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cantare la messa - Arcidiocesi di Lucca

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Istituto <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> musica “R. Baralli”<br />

Ufficio liturgico <strong>di</strong>ocesano<br />

CANTARE LA MESSA<br />

ORIENTAMENTI PER ANIMATORI DEL CANTO E DELLA LITURGIA<br />

Quali canti facciamo stamani Una situazione anoma<strong>la</strong><br />

Quante volte cinque o <strong>di</strong>eci minuti prima del<strong>la</strong> Messa (o, se si è fortunati, durante le prove,<br />

qualche giorno prima) si sente <strong>di</strong>re: “Che canto si fa all’inizio E al<strong>la</strong> comunione”… e così <strong>di</strong><br />

seguito. Questa scena contiene seri interrogativi: è necessario <strong>cantare</strong> al<strong>la</strong> Messa Quali sono i<br />

momenti in cui <strong>cantare</strong> Che canti fare Con quale criterio sceglierli Chi deve sceglierli Proviamo<br />

a rispondere a questi interrogativi in riferimento al<strong>la</strong> Messa domenicale.<br />

Un riferimento in<strong>di</strong>spensabile<br />

Fin dai primi secoli <strong>la</strong> Chiesa è consapevole che <strong>la</strong> liturgia è opera <strong>di</strong> Dio; infatti, attraverso i<br />

sacramenti il Cristo Risorto incontra il suo popolo e gli partecipa <strong>la</strong> salvezza, attuando così l’opera<br />

del<strong>la</strong> redenzione (cfr. Sacrosanctum Concilium n. 2) perché l’uomo viva in lui e come lui.<br />

Nel<strong>la</strong> celebrazione dell’Eucaristia per <strong>la</strong> partecipazione all’unico pane e all’unico calice <strong>la</strong><br />

Chiesa vive e cresce come corpo del Cristo Risorto. Gesti, luoghi, riti, segni, canto e ministeri<br />

devono <strong>la</strong>sciar trasparire l’azione del Cristo Risorto.<br />

Talvolta avvertiamo che il linguaggio rituale e simbolico del<strong>la</strong> Messa è estraneo dai nostri mo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> esprimerci e questo rende <strong>di</strong>fficile <strong>la</strong> partecipazione, perché senza conoscere il senso dei riti il<br />

mistero rimane nascosto e partecipare al<strong>la</strong> liturgia senza conoscere il mistero è come danzare senza<br />

avere il senso del<strong>la</strong> musica. Una cosa bisogna tenere presente: non è il cristiano (prete, gruppo...)<br />

che fa (a suo gusto) <strong>la</strong> liturgia ma è <strong>la</strong> liturgia che fa (p<strong>la</strong>sma) il cristiano. Solo una conoscenza<br />

adeguata del<strong>la</strong> liturgia permette <strong>di</strong> vivere il mistero che si fa presente nei riti e nelle preghiere. A<br />

questo proposito si leggano le linee pastorali Dal<strong>la</strong> contemp<strong>la</strong>zione all’annuncio, n 5-7.<br />

In questa scheda si intende dare qualche chiarificazione riguardo al canto nel<strong>la</strong> celebrazione<br />

eucaristica domenicale.<br />

È necessario <strong>cantare</strong> al<strong>la</strong> Messa<br />

La risposta è: Sì! Non esiste – come si <strong>di</strong>ceva anni fa – <strong>la</strong> Messa letta e <strong>la</strong> Messa cantata, esiste<br />

<strong>la</strong> liturgia eucaristica che deve essere “celebrata e percepita come evento pasquale e comunitario…<br />

(Linee pastorali 2006-2007 Dall’Eucaristia <strong>la</strong> <strong>di</strong>ocesi in riforma, n. 9).<br />

Il canto ha una funzione precisa:<br />

• per sua natura serve a rendere chiare le cose che esprime; crea unità ed è sempre comunitario<br />

(anche quando canta uno e gli altri ascoltano); è un linguaggio capace <strong>di</strong> esprimere l’in<strong>di</strong>cibile;<br />

• nel<strong>la</strong> liturgia esso permette al<strong>la</strong> comunità <strong>di</strong> esprimersi con le stesse parole pronunciate nello<br />

stesso tempo grazie al<strong>la</strong> precisione del ritmo. Inoltre, <strong>la</strong> funzione dei canti è <strong>di</strong> esprimere <strong>la</strong> fede<br />

del<strong>la</strong> comunità orante. Nel<strong>la</strong> Messa non si canta per rendere più solenne il rito (il canto non è<br />

una decorazione), tantomeno per far esibire un gruppo <strong>di</strong> persone; il <strong>cantare</strong> è il modo più forte<br />

<strong>di</strong> pregare dell’assemblea: non si tratta <strong>di</strong> <strong>cantare</strong> durante <strong>la</strong> celebrazione ma <strong>di</strong> celebrare


cantando. Per questo motivo il canto deve coinvolgere tutta l’assemblea (il che non significa che<br />

tutti devono <strong>cantare</strong> sempre tutto).<br />

Cosa <strong>cantare</strong> nel<strong>la</strong> Messa<br />

La Messa non è un contenitore in cui si può metter dentro <strong>di</strong> tutto.<br />

Anzitutto si deve <strong>cantare</strong> <strong>la</strong> Messa (cioè le parti del rito) e non riempire alcune parti del<strong>la</strong> Messa<br />

con dei canti. Inoltre è necessario che ci sia una coerenza tra canti, riti e contenuti del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />

Dio. La Messa è un rito dal<strong>la</strong> struttura ben definita: non deve mai capitare che le lettura danno un<br />

<strong>messa</strong>ggio e il canto ne da un altro <strong>di</strong>verso.<br />

In concreto:<br />

• I primi e più importanti canti sono quelli che appartengono al<strong>la</strong> struttura del rito e nascono come<br />

canti: l’Alleluia, il Santo, il Gloria (nelle festività), le altre acc<strong>la</strong>mazioni come il Mistero del<strong>la</strong><br />

fede, il Tuo è il Regno. Questi per loro natura andrebbero cantati. Così pure il salmo tra le<br />

letture, proprio per <strong>la</strong> sua natura poetica esige un trattamento <strong>di</strong>verso dal<strong>la</strong> semplice lettura.<br />

Il primo tipo <strong>di</strong> canti adatti al<strong>la</strong> liturgia, quin<strong>di</strong>, non va cercato fuori, ma all’interno stesso del<br />

rito.<br />

• Un secondo blocco <strong>di</strong> canti liturgici ha come obiettivo quello <strong>di</strong> commentare una paro<strong>la</strong><br />

risuonata nell’assemblea (es. canto legato alle letture bibliche) o <strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re giornata o il santo<br />

del giorno, oppure accompagna un’azione (es. il canto d’inizio e il canto <strong>di</strong> comunione che<br />

accompagnano una processione). Anche questo secondo blocco ha un legame <strong>di</strong>verso ma<br />

ugualmente stretto con quanto si <strong>di</strong>ce e si fa nel<strong>la</strong> celebrazione.<br />

• In sintesi: nel<strong>la</strong> Messa incontriamo i canti-rito (Alleluja, Gloria, Santo) che sono parte<br />

integrante del rito, e canti nel rito (canto d’inizio, d’offertorio, <strong>di</strong> comunione…). Questa<br />

<strong>di</strong>visione deve orientare le scelte: una cosa è il muro portante <strong>di</strong> una casa, altro è una parete<br />

<strong>di</strong>visoria: senza il primo <strong>la</strong> casa non si regge, senza <strong>la</strong> seconda magari è meno bel<strong>la</strong> o poco<br />

funzionale….. ma non crol<strong>la</strong>!<br />

Con quale criterio scegliere i canti<br />

Il criterio dei canti è dato dal<strong>la</strong> liturgia, è essa <strong>la</strong> norma che ne determina il contenuto, il numero<br />

e il momento. È un vero ostacolo al<strong>la</strong> liturgia che i criteri <strong>di</strong> scelta coincidano con i gusti personali<br />

<strong>di</strong> qualcuno o con definizioni del bello che si rifanno a modelli più o meno progressisti o<br />

conservatori. Un canto liturgico è tanto più bello (buono, “azzeccato”, utile, ecc. ecc. ) quanto più è<br />

….. liturgico, cioè quanto più aiuta quell’assemblea specifica – riunita in quel luogo, fatta <strong>di</strong> quelle<br />

persone, con quegli animatori, con quei musicisti – a partecipare al<strong>la</strong> stessa Liturgia!<br />

Da questo principio derivano alcuni criteri che permettono <strong>di</strong> orientarsi nel<strong>la</strong> scelta:<br />

per quanto riguarda i contenuti:<br />

• i canti devono contenere verità <strong>di</strong> fede per esprimerle in preghiera,<br />

• non possono limitarsi ad avere Dio per argomento, devono rivolgersi a Lui,<br />

• sono da preferire canti al plurale che esprimono l’essere chiesa davanti a Dio.<br />

per quel che riguarda <strong>la</strong> struttura musicale è necessario conservare:<br />

• coerenza fra testo e musica. Ci sono sentimenti molto <strong>di</strong>versi da esprimere e <strong>la</strong> musica deve<br />

tenerne conto! Non si può <strong>cantare</strong> un testo penitenziale con una melo<strong>di</strong>a festosa; così pure non<br />

si può <strong>cantare</strong> <strong>la</strong> lode con una musica in tono minore...<br />

• Coerenza tra canto e rito. Dato che <strong>la</strong> musica è sempre a servizio del rito, anche <strong>la</strong> sua<br />

lunghezza deve essere calco<strong>la</strong>ta. Non si può eseguire un canto <strong>di</strong> quattro minuti se il momento


ituale ne dura uno, così come non ha senso <strong>cantare</strong> sempre tutte le strofe <strong>di</strong> un canto: è più<br />

opportuno scegliere le più adatte e <strong>cantare</strong> fino al<strong>la</strong> conclusione del momento rituale.<br />

per quel che riguarda il rapporto con l’assemblea:<br />

• I canti devono tener conto del<strong>la</strong> capacità dell’assemblea: un canto troppo ritmico o eseguito<br />

troppo velocemente o troppo esteso in altezza non potrà mai essere cantato dall’assemblea: il<br />

canto deve unire (funzione simbolica) e non <strong>di</strong>videre (funzione <strong>di</strong>abolica) l’assemblea.<br />

Il coro e <strong>la</strong> sua funzione nel<strong>la</strong> liturgia<br />

• L’animazione del canto liturgico è un ministero e non può essere affidato a un qualsiasi gruppo<br />

per invogliarne i componenti a partecipare al<strong>la</strong> Messa; non ci devono essere esclusioni <strong>di</strong> sorta,<br />

ma si consideri che come si prepara un catechista prima <strong>di</strong> metterlo a fianco <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong><br />

persone, allo stesso modo non si può affidare l’animazione del canto senza un’adeguata<br />

preparazione liturgica e musicale.<br />

• Il gruppo che canta non è al <strong>di</strong> fuori dell’assemblea, non è un corpo estraneo chiamato a fare<br />

un’esecuzione, ma è parte dell’assemblea e questo dev’essere vero e visibile anche nel<strong>la</strong><br />

collocazione fisica (non ha senso un coro collocato <strong>di</strong>etro l’altare o in una cantoria <strong>di</strong>stante<br />

dall’au<strong>la</strong> del<strong>la</strong> celebrazione). Per lo stesso motivo motivo, che senso ha chiamare “una brava<br />

corale” per solennizzare una festa con l’esito che l’assemblea in festa resta muta<br />

• Il coro un gruppo che svolge un ministero e per questo antepone l’assemblea ai suoi gusti e ne<br />

vuole il bene.<br />

• È da ricordare che prima <strong>di</strong> essere cantori o strumentisti i cantori sono dei cristiani convocati<br />

dal Signore per ascoltare <strong>la</strong> sua Paro<strong>la</strong>, per rispondere e pregare insieme con gli altri. Quando si<br />

conclude un canto, il coro non è in intervallo riempito sfogliando il libretto o <strong>la</strong> cartel<strong>la</strong> dei canti<br />

o par<strong>la</strong>ndo con l’amico o l’amica. I cantori partecipano in tutto all’Eucaristia, come tutti.<br />

• Il compito del coro è quello <strong>di</strong> favorire il celebrare cantando <strong>di</strong> tutta l’assemblea e lo può fare<br />

sostenendo<strong>la</strong>; alternandosi (ritornelli cantati dall’assemblea e strofe dal coro); proporre<br />

all’ascolto e al<strong>la</strong> me<strong>di</strong>tazione dell’assemblea alcuni canti (sempre in tema con <strong>la</strong> celebrazione).<br />

La scelta dei canti<br />

Se è <strong>la</strong> liturgia che determina il canto, va da sé che bisogna conoscere <strong>la</strong> Messa in tutte le sue<br />

parti e nel loro significato, conoscere le letture e il loro <strong>messa</strong>ggio, tener presente il tempo liturgico<br />

che si vive.<br />

La scelta dei canti va decisa sempre prima del<strong>la</strong> celebrazione - mai improvvisata - e in accordo<br />

con il presidente dell’assemblea liturgica (prete).<br />

Per approfon<strong>di</strong>re<br />

Robert Philippe, Cantare <strong>la</strong> Liturgia, Ed. ELLEDICI, pp.124, € 12.00.<br />

Il libro facendo riferimento al Messale presenta le parti del<strong>la</strong> Messa che possono essere cantate;<br />

in<strong>di</strong>ca i criteri per scegliere i canti; fa un inquadramento sugli “attori del canto”. Considera anche i<br />

canti <strong>di</strong> celebrazioni partico<strong>la</strong>ri.<br />

F. Cassingena-Trévedy, La bellezza del<strong>la</strong> liturgia, Ed Qiqajon pp. 118 € 7.00.<br />

Prezioso e piccolo testo per scoprire riti nel<strong>la</strong> loro bellezza e poter contribuire a una celebrazione<br />

capace <strong>di</strong> aiutare l’assemblea a esprimere <strong>la</strong> fede.

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