architetti tesi di laurea - retevitruvio
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Presentazione<br />
Antonio Lavaggi *<br />
7<br />
La mostra delle <strong>tesi</strong> <strong>di</strong> <strong>laurea</strong><br />
e questo libro che ne riprende<br />
i contenuti rappresentano<br />
un’occasione per proporre una breve<br />
cronistoria del corso <strong>di</strong> <strong>laurea</strong> in<br />
Scienze dell’Architettura: a <strong>di</strong>stanza<br />
<strong>di</strong> sette anni dall’attivazione si può<br />
infatti provare a fare un bilancio,<br />
sia pure in itinere, del nuovo corso<br />
che la facoltà <strong>di</strong> architettura <strong>di</strong><br />
Napoli ha accolto a suo tempo<br />
con molte perplessità. Perplessità<br />
che permangono in numerosi<br />
colleghi, alcuni dei quali ancora<br />
oggi poco o nulla sanno degli esiti<br />
del percorso triennale e per questo<br />
sono in qualche modo i destinatari<br />
privilegiati della mostra e <strong>di</strong> questo<br />
libro: dunque non solo e non tanto<br />
una testimonianza dovuta, ma<br />
l’opportunità <strong>di</strong> rendere conto del<br />
lavoro svolto in questi anni nel<br />
tentativo <strong>di</strong> proporre un bilancio,<br />
sia pure parziale. Se infatti erano<br />
legittime le perplessità iniziali credo<br />
che oggi prima <strong>di</strong> proporre il ritorno<br />
all’”antico” (qualcuno pensa alla<br />
conservazione del solo corso a ciclo<br />
unico) ci si dovrebbe quanto meno<br />
informare sugli esiti del “nuovo”.<br />
Ricordo che io stesso all’inizio<br />
nutrivo qualche dubbio; tra l’altro<br />
in precedenza avevo iniziato a<br />
collaborare al progetto del nuovo<br />
corso <strong>di</strong> <strong>laurea</strong> a ciclo unico e mi<br />
sono poi “ritrovato” a presiedere il<br />
corso triennale soprattutto perché<br />
sollecitato dall’allora preside<br />
Arcangelo Cesarano. Si trattava<br />
<strong>di</strong> non perdere un’opportunità<br />
(verificare le potenzialità del<br />
nuovo percorso) malgrado la<br />
maggior parte dei colleghi avesse<br />
preferito confermare il percorso<br />
quinquennale adducendo ragioni<br />
<strong>di</strong>verse: il vero architetto non<br />
può che provenire da un corso<br />
quinquennale, l’architetto triennale<br />
è un nonsense, chi lascia la via<br />
vecchia per la nuova…, l’architetto<br />
triennale quasi un supergeometra,<br />
….. e, soprattutto, come <strong>di</strong>menticare<br />
che tutti noi che siamo così bravi ci<br />
siamo formati a un corso <strong>di</strong> <strong>laurea</strong><br />
quinquennale, dunque … Insomma<br />
un atteggiamento conservatore<br />
che si materializza <strong>di</strong> frequente<br />
in occasione <strong>di</strong> innovazioni: la<br />
resistenza al “nuovo”, parzialmente<br />
giustificata in questo caso dalla<br />
mancanza <strong>di</strong> una sperimentazione<br />
che rendesse ragione della nuova<br />
struttura. Va detto che qualche<br />
perplessità era dovuta agli sviluppi<br />
futuri, stante l’impossibilità <strong>di</strong><br />
attivare contemporaneamente il<br />
corso biennale, il “+2”, la cosiddetta<br />
<strong>laurea</strong> specialistica, <strong>di</strong>venuta<br />
successivamente “magistrale”.<br />
Era tra l’altro fallita l’ipo<strong>tesi</strong> che<br />
nella nostra facoltà i due corsi<br />
<strong>di</strong> <strong>laurea</strong> fossero in qualche<br />
modo gestiti dai due principali<br />
<strong>di</strong>partimenti: un primo accordo in<br />
tal senso (il quinquennale gestito<br />
dal <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Progettazione<br />
Urbana e il triennale da quello <strong>di</strong><br />
Progettazione architettonica e<br />
ambientale) era stato messo in crisi<br />
anche dall’improvvida battuta <strong>di</strong><br />
un autorevole collega che aveva<br />
definito il corso triennale come<br />
un corso per “supergeometri”, e si<br />
sa, quando gli <strong>architetti</strong> sentono<br />
parlare <strong>di</strong> geometri …. Luogo<br />
comune che possono agevolmente<br />
contrad<strong>di</strong>re gli <strong>architetti</strong> che hanno<br />
avuto la fortuna <strong>di</strong> collaborare<br />
con i geometri veri, quelli che<br />
soprattutto in cantiere, e non<br />
solo, rappresentano una risorsa<br />
insostituibile; naturalmente purché<br />
il geometra <strong>di</strong> turno limiti il suo<br />
impegno alle proprie competenze;<br />
<strong>di</strong>o ci salvi dal geometra cha fa<br />
l’architetto e… viceversa.<br />
Ma nel nostro caso si trattava<br />
d’altro. Sembrava irragionevole<br />
che Napoli rinunciasse a priori a<br />
un’opportunità tutta da verificare;<br />
altrove (tra le altre facoltà: Roma<br />
Tre, Venezia, Milano, …) il “nuovo”<br />
era stato accolto con gran fiducia<br />
rinunciando alla conservazione del<br />
corso quinquennale e puntando con<br />
decisione al percorso 3+2.<br />
Del resto le qualità del nuovo<br />
percorso triennale, all’inizio soltanto<br />
intuite, sono state confermate<br />
dall’esperienza successiva. Vale la<br />
pena <strong>di</strong> ricordare che lo studente<br />
nei tre anni comprende quanto<br />
meno “<strong>di</strong> che si tratta” e una<br />
volta <strong>laurea</strong>to può fare ulteriori<br />
scelte a valle dell’esperienza<br />
maturata; <strong>di</strong> rado un <strong>di</strong>ciottenne<br />
ha le idee chiare sulle competenze<br />
dell’architetto e capita <strong>di</strong><br />
frequente che si iscriva perseguendo<br />
il miraggio <strong>di</strong> un lavoro da artista<br />
o quanto meno <strong>di</strong> un’attività<br />
improntata all’estro e alla genialità.<br />
In questo senso è significativo il<br />
gran successo, quanto a numero<br />
<strong>di</strong> iscrizioni, dei corsi triennali in<br />
arredamento. Come se l’architettura<br />
degli interni non fosse che un<br />
limitato settore <strong>di</strong> chi pratica questo<br />
mestiere.<br />
Ancora: il conseguimento del titolo<br />
triennale consente comunque <strong>di</strong><br />
esercitare un’attività professionale<br />
a quanti scoprono <strong>di</strong> non essere<br />
“attrezzati” per la <strong>laurea</strong> magistrale.<br />
E magari consente ai più motivati <strong>di</strong><br />
frequentare master <strong>di</strong> primo livello.<br />
E questo riduce gli abbandoni,<br />
da sempre una delle piaghe del<br />
percorso quinquennale: quanti<br />
studenti per il passato, spesso in<br />
debito dei soli esami “scientifici”,<br />
hanno “lasciato” dopo aver<br />
sostenuto 25-28 esami!<br />
E poi il <strong>laurea</strong>to triennale che<br />
intenda continuare gli stu<strong>di</strong> può,<br />
sulla base dell’esperienza maturata,<br />
scegliere tra corsi magistrali<br />
in <strong>di</strong>verse classi assecondando<br />
le proprie <strong>di</strong>sposizioni con la<br />
possibilità <strong>di</strong> frequentare il corso<br />
biennale in altre facoltà, nella logica<br />
<strong>di</strong> una mobilità che arricchisce e<br />
sprovincializza.<br />
Tesi <strong>di</strong> Laurea del Corso Triennale in Scienze dell’Architettura 2006/2009