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architetti tesi di laurea - retevitruvio

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20<br />

Contributi <strong>di</strong>sciplinari<br />

Alberto Izzo<br />

Facoltà teologica, 1968-76<br />

Nicola Pagliara<br />

centrale Aman, 1973-78<br />

attraverso il processo storico;<br />

- le politiche contemporanee <strong>di</strong><br />

trasformazione paesaggistica delle città<br />

più significative, analizzate anche in<br />

rapporto ai loro caratteri specifici come<br />

risultato del processo storico;<br />

- le tendenze della progettazione<br />

paesaggistica contemporanea vista<br />

anche nel rapporto con le arti figurative.<br />

Il corso punta, dunque, su due livelli<br />

paralleli:<br />

- una formazione culturale complessa<br />

che tende a sollecitare approfon<strong>di</strong>menti<br />

personali su tematiche legate anche<br />

ad altri settori <strong>di</strong>sciplinari, in modo da<br />

inserire l’esperienza del corso in modo<br />

appropriato nel sistema delle altre<br />

conoscenze acquisite nel corso <strong>di</strong> <strong>laurea</strong>;<br />

- lo siviluppo del progetto paesaggistico<br />

alla scala architettonica.<br />

Disegno industriale<br />

Ermanno Guida<br />

La comunità scientifica del design <strong>di</strong><br />

recente si è <strong>di</strong>visa, sulla necessità <strong>di</strong><br />

dover scegliere l’area <strong>di</strong>sciplinare con la<br />

quale con<strong>di</strong>videre la composizione delle<br />

commissioni concorsuali per valutare le<br />

competenze per l’ingresso dei giovani<br />

nell’università e per le progressioni <strong>di</strong><br />

carriera, tra quella tecnologica e quella<br />

della progettazione architettonica.<br />

Molte posizioni sono emerse, <strong>di</strong>verse<br />

e <strong>di</strong>scordanti, con<strong>di</strong>zionate da<br />

opportunismi strategici, ma anche da<br />

lucide ragioni <strong>di</strong> principio.<br />

Chi ha iniziato tempo ad<strong>di</strong>etro ricorderà<br />

come il design si sia affermato come<br />

una costola dell’architettura e, più<br />

precisamente, dell’architettura degli<br />

interni e dell’arredamento. Passo passo<br />

poi, ha guadagnato, all’interno delle<br />

Università, una crescente identità<br />

e autonomia assumendo <strong>di</strong>fferenti<br />

titolazioni: “Progettazione artistica<br />

per l’industria”, “Disegno industriale”,<br />

per approdare oggi a quella sintetica<br />

e maggiormente inclusiva <strong>di</strong> “Design”,<br />

abbandonando ogni interpretazione<br />

riduttiva <strong>di</strong> un’arte applicata all’industria<br />

per orientarsi verso una estensione<br />

<strong>di</strong> campo e <strong>di</strong> internazionalizzazione.<br />

Una conversione verso un approccio<br />

sistemico, scientifico, dove la nozione <strong>di</strong><br />

prodotto e <strong>di</strong> produzione, <strong>di</strong> controllo<br />

dei materiali, delle tecniche e della<br />

obsolescenza ha segnato la naturale<br />

evoluzione sospinta dalla domanda<br />

<strong>di</strong> crescente complessità funzionale e<br />

strutturale del prodotto oltre che <strong>di</strong><br />

responsabilità verso l’ambiente costruito<br />

segnando <strong>di</strong> fatto, non per caso, la<br />

naturale conversione entro l’alveo della<br />

Tecnologia dell’Architettura.<br />

Noi, per credo, per ragioni anagrafiche<br />

e per storia vissuta entro e fuori<br />

la clausura universitaria, sentiamo<br />

ancora viva la centralità del sapere<br />

progettuale. L’ambito del design,<br />

nell’accezione moderna non è <strong>di</strong> certo<br />

quello infinitamente esteso in<strong>di</strong>cato da<br />

Gropius, comprensivo dell’intera “orbita<br />

<strong>di</strong> ciò che ci circonda ed è dovuto<br />

alla mano dell’uomo, dalla semplice<br />

suppellettile quoti<strong>di</strong>ana al complesso<br />

tracciato <strong>di</strong> una intera città”. È proprio<br />

quella mano che è stata espropriata<br />

dalle macchine, terribilmente<br />

complicate, intelligenti e complesse e<br />

non più governabili da saperi che non<br />

fossero politecnici e poli<strong>di</strong>sciplinari.<br />

Architettura e Design, legate al comune<br />

destino, restano <strong>di</strong>scipline autonome,<br />

parte <strong>di</strong> una più vasta cultura del<br />

progetto. Una cultura del progetto,<br />

unitaria e articolata, ricca <strong>di</strong> una varietà<br />

<strong>di</strong> punti <strong>di</strong> vista e <strong>di</strong> approcci ma, al<br />

tempo stesso, dotata <strong>di</strong> un forte tratto<br />

comune: la sua capacità <strong>di</strong> immaginare<br />

mon<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi ma possibili.<br />

Sono i presupposti su cui si fonda il<br />

design moderno e con esso, l’attività<br />

<strong>di</strong> quei personaggi che sono vissuti in<br />

quella fase cruciale e che ne hanno fatto<br />

la storia: Franco Albini, Marco Zanuso,<br />

Mario Bellini, Achille e Piergiacomo

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