlo, utilizzata<br />

per la valutazione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità <strong>di</strong> un’area<br />

ubicata nel comune <strong>di</strong> Giar<strong>di</strong>ni Naxos (ME), ove<br />

sorge un camping recentemente interessato da una<br />

serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti, e le conseguenti strategie <strong>di</strong> mitigazione<br />

del rischio.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

CARATTERISTICHE GEOLOGICHE<br />

ED INDAGINI ESEGUITE<br />

L’area stu<strong>di</strong>ata si pone ad ovest del centro abitato<br />

<strong>di</strong> Giar<strong>di</strong>ni Naxos, lungo un versante caratterizzato<br />

dalla presenza <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti clastici sciolti assimilabili,<br />

sia per composizione granulometrica che per caratteristiche<br />

mineralogiche, alle argille e argille marnose<br />

grigio-brune con livelli sabbiosi, della Formazione<br />

<strong>di</strong> S. Pier Niceto.<br />

Per la redazione dello stu<strong>di</strong>o geologico-tecnico è<br />

stata eseguita una campagna d’indagini geognostiche<br />

consistita in 6 perforazioni meccaniche, realizzate con<br />

la tecnica del recupero del carotaggio per tutto lo spessore<br />

indagato, 4 stese <strong>di</strong> sismica a rifrazione e 3 misure<br />

Masw-Remi.<br />

Nel corso delle perforazioni meccaniche sono stati<br />

raccolti alcuni campioni <strong>di</strong> tipo Q2 (semi<strong>di</strong>sturbati) e<br />

Q1 (in<strong>di</strong>sturbati), in seguito avviati presso un laboratorio<br />

geotecnico ufficiale ove sono stati sottoposti ad<br />

analisi per la determinazione delle principali caratteristiche<br />

fisiche, granulometriche, <strong>di</strong> consistenza e <strong>di</strong><br />

taglio. Si è potuto così accertare che nell’area <strong>di</strong> stretto<br />

interesse progettuale la porzione corticale è costituita<br />

da argille e limi più o meno sabbiosi <strong>di</strong> colore<br />

da giallastro a grigio piombo, cui seguono verso il<br />

basso argille scagliettate consistenti, <strong>di</strong> colore grigioazzurro.<br />

3


Figura 1 - Frana <strong>di</strong> scorrimento traslazionale.<br />

Figura 2 - Frana <strong>di</strong> scorrimento rotazionale - nicchia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco.<br />

Figura 3 - Frana <strong>di</strong> scorrimento<br />

rotazionale - nicchia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco.<br />

In tre delle perforazioni realizzate (S4, S5 ed S6)<br />

sono stati installati piezometri microfessurati a tubo<br />

aperto, sui quali sono state eseguite delle misure perio<strong>di</strong>che<br />

per definire le oscillazioni della falda.<br />

DISSESTI INDIVIDUATI<br />

NELL’AREA IN STUDIO<br />

La zona esaminata resta ubicata su <strong>di</strong> un territorio<br />

prevalentemente caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> rilievi<br />

collinari con versanti ad andamento morfologico<br />

più o meno blando e <strong>di</strong>versi or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> terrazzi marini.<br />

Essa si pone tra le quote 14 e 80 m slm, lungo un<br />

pen<strong>di</strong>o degradante verso sud-est con un’acclività<br />

me<strong>di</strong>a del 30% circa, sistemato a terrazzi. Lungo il<br />

suo sviluppo si riscontrano fenomeni erosivi dovuti<br />

all’azione delle acque <strong>di</strong> ruscellamento e movimenti<br />

gravitativi <strong>di</strong> massa associabili a <strong>di</strong>ssesti <strong>di</strong> limitata<br />

estensione che coinvolgono prevalentemente i terreni<br />

<strong>di</strong> copertura, rappresentando l’elemento morfologico<br />

più importante, capace <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionare lo sviluppo e<br />

l’evoluzione del versante.<br />

Nel complesso i <strong>di</strong>ssesti riscontrati sono assimilabili<br />

sia a frane attive <strong>di</strong> scorrimento traslazionale a<br />

movimento “singolo”, <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> attività “retrogressiva”,<br />

scala d’intensità moderata e movimento <strong>di</strong><br />

tipo rapido, sia a frane <strong>di</strong> scorrimento rotazionale, con<br />

stato <strong>di</strong> attività da “sospeso” ad “attivo”, movimento<br />

“singolo”, <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> attività “retrogressiva” ed<br />

intensità “moderata”. I volumi coinvolti variano da<br />

12.000 m a 1600 m facendo così rientrare i <strong>di</strong>ssesti,<br />

secondo la scala d’intensità delle frane basata sulla<br />

massa spostata (Fell 1994), tra le frane da “piccole”<br />

a “molto piccole”.<br />

4<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre


MODELLAZIONE GEOLOGICA<br />

E GEOTECNICA<br />

Nelle NTC 14/01/2008 un aspetto molto importante<br />

da tenere in debito riguardo è dato dal cosiddetto<br />

modello geologico <strong>dei</strong> terreni. La modellazione geologica<br />

del sito consiste nella ricostruzione <strong>dei</strong> caratteri<br />

litologici, stratigrafici, strutturali, idrogeologici,<br />

geomorfologici e, più in generale, <strong>di</strong> pericolosità geologica<br />

del territorio, tale da costituire un modello <strong>di</strong><br />

riferimento nella definizione degli interventi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica<br />

del territorio, o <strong>di</strong> mitigazione e <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />

da determinati rischi. Nella fattispecie, ci siamo avvalsi<br />

<strong>dei</strong> dati scaturiti dal rilievo <strong>di</strong> superficie e dalle<br />

indagini geognostiche. I risultati ottenuti sono stati sintetizzati<br />

in due sezioni stratigrafiche che tagliano il<br />

versante in <strong>di</strong>rezione NNE-SSW (Sezione A-A) e NE-<br />

SW (Sezione G-G) (Cfr. Fig. 4).<br />

In esse s’in<strong>di</strong>vidua la presenza <strong>di</strong> un mantello <strong>di</strong><br />

terreni <strong>di</strong> copertura, caratterizzato da spessore massimo<br />

valutabile intorno ai 6 m, composto da prevalenti<br />

argille e limi con minori percentuali <strong>di</strong> sabbia in<br />

depositi <strong>di</strong> colore dal giallastro al grigio piombo, in<br />

assetto caotico, da plastici a me<strong>di</strong>amente consistenti,<br />

spesso degradati nella porzione più superficiale (0,5<br />

– 1 m) a suolo agrario.<br />

Al <strong>di</strong> sotto del mantello <strong>di</strong> copertura segue un orizzonte<br />

(terreni <strong>di</strong> substrato), in<strong>di</strong>viduato anche in base<br />

ai risultati delle indagini geofisiche, dato da materiale<br />

clastico fine, <strong>di</strong> colore grigio-azzurro ed aspetto consistente<br />

e scagliettato, caratterizzato, come i terreni <strong>di</strong><br />

copertura, da limi e argille, con minori percentuali <strong>di</strong><br />

sabbia. Nelle perforazioni S4, S5 ed S6 si è osservato<br />

un livello <strong>di</strong> falda che scorre lungo il contatto tra<br />

i terreni <strong>di</strong> copertura ed il substrato argilloso.<br />

Una volta determinato il modello geologico, si è<br />

proceduto alla definizione del modello geotecnico <strong>dei</strong><br />

terreni che ricalca abbastanza fedelmente la ricostruzione<br />

stratigrafica fornita nella figura 4. In esso, infatti,<br />

si riscontra la presenza <strong>dei</strong> materiali <strong>di</strong> copertura<br />

dati da limi e argille <strong>di</strong> colore giallastro a comportamento<br />

pseudocoerente (Orizzonte TC), cui seguono<br />

verso il basso, almeno per il volume geotecnicamente<br />

significativo, i terreni <strong>di</strong> substrato, dati da prevalenti<br />

limi e argille, consistenti e scagliettate, <strong>di</strong> colore<br />

grigio-azzurro, con minori percentuali <strong>di</strong> sabbia, a<br />

comportamento prevalentemente pseudocoerente<br />

(Orizzonte TS).<br />

CARATTERISTICHE GEOTECNICHE<br />

DEI MATERIALI<br />

Terreni <strong>di</strong> copertura (Orizzonte TC)<br />

I terreni <strong>di</strong> copertura della sequenza prima descritta<br />

sono rappresentati dai se<strong>di</strong>menti clastici sciolti,<br />

degradati a suolo agrario nelle porzioni più superficiali,<br />

che ricoprono a mantello l’intera area in stu<strong>di</strong>o.<br />

Secondo la classifica <strong>di</strong> Casagrande essi rientrano nei<br />

campi CH (S4-C1, S2-C2 e S3-C1), CL (S5-C1 e S4-<br />

C2) MH (S1-C1) e ML (S6-C1).<br />

Per la determinazione <strong>dei</strong> parametri <strong>di</strong> resistenza<br />

al taglio <strong>dei</strong> materiali sono state eseguite due prove<br />

<strong>di</strong> resistenza ELL e 6 prove <strong>di</strong> taglio <strong>di</strong>retto i cui risultati<br />

sono riportati nella tabella 1.<br />

Tabella 1 – Caratteristiche <strong>di</strong> resistenza al taglio (Orizzonte TC)<br />

E.L.L.<br />

Taglio Diretto<br />

Sigla Camp. Cu (kPa) C’(kPa) ϕ’<br />

S1-C1 — 3,1 20,4<br />

S2-C2 174,19 2,6 22,1<br />

S3-C1 60,82 47,7 19,4<br />

S4-C2 — 27,5 24,4<br />

S5-C1 — 49,9 15,7<br />

S6-C1 — 12,1 24,3<br />

Per definire le caratteristiche <strong>di</strong> consolidazione<br />

<strong>dei</strong> materiali sono state eseguite due prove edometriche<br />

sui campioni S1-C1 e S5-C1, raccolti rispettivamente<br />

alle profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> m 3,0-3,5 e 3,0-3,27 m<br />

dal piano campagna. Sui suddetti campioni si è inoltre<br />

eseguita la determinazione sperimentale della<br />

pressione <strong>di</strong> consolidamento con la procedura <strong>di</strong><br />

Casagrande e valutati: il coefficiente <strong>di</strong> compressibilità<br />

a v ; il coefficiente <strong>di</strong> compressibilità <strong>di</strong> volume<br />

m v ; il modulo edometrico E’ e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> compressibilità<br />

Cc. I risultati ottenuti sono riportati nella<br />

tabella 2<br />

Tab. 2 – Risultati prove edometriche Orizzonte TC<br />

campione OCR a v (cm 2 /KPa) m v (cm 2 /kPa) E’ (kPa) Cc<br />

S1-C1 6,26 0,00016 0,00009 10697 0,13753<br />

S5-C1 3,79 0,00028 0,00018 5512 0,24549<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

5


Figura 4 - Modellazione geologica.<br />

Figura 5 - Sezioni geotecniche.<br />

6<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

g <strong>di</strong>S


Terreni <strong>di</strong> substrato (Orizzonte TS)<br />

I terreni <strong>di</strong> substrato della sequenza prima descritta<br />

sono rappresentati da se<strong>di</strong>menti clastici sciolti, dati<br />

prevalentemente da limo con argilla, con minore contenuto<br />

<strong>di</strong> sabbia, in ammassi consistenti e scagliettati,<br />

<strong>di</strong> colore grigio-azzurro. Secondo la classifica <strong>di</strong><br />

Casagrande i campioni rappresentativi <strong>dei</strong> terreni <strong>di</strong><br />

substrato rientrano nei campi CH (S4-C3, S5-C2 e<br />

S6-C2) e CL (S1-C1).<br />

Per la determinazione <strong>dei</strong> parametri <strong>di</strong> resistenza<br />

al taglio <strong>dei</strong> materiali è stata eseguita una prova <strong>di</strong><br />

Espansione Laterale Libera (ELL) e tre prove <strong>di</strong> taglio<br />

del tipo CU+U (Cfr. Tab. 3).<br />

Figura 6 - Carta <strong>di</strong> plasticità <strong>di</strong> Casagrande.<br />

Tabella 3 – Caratteristiche <strong>di</strong> resistenza al taglio (Orizzonte TS)<br />

E.L.L. Taglio Diretto Prove triassiali CIU Prove triassiali CIU + U<br />

Sigla Camp. Cu (kPa) C’(kPa) ϕ’ Cu (kPa) ϕu C’ (kPa) ϕ’<br />

S1-C2 — — — 44,9 14,6 — 23,7<br />

S4-C3 — — — 56,8 16,3 — 26,9<br />

S5-C2 — — — 30,1 15,8 — 27,0<br />

S6-C2 111,14 — — — — — - -<br />

Le caratteristiche <strong>di</strong> consolidazione <strong>dei</strong> materiali <strong>di</strong><br />

substrato sono state ricavate da due prove edometriche<br />

sui campioni S1-C2 (prof. 9,5-10,0) e S5-C2 (prof. 6,0-<br />

6,35). I risultati ottenuti sono riportati nella tabella 4.<br />

Tab. 4 – Risultati prove edometriche Orizzonte TS<br />

campione OCR a v (cm 2 /KPa) m v (cm 2 /kPa) E’ (kPa) Cc<br />

S1-C2 1,01 0,00031 0,00019 5320 0,19300<br />

S5-C2 1,04 0,00038 0,00026 3875 0,13852<br />

È interessante notare che i campioni <strong>di</strong> terreno raccolti<br />

più in superficie (Orizzonte TC - prof. max 3-<br />

3,5 m) risultano sovraconsolidati, con valori <strong>di</strong> OCR<br />

pari a 3,79 (Campione S5-C1) e 6,26 (Campione S1-<br />

C1), mentre i campioni raccolti nell’orizzonte profondo<br />

(Orizzonte TS) sono normalconsolidati (OCR =<br />

1,01 e OCR = 1,04).<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

Ciò potrebbe fare supporre che il fenomeno <strong>di</strong><br />

sovraconsolidazione possa essere legato a processi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sseccamento del terreno con variazioni stagionali<br />

del livello <strong>di</strong> falda che h<strong>anno</strong> prodotto fenomeni<br />

<strong>di</strong> carico e scarico sui materiali, con fatica ciclica<br />

e conseguente aumento del grado <strong>di</strong> preconsolidazione.<br />

7


PARAMETRI CARATTERISTICI<br />

E DI PROGETTO DEI TERRENI<br />

La normativa sulle costruzioni (Decreto 14-01-<br />

2008), in conformità ai principi della progettazione<br />

prestazionale delle opere, impone che le verifiche<br />

siano condotte me<strong>di</strong>ante il metodo <strong>dei</strong> coefficienti parziali<br />

<strong>di</strong> sicurezza, da applicare ai materiali ed ai terreni,<br />

<strong>di</strong>stinguendo per quest’ultimi i valori caratteristici<br />

da quelli <strong>di</strong> progetto.<br />

Determinazione valori caratteristici<br />

Per la determinazione <strong>dei</strong> valori caratteristici degli<br />

orizzonti stratigrafici, avendo a <strong>di</strong>sposizione un <strong>numero</strong><br />

<strong>di</strong> campioni limitato, piuttosto che fare riferimento<br />

ad una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> tipo gaussiano, abbiamo preferito<br />

eseguire il calcolo applicando un approccio<br />

semiprobabilistico <strong>di</strong> tipo bayesiano, secondo quanto<br />

suggerito da Cherubini e Orr.<br />

La formula applicata è la seguente:<br />

⎛ CV ⎞<br />

xk = xm i −<br />

⎝<br />

⎜1<br />

⎠<br />

⎟<br />

2<br />

dove:<br />

xm = valore me<strong>di</strong>o<br />

CV = coefficiente <strong>di</strong> variazione<br />

La determinazione <strong>dei</strong> parametri xm e CV <strong>di</strong>pende<br />

dal <strong>numero</strong> <strong>di</strong> dati a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Orizzonte TC<br />

L’orizzonte (TC) è composto da se<strong>di</strong>menti clastici<br />

sciolti a matrice limo-argillosa con una frazione sabbiosa<br />

che va da zero fino ad un valore massimo, pari<br />

al 21% circa, nel campione S5-C1. Si tratta <strong>di</strong> materiali<br />

fini con un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> plasticità pari a 35 14, e<br />

in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> consistenza <strong>di</strong> 1,06 0,29. In considerazione<br />

delle loro caratteristiche sono stati assimilati ad<br />

argille sovraconsolidate (OC) a comportamento pseudocoerente.<br />

Resistenza al taglio in con<strong>di</strong>zioni UU<br />

c<br />

u =<br />

⎛<br />

− ⎞<br />

117 51 kPa<br />

⎝<br />

⎜1 068 ,<br />

, i<br />

⎠<br />

⎟ = 77, 56 ( );<br />

2<br />

ϕ u = 0°;<br />

Resistenza al taglio in con<strong>di</strong>zioni CD<br />

Per la determinazione della resistenza in con<strong>di</strong>zioni<br />

consolidate drenate si è preferito fare una<br />

<strong>di</strong>stinzione tra i campioni raccolti nei sondaggi S1,<br />

S2 e S3, ritenuti rappresentativi dell’orizzonte TC,<br />

relativamente alla zona ove ricade la sezione A, ed<br />

i campioni raccolti nei sondaggi S4, S5 e S6 ritenuti<br />

rappresentativi dell’orizzonte TC nella zona ove<br />

ricade la sezione G. Trattandosi <strong>di</strong> argille OC i parametri<br />

<strong>di</strong> taglio vengono rappresentati da una resistenza<br />

per coesione ed una d’attrito. L’applicazione della<br />

formula <strong>di</strong> Cherubini e Orr ha portato ai seguenti<br />

risultati:<br />

Zona Sezione A<br />

⎛ , ⎞<br />

c' = 17,<br />

80 i − ( kPa);<br />

⎝<br />

⎜1 1 450 ⎠<br />

⎟ = 5<br />

2<br />

⎛ , ⎞<br />

ϕ ' = 20,<br />

63 i −<br />

();<br />

⎝<br />

⎜1 016 ⎠<br />

⎟ = 20 °<br />

2<br />

Figura 7 - Carta <strong>di</strong> plasticità Orizzonte TS.<br />

8<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre


Figura 8 - Valori <strong>di</strong> ϕ’ in funzione <strong>di</strong> PI per argille NC.<br />

Zona Sezione G<br />

⎛ , ⎞<br />

c' = 29,<br />

8 i −<br />

( kPa);<br />

⎝<br />

⎜1 064 ⎠<br />

⎟ = 20<br />

2<br />

⎛ , ⎞<br />

ϕ ' = 21,<br />

45 i − ();<br />

⎝<br />

⎜1 023 ⎠<br />

⎟ = 19 °<br />

2<br />

Orizzonte TS<br />

L’orizzonte (TS) è composto da se<strong>di</strong>menti clastici<br />

sciolti a matrice limo-argillosa con minori percentuali<br />

<strong>di</strong> sabbia. Si tratta <strong>di</strong> materiali fini con un in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> plasticità pari a 41 8, e in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> consistenza <strong>di</strong><br />

1,11 0,15. In considerazione delle loro caratteristiche<br />

sono stati assimilati ad argille NC a comportamento<br />

pseudocoerente.<br />

Resistenza al taglio in con<strong>di</strong>zioni UU<br />

c = ⎛<br />

− ⎞<br />

u<br />

117 51 kPa<br />

⎝<br />

⎜1 068 ,<br />

, i<br />

⎠<br />

⎟ = 77, 56 ( );<br />

2<br />

ϕ u = 0°;<br />

Resistenza al taglio in con<strong>di</strong>zioni CD<br />

I parametri <strong>di</strong> resistenza al taglio in con<strong>di</strong>zioni consolidate<br />

non drenate f<strong>anno</strong> riferimento ai valori me<strong>di</strong><br />

<strong>dei</strong> risultati delle prove CIU + U eseguite sui campioni<br />

S1-C2, S4-C3 e S5-C2. Trattandosi <strong>di</strong> argille<br />

NC i parametri non drenati (breve termine) vengono<br />

rappresentati da una resistenza per coesione ed una<br />

d’attrito, mentre quelli drenati (lungo termine) sono<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

descritti solamente dalla resistenza d’attrito. I valori<br />

ottenuti sono i seguenti:<br />

Calcolo valore c u e ϕ u<br />

c<br />

u<br />

=<br />

Calcolo valore ϕ’<br />

⎛ ⎞<br />

47 36 −<br />

kPa<br />

⎝<br />

⎜1 031 ,<br />

, i<br />

⎠<br />

⎟ = 40, 1 ( );<br />

2<br />

⎛ ⎞<br />

ϕ u<br />

= 15 6 −<br />

⎝<br />

⎜1 006 ,<br />

, i<br />

⎠<br />

⎟ = 15, 2°<br />

;<br />

2<br />

⎛ , ⎞<br />

ϕ ' = 25,<br />

9 i − , ;<br />

⎝<br />

⎜1 007 ⎠<br />

⎟ = 24 9°<br />

2<br />

Il valore <strong>di</strong> ϕ’ ottenuto per le argille NC del substrato,<br />

risulta peraltro abbastanza in linea rispetto alla<br />

correlazione fornita da Jamiolkowsky et alii riportata<br />

nella figura 8. Infatti applicando il valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> PI<br />

ottenuto dalle analisi (41%) si ottiene un valore minimo<br />

<strong>di</strong> ϕ’ <strong>di</strong> 24,5° che ben corrisponde al valore ricavato<br />

dai nostri calcoli (24,9°).<br />

Valori <strong>di</strong> progetto<br />

Una volta valutati i parametri caratteristici <strong>dei</strong> terreni<br />

si possono calcolare i parametri <strong>di</strong> progetto, procedendo<br />

in modo analitico ossia facendo riferimento ai<br />

parametri geotecnici <strong>di</strong> resistenza già ricavati, <strong>di</strong>visi per<br />

i coefficienti parziali M2 specificati nel DM 14/01/2008.<br />

I dati conseguiti sono riportati nelle tabelle 5 e 6.<br />

9


Tabella 5 - caratteristiche geotecniche orizzonte TC<br />

Descrizione:<br />

Terreni clastici a giacitura caotica a composizione limo-argillosa<br />

con percentuali variabili <strong>di</strong> sabbia<br />

CARATTERISTICHE FISICHE<br />

peso <strong>di</strong> volume: 19,56 (kN/m 3 );<br />

Parametri <strong>di</strong> taglio da prove UU – (tensioni totali)<br />

Valori Caratteristici Coeff. parziale Valori Progetto<br />

coesione: 77,6 (kPa); M2 = 1,40 55 (kPa);<br />

angolo d’attrito: 0°; 0°;<br />

Parametri <strong>di</strong> taglio CD – (tensioni efficaci)<br />

zona sezione A Valori Caratteristici Coeff. parziale Valori Progetto<br />

coesione: 5,0 (kPa); M2 = 1,25 4 (kPa);<br />

angolo d’attrito: 20°; M2 = 1,25 16,2;<br />

Parametri <strong>di</strong> taglio CD – (tensioni efficaci)<br />

zona sezione G Valori Caratteristici Coeff. parziale Valori Progetto<br />

coesione: 20,0 (kPa); M2 = 1,25 16 (kPa);<br />

angolo d’attrito: 19,0;° M2 = 1,25 15,4;<br />

Tabella 6 - caratteristiche geotecniche orizzonte TS<br />

Descrizione:<br />

Terreni clastici consistenti e scagliettati a composizioni argilloso-limosa<br />

con percentuali variabili <strong>di</strong> sabbia<br />

CARATTERISTICHE FISICHE<br />

peso <strong>di</strong> volume: 20 (kN/m 3 );<br />

Parametri <strong>di</strong> taglio da prove UU – (tensioni totali)<br />

Valori Caratteristici Coeff. parziale Valori Progetto<br />

coesione: 112,4 (kPa); M2 = 1,40 80 (kPa);<br />

angolo d’attrito: 0°; 0°;<br />

Parametri <strong>di</strong> taglio CIU – (tensioni totali)<br />

Valori Caratteristici Coeff. parziale Valori Progetto<br />

coesione: 40 (kPa); M2 = 1,40 28,6 (kPa);<br />

angolo d’attrito: 15°; M2 = 1,25 12,1;<br />

Parametri <strong>di</strong> taglio CIU + U – (tensioni efficaci)<br />

Valori Caratteristici Coeff. parziale Valori Progetto<br />

coesione: 0 (kPa); M2 = 1,25 0 (kPa);<br />

angolo d’attrito: 25°; M2 = 1,25 20,5°;<br />

10<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

g <strong>di</strong>S


PARAMETRI SISMICI DEL SITO<br />

I parametri sismici relativi all’area in oggetto sono riportati nelle tabelle 7 e 8.<br />

Tabella 7 - Sito <strong>di</strong> Progetto - Parametri strutture<br />

Latitu<strong>di</strong>ne (WGS84) Lat 37,833639<br />

Longitu<strong>di</strong>ne (WGS84) Lon 15,266536<br />

Latitu<strong>di</strong>ne (ED50) Lat 37,834690<br />

Longitu<strong>di</strong>ne (ED50) Lon 15,267349<br />

Classe d’Uso<br />

II<br />

Vita nominale V N 50<br />

Coefficiente d’uso C U 1,0<br />

Periodo <strong>di</strong> riferimento per l’azione sismica V R V R =V N *C U = 50*1,0=50<br />

Tab. 8 - Parametri sismici<br />

Stato limite Prob. Superamento TR (anni) ag (g) F 0 T*C (s)<br />

SLO 81% 30 0,070 2,506 0,255<br />

SLD 63% 50 0,087 2,486 0,272<br />

SLV 10% 475 0,215 2,498 0,340<br />

SLC 5% 975 0,282 2,535 0,360<br />

Effetti legati al sito <strong>di</strong> progetto<br />

I dati prima forniti si riferiscono ad un sito <strong>di</strong> riferimento<br />

rigido ed orizzontale, che non tiene conto<br />

delle con<strong>di</strong>zioni morfologiche e geologiche locali, che<br />

possono portare a mo<strong>di</strong>ficazioni del segnale sismico<br />

in arrivo. Per tenere conto <strong>di</strong> ciò i valori <strong>di</strong> accelerazione<br />

devono essere corretti in funzione del coefficiente<br />

<strong>di</strong> amplificazione Stratigrafica e <strong>di</strong> quello<br />

Topografico.<br />

Nella fattispecie per la determinazione della categoria<br />

<strong>di</strong> sottosuolo, nell’ambito della campagna <strong>di</strong><br />

indagini, sono state programmate ed eseguite tre misure<br />

del tipo Masw-ReMi sviluppate sullo stesso array.<br />

I dati ottenuti con le prove Masw-Remi in<strong>di</strong>cano la<br />

presenza nel sottosuolo <strong>di</strong> litotipi con valori <strong>di</strong> Vs<br />

compresi tra 301 e 354 m/sec, ovvero terreni ricadenti<br />

nella tipologia C.<br />

Per ciò che concerne il coefficiente <strong>di</strong> amplificazione<br />

topografica S T è stato applicato un valore pari<br />

a 1,2 corrispondente a pen<strong>di</strong>i con inclinazione me<strong>di</strong>a<br />

superiore a 15°.<br />

ll coefficiente S che tiene conto della categoria <strong>di</strong><br />

sottosuolo e delle con<strong>di</strong>zioni topografiche, viene calcolato<br />

me<strong>di</strong>ante la seguente relazione:<br />

S = S s * S T<br />

I valori <strong>di</strong> S S , S T e C C ottenuti per il sito in stu<strong>di</strong>o<br />

sono riportati nella tabella 9:<br />

Tabella 9 - Coefficienti sismici<br />

Cat. suolo St. limite Ss: Cc: St:<br />

C SLO: 1,50 1,65 1,2<br />

C SLD: 1,50 1,61 1,2<br />

C SLV: 1,38 1,50 1,2<br />

C SLC: 1,27 1,47 1,2<br />

Il valore dell’accelerazione massima a max può essere<br />

ricavato dalla relazione<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

a max = S • ag = S S • S T • ag;<br />

Oltre al calcolo dell’accelerazione massima si è eseguito<br />

il calcolo dell’Intensità sismica, a partire dalla massima<br />

accelerazione al suolo, utilizzando la scala <strong>di</strong> intensità<br />

mo<strong>di</strong>ficata <strong>di</strong> Mercalli (Trifunac e Brady, 1975).<br />

11


I corrispondenti valori <strong>di</strong> a max e Mmi in funzione <strong>dei</strong> <strong>di</strong>fferenti Stati Limite, sono riportati nella tabella 10,<br />

dove l’accelerazione massima è fornita in cm/sec 2 .<br />

Tabella 10 - Calcolo amax (cm/sec 2 ) -Giar<strong>di</strong>ni Camping Maretna Lat. 37,833639°, Long. 15,266536°<br />

Stato limite ag/g ag (cm/sec 2 ) SS ST ag/g max ag max (cm/sec 2 ) Mmi<br />

SLO 0,07 68,60 1,5 1,2 0,13 123,480 6,9<br />

SLD 0,087 85,26 1,5 1,2 0,16 153,468 7,2<br />

SLV 0,215 210,70 1,38 1,2 0,36 348,919 8,4<br />

SLC 0,282 276,36 1,27 1,2 0,43 421,173 8,7<br />

Nell’ipotesi <strong>di</strong> eseguire analisi semplificate per via<br />

pseudostatica, nei casi in cui tale approccio è consentito<br />

dal D.M. 14/10/08, l’azione sismica è schematizzabile<br />

come un insieme <strong>di</strong> forze statiche orizzontali e verticali<br />

rappresentative delle forze inerziali prodotte dal passaggio<br />

delle onde sismiche nel terreno, date dal prodotto delle<br />

forze <strong>di</strong> gravità per un coefficiente <strong>di</strong> accelerazione sismica<br />

orizzontale Kh ed un coefficiente <strong>di</strong> accelerazione<br />

sismica verticale kv espressi dalle seguenti relazioni:<br />

Kh = β (amax/g)<br />

Kv = ± 0,5 Kh<br />

dove:<br />

β<br />

a max<br />

g<br />

= coefficiente <strong>di</strong> riduzione dell’accelerazione<br />

massima attesa al sito, funzione della tipologia<br />

<strong>di</strong> opera, della categoria del suolo <strong>di</strong><br />

fondazione e del valore <strong>di</strong> ag atteso.<br />

= accelerazione massima attesa al sito<br />

= accelerazione <strong>di</strong> gravità.<br />

I coefficienti <strong>di</strong> accelerazione sismica così calcolati<br />

vengono riportati nella tabella 11.<br />

TAB. 11 - COEFFICIENTI DI ACCELERAZIONE SISMICA<br />

Stato limite Beta amax amax/g Kh Kv<br />

SLO 0,20 1,233 0,126 0,025 0,013<br />

SLD 0,20 1,540 0,1571 0,031 0,016<br />

SLV 0,28 3,489 0,356 0,098 0,049<br />

SLC 0,28 4,210 0,430 0,120 0,060<br />

SCELTA DEI PARAMETRI DA ADOTTARE<br />

PER LE VERIFICHE DI STABILITÀ<br />

In relazione agli eventi franosi avvenuti in passato<br />

nella fascia <strong>di</strong> terreni ove sorge il camping, prima<br />

<strong>di</strong> progettare gli interventi <strong>di</strong> consolidamento <strong>dei</strong> versanti,<br />

si è proceduto ad uno stu<strong>di</strong>o accurato delle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> stabilità <strong>dei</strong> pen<strong>di</strong>i e delle cause che h<strong>anno</strong><br />

prodotto i fenomeni franosi. A tale scopo è stata eseguita<br />

una verifica in corrispondenza della sezione G-<br />

G ove si è riscontrato un <strong>di</strong>ssesto che si estende al <strong>di</strong><br />

là del confine del camping che ha già coinvolto alcune<br />

strutture limitrofe e minaccia un’abitazione che<br />

sorge a monte.<br />

Secondo le NTC 2008, il livello <strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> un<br />

versante è espresso, in generale, come rapporto tra<br />

resistenza al taglio <strong>di</strong>sponibile, presa con il suo valore<br />

caratteristico, e lo sforzo <strong>di</strong> taglio mobilizzato lungo<br />

la superficie <strong>di</strong> scorrimento effettiva o potenziale.<br />

Fs = ts/ tm<br />

dove:<br />

τs - resistenza al taglio <strong>di</strong>sponibile valutata con parametri<br />

caratteristici;<br />

τm sforzo <strong>di</strong> taglio mobilizzato lungo la superficie<br />

<strong>di</strong> scorrimento (effettiva o potenziale) sotto l’azione<br />

<strong>dei</strong> carichi.<br />

Il grado <strong>di</strong> sicurezza ritenuto accettabile dal progettista<br />

deve essere giustificato sulla base del livello<br />

<strong>di</strong> conoscenze raggiunto, dell’affidabilità <strong>dei</strong> dati <strong>di</strong>sponibili<br />

e del modello <strong>di</strong> calcolo adottato in relazione<br />

alla complessità geologica e geotecnica, nonché<br />

sulla base delle conseguenze <strong>di</strong> un’eventuale frana.<br />

Abbiamo detto che le argille corrispondenti ai terreni<br />

<strong>di</strong> copertura (Orizzonte TC) risultano sovraconsolidate.<br />

Tali materiali, quando sottoposti a prove <strong>di</strong><br />

taglio, all’aumentare della deformazione evidenziano<br />

un conseguente aumento della resistenza al taglio fino<br />

ad un preciso limite, corrispondente alla resistenza al<br />

taglio <strong>di</strong> picco (ϕ p ).<br />

12<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

g <strong>di</strong>S


Se la prova viene continuata, all’aumentare della<br />

deformazione, la resistenza dell’argilla <strong>di</strong>minuisce.<br />

Tale comportamento rammollente continua fino a<br />

quando non si raggiunge una resistenza ultima che<br />

rimane costante, chiamata resistenza residua, espressa<br />

dall’equazione <strong>di</strong> Coulomb-Terzaghi:<br />

s r = c’ r + σ’ = tan ϕ’ r ;<br />

dove c’ r è molto piccolo, praticamente nullo. In altre<br />

parole al passaggio tra la resistenza <strong>di</strong> picco e quella<br />

residua l’intercetta della coesione scompare completamente.<br />

Secondo Skempton il comportamento <strong>di</strong> un’argilla<br />

OC alla rottura <strong>di</strong>pende dal raggiungimento dello<br />

stato critico. In particolare lo stato critico corrisponde<br />

alla resistenza <strong>di</strong> un’argilla NC e, per definizione,<br />

il contenuto d’acqua in questo stato è uguale a quello<br />

finale ottenuto da un’argilla OC a causa dell’aumento<br />

<strong>di</strong> volume (<strong>di</strong>latanza) avvenuto durante l’applicazione<br />

dello sforzo <strong>di</strong> taglio.<br />

Un comportamento rammollente come quello prima<br />

descritto, ha come conseguenza pratica la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

stabilire il valore <strong>dei</strong> parametri <strong>di</strong> resistenza che<br />

governano l’equilibrio <strong>di</strong> un pen<strong>di</strong>o naturale, specialmente<br />

nel caso <strong>di</strong> argille OC.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione degli sforzi <strong>di</strong> taglio lungo la<br />

potenziale superficie <strong>di</strong> rottura risulta infatti più o<br />

meno marcatamente variabile, per cui ne deriva che<br />

inizialmente la resistenza al taglio viene raggiunta in<br />

alcuni punti prima che in altri. Col procedere delle<br />

deformazioni nel tempo, in questi stessi punti si verifica<br />

un deca<strong>di</strong>mento della resistenza verso valori residui,<br />

con conseguente trasferimento degli sforzi in zone<br />

a<strong>di</strong>acenti che, a loro volta, giungono così a rottura.<br />

Tale graduale propagazione della rottura della<br />

massa <strong>di</strong> terreno è definita rottura progressiva. Le<br />

cause più probabili che innescano queste rotture locali<br />

sono date da:<br />

a) aumento <strong>di</strong> carico sul pen<strong>di</strong>o, conseguente ad<br />

opere <strong>di</strong> costruzione;<br />

b) aumento del peso specifico per imbibizione<br />

d’acqua o per variazione del livello <strong>di</strong> falda;<br />

c) <strong>di</strong>minuzione delle forze suborizzontali stabilizzanti,<br />

per opere <strong>di</strong> scavo;<br />

d) effetto <strong>di</strong> fatica del terreno.<br />

Secondo Maugeri (1975) rotture locali che interessano<br />

una zona abbastanza ampia <strong>di</strong> terreno si h<strong>anno</strong> o<br />

quando la riduzione della resistenza dal valore <strong>di</strong> picco<br />

a quella residua è significativa (come nel caso <strong>di</strong> argille<br />

OC) o quando la deformabilità del materiale è sufficientemente<br />

elevata. In tali casi le rotture locali finiscono<br />

per interessare vari punti, ovvero si ha la<br />

formazione <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> taglio che, nel caso bi<strong>di</strong>mensionale,<br />

può essere ricondotta per semplicità ad una<br />

linea. Lungo tale linea è errato pensare <strong>di</strong> attribuire una<br />

resistenza al taglio uniforme e pari a quella <strong>di</strong> picco<br />

(operazione che sarebbe a svantaggio della stabilità),<br />

oppure alla resistenza residua che sarebbe si a vantaggio<br />

della sicurezza, ma che rappresenterebbe una con<strong>di</strong>zione<br />

troppo conservativa. In effetti lungo la superficie<br />

<strong>di</strong> rottura si ha una variazione della resistenza al<br />

taglio e ciò in un calcolo all’equilibrio limite ha una<br />

sensibile influenza sul valore del carico <strong>di</strong> rottura.<br />

Nella figura 9 vengono riportate alcune <strong>di</strong>stribuzioni<br />

<strong>di</strong> resistenza variabile lungo la linea <strong>di</strong> rottura<br />

ipotizzate da Bishop (1971), che partono dalla resistenza<br />

<strong>di</strong> picco a) fino alla resistenza residua d), con<br />

due con<strong>di</strong>zioni interme<strong>di</strong>e b) e c).<br />

Figura 9 - Meccanismi <strong>di</strong> rottura progressiva.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

13


Un in<strong>di</strong>ce della pericolosità potenziale del fenomeno<br />

della rottura progressiva si ha confrontando le situazioni<br />

estreme <strong>di</strong> figura 9. L’errore che si commette<br />

nel valutare il coefficiente <strong>di</strong> sicurezza Fs fu chiamato<br />

da Bishop (1967) in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> fragilità, ed assume la<br />

seguente espressione:<br />

p r<br />

I B<br />

= τ – τ<br />

τ<br />

Per valori <strong>di</strong> I B < 20% si fa ricorso allo schema<br />

<strong>di</strong> calcolo <strong>di</strong> figura 9-a (Parametri <strong>di</strong> picco e assenza<br />

<strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> rottura progressiva), per valori <strong>di</strong><br />

I B > 80% si fa ricorso al caso 9-d (Parametri <strong>di</strong> taglio<br />

residui). Per valori interme<strong>di</strong> si può fare ricorso agli<br />

schemi delle figure 9-b e 9-c.<br />

La <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> prove <strong>di</strong> laboratorio<br />

atte a determinare la resistenza <strong>di</strong> taglio residua e<br />

la conclamata rilevanza <strong>dei</strong> fenomeni <strong>di</strong> rottura progressiva<br />

in molti pen<strong>di</strong>i, ha spinto <strong>numero</strong>si ricercatori<br />

a fornire ai progettisti semplici strumenti <strong>di</strong> correlazione<br />

tra parametri del terreno, <strong>di</strong> facile<br />

misurabilità, ed i valori <strong>di</strong> τ p e τ r .<br />

Pur considerando che tali correlazioni si possono<br />

prestare ad incertezze, <strong>di</strong> seguito vengono fornite, con<br />

valore puramente in<strong>di</strong>cativo, alcune delle principali<br />

correlazioni applicate ai terreni in esame.<br />

Correlazione contenuto d’argilla<br />

ed angolo d’attrito residuo<br />

Skempton nel 1964 evidenziò che l’angolo d’attrito<br />

residuo <strong>di</strong>pende dalla natura delle particelle argillose<br />

ed in particolare dalla loro <strong>di</strong>mensione e forma.<br />

Successivamente, nel 1985, mise a punto un abaco<br />

che metteva in relazione i valori <strong>di</strong> ϕ’ r mobilizzati in<br />

sito in funzione del contenuto d’argilla <strong>di</strong> un se<strong>di</strong>mento.<br />

Nella fattispecie per i terreni sotto osservazione,<br />

in relazione ai risultati delle analisi granulometriche<br />

abbiamo considerato un valore me<strong>di</strong>o del contenuto<br />

d’argilla del 45%, si è ottenuto così un valore <strong>di</strong> ϕ’ r<br />

me<strong>di</strong>o pari a 16,5° (Cfr fig. 10).<br />

p<br />

Figura 10 - Correlazione contenuto argilla e ϕr.<br />

Figura 11 - Correlazione PI- ϕr (Lupini et alii).<br />

Correlazione tra IP e l’angolo d’attrito residuo<br />

Altri autori come Lupini et alii e Voight h<strong>anno</strong> messo<br />

in relazione il valore dell’angolo d’attrito residuo con<br />

il valore dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> plasticità <strong>di</strong> terreni argillosi. Essi<br />

si basano sui risultati <strong>di</strong> <strong>numero</strong>se prove effettuate su<br />

argille in <strong>di</strong>verse parti del mondo. In particolare l’applicazione<br />

del metodo <strong>di</strong> Lupini et alii, considerato un<br />

valore me<strong>di</strong>o dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> plasticità <strong>dei</strong> terreni pari a<br />

35, fornisce un angolo d’attrito residuo oscillante tra 8<br />

e 19 gra<strong>di</strong> con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 13,5° (Cfr. Fig 11), viceversa<br />

l’applicazione della correlazione proposta da<br />

Voight fornisce una resistenza residua pari a 0,28 che<br />

corrisponde ad un angolo <strong>di</strong> 15,6° (Cfr. Fig. 12).<br />

Figura 12 - Correlazione IP resistenza residua (Voight 1973).<br />

In relazione ai risultati ottenuti, per i terreni in stu<strong>di</strong>o<br />

possiamo considerare angoli d’attrito residuo oscillanti<br />

tra 13,5°, valore ottenuto con la correlazione <strong>di</strong><br />

Lupini et alii, e 16,5°, ottenuto con la correlazione <strong>di</strong><br />

Skempton.<br />

14<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre


Parametri <strong>di</strong> resistenza adottati<br />

In funzione <strong>dei</strong> parametri <strong>di</strong> resistenza <strong>di</strong> picco<br />

scaturiti dalle prove <strong>di</strong> taglio eseguite ed a quelli<br />

<strong>di</strong> resistenza residua ipotizzati attraverso le correlazioni<br />

prima riportate, per i terreni <strong>di</strong> copertura<br />

(Orizzonte TC) abbiamo calcolato un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> fragilità<br />

pari a:<br />

I B = 59,8%;<br />

ovvero una con<strong>di</strong>zione interme<strong>di</strong>a tra lo schema a e<br />

lo schema d della figura 9.<br />

In queste con<strong>di</strong>zioni, secondo Bishop et alii<br />

(1971) per pen<strong>di</strong>i <strong>di</strong> altezza limitata il decremento<br />

<strong>di</strong> resistenza dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> picco a quelle residue<br />

può essere ascritto prevalentemente alla <strong>di</strong>minuzione<br />

della coesione ed in minor misura a quella dell’angolo<br />

d’attrito.<br />

In base a quanto prima esposto, per la verifica della<br />

sezione in stu<strong>di</strong>o abbiamo adottato i seguenti parametri:<br />

Terreni <strong>di</strong> copertura (Orizzonte TC) Sezione G<br />

c’ = 11 kPa;<br />

ϕ’ = 17°;<br />

γ = 19,59 kN/m 3<br />

VERIFICHE PROBABILISTICHE<br />

DI STABILITÀ – METODO MONTE CARLO<br />

Uno <strong>dei</strong> meto<strong>di</strong> maggiormente <strong>di</strong>ffusi in letteratura<br />

per il calcolo probabilistico fa riferimento alla tecnica<br />

<strong>di</strong> simulazione Monte Carlo, facilmente implementabile<br />

nei co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> calcolo automatico.<br />

Con tale tecnica la stima delle Probabilità <strong>di</strong> Rottura<br />

si articola a partire dalle <strong>di</strong>stribuzioni cumulative<br />

<strong>di</strong> frequenza F(x i ) delle variabili <strong>di</strong> base z i (Cfr.<br />

fig. 13) nel seguente modo:<br />

Figura 13 - Distribuzione cumulativa.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

1. Estrazione <strong>di</strong> un <strong>numero</strong> casuale R(0,1), compreso<br />

tra 0 e 1 me<strong>di</strong>ante generatori automatici;<br />

2. Assunzione <strong>di</strong> un valore <strong>di</strong> F(x i ) pari a R(0,1);<br />

3. Calcolo del valore <strong>di</strong> z corrispondente a F(x i )<br />

in accordo con la particolare <strong>di</strong>stribuzione<br />

cumulativa;<br />

4. Computo deterministico del fattore <strong>di</strong> sicurezza<br />

Fs i ;<br />

5. Ripetizione <strong>dei</strong> punti 1-4 fino alla costruzione<br />

della <strong>di</strong>stribuzione statistica <strong>di</strong> Fs;<br />

6. valutazione della probabilità <strong>di</strong> rottura eseguita:<br />

– assumendo una legge <strong>di</strong> densità per Fs e ricavando<br />

la probabilità che esso sia minore <strong>di</strong> 1;<br />

– calcolando <strong>di</strong>rettamente il rapporto:<br />

n<br />

P = *<br />

R<br />

n<br />

Dove n* è il <strong>numero</strong> <strong>dei</strong> casi con Fs


Tab. 12 - Caratteristiche <strong>dei</strong> materiali<br />

Distribuzione normale<br />

Coesione = 11 3 (kPa);<br />

Materiale 1 – terreni <strong>di</strong> copertura<br />

Distribuzione normale<br />

Attrito = 17 2°;<br />

Materiale 2 – terreni <strong>di</strong> substrato<br />

Distribuzione normale<br />

Coesione = 0;<br />

Distribuzione normale<br />

Attrito Me<strong>di</strong>o = 25 2°<br />

Le analisi in prima istanza, tenuto conto che lo stu<strong>di</strong>o<br />

è stato effettuato con lo scopo <strong>di</strong> accertare le con<strong>di</strong>zioni<br />

che h<strong>anno</strong> provocato l’instabilizzazione del versante,<br />

sono state eseguite in assenza <strong>di</strong> spinte sismiche. È<br />

stato invece valutato il contributo dovuto alla falda idrica<br />

ed alle sue escursioni, assimilate anche quest’ultime<br />

ad una variabile in<strong>di</strong>pendente, con <strong>di</strong>stribuzione normale,<br />

oscillante tra un valore minimo (corrispondente allo<br />

scorrimento delle acque lungo il contatto tra i due orizzonti<br />

in<strong>di</strong>viduati) ed uno massimo corrispondente alla<br />

totale saturazione <strong>dei</strong> terreni.<br />

Le successive verifiche sono state eseguite tenendo<br />

conto delle opere <strong>di</strong> sistemazione del versante sia<br />

in termini statici che pseudostatici, ovvero tenendo<br />

conto delle forze sismiche orizzontali. I parametri<br />

sismici utilizzati sono riportati nella tabella 13:<br />

Tab. 13 - Parametri sismici verifica pseudostatica – Sezione G<br />

Categoria sottosuolo<br />

C<br />

Stato limite<br />

SLV<br />

Accelerazione al suolo (ag) (m/s 2 ) 3.489<br />

Coefficiente <strong>di</strong> amplificazione per tipo <strong>di</strong> sottosuolo (Ss) 1.38<br />

Coefficiente <strong>di</strong> amplificazione topografica (St) 1.2<br />

Coefficiente riduzione (βs) 0.28<br />

Rapporto intensità sismica verticale/orizzontale 0.50<br />

Coefficiente <strong>di</strong> intensità sismica orizzontale (kh) 0,098<br />

Coefficiente <strong>di</strong> intensità sismica verticale (kv) 0.049<br />

Coefficiente <strong>di</strong> sicurezza richiesto 1.10<br />

In definitiva, per la sezione in stu<strong>di</strong>o, sono state<br />

valutate le seguenti caratteristiche:<br />

1. pen<strong>di</strong>o nelle con<strong>di</strong>zioni naturali considerando<br />

le escursioni della falda da un valore minimo<br />

ad uno massimo, in assenza <strong>di</strong> spinte sismiche<br />

(Cfr fig. 14);<br />

2. pen<strong>di</strong>o nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> progetto considerando<br />

le escursioni della falda da un valore minimo<br />

ad uno massimo, sia in assenza che in presenza<br />

<strong>di</strong> spinte sismiche (Cfr fig. 15).<br />

Verifiche eseguite nell’assetto morfologico<br />

naturale in con<strong>di</strong>zioni statiche<br />

La prima verifica effettuata riguarda il pen<strong>di</strong>o nelle<br />

con<strong>di</strong>zioni naturali in assenza <strong>di</strong> sisma. I risultati ottenuti<br />

sono riportati nelle figure da 16 a 19.<br />

16 3 • <strong>2012</strong> g<br />

luglio-settembre <strong>di</strong>S


Figura 14 - Configurazione naturale.<br />

Figura 15 - Configurazione <strong>di</strong> progetto.<br />

Figura 16 - Verifica <strong>di</strong> Bishop - con<strong>di</strong>zioni naturali.<br />

Figura 17 - Verifica <strong>di</strong> Spencer - con<strong>di</strong>zioni naturali.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

17


Figura 18 - Verifica <strong>di</strong> Lowe-Karafiath - con<strong>di</strong>zioni naturali.<br />

Figura 19 - Verifica <strong>di</strong> Morgenstern-Price - con<strong>di</strong>zioni naturali.<br />

Risultati analisi deterministiche in con<strong>di</strong>zioni statiche<br />

Metodo: Bishop semplificato<br />

FS: 0.951306<br />

Centro: 95.424, 46.911<br />

Raggio: 27.284<br />

Metodo: Spencer<br />

FS: 0.951478<br />

Centro: 95.424, 46.911<br />

Raggio: 27.284<br />

Metodo: Lowe-Karafiath<br />

FS: 0.960972<br />

Centro: 95.424, 46.911<br />

Raggio: 27.284<br />

Metodo: GLE/Morgenstern-Price<br />

FS: 0.948340<br />

Centro: 95.424, 46.911<br />

Raggio: 27.284<br />

Risultati analisi probabilistiche in con<strong>di</strong>zioni statiche<br />

Dati analisi probabilistica<br />

Metodo <strong>di</strong> simulazione: Monte-Carlo<br />

Numero <strong>di</strong> campioni: 1000<br />

Materiale: Materiale 1<br />

Parametro: Coesione<br />

Distribuzione: Normale<br />

Valore minimo: 8 (kPa)<br />

Valore me<strong>di</strong>o: 11 (kPa)<br />

Valore massimo: 14 (kPa)<br />

18<br />

Materiale: Materiale 1<br />

Parametro: Attrito<br />

Distribuzione: Normale<br />

Valore minimo: 15°<br />

Valore me<strong>di</strong>o: 17°<br />

Valore massimo: 19°<br />

Materiale: Materiale 2<br />

Parametro: Attrito<br />

Distribuzione: Normale<br />

Valore minimo: 23°<br />

Valore me<strong>di</strong>o: 25°<br />

Valore massimo: 27°<br />

Metodo: Bishop semplificato<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza, deviazione standard: 0.121788<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza me<strong>di</strong>o: 0.935704<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza minimo: 0.634716<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza, massimo: 1.194100<br />

Probabilità <strong>di</strong> Franamento: 65.000% (= 650 superfici


Method: Lowe-Karafiath<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza, deviazione standard: 0.121427<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza me<strong>di</strong>o: 0.945556<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza, minimo: 0.645538<br />

Fattore <strong>di</strong> sicurezza, massimo: 1.204750<br />

Probabilità <strong>di</strong> Franamento: 62.900% (= 629 superfici


Figura 21 - Analisi <strong>di</strong> sensibilità.<br />

<strong>di</strong> falda tra il valore minimo e quello massimo, compresi<br />

tra 37,8 % (metodo <strong>di</strong> GLE) e il 40,9% (metodo<br />

<strong>di</strong> Lowe-Karafiath).<br />

Il pen<strong>di</strong>o viceversa risulta meno sensibile alle<br />

variazioni della coesione e dell’angolo d’attrito. Il<br />

coefficiente <strong>di</strong> sicurezza si <strong>di</strong>spone infatti da valori<br />

<strong>di</strong> poco inferiori a 1,03 a valori <strong>di</strong> 0,9 per l’angolo<br />

d’attrito a valori compresi tra 1,12 e 0,84 per la<br />

coesione.<br />

Verifiche eseguite in configurazione<br />

<strong>di</strong> progetto e con<strong>di</strong>zioni statiche<br />

Una volta definite le insufficienti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità<br />

della sezione G-G’ si è proceduto ad un miglioramento<br />

delle caratteristiche <strong>di</strong> assetto del versante<br />

attraverso una sua riprofilatura e la messa in opera <strong>di</strong><br />

strutture <strong>di</strong> contenimento. Si è anche ipotizzata la realizzazione<br />

<strong>di</strong> drenaggi che impe<strong>di</strong>scano la totale saturazione<br />

<strong>dei</strong> terreni. I risultati ottenuti sono riportati<br />

nelle figure da 22 a 25:<br />

I dati ottenuti mostrano che nella configurazione<br />

<strong>di</strong> progetto ed in con<strong>di</strong>zioni statiche il pen<strong>di</strong>o mantiene<br />

un coefficiente <strong>di</strong> sicurezza superiore a quello<br />

minimo richiesto dalla normativa, con valori compresi<br />

tra 1,354 (metodo GLE) a 1,379 (metodo <strong>di</strong> Lowe-<br />

Karafiath).<br />

20<br />

Verifiche eseguite in configurazione<br />

<strong>di</strong> progetto e con<strong>di</strong>zioni pseudostatiche<br />

Un’ulteriore verifica eseguita è stata quella pseudostatica<br />

realizzata per lo stato limite <strong>di</strong> rottura SLV.<br />

Anche in questo caso il livello <strong>di</strong> falda è stato fatto<br />

oscillare da un valore minimo, corrispondente all’interfaccia<br />

terreni <strong>di</strong> copertura-substrato, ad un valore massimo,<br />

corrispondente alla totale saturazione <strong>dei</strong> terreni.<br />

I risultati ottenuti sono riportati nelle figure da 26 a 29:<br />

Le verifiche effettuate evidenziano che anche nella<br />

configurazione <strong>di</strong> progetto ed in con<strong>di</strong>zioni pseudostatiche<br />

il pen<strong>di</strong>o mantiene un coefficiente <strong>di</strong> sicurezza<br />

compatibile con quello minimo richiesto dalla normativa,<br />

con valori <strong>di</strong> Fs compresi tra 1,097 (metodo<br />

Lowe-Karafiath) a 1,107 (metodo <strong>di</strong> Bishop semplificato).<br />

Quanto affermato è anche sottolineato dagli istogrammi<br />

<strong>di</strong> PF riportati nella figura 30, che evidenziano<br />

possibilità <strong>di</strong> franamento estremamente basse e<br />

comprese tra lo 0% (meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bishop e Lowe-Karafiath)<br />

ed il 2% (metodo GLE)<br />

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE<br />

Nel presente lavoro si è cercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare come<br />

nella valutazione della stabilità <strong>di</strong> un pen<strong>di</strong>o, il passaggio<br />

dal calcolo del fattore <strong>di</strong> sicurezza del meto-<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

g <strong>di</strong>S


Figura 22. Figura 23.<br />

Figura 24. Figura 25<br />

do deterministico alla funzione probabilità <strong>di</strong> rottura,<br />

permetta <strong>di</strong> evitare che le incertezze legate alle <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> determinazione <strong>dei</strong> parametri <strong>di</strong> resistenza possano<br />

riflettersi sui risultati ottenuti.<br />

Infatti, il fattore <strong>di</strong> sicurezza calcolato con i meto<strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zionali consiste nel rapporto tra i valori rappresentativi<br />

delle azioni resistenti e delle azioni instabilizzanti,<br />

che sono entrambe funzioni <strong>dei</strong> parametri<br />

<strong>di</strong> ingresso, costituiti come già detto da variabili a<br />

carattere aleatorio; <strong>di</strong> conseguenza i valori calcolati<br />

delle predette azioni, sotto questo punto <strong>di</strong> vista, rappresentano<br />

solamente delle possibili scelte che, in relazione<br />

alla complessità del problema ed alla possibilità<br />

<strong>di</strong> definire con esattezza i parametri geotecnici <strong>di</strong><br />

base, possono essere molto <strong>di</strong>fficili.<br />

In altre parole, considerato che il giu<strong>di</strong>zio sulla stabilità<br />

<strong>di</strong> un pen<strong>di</strong>o ottenuto da un computo deterministico,<br />

viene fornito sulla base del confronto tra il<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

fattore <strong>di</strong> sicurezza calcolato, con tutte le incertezze<br />

prima <strong>di</strong>scusse, ed il fattore <strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> progetto,<br />

fornito dalla Normativa Geotecnica, avremo che il dato<br />

così ottenuto consente <strong>di</strong> fornire al pen<strong>di</strong>o una “riserva<br />

<strong>di</strong> sicurezza ad<strong>di</strong>zionale”, rispetto all’equilibrio<br />

limite, <strong>di</strong> cui però risulta ignota l’entità.<br />

Seppure l’approccio <strong>di</strong> tipo probabilistico non può<br />

sostituire quello deterministico richiesto dalla normativa,<br />

è indubbio che l’affiancamento <strong>dei</strong> due meto<strong>di</strong><br />

possa condurre ad una migliore conoscenza della riserva<br />

<strong>di</strong> sicurezza ad<strong>di</strong>zionale prima <strong>di</strong>scussa. Per esempio<br />

nel computo della stabilità del pen<strong>di</strong>o nella configurazione<br />

naturale, abbiamo ricavato un coefficiente<br />

<strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> tipo deterministico <strong>di</strong> poco inferiore<br />

all’unità (Fs = 0,95), la funzione PF ottenuta dal calcolo<br />

probabilistico ha evidenziato, invece, in modo<br />

più drammatico l’elevatissima probabilità <strong>di</strong> franamento<br />

del versante.<br />

21


Figura 26. Figura 27.<br />

Figura 28. Figura 29.<br />

Nello stesso modo l’analisi eseguita nelle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> progetto ed in presenza <strong>di</strong> sisma, nel calcolo deterministico<br />

ha fornito un valore pari a 1,1 (ovvero il valore<br />

minimo richiesto dalle normative), attraverso la<br />

funzione PF abbiamo potuto però evidenziare come le<br />

possibilità <strong>di</strong> franamento, in quelle con<strong>di</strong>zioni, fossero<br />

oggettivamente bassissime o pressocché nulle.<br />

In definitiva, seppure l’intervallo <strong>di</strong> scostamento<br />

rispetto all’equilibrio limite, tra le due verifiche, è piccolo<br />

(0,05 per l’analisi nella configurazione naturale<br />

e 0,1 per quella pseudostatica), il valore della funzione<br />

possibilità <strong>di</strong> franamento è fortemente <strong>di</strong>versificato,<br />

passando dal 66% al 2%, a <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> come<br />

la funzione PF riesca a fornirci una valutazione più<br />

affidabile e verosimile delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> stabilità <strong>di</strong><br />

un versante.<br />

Un ulteriore vantaggio del calcolo <strong>di</strong> tipo probabilistico<br />

è fornito dalle analisi <strong>di</strong> sensibilità del pen<strong>di</strong>o,<br />

ottenute facendo variare singolarmente uno <strong>dei</strong> parametri<br />

<strong>di</strong> calcolo ed applicando agli altri il valore me<strong>di</strong>o.<br />

Tale tipo <strong>di</strong> analisi consententendo <strong>di</strong> valutare l’influenza<br />

delle singole variabili sulla stabilità globale del pen<strong>di</strong>o,<br />

permette una più corretta calibrazione degli interventi<br />

<strong>di</strong> mitigazione del rischio <strong>di</strong> franamento.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Barla M., Castelli M. (2006) - Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> stabilità <strong>dei</strong><br />

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Bishop, AW, Green, GE, Garga, VK, Andersen, A, and Browns,<br />

JD. (1971) - A new ring shear apparatus and its application<br />

22<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

g <strong>di</strong>S


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strata and the laboratory – Geotechnique, Vol. XXXV , N. 3<br />

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and residual shear strenght of natural soil - Geotechnique<br />

XXIII pp. 265-267, London<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

23


UN METODO STATISTICO PER LA VALUTAZIONE<br />

DELLA RESISTENZA ALLA COMPRESSIONE UNIASSIALE<br />

DI ROCCE CARBONATICHE TRAMITE PROVE CON IL MARTELLO<br />

DI SCHMIDT ESEGUITE CON CAMPIONI DI CAROTE<br />

Giovanni Bruno 1 , Giovanni Vessia 2* , Luigi Bobbo 3<br />

PAROLE CHIAVE: Metodo percentile, rocce carbonatiche se<strong>di</strong>mentarie, relazione R L -s c fra l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rimbalzo del Martello <strong>di</strong> Schmidt<br />

e la resistenza a compressione uniassiale delle rocce.<br />

Pubblicato su Rock Mechanicsand Rock Engineering ISSN 0723-2632 (DOI 10.1007/s00603-012-0230-5); traduzione del Geol. Saro Di Raimondo.<br />

1. INTRODUZIONE<br />

Sono stati de<strong>di</strong>cati notevoli sforzi al fine <strong>di</strong> ricavare<br />

le proprietà meccaniche delle rocce tramite l’in<strong>di</strong>ce<br />

(R) <strong>di</strong> prove con il Martello <strong>di</strong> Schmidt (R)eseguite<br />

su campioni <strong>di</strong> carote. Dalle misure <strong>di</strong> R, la<br />

resistenza alla compressione uniassiale della roccia (s c )<br />

può essere calcolata attraverso una serie <strong>di</strong> espressioni<br />

matematiche come quelle riportate in Tabella 1.<br />

A tal riguardo R può essere considerata una misura<br />

in<strong>di</strong>retta rapida ed economica della resistenza a<br />

compressione, ma spesso mostra una grande <strong>di</strong>spersione<br />

dovuta alle incertezze insite nella tecnica del<br />

test, nella innata variabilità delle proprietà della roccia<br />

e nel modello <strong>di</strong> trasformazione da R as c .<br />

In questo lavoro gli Autori propongono una nuova<br />

relazione empirica tra le misure <strong>di</strong> s c e R, basata sul<br />

metodo statistico del percentile applicato a rocce carbonatiche<br />

se<strong>di</strong>mentarie, la cui resistenza uniassiale<br />

ricade all’interno del range <strong>di</strong> affidabilità delle prove<br />

eseguite con il Martello <strong>di</strong> Schimdt.<br />

2. PRINCIPIO FISICO PER LA VALIDAZIONE<br />

DEL CAMPIONE DI DATI<br />

1<br />

Giovanni Bruno<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria delle Acque e Chimica,<br />

Università Tecnica <strong>di</strong> Bari, Bari, Italia<br />

E-mail: giovanni.bruno@poliba.it<br />

2<br />

Giovanni Vessia *<br />

Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto <strong>di</strong> Ricerca<br />

sulla Protezione Idrogeologica (CNR-IRPI), Bari, Italia<br />

E-mail: g.vessia@ba.irpi.cnr.it<br />

3<br />

Luigi Bobbo<br />

Ingegnere Civile Libero Professionista, Bari, Italia<br />

ing.luigi.bobbo@gmail.com<br />

* Recapito dell’autore:<br />

Via Amendola 122, 70126 Bari, Italia,<br />

tel.+39 0805929591 - cell. +393479555617 - fax +390805929611<br />

Le misure <strong>di</strong> R si possono eseguire me<strong>di</strong>ante due<br />

tipi <strong>di</strong> Martello <strong>di</strong> Schmidt: il tipo L e il tipo N. Essi<br />

sono caratterizzati, rispettivamente, da energie <strong>di</strong><br />

impatto <strong>di</strong> 0.735 Nm e 2.207 Nm. La letteratura fornisce<br />

equazioni per trasformare le misure <strong>di</strong> R N inR L ,<br />

ed alcune <strong>di</strong> esse sono riassunte in Tabella 2 (Ayday<br />

and Göktan 1992).<br />

Secondo Ay<strong>di</strong>n (2009) la prova con il Martello <strong>di</strong><br />

Schmidt non dovrebbe essere usata per rocce o molto<br />

deboli o estremamente resistenti, il che significa che<br />

il range <strong>di</strong> s c ottimale dovrebbe essere compreso tra<br />

20-150 MPa.<br />

Per quanto riguarda l’ambito delle rocce carbonatiche<br />

se<strong>di</strong>mentarie, 97 coppie <strong>di</strong> R L (tipo L) o R N (tipo<br />

N) e misure <strong>di</strong> s c sono state raccolte da stu<strong>di</strong> pubblicati<br />

e non pubblicati <strong>di</strong> Autori vari, (Deere e Miller<br />

1966; Katz et al. 2000; Kahraman 2001; Kahraman et<br />

al. 2003; Yasar and Erdogan 2004; Güney et al. 2005;<br />

Fener et al. 2005; Karakus et al. 2005; Shalabi et al.<br />

2007; Kilic and Teymen 2008; Yagiz 2009).<br />

La Tabella 3 mostra i valori del campione <strong>di</strong> dati<br />

s c : essi variano tra 10.54 e 244.76 MPa. In accordo<br />

con la classificazione delle rocce della <strong>Geologi</strong>cal<br />

Society of London, Engineering Group Working Party<br />

(1970), basata sulla resistenza alla compressione uniassiale<br />

delle rocce, il 98% del campione <strong>di</strong> dati considerato<br />

ricade tra le classi “moderatamente debole” e<br />

“molto resistente” (Fig. 1). Tale evidenza è in buon<br />

accordo con le su menzionate raccomandazioni <strong>di</strong><br />

Ay<strong>di</strong>n (2008) in merito all’affidabilità della prova con<br />

il Martello <strong>di</strong> Schmidt. Quin<strong>di</strong>, d’ora in poi il campione<br />

che sarà utilizzato consisterà in 95 su 97 dati i<br />

cui valori <strong>di</strong> s c ricadono tra 5 e 200 MPa.<br />

Inoltre, per ragioni <strong>di</strong> omogeneità <strong>dei</strong> dati, le misure<br />

<strong>di</strong> R N sono state convertite in valori <strong>di</strong> R L in ragione<br />

del fatto che, come mostrato in Fig. 1, la maggior<br />

parte delle misure <strong>di</strong> s c ricadono all’interno <strong>di</strong><br />

valori più bassi <strong>di</strong> 100 MPa. Ciò significa che le misure<br />

<strong>di</strong> R L sono più affidabili per questo range <strong>di</strong> valori<br />

(Ay<strong>di</strong>n 2009).<br />

Per quanto riguarda la trasformazione delle misure<br />

R N in R L , è stata usata l’Eq. 3 in Tabella 2 che è<br />

quella che presenta il più elevato coefficiente <strong>di</strong> correlazione<br />

r 2 . In seguito a questa trasformazione, solo<br />

i valori <strong>di</strong> R L sia misurati che calcolati sono stati riportati<br />

in Fig. 1 e in Tabella 3. Nel caso in stu<strong>di</strong>o i 97<br />

24<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

g <strong>di</strong>S


Tabella 1 – Relazioni tra in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rimbalzo R e resistenza alla compressione delle<br />

rocce carbonatiche σ c e corrispondente coefficiente <strong>di</strong> correlazione r<br />

Autore Formula r<br />

O’ Rourke (1989) σ c = 702 x R – 1104 0.77<br />

Sachpazis (1990) σ c = 4.2937 x R – 67.515 0.91<br />

Cargill and Shakoor (1990) σ c = 1.8 x 10 –2 x γ d + 2.9 0.98<br />

Yilmaz and Sen<strong>di</strong>r (2002) σ c = e [0.059 x R + 0.818] 0.98<br />

Yasar and Erdogan (2004) σ c = 4 x 10 –6 4.2917<br />

x R N<br />

0.89<br />

Shalabi et al. (2007) σ c = 3.201 x R L – 46.59 0.76<br />

Tabella 2 – Relazioni tra gli in<strong>di</strong>ci R N e R L (dopo Ayday e Goktan 1992).<br />

Relazioni tra R L e R N r 2<br />

1 R L = 1.180 + 0.717 x R N 0.842<br />

2 R L = 1.003 + 0.769 x R N 0.879<br />

3 R L = 0.605 + 0.677 x R N 0.882<br />

Tabella 3 – 97 coppie <strong>di</strong> misure R L – s c riferite alle rocce se<strong>di</strong>mentarie: 95 coppie ricadono nel range <strong>di</strong> 5-200<br />

MPa; due coppie ricadono al <strong>di</strong> fuori del range selezionato<br />

dentro l’intervallo 5-200 MPa<br />

fuori l’intervallo 5-200 MPa<br />

R L σ c (MPa) R L σ c (MPa) R L σ c (MPa) R L σ c (MPa) R L σ c (MPa)<br />

15.00 10.54 39.87 42.10 27.00 62.40 40.00 90.32 44.00 214.43<br />

20.58 11.50 32.00 43.30 43.00 63.90 43.80 92.00 51.00 244.76<br />

17.00 11.59 26.00 43.44 42.58 66.60 56.60 92.60<br />

16.00 11.75 26.00 44.40 42.00 67.80 36.00 93.10<br />

29.04 15.70 39.87 45.10 40.55 68.00 37.84 96.30<br />

25.00 19.90 36.49 45.20 40.55 68.00 45.00 96.60<br />

24.98 20.10 48.83 46.32 34.46 68.40 47.00 97.91<br />

24.98 20.10 26.00 46.70 26.33 70.50 45.00 109.90<br />

25.00 21.40 35.00 49.10 39.00 71.42 60.00 110.24<br />

29.00 21.60 35.13 49.90 32.00 72.60 37.84 111.00<br />

24.00 21.90 33.60 50.33 39.00 73.40 40.55 112.00<br />

29.00 21.90 31.00 51.02 39.00 73.77 35.81 122.00<br />

19.00 24.18 42.20 51.20 35.00 76.00 41.90 123.80<br />

28.70 32.00 37.84 51.30 39.87 76.10 41.90 123.80<br />

32.53 32.00 37.84 51.30 42.58 77.50 41.43 126.10<br />

40.00 32.20 38.00 52.30 36.00 81.40 41.23 127.00<br />

25.00 32.40 43.00 52.40 44.74 82.00 56.90 131.91<br />

26.00 32.90 39.70 52.49 53.25 82.12 57.50 138.21<br />

32.42 36.10 36.00 54.20 33.00 84.30 48.00 149.20<br />

23.00 36.20 25.00 55.40 46.64 85.20 48.00 149.20<br />

37.00 39.40 43.00 57.60 33.00 86.40 46.00 151.68<br />

38.52 39.50 40.00 59.60 39.00 86.94 38.52 160.00<br />

33.00 40.60 23.62 61.50 37.00 88.70 41.23 163.00<br />

35.00 41.90 34.86 62.00 51.55 89.17<br />

valori <strong>di</strong> R L considerati variano nel range tra 15 e 60.<br />

Tale range <strong>di</strong> valori ricade all’interno del più comune<br />

range (10-100) delle prove eseguite con il Martello<br />

<strong>di</strong> Schmidt, secondo i manuali operativi.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

Infine, in modo da utilizzare i 95 valori <strong>di</strong> resistenza<br />

a compressione s c selezionati (compresi tra 5 e<br />

200 MPa), sono stati scelti i 95 corrispondenti valori<br />

<strong>di</strong> R L (Tabella 3).<br />

25


Fig. 1 - Dispersione dal dataset delle 97 coppie <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> R L – σ c , classificate secondo la classificazione della resistenza<br />

della <strong>Geologi</strong>cal Society of London, Engineering Group Working Party (1970).<br />

3. PROCEDURA STATISTICA<br />

PER LA RICERCA<br />

DELLA RELAZIONE s c -R L<br />

La stima in<strong>di</strong>retta <strong>di</strong> s c dalle misure <strong>di</strong> R è una<br />

pratica comune eseguita tramite una serie <strong>di</strong> relazioni<br />

empiriche. Ciò nonostante alcune criticità dovrebbero<br />

essere evidenziate in modo da migliorare la procedura<br />

corrente:<br />

1. Il range fisico <strong>di</strong> affidabilità del test del Martello<br />

<strong>di</strong> Schmidt è spesso trascurato;<br />

2. Le relazioni suggerite sono talvolta sprovviste<br />

del coefficiente <strong>di</strong> correlazione r o, altre volte,<br />

tale coefficiente è troppo basso per potere interpretare<br />

compiutamente la <strong>di</strong>spersione del campione<br />

<strong>di</strong> dati: la tabella 1 mostra alcune equazioni<br />

con i valori <strong>di</strong> r. Secondo la pratica<br />

comune, dovrebbero essere usate le equazioni<br />

con valori <strong>di</strong> r più alti <strong>di</strong> 0.7;<br />

3. Nonostante sia usato un approccio statistico per<br />

scegliere la migliore equazione <strong>di</strong> regressione<br />

tra σ c e R, nessuno strumento statistico è comunemente<br />

applicato per testare la presenza <strong>di</strong><br />

valori anomali all’interno del campione <strong>di</strong> dati<br />

delle misure <strong>di</strong> R e σ c utilizzato per calibrare e<br />

derivare le su menzionate equazioni empiriche.<br />

Di conseguenza, in modo da evitare le criticità suddette,<br />

per questo stu<strong>di</strong>o sono state selezionate 95 coppie<br />

<strong>di</strong> valori <strong>di</strong> R L e σ c (Tabella 3) secondo il principio<br />

fisico <strong>di</strong> validazione del campione illustrato nel<br />

paragrafo precedente.<br />

Inoltre, al fine <strong>di</strong> derivare l’equazione <strong>di</strong> regressione<br />

cercata, è stata proposta una procedura statistica<br />

consistente nelle seguenti4 fasi:<br />

1. Verificare la presenza <strong>di</strong> valori anomali nel campione<br />

<strong>di</strong> dati (i valori <strong>di</strong> R L e σ c presi separatamente)<br />

secondo la tecnica dell’EDA;<br />

2. Calcolare gli istogrammi <strong>di</strong> frequenza e le<br />

funzioni cumulative del campione <strong>di</strong> dati <strong>di</strong><br />

R L e σ c ;<br />

3. Generare un nuovo campione <strong>di</strong> dati con i valori<br />

<strong>dei</strong> percentili <strong>di</strong> ogni funzione cumulativa;<br />

4. Ricercare tramite test statistici la migliore legge<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza tra i valori <strong>dei</strong> percentili <strong>di</strong><br />

σ c e R L .<br />

La prima fase, ossia la ricerca <strong>dei</strong> valori anomali,<br />

è stata eseguita tramite il metodo del “<strong>di</strong>agramma<br />

a scatola e baffi” (Tukey 1977). Nel caso specifico,<br />

non sono stati trovati valori anomali fra i dati <strong>di</strong> R L<br />

mentre un valore anomalo è stato in<strong>di</strong>viduato fra quelli<br />

<strong>di</strong> s c (Figure 2c e 2d). Quin<strong>di</strong>, in base a questo test<br />

statistico, la coppia σ c = 163 MPa e R L = 41.23<br />

dovrebbe essere eliminata dal campione <strong>di</strong> dati poiché<br />

come è noto i valori anomali (outliers) influenzano<br />

pesantemente la <strong>di</strong>stribuzione del campione e le<br />

sue statistiche.<br />

Il metodo statistico del “<strong>di</strong>agramma a scatola e<br />

baffi” non fornisce un criterio per decidere se il valore<br />

anomalo debba o meno essere eliminato, dato che<br />

esso non riconosce la causa dell’anomalia. Quin<strong>di</strong>, tramite<br />

il software Statgraphics Centurion XV (StatPoint<br />

26<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre


Technologies, Inc. 2006), la probabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

del campione è stata stimata per σ c sia considerando<br />

che non considerando il valore anomalo.<br />

Del campione <strong>di</strong> dati è stato eseguito il test “Chisquare”<br />

in modo da in<strong>di</strong>viduare quale fosse la migliore<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità dello stesso tra le<br />

seguenti: Normale, LogNormale, <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Weibulle<br />

Gamma; esse sono quelle che dal test preliminare<br />

<strong>di</strong> “fitting”, h<strong>anno</strong> fornito il migliore coefficiente<br />

<strong>di</strong> correlazione per il campione considerato.<br />

Nel test Chi-square, il valore <strong>di</strong> probabilità per rigettare<br />

l’ipotesi nulla è stato assunto pari al 5%, pertanto,<br />

quando il valore p > 0.05, significa che il campione<br />

segue il modello <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione testata. Quin<strong>di</strong>,<br />

per i 95 valori del campione <strong>di</strong> dati σ c (dove il valore<br />

anomalo è considerato), il miglior modello è la <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> Weibull (p = 0.65). Il test, riguardo ai<br />

valori <strong>di</strong> σ c , ha fornito gli stessi risultati anche scartando<br />

il valore anomalo, come riportato in Fig. 2a.<br />

Nel presente stu<strong>di</strong>o, quin<strong>di</strong>, considerate le risultanze<br />

dell’analisi statistica suddetta, si è scelto <strong>di</strong> non<br />

scartare, considerandola anomala, la coppia <strong>di</strong> dati σ c<br />

= 163 MPa e R L = 41.23.<br />

Lo stesso test è stato eseguito per i 95 valori del<br />

campione <strong>di</strong> dati R L come rappresentato in Fig. 2b.<br />

Per i dati R L , quello normale è il miglior modello <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità.<br />

Nella seconda fase, sono stati ricavati e riportati<br />

nella Figura. 2a e 2b gli istogrammi <strong>di</strong> frequenza per<br />

i valori <strong>di</strong> R L e σ c .<br />

Quin<strong>di</strong>, nella terza fase, per ognuna delle serie <strong>di</strong><br />

valori R L e σ c , sono state realizzate le funzioni cumulative<br />

sommando i valori appartenenti ad ognuna delle<br />

classi <strong>di</strong> frequenza dell’istogramma. Il <strong>numero</strong> delle<br />

classi <strong>di</strong> frequenza k è stato scelto confrontando i risultati<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse formule proposte in letteratura e riportate<br />

nella Tabella 4; utilizzando la formula <strong>di</strong> Benjamin<br />

and Cornell’s (1970), k è stato preso uguale a 8.<br />

Per gli scopi del presente stu<strong>di</strong>o, nessuna assunzione<br />

sulla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> probabilità del campione<br />

era necessaria o è stata usata poiché sono stati utilizzati<br />

i valori <strong>dei</strong> percentili. Tali valori f<strong>anno</strong> parte del<br />

Scott (1979) 3.49 × σ×n –1/3 50% 62.00 37.84<br />

Tabella 5 – Valori misurati <strong>di</strong> R L e σ c dal dataset in<br />

tabella 3, corrispondenti a <strong>di</strong>fferenti valori <strong>di</strong> percentile.<br />

Percentuale σ c R L Percentuale σ c R L<br />

valore (%) (MPa) valore (%) (MPa)<br />

0% 10.54 15.00 055% 067.94 38.52<br />

5% 18.64 22.27 060% 071.89 39.28<br />

10% 21.72 24.99 065% 076.24 40.00<br />

15% 32.02 26.00 070% 083.86 40.55<br />

Tabella 4 – Formule per calcolare la <strong>di</strong>mensione degli 20% 36.18 26.87 075% 088.94 41.90<br />

intervalli negli istogrammi.<br />

25% 42.00 30.02 080% 093.74 42.66<br />

Sturges (1926)<br />

1 + log 2 (n)<br />

30% 45.12 32.62 085% 110.21 44.65<br />

Freedman and Diaconus (1981) r × n 1/3 /2·IQR 35% 49.82 34.37 090% 123.80 46.86<br />

Benjamin and Cornell (1970) 1 + 3.3log(n) 40% 51.30 35.08 095% 141.51 52.06<br />

Larson (1975)<br />

1 + 2.2log(n) 45% 54.56 36.15 100% 163.00 60.00<br />

Fig. 2 - Istogrammi <strong>di</strong> frequenza: a σ c e b R L e relativo box test; c σ c e d R L applicato alle 95 coppie <strong>di</strong> valori selezionati.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

27


campione <strong>di</strong> dati e possono essere ricavati sia dalla<br />

<strong>di</strong>stribuzione cumulativa <strong>di</strong> frequenza che dalla funzione<br />

<strong>di</strong> densità <strong>di</strong> probabilità.<br />

In questo stu<strong>di</strong>o è stata usata la funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

cumulativa <strong>di</strong> frequenza e 21 valori <strong>di</strong> percentili<br />

sono stati scelti per ognuna delle due serie <strong>di</strong><br />

95 dati, con incrementi <strong>di</strong> probabilità del 5%, come<br />

mostrato nella Tabella 5.<br />

Nella quarta fase, dalle 95 coppie <strong>di</strong> valori percentili<br />

σ c - R L è stato ricavato il miglior modello <strong>di</strong> regressione<br />

attraverso l’uso del software <strong>di</strong> statistica Statgraphics<br />

Centurion XV (StatPoint Technologies, Inc.<br />

2006). Il miglior modello <strong>di</strong> regressione ottenuto è<br />

quello moltiplicativo:<br />

σ c = exp(– 4.04 + 2.28 . ln(R L )) (1)<br />

avente coefficiente <strong>di</strong> correlazione r 2 uguale a 97.52%<br />

(Fig. 3a).<br />

Infine il test <strong>di</strong> Durbin-Watson è stato eseguito sui<br />

residui dell’Eq. 1 al fine <strong>di</strong> verificare che essi non<br />

siano correlati: ciò significa che l’Eq. 1 interpreta correttamente<br />

il trend principale delle coppie <strong>di</strong> valori<br />

considerate nel campione <strong>di</strong> dati. Il dato statistico <strong>di</strong><br />

Durbin-Watson è risultato pari a 1.12 (p = 0.0079), il<br />

che significa che non esiste una correlazione fra i residui<br />

con livello <strong>di</strong> probabilità del 95%. Perciò l’Eq. 1<br />

è un buon modello <strong>di</strong> trend per il campione <strong>di</strong> dati<br />

considerato.<br />

Le analisi statistiche effettuate nelle fasi 1-4 non<br />

implicano nessuna assunzione in merito alla <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> probabilità del campione <strong>di</strong> dati. Questo significa<br />

che tale procedura necessita solo <strong>di</strong> un grande<br />

database <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> R L e σ c per essere calibrata. I<br />

vantaggi del metodo proposto sono mostrati e <strong>di</strong>scussi<br />

nel paragrafo seguente, dove, la Eq. 1 proposta, è<br />

stata confrontata con altre equazioni suggerite in letteratura<br />

e ricavate da analisi <strong>di</strong> regressione su coppie<br />

<strong>di</strong> valori σ c e R.<br />

4. DISCUSSIONE<br />

Nella sezione precedente, 95 coppie <strong>di</strong> dati su 97<br />

sono state selezionate per derivare le correlazioni σ c<br />

- R L basandosi su un criterio fisico (5 < σ c < 200<br />

MPa) e su tecniche statistiche (“<strong>di</strong>agrammi a scatola<br />

e baffi” and metodo percentile).<br />

Utilizzando le 95 coppie <strong>di</strong> valori, tal quali, <strong>di</strong><br />

σ c -R L , riguardanti rocce se<strong>di</strong>mentarie carbonatiche<br />

(Tabella 3), per stimare il miglior modello <strong>di</strong> regressione,<br />

si è ottenuta la seguente equazione doppia reciproca<br />

(Fig. 3 b):<br />

σ c<br />

=<br />

1<br />

–. 0 022 + 1. 41 /<br />

RL<br />

(2)<br />

con un valore del coefficiente <strong>di</strong> correlazione r 2 uguale<br />

a 69.09%. Il dato statistico <strong>di</strong> Durbin-Watson in<br />

Fig. 3 - Modelli <strong>di</strong> regressione basati sul dataset delle 95<br />

misure: a Eq. 1 dal metodo percentile; b Eq. 2 dal metodo<br />

<strong>di</strong>retto.<br />

questo caso, è pari a 1.47 (p = 0.0074), il che significa<br />

che una correlazione attraverso i valori residui<br />

non esiste con un livello <strong>di</strong> probabilità del 95%.<br />

Le equazioni 1 e 2 sono rappresentate in Fig. 4 a<br />

scopo <strong>di</strong> confronto:<br />

– L’ Equazione 1 è ottenuta l’approccio statistico<br />

e con il metodo del percentile,applicato alle 95<br />

coppie <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> R L e σ c selezionate, i cui<br />

valori <strong>di</strong> s c ricadono all’interno dell’intervallo<br />

5÷200 MPa;<br />

– L’ Equazione 2 è la migliore curva <strong>di</strong> regressione<br />

basata sulle 95 coppie <strong>di</strong> valori originali<br />

the <strong>di</strong> R L es c considerati tal quali.<br />

L’equazione 1 mostra un andamento più piatto<br />

rispetto all’Equazione 2, come può essere osservato<br />

in Figura 4. Inoltre, l’Eq. 2 sembra essere maggiormente<br />

influenzata, rispetto l’Eq. 1, dai valori più <strong>dei</strong><br />

dati. Difatti, per R L > 45, l’Eq. 2 sovrastima i valori<br />

<strong>di</strong> σ c rispetto l’Eq. 1; mentre per valori più bassi <strong>di</strong><br />

R L , le due equazioni forniscono stime simili <strong>di</strong> σ c . Se<br />

ne deduce che l’Eq. 1 sembra essere influenzata da<br />

valori centrali rispetto ai valori estremi. Questo è un<br />

buon comportamento tenendo conto che i valori estremi,<br />

corrispondenti ai valori <strong>di</strong> R L alti e bassi, sono<br />

comunemente meno <strong>numero</strong>si e più <strong>di</strong>spersi.<br />

Inoltre, la Fig. 5 mostra un confronto tra l’Eq. 1<br />

e alcune equazioni proposte in letteratura e basate su<br />

campioni <strong>di</strong> dati <strong>di</strong> rocce carbonatiche se<strong>di</strong>mentarie.<br />

Dall’analisi della figura si evince che l’Eq. 1 proposta<br />

nel presente stu<strong>di</strong>o mostra un andamento che si<br />

sviluppa all’interno del range <strong>di</strong> σ c determinato da<br />

tutte le altre equazioni.<br />

28 3 • <strong>2012</strong> g<br />

luglio-settembre <strong>di</strong>S


Fig. 4 - Confronto tra le <strong>di</strong>fferenti relazioni <strong>di</strong> σ c – R L basate sulle 95 misure del dataset<br />

delle rocce se<strong>di</strong>mentarie carbonati che: Equazioni 1 e 2.<br />

Fig. 5 - Confronto tra l’Eq. 1 e le <strong>di</strong>fferenti relazioni <strong>di</strong> R – σ c dalla letteratura.<br />

Tabella 6 – R N misure <strong>dei</strong> casi stu<strong>di</strong>ati<br />

Esempio n° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13<br />

R N 35 38 40 42 42 42 43 44 44 44 44 45 45<br />

Esempio n° 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26<br />

R N 45 45 46 46 48 48 48 48 50 50 50 50 50<br />

Esempio n° 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37<br />

R N 50 50 50 51 52 52 52 52 52 54 54<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

29


Tabella 7 – Risultati dal caso in esame: la riga 1 mostra le misure <strong>di</strong> R N dal calcare <strong>di</strong> Bari; la riga 2 R L mostra<br />

i valori calcolati dalle misure <strong>di</strong> R N secondo le relazioni <strong>di</strong> Ayday e Goktan (Eq. 3 nella tabella 2); la riga 3 σ c<br />

mostra i valori calcolati <strong>di</strong> σ c attraverso la l’Eq. 1<br />

Esempio n° 1 2 3 4-6 7 8-11 12-15 16-17 18-21 22-29 30 31-35 36-37<br />

R N 35 38 40 42 43 44 45 46 48 50 51 52 54<br />

R L 24.30 26.33 27.69 29.04 29.72 30.39 31.07 31.75 33.10 34.46 35.13 35.81 37.16<br />

σ c (MPa) 26.21 31.50 35.35 39.42 41.57 43.74 46.02 48.36 53.19 58.33 60.96 63.70 69.33<br />

Tale comportamento può essere dovuto al grande<br />

range <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> R L ne lcampione <strong>di</strong> dati utilizzato<br />

nel presente stu<strong>di</strong>o, sebbene il metodo del percentile<br />

sembra contribuire alla significatività della correlazione<br />

proposta.<br />

Tale risultato suggerisce, specialmente per le rocce<br />

se<strong>di</strong>mentarie carbonatiche, <strong>di</strong> usare l’Eq. 1 per correlare<br />

i dati ottenuti con la prova del Martello <strong>di</strong><br />

Schmidt a quelli <strong>di</strong> σ c , ogni volta che questi ultimisiano<br />

compresi nel campo “moderatamente debole”<br />

fino a “molto resistente” (Fig. 1).<br />

Quin<strong>di</strong>, la procedura statistica basata sulla interrelazione<br />

fra i valori <strong>dei</strong> percentile può essere considerata<br />

uno strumento potente e razionale per la riduzione<br />

della originaria <strong>di</strong>spersione <strong>dei</strong> dati σ c -R L nelle<br />

equazioni <strong>di</strong> regressione.<br />

La robustezza della procedura può essere migliorata<br />

aumentando la <strong>numero</strong>sità del campione <strong>di</strong> dati<br />

usato.<br />

5. IL CASO DI STUDIO<br />

DEL CALCARE DI BARI<br />

La meto<strong>di</strong>ca proposta e l’Eq. 1 ricavata in questo<br />

stu<strong>di</strong>o, sono stati applicati per pre<strong>di</strong>re i valori <strong>di</strong> σ c<br />

nei calcari detritici e dolomitici della mesozoica Formazione<br />

del “Calcare <strong>di</strong> Bari” affiorante in Puglia. Si<br />

tratta <strong>di</strong> un litotipo piuttosto variabile in funzione del<br />

grado <strong>di</strong> alterazione, il <strong>numero</strong> delle fratture e il grado<br />

<strong>di</strong> carsismo presente. Per questa roccia carbonatica<br />

se<strong>di</strong>mentaria i valori <strong>di</strong> σ c , desunti da stu<strong>di</strong> precedenti,<br />

comunemente ricadono all’interno del range 25 ÷<br />

90 MPa (Camusso et al. 2005; Proger 2006; PPZ -<br />

Comune <strong>di</strong> Giovinazzo 2007).<br />

37 misure <strong>di</strong> R N (Tabella 6) sono state eseguite su<br />

carote <strong>di</strong> roccia del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 101 mm, secondo le<br />

raccomandazioni ISRM (Ay<strong>di</strong>n 2009), ovvero ogni<br />

valore <strong>di</strong> R N è stato ottenuto me<strong>di</strong>ando 20 valori dell’in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> rimbalzo. Successivamente i valori <strong>di</strong> R L<br />

(Tabella 7) sono stati derivati dalle misure <strong>di</strong> R N utilizzando<br />

l’Eq. 3 <strong>di</strong> Tabella 2 e per ogni valore <strong>di</strong> R L ,<br />

è stato calcolato, me<strong>di</strong>ante l’Eq. 1, il corrispondente<br />

valore <strong>di</strong> σ c (Tabella 7).<br />

Come si può vedere, i valori calcolati <strong>di</strong> σ c<br />

variano da 26 fino a 70 MPa in accordo con il<br />

30<br />

range riportato in letteratura per questa tipologia<br />

<strong>di</strong> calcare.<br />

I risultati del caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in esame suggeriscono<br />

<strong>di</strong> utilizzare l’Eq. 1 per le rocce se<strong>di</strong>mentarie carbonatiche<br />

i cui valori <strong>di</strong> σ c variano tra “rocce deboli”<br />

e “molto resistenti” (Fig. 1).<br />

6. CONCLUSIONI<br />

Nel presente stu<strong>di</strong>o è stata proposta una nuova<br />

equazione <strong>di</strong> correlazione σ c -R L basata su basi statistiche<br />

e me<strong>di</strong>ante una procedura in 4 fasi. Questa<br />

meto<strong>di</strong>ca è stata testata su rocce se<strong>di</strong>mentarie carbonatiche<br />

(Calcari <strong>di</strong> Bari) e i risultati ottenuti sono <strong>di</strong><br />

seguito sintetizzati:<br />

1. Il metodo del percentile non necessita <strong>di</strong> alcuna<br />

ipotesi riguardo alla <strong>di</strong>stribuzione teorica <strong>di</strong> probabilità<br />

del campione <strong>di</strong> dati R L -σ c poiché essa<br />

utilizza la funzione cumulativa del campione.<br />

2. L’equazione <strong>di</strong> correlazione ottenuta me<strong>di</strong>ante<br />

il metodo del percentile mostra un andamento<br />

me<strong>di</strong>ano rispetto al campo <strong>di</strong> variazione delle<br />

altre relazioni fornite in letteratura.<br />

3. Il criterio fisico <strong>di</strong> selezione <strong>dei</strong> dati consente <strong>di</strong><br />

ridurre preliminarmente la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> affidabilità<br />

che la prova con il Martello <strong>di</strong> Schmidt presenta<br />

in corrispondenza <strong>di</strong> valori estremi <strong>di</strong> σ c -R L .<br />

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3 • <strong>2012</strong><br />

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g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

31


CONVEGNO<br />

PATRIMONIO GEOLOGICO ITALIANO:<br />

DALLA CONOSCENZA ALLA VALORIZZAZIONE<br />

Foto <strong>di</strong> gruppo in occasione dell’European Geoparks Week <strong>2012</strong> svoltosi al Parco delle Madonie<br />

In occasione dell’European Geoparks Week <strong>2012</strong><br />

che si è tenuto, come ogni <strong>anno</strong>, negli splen<strong>di</strong><strong>di</strong> luoghi<br />

del Parco delle Madonie, la Società <strong>Geologi</strong>ca Italiana<br />

– Sez. Giovani ha avuto l’onore <strong>di</strong> organizzare<br />

le giornate conclusive con due Giornate <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sul<br />

tema, molto vasto, del patrimonio geologico in Italia,<br />

con particolare riferimento alla <strong>Sicilia</strong> e la Legge<br />

<strong>Regionale</strong> sui Geositi, entrata in vigore proprio nei<br />

giorni congressuali.<br />

Con la collaborazione <strong>di</strong> “Lan<strong>di</strong>nside, idee e progetti<br />

per il territorio”, le due Giornate <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o sono<br />

state <strong>di</strong>vise nel seguente modo: la prima, Sabato 16<br />

Giugno, nello scenario unico dell’Ex Convento <strong>dei</strong><br />

Padri Riformati a Petralia Sottana, con le comunicazioni<br />

orali, mentre il giorno seguente, Domenica 17<br />

Giugno, con un’escursione guidata lungo il sentiero<br />

geologico n.1 <strong>di</strong> <strong>Sicilia</strong> Inghiottitoio della Battaglietta<br />

- Portella Colla.<br />

L’invito non era rivolto solo agli iscritti della<br />

Società <strong>Geologi</strong>ca Italiana ma a tutti coloro che si<br />

occupano, a vario titolo, <strong>di</strong> questi argomenti, che coinvolgono<br />

ambiti <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>versi, interessando settori<br />

economici e sociali sempre più ampi.<br />

La prima Giornata, quin<strong>di</strong>, è stata de<strong>di</strong>cata a due<br />

temi fondamentali dell’argomento, cosi, la mattina,<br />

dopo, ovviamente, i saluti dell’Autorità e il <strong>di</strong>scorso<br />

<strong>di</strong> apertura fatto dalla sottoscritta, come Presidente<br />

Nazionale <strong>dei</strong> Giovani <strong>Geologi</strong>, la parola è stata ceduta<br />

al dott. Geol. David Govoni, consigliere della S.G.I.<br />

e uno <strong>dei</strong> primi colleghi italiani ad aver ottenuto il<br />

titolo <strong>di</strong> Euro Geologo, moderatore della prima Sessione:<br />

“Percorsi della Conoscenza”, e che via via ha<br />

presentato i relatori, primo tra tutti, il Presidente dell’ORG<br />

<strong>Sicilia</strong>, dott. Geol. Emanuele Doria con una<br />

relazione sulla <strong>di</strong>ffusione della cultura geologica in<br />

<strong>Sicilia</strong>.<br />

Di seguito, altri interessanti relatori, responsabili<br />

<strong>di</strong> settori strategici dell’A.R.T.A. <strong>Sicilia</strong>, la Dott.sa<br />

Giordano e il Geol. Panzica La Manna che, partendo<br />

dalla catalogazione <strong>dei</strong> geositi in <strong>Sicilia</strong>, h<strong>anno</strong> presentato<br />

la rete <strong>di</strong> aree protette ricadenti in territori con<br />

presenza <strong>di</strong> rocce evaporitiche. Cosi, gli ulteriori relatori<br />

della prima sessione si sono susseguiti presentando<br />

i propri stu<strong>di</strong> e lavori su altri geositi siciliani, come<br />

il Prof. Agnesi, coa<strong>di</strong>uvato dal dott. Geol. Christian<br />

Conoscenti; la dott.ssa Di Patti, soffermandosi anche<br />

su un nuovo progetto con le scuole primarie; il dott.<br />

Geol. Culmone; il dott. Geol. Fabio Torre e il dott.<br />

Geol. Benfatto che h<strong>anno</strong> portato esempi <strong>di</strong> altri, spettacolari<br />

geositi siciliani; infine la dott.ssa Geol. Barillaro<br />

e il dott. Geol. Cucuzza, gra<strong>di</strong>ti ospiti <strong>di</strong> altre<br />

Regioni, h<strong>anno</strong> presentato rispettivamente uno stu<strong>di</strong>o<br />

sui geositi <strong>di</strong> Reggio Calabria e le attività nazionali<br />

ed internazionali dell’Associazione Geoturismo.<br />

La pausa per il pranzo è stato un momento per<br />

rilassarci e gustare i prodotti tipici madoniti, offerti<br />

dall’Associazione Haliotis, mentre il vino è stato un<br />

gra<strong>di</strong>to regalo della Casa Vinicola “Rapitalà” che, non<br />

32 3 • <strong>2012</strong> g<br />

luglio-settembre <strong>di</strong>S


solo ha fatto assaggiare vini <strong>di</strong>versi a pranzo, ma ha<br />

anche omaggiato i relatori, le Autorità e lo staff tecnico-organizzativo<br />

delle loro migliori bottiglie.<br />

Nel pomeriggio, moderatore della seconda Sessione<br />

“Percorsi <strong>di</strong> valorizzazione” è stato il consigliere<br />

della Sez. Giovani, dott. Federico Famiani, già Referente<br />

<strong>Regionale</strong> dell’Umbria della Sezione stessa.<br />

Tema conduttore <strong>dei</strong> primi relatori pomeri<strong>di</strong>ani è<br />

stato il Parco delle Madonie, tra valorizzazione e webgis,<br />

il dott. Geol. Li Puma, <strong>di</strong>rigente responsabile del<br />

Parco, il dott. Geol. Alessandro Torre, presidente dell’Associazione<br />

Haliotis e Francesco Galante, esperto<br />

Gis, h<strong>anno</strong> evidenziato le peculiarità geologiche e turistiche<br />

della zona, mostrando anche delle immagini <strong>dei</strong><br />

luoghi dell’escursione del giorno successivo.<br />

In seguito, il dott. Geol. Vitale ha esteso gli esempi<br />

del gis sul patrimonio geologico nazionale. Una<br />

breve pausa per la <strong>di</strong>scussione sui temi già presentati,<br />

è stata l’occasione per assaggiare i dolcetti tipici<br />

della zona e per ricaricarci per l’ultima parte della<br />

Giornata <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o.<br />

I successivi due relatori, il Presidente del CNG dott.<br />

Geol. Gian Vito Graziano e l’assente Prof. Valletta,<br />

ma ben sostituito dal moderatore pomeri<strong>di</strong>ano, h<strong>anno</strong><br />

commosso tutta la sala dell’ex Convento parlando <strong>dei</strong><br />

“Paesaggi del vino”, un argomento “caro” alla Prof.sa<br />

Gregori, recentemente scomparsa ma a lungo ricordata<br />

con citazioni, fotografie e il ricordo personale del<br />

dott. Famiani, suo tesista ed assegnista, un lungo<br />

applauso l’ha fatta conoscere anche ai presenti che<br />

non l’avevano conosciuta personalmente.<br />

Il dott. Geol. Salerno, proveniente dalla Calabria,<br />

ha portato un progetto <strong>di</strong> valorizzazione della provincia<br />

<strong>di</strong> Cosenza; poi, il dott. Geol. Dipasquale, referente<br />

regionale per la <strong>Sicilia</strong> <strong>dei</strong> Giovani <strong>Geologi</strong>,<br />

insieme al dott. Geol. Occhipinti h<strong>anno</strong> presentato<br />

un piano <strong>di</strong> tutela per la valorizzazione delle storiche<br />

miniere <strong>di</strong> asfalto nel ragusano; infine, ma assolutamente<br />

non meno interessante, il dott. Geol. Curcuruto<br />

ha presentato un lavoro sui depositi salini messiniani<br />

della <strong>Sicilia</strong>.<br />

Le conclusioni sono state affidate alla sottoscritta,<br />

non potevo che ringraziare per l’attenzione e l’interesse<br />

mostrato da tutti i partecipanti, ringraziare gli<br />

sponsor, le Autorità, i relatori e soprattutto lo staff del<br />

Parco delle Madonie che, con l’esperienza <strong>dei</strong> precedenti<br />

European Geoparks Week ha coa<strong>di</strong>uvato ed aiutato<br />

sia durante l’organizzazione, sia nella stessa giornata<br />

<strong>di</strong> sabato.<br />

La sera, con una cena già organizzata ed inserita<br />

nel programma, l’intera compagnia si è spostata al<br />

centro <strong>di</strong> Petralia Sottana, cosi da poter ancora con<strong>di</strong>videre<br />

pareri e commenti sulla giornata appena trascorsa.<br />

Il giorno seguente, Domenica 17, dopo aver fissato<br />

l’incontro tra i partecipanti ed i mezzi messi a <strong>di</strong>sposizione<br />

dall’Amministrazione locale e dal Parco, i<br />

fratelli Fabio ed Alessandro Torre, nonché nostri colleghi,<br />

h<strong>anno</strong> fatto da guida in uno <strong>dei</strong> sentieri più visitati<br />

del Parco e prima del caldo, ormai estivo, che si<br />

respirava già, sono riusciti a mostrarci le peculiarità<br />

geologiche, alberi secolari e segni <strong>dei</strong> passaggi <strong>di</strong> animali<br />

selvatici.<br />

Tra i saluti cor<strong>di</strong>alissimi <strong>dei</strong> partecipanti, si è ripromesso<br />

<strong>di</strong> ritrovarci nuovamente a Petralia Sottana l’<strong>anno</strong><br />

prossimo per rinforzare la collaborazione tra la<br />

Società <strong>Geologi</strong>ca Italiana – Sez. Giovani e l’Ente<br />

Parco delle Madonie, ovviamente, coa<strong>di</strong>uvati dall’Associazione<br />

Haliotis, l’Amministrazione locale, la<br />

Banca <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>to Cooperativo “San Giuseppe” e tutti<br />

coloro che vogliono continuare a mettersi in gioco.<br />

Le due giornate <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o verr<strong>anno</strong> ricordate per aver<br />

con<strong>di</strong>viso il “Progresso della geologia” che, attraverso<br />

l’ideazione e fruizione <strong>dei</strong> geositi e guida ai sentieri<br />

collegati, “vuol <strong>di</strong>re anche beneficio occupazionale<br />

per coloro che per lavoro si de<strong>di</strong>cano a materie<br />

attinenti la geologia, sia in termini <strong>di</strong> nuove opportunità<br />

professionali, che <strong>di</strong> miglioramento delle competenze<br />

attuali” come afferma la Mission della Società<br />

<strong>Geologi</strong>ca Italiana – Sezione Giovani.<br />

Geol. ESTER TIGANO<br />

Delegato Nazionale<br />

SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA – sez. Giovani<br />

Email: estigano@giovanigeologi.it<br />

Web: www.giovanigeologi.it<br />

COMUNICAZIONE AGLI ISCRITTI<br />

La Legge n. 2 del 28/01/09, obbliga i professionisti a dotarsi <strong>di</strong> Posta Elettronica Certificata (PEC)<br />

ed a darne comunicazione al proprio or<strong>di</strong>ne professionale.<br />

In proposito, si avvisa che il Consiglio dell’O.R.G.S. ha deliberato che a far data dal 01/01/13 le<br />

comunicazioni e le richieste da parte degli iscritti sar<strong>anno</strong> accolte solo se presentate tramite PEC.<br />

Pertanto, si invita chi non l’avesse già fatto, a trasmettere tempestivamente all’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> il proprio<br />

in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> posta elettronica certificata, ricordando che l’inadempimento alla L. 2/2009 assume<br />

rilevanza <strong>di</strong>sciplinare.<br />

Fabio Tortorici, Segretario dell’O.R.G.S.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre<br />

33


PROVINCE<br />

a cura <strong>di</strong> Carlo Cassaniti<br />

Intervista a CALOGERO FIRETTO<br />

Sindaco <strong>di</strong> Porto Empedocle (AG)<br />

Prosegue la rassegna <strong>di</strong> incontri con gli<br />

amministratori della <strong>Sicilia</strong> che oggi ci<br />

porta a conoscere il sindaco <strong>di</strong> Porto<br />

Empedocle, il Dott. Calogero Firetto.<br />

Signor Sindaco, quale secondo lei l’importanza del<br />

territorio nella crescita economica<br />

Il nostro territorio è una risorsa sulla quale ho investito<br />

per rilanciare le sorti della mia città, per questo<br />

da tempo seguo le fasi che porter<strong>anno</strong> Porto Empedocle<br />

a dotarsi <strong>di</strong> un aggiornato strumento urbanistico,<br />

che sappia rispondere alle nuove esigenze della gente<br />

e degli inse<strong>di</strong>amenti produttivi che si trovano localizzati<br />

nel nostro territorio. E tutto questo in un’ottica <strong>di</strong><br />

salvaguar<strong>di</strong>a del patrimonio naturalistico, estremamente<br />

generoso con la <strong>Sicilia</strong>, e che a Porto Empedocle ci<br />

ha portato ad in<strong>di</strong>viduare tra i siti <strong>di</strong> maggior pregio<br />

ed interesse internazionale il Geosito Punta Piccola.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un’area fino ad oggi poco sfruttata ma che<br />

a breve verrà resa maggiormente fruibile, anche per la<br />

realizzazione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> valorizzazione, tra cui l’installazione<br />

<strong>di</strong> pannelli tematici che spieghino l’origine,<br />

le metodologie <strong>di</strong> indagine e l’importanza del geosito<br />

stesso. L’amministrazione, nel riconoscere l’alto<br />

valore scientifico del sito – già da tempo mèta <strong>di</strong> <strong>numero</strong>se<br />

visite da parte <strong>di</strong> esperti del settore, intende inserirlo<br />

nel circuito turistico per offrire a tutti l’occasione<br />

<strong>di</strong> conoscere ed apprezzare questa importante<br />

caratterizzazione geologica.<br />

Quali strategie avete attuato nel dare esecuzione alle<br />

norme sulla redazione <strong>dei</strong> piani <strong>di</strong> protezione civile<br />

Ho voluto che la città si dotasse <strong>di</strong> un piano <strong>di</strong> protezione<br />

civile che fornisse sistemi <strong>di</strong> evacuazione della<br />

popolazione in caso <strong>di</strong> calamità, cosciente <strong>dei</strong> rischi cui<br />

è esposto il nostro territorio e della maggiore sensibilità<br />

sviluppata nel corso delle tante emergenze nazionali.<br />

Abbiamo stretto un’alleanza virtuosa anche con i geologi<br />

che si è concretizzata in occasione dell’esercitazione<br />

congiunta con la Protezione Civile regionale e provinciale<br />

in caso <strong>di</strong> tsunami. Nel contesto <strong>di</strong> un convegno<br />

de<strong>di</strong>cato al Vulcano Empedocle abbiamo simulato, primi<br />

in <strong>Sicilia</strong>, le varie fasi <strong>di</strong> un maremoto e, col coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> esperti e volontari, è stata data prova <strong>di</strong> come<br />

un intervento coor<strong>di</strong>nato e tempestivo determini la salvezza<br />

<strong>di</strong> molte vite umane.<br />

Oltre al rischio maremoto, quali sono gli altri eventuali<br />

fattori <strong>di</strong> allerta del territorio<br />

Porto Empedocle si sviluppa lungo una fascia<br />

costiera che è tra le più belle dell’isola e che è anche<br />

densamente antropizzata, oltre ad avere un’importante<br />

Calogero Firetto, Sindaco <strong>di</strong> Porto Empedocle<br />

infrastruttura portuale che accoglie anche navi da crociera.<br />

Nel margine orientale, rispetto al porto, abbiamo<br />

una paleofalesia caratterizzata da rischio R4 nella<br />

cartografia PAI che inten<strong>di</strong>amo mettere in sicurezza<br />

con un progetto che non ne alteri le peculiarità.<br />

Vogliamo annullare il rischio crolli per restituire la<br />

zona al pubblico e pianificare interventi che superino<br />

definitivamente la logica emergenziale.<br />

La realizzazione del rigassificatore che impatto avrà<br />

nel sistema ambientale del territorio empedoclino<br />

Nel nostro territorio troviamo inse<strong>di</strong>ati da tempo<br />

due importanti colossi industriali: la centrale elettrica<br />

ENEL e la cementeria <strong>di</strong> Italcementi. Detti impianti<br />

h<strong>anno</strong> evidentemente interferito con il fragile equilibrio<br />

ambientale del territorio agevolati dalle meno<br />

stringenti normative in vigore all’epoca dell’installazione.<br />

Oggi l’Europa e la stessa legislazione nazionale<br />

impongono standard che rispettano <strong>di</strong> più l’ambiente<br />

e ci consentono <strong>di</strong> recuperare una convivenza con<br />

i siti industriali più attenta alla salute del territorio e<br />

della popolazione. Il rigassificatore, poi, una volta ultimato,<br />

alimenterà la centrale elettrica grazie ad un<br />

impianto <strong>di</strong> turbogas, azzerando le pur ridotte emissioni<br />

attuali delle ciminiere. Riguardo alla cementeria,<br />

oggi al centro <strong>di</strong> una grave crisi che investe il settore,<br />

stiamo portando avanti un <strong>di</strong>alogo che ha come<br />

obiettivo quello della riconversione dell’impianto pur<br />

mantenendolo nella filiera, avendo cura <strong>di</strong> salvaguardarne<br />

i livelli occupazionali.<br />

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luglio-settembre <strong>di</strong>S


INFORMATICA<br />

a cura <strong>di</strong> Roberto Torre<br />

IL PORTALE DEI GEOLOGI DI SICILIA<br />

Roberto Torre<br />

Consigliere O.R.G.S.<br />

Cari Colleghi, ho il piacere<br />

<strong>di</strong> illustrarvi un nuovo servizio<br />

dell’ORGS. Si tratta <strong>di</strong><br />

un sistema informatico (parte<br />

integrante in un progetto d’innovazione<br />

dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong>, iniziato<br />

già da alcuni anni) pensato da un lato per cercare <strong>di</strong><br />

rendere più agevole l’adempimento dell’Aggiornamento<br />

professionale continuo (APC) da parte dell’iscritto,<br />

dando sia la possibilità <strong>di</strong> iscrizione online ad<br />

un corso, sia <strong>di</strong> pagarlo (qualora il corso lo richieda)<br />

sempre online; dall’altro per agevolare la segreteria<br />

dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> per la contabilizzazione <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>ti maturati<br />

da ogni iscritto, in modo tale che se ne possa avere<br />

imme<strong>di</strong>ata contezza consultando lo status <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>ti.<br />

In breve si tratta <strong>di</strong> un progetto integrato (ORGS-<br />

Iscritto), sviluppato via web che, attraverso una pagina<br />

riservata da la possibilità all’iscritto <strong>di</strong>:<br />

• Verificare i propri dati personali,<br />

• Consultare i corsi organizzati sia dall’Orgs sia<br />

da altri enti organizzatori in ambito regionale,<br />

• Prenotarsi ai corsi online,<br />

• Effettuare in rete l’eventuale pagamento del<br />

corso (me<strong>di</strong>ante Paypal)<br />

• Consultare il proprio status <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>ti APC,<br />

• Stampare l’Attestato <strong>dei</strong> corsi organizzati dall’ORGS,<br />

• Autocertificare i cre<strong>di</strong>ti allo scadere del triennio,<br />

• Autocertificare una deroga.<br />

Inoltre l’albo online e l’elenco <strong>dei</strong> sospesi presenti sul<br />

sito dell’ORGS sarà sempre aggiornato in tempo reale.<br />

Come si accede al servizio<br />

Al servizio si può accedere attraverso sia il sito istituzionale<br />

dell’ORGS (www.geologi<strong>di</strong>sicilia.it),dal<br />

tasto area riservata iscritto posto sotto il logo della<br />

Home page, oppure <strong>di</strong>gitando <strong>di</strong>rettamente l’in<strong>di</strong>rizzo<br />

http://portalegeologi<strong>di</strong>sicilia.it/<br />

Registrazione al portale<br />

La registrazione avviene attraverso tre fasi:<br />

1. Dopo aver cliccato sul tasto “registrati” si aprirà<br />

una pagina <strong>di</strong> “verifica dati” (cfr. fig. 2) in cui<br />

bisognerà inserire il co<strong>di</strong>ce fiscale e l’in<strong>di</strong>rizzo<br />

e-mail per verificare che: chi si registra è un<br />

iscritto presente nell’anagrafica dell’ORGS.<br />

2. Successivamente si passa alla registrazione, con<br />

l’inserimento della password d’accesso e conferma;<br />

cliccando su registra si passa alla terza<br />

fase (detta fase <strong>di</strong> sicurezza).<br />

3. Verrà inviata un’e-mail, generata automaticamente,<br />

dell’ORGS, in cui verrà chiesto <strong>di</strong> confermare<br />

la registrazione attraverso il link “Conferma<br />

la registrazione” (cfr. Fig. 3); questa fase<br />

è molto importante in quanto, se non si conferma<br />

la registrazione dell’e-mail ricevuta, non<br />

sarà impossibile accedervi.<br />

A questo punto si aprirà automaticamente il browser<br />

del portale dove potrai inserire la login, che corrisponde<br />

al proprio in<strong>di</strong>rizzo e-mail e, la password impostata<br />

in fase <strong>di</strong> registrazione.<br />

Figura 1 - Home page del portalegeologi<strong>di</strong>sicilia.it<br />

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luglio-settembre<br />

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Figura 2 - Passo 1 verifica dati<br />

Figura 3 - fase 3 Messaggio automatico con il Link <strong>di</strong> conferma registrazione inviato per e-mail<br />

Utilizzo del portale<br />

In figura 4 sono rappresentati le voci menu: Profilo Personale, Corsi APC, Prenotazioni, Autocertificazione APC,<br />

che si trovano nel top della pagina, mentre il corpo della Home page (attualmente in bianco) verrà progressivamente<br />

riempita con altri servizi.<br />

Figura 4 – Top della Home page dell’area riservata<br />

Dal menu “Profilo Personale”, è possibile: verificare i propri dati personali, cambiare la password, inserire la<br />

propria foto del volto (si consiglia una risoluzione 600DPI) (cfr. fig. 5).<br />

Figura 5 - Profilo personale<br />

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luglio-settembre <strong>di</strong>S


Dopo aver verificato i propri dati si consiglia <strong>di</strong><br />

verificare dal menu “Autocertificazione APC”>Gestione<br />

Autocertificazione APC, se la vostra autocertificazione<br />

del triennio 2008-2010 è stata inserita. Nel caso<br />

contrario l’iscritto potrà certificarli nel modo seguente:<br />

flaggare la casella “Vuoi autocertificare cre<strong>di</strong>ti relativi<br />

a Corsi APC esterni”, se si devono solo certificare i<br />

corsi seguiti nel triennio selezionato, oppure spuntare<br />

solo la casella “Vuoi autocertificare cre<strong>di</strong>ti relativi ad<br />

attività collegate alla cultura professionale art.6 del<br />

regolamento e/o corsi accre<strong>di</strong>tati in altre regioni” per<br />

chi deve certificare solo le attività correlate (art. 6 del<br />

regolamento) specificando il <strong>numero</strong> <strong>di</strong> attività svolte<br />

o i corsi svolti in altre Regioni (in questo caso è obbligatorio<br />

scrivere il co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento del corso).<br />

Infine flaggare entrambe le caselle per chi deve certificare<br />

sia i corsi APC sia le attività correlate, descritte<br />

nell’art. 6 del regolamento APC (cfr. fig. 6).<br />

Figura 6 - Autocertificazione <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>ti<br />

Dopo aver in<strong>di</strong>cato il tipo <strong>di</strong> autocertificazione da effettuare si clicca su continua, ed apparirà una lista con tutti<br />

i corsi accre<strong>di</strong>tati (cfr. fig. 7) del triennio selezionato.<br />

Basterà spuntare la casella corrispondente al corso frequentato e, quando finito, cliccare su “certifica”.<br />

Figura 7 - Elenco corsi da certificare<br />

Dalla stessa maschera delle autocertificazioni sarà possibile inserire una deroga, sia totale che parziale.<br />

Nel caso <strong>di</strong> una deroga totale, basterà inserire nello spazio apposito il nome della deroga (esempio: Anzianità >65<br />

anni) e inserire 0 (zero) nella casella “cre<strong>di</strong>ti da deroga” per ottenere una deroga totale; nel caso <strong>di</strong> deroga parziale<br />

inserire il <strong>numero</strong> <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>ti secondo quanto previsto dagli art. 2 e 5 del regolamento APC.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

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luglio-settembre<br />

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Figura 7 - Inserimento <strong>di</strong> una deroga<br />

Prenotazione al corso<br />

Dalla Home page è possibile cliccare sul menu<br />

“Corsi APC>Elenco corsi ORGS” vi comparirà l’elenco<br />

<strong>dei</strong> corsi organizzati dall’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>dei</strong> <strong>Geologi</strong><br />

(cfr . Fig. 8) mentre cliccando su “Corsi APC>Corsi<br />

APC esterni” si apre l’elenco <strong>dei</strong> corsi esterni accre<strong>di</strong>tati<br />

dalla commissione APC, ogni menu è dotato <strong>di</strong><br />

modulo <strong>di</strong> ricerca.<br />

Dall’elenco <strong>dei</strong> corsi ORGS sarà possibile consultare<br />

i dettagli del corso (località, <strong>numero</strong> <strong>di</strong> posti etc.)<br />

cliccando sul testo in azzurro, mentre nel caso <strong>di</strong> corso<br />

ancora da svolgere apparirà il Tasto “Prenota” da cui<br />

sarà possibile effettuare la prenotazione (cfr. Fig. 8).<br />

Figura 8 - Elenco corsi Attivi<br />

Nel momento in cui si esegue la prenotazione, la<br />

richiesta verrà inviata in tempo reale alla segreteria<br />

che, in orario d’ufficio, provvederà a confermare la<br />

prenotazione.<br />

Agendo nel menu “Prenotazioni”>elenco prenotazioni,<br />

sarà possibile verificare se la prenotazione è<br />

andata a buon fine (cfr. Fig. 9).<br />

Nel caso <strong>di</strong> un corso a pagamento, la conferma<br />

della prenotazione avverrà appena la segreteria avrà<br />

ricevuto il pagamento, il quale potrà essere effettuato<br />

online se si possiede un account della Banca virtuale<br />

Paypal.<br />

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g <strong>di</strong>S<br />

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luglio-settembre


Figura 9 - Conferma delle prenotazioni<br />

Status cre<strong>di</strong>ti e stampa dell’attestato<br />

Appena il corso verrà chiuso e validato dalla commissione<br />

APC, la segreteria confermerà la presenza<br />

dalle firme apposte nel registro delle firme e, accre<strong>di</strong>terà<br />

automaticamente i cre<strong>di</strong>ti relativi al corso.<br />

A questo punto, cliccando su “Profilo Personale”>“Dettagli<br />

cre<strong>di</strong>ti APC” (cfr. fig. 10), si potrà controllare:<br />

• Il proprio status <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>ti maturati con i corsi<br />

ORGS <strong>dei</strong> trienni in corso,<br />

• Lo status <strong>dei</strong> cre<strong>di</strong>ti del triennio passato,<br />

• Si potrà inoltre:<br />

Stampare l’attestato<br />

Figura 10 - Status cre<strong>di</strong>ti e Stampa attestato<br />

Importante: In questa prima fase <strong>di</strong> avvio del sistema i cre<strong>di</strong>ti e l’attestato potr<strong>anno</strong> essere <strong>di</strong>sponibili appena<br />

tutte le autocertificazioni e deroghe del triennio 2008-2010 verr<strong>anno</strong> inserite.<br />

Ringraziamenti<br />

La realizzazione <strong>di</strong> questo progetto non si sarebbe mai potuta attuare senza la fiducia e l’impegno <strong>di</strong> tutto il<br />

Consiglio dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong>.<br />

g <strong>di</strong>S<br />

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luglio-settembre<br />

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RECENSIONI<br />

a cura <strong>di</strong> Pietro Todaro<br />

Abbiamo letto per voi<br />

Alberto Bruschi<br />

PGS INTERPRETAZIONE DI PROVE GEOTECNICHE IN SITU. UN SOFTWARE<br />

MODULARE INTEGRATO PER LE PROVE SPT, DP, CPTM, CPTE/U, DMT<br />

Fondamenti teorico-pratici per affrontare le prove penetrometriche. Con software<br />

pgg. 336 - prezzo Libro+Cd-Rom Euro 80,00 - Dario Flaccovio E<strong>di</strong>tore, Palermo<br />

Il testo analizza le principali caratteristiche delle prove (penetrometriche) in sito oggetto <strong>dei</strong> co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />

calcolo (storia, attrezzatura, tarature, esecuzione, caratterizzazione <strong>dei</strong> terreni attraversati, vantaggi<br />

e svantaggi) per poi in<strong>di</strong>care le formulazioni atte a derivare i parametri geotecnici necessari alla<br />

caratterizzazione del terreno al fine <strong>di</strong> costruire il modello geotecnico delle unità litologiche presenti<br />

nel sito <strong>di</strong> indagine, le analisi <strong>di</strong>rette implementate nei programmi, l’analisi della liquefacibilità del sito.<br />

Il manuale d’uso guida l’utente nell’inserimento <strong>dei</strong> dati e nelle varie applicazioni proprie a ogni prova<br />

geotecnica penetrometrica. Il volume offre una vasta bibliografia per la realizzazione degli algoritmi<br />

<strong>di</strong> calcolo. Dall’insieme <strong>dei</strong> parametri geotecnici ricavati è poi possibile identificare a cura dell’utente<br />

il modello geotecnico del sottosuolo; valutare in via preliminare la capacità portante e il ce<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> una fondazione <strong>di</strong>retta o in<strong>di</strong>retta; valutare la liquefacibilità del sito in analisi. Il testo fa parte<br />

della Collana CD BOOK<strong>di</strong> Flaccovio E<strong>di</strong>tore. L’Autore Alberto Bruschi opera da anni nel settore della<br />

meccanica delle terre e della meccanica delle rocce, sia per imprese <strong>di</strong> costruzione che per stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

progettazione e istituti internazionali. (E. Doria)<br />

Conrad Boley (Hrsg)<br />

HANDBUCH GEOTECHNIK (in lingua tedesca)<br />

pgg. 1022 - Wieweg + Teubner E<strong>di</strong>tore - Euro 75,65<br />

Si tratta <strong>di</strong> un manuale <strong>di</strong> geotecnica scritto da <strong>numero</strong>si autori (24 tra ingegneri e geologi) <strong>di</strong> lingua<br />

tedesca dell’Università <strong>di</strong> Monaco <strong>di</strong> Baviera e <strong>di</strong> <strong>numero</strong>se istituzioni e aziende private, coor<strong>di</strong>nati dal<br />

Prof. Dr. Ing. Conrad Boley. I primi 5 capitoli (su 16) sono de<strong>di</strong>cati ai principi fondanti della geotecnica<br />

e alla geologia ambientale applicata. Un capitolo è de<strong>di</strong>cato alle moderne tecniche <strong>di</strong> perforazione<br />

sia ai fini geognostici sia ai fini geoingegneristici per la realizzazione <strong>di</strong> palificate, <strong>di</strong>aframmi e tiranti<br />

per opere <strong>di</strong> superficie e in sotterraneo, ma anche per interventi e trattamenti <strong>di</strong> miglioramento delle<br />

caratteristiche <strong>dei</strong> terreni <strong>di</strong> fondazione con l’applicazione <strong>di</strong> tecniche innovative. Un capitolo è de<strong>di</strong>cato<br />

alle fondazioni superficiali e a quelle profonde, illustrato da <strong>di</strong>segni e <strong>di</strong>agrammi che mostrano in<br />

maniera approfon<strong>di</strong>ta e semplice i meccanismi <strong>di</strong> rottura e deformazione <strong>dei</strong> terreni su varie ipotesi <strong>di</strong><br />

carico e sistemi <strong>di</strong> fondazione. Il capitolo 12, uno <strong>dei</strong> più estesi e interessanti è de<strong>di</strong>cato alla stabilità<br />

<strong>dei</strong> versanti con varie analisi e verifiche accompagnate dalle opere e interventi risolutivi classici e ine<strong>di</strong>ti<br />

per progetti stradali e <strong>di</strong> mitigazione idrogeologica in generale. Il capitolo 13 si occupa <strong>dei</strong> rilevati<br />

stradali, della preparazione <strong>dei</strong> sottofon<strong>di</strong> e del consolidamento <strong>dei</strong> substrati portanti in varie situazioni<br />

geologiche <strong>di</strong> terreni. Il capitolo 14 è de<strong>di</strong>cato interamente ed in maniera molto approfon<strong>di</strong>ta alle<br />

problematiche degli scavi in sotterraneo con la realizzazione <strong>di</strong> gallerie in situazioni geologiche e geotecniche<br />

complesse accompagnate da soluzioni progettuali in avanzamento e <strong>di</strong> stabilizzazione definitive<br />

degli scavi. Un vasto capitolo (15) è de<strong>di</strong>cato al monitoraggio strumentale geotecnico ricco <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versi schemi e immagini in relazione a vari casi progettuali semplici e complessi.<br />

Giovanni Bruno<br />

CARATTERIZZAZIONE GEOMECCANICA<br />

PER LA PROGETTAZIONE INGEGNERISTICA<br />

pgg. 432 - Euro 68,00 - Dario Flaccovio E<strong>di</strong>tore, Palermo<br />

L’Autore è un geologo siciliano, docente presso la I Facoltà d’Ingegneria al Politecnico <strong>di</strong> Bari, dove<br />

si occupa <strong>di</strong> temi <strong>di</strong> ricerca legati prevalentemente alla geologia applicata e alla geomeccanica delle<br />

rocce. È certamente una singolarità accademica, un caso raro, se un geologo si è cimentato in un<br />

campo cosi impegnativo dove le conoscenze <strong>di</strong> meccanica razionale e applicata sono <strong>di</strong> base per lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>dei</strong> fenomeni d’instabilità, deformabilità e resistenza degli ammassi rocciosi. Dopo una prima<br />

presentazione grafica e acquisizione <strong>dei</strong> dati geologici in proiezione stereografica fino alla definizione<br />

<strong>dei</strong> volumi rocciosi, si passa alla geomeccanica delle <strong>di</strong>scontinuità, riccamente illustrata e analizzata<br />

da grafici de<strong>di</strong>cati, e alla parte più professionale della caratterizzazione degli ammassi con le<br />

maggiori classificazioni a in<strong>di</strong>ci fino al più recente e universalmente <strong>di</strong>ffuso sistema GSI. Chiudono i<br />

capitoli de<strong>di</strong>cati alla resistenza e deformabilità degli ammassi rocciosi accompagnati da <strong>numero</strong>si<br />

esempi che legano sempre i principi teorici e le verifiche con prove eseguiti in fase operativa in cantiere,<br />

fino alla presentazione <strong>di</strong> <strong>numero</strong>se formule ed equazioni empiriche utili in campo applicato sia<br />

per il geologo sia per l’ingegnere che in questo campo si trovano concorrenti.<br />

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3 • <strong>2012</strong><br />

luglio-settembre

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