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architetti tesi di laurea - retevitruvio

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19<br />

Contributi <strong>di</strong>sciplinari<br />

Steno Paciello<br />

Parco Manzoni, 1964<br />

anche con contenuti e tecniche proprie<br />

<strong>di</strong> altre <strong>di</strong>scipline, tra cui sono rilevanti<br />

quelle del settore naturalistico e<br />

ambientale. E dunque, quella <strong>di</strong>versità<br />

apparentemente irriducibile tra un<br />

approccio “ecologico-ambientale” e<br />

un approccio “estetico-formale”, che<br />

sembra caratterizzare quasi due <strong>di</strong>verse<br />

scuole <strong>di</strong> architettura del paesaggio, va<br />

correttamente ricondotta piuttosto ad<br />

una complessa <strong>di</strong>alettica tra obiettivi,<br />

finalità, modalità del fare architettura<br />

del paesaggio; occasione per ri<strong>di</strong>segnare<br />

strumenti operativi <strong>di</strong>sciplinari aperti<br />

alla sperimentazione, meno schematici,<br />

sottratti alle suggestioni della<br />

pubblicistica alla moda, concreti nel<br />

proporre soluzioni specifiche, piuttosto<br />

che pure petizioni ideologiche o <strong>di</strong><br />

principio. Per queste ragioni, la <strong>di</strong>dattica<br />

<strong>di</strong> Architettura del paesaggio nel Corso<br />

<strong>di</strong> <strong>laurea</strong> in Scienze dell’Architettura<br />

privilegia la sperimentazione progettuale<br />

inserita in un contesto geograficamente<br />

determinato come ambito fortemente<br />

antropizzato.<br />

Nella trasformazione della città<br />

contemporanea che investe non solo<br />

la metropoli, ma in parte anche le città<br />

<strong>di</strong> piccole e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, e con la<br />

contemporanea standar<strong>di</strong>zzazione degli<br />

elementi costitutivi funzionali (gli e<strong>di</strong>fici<br />

eccezionali sono delle rare singolarità<br />

nel territorio), la riconoscibilità è affidata<br />

prevalentemente alla percezione della<br />

geografia dei luoghi. Il corso del sole, la<br />

trama idraulica del territorio, i sistemi<br />

collinari e montani... sono gli elementi<br />

del paesaggio ancora riconoscibili e<br />

peculiari rispetto alla trama inse<strong>di</strong>ativa.<br />

L’architettura del paesaggio nella<br />

<strong>di</strong>dattica è dunque pensata come<br />

componente centrale <strong>di</strong> una strategia<br />

complessa <strong>di</strong> ricomposizione e<br />

riconfigurazione della città e del<br />

territorio a partire dagli spazi aperti,<br />

spazi interstiziali, risultato <strong>di</strong> <strong>di</strong>smissioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura (dai luoghi industriali<br />

ormai a pieno titolo interni alla città<br />

ai più piccoli spazi residuali <strong>di</strong> terreni<br />

agricoli abbandonati o quant’altro sia<br />

scampato alla costruzione massiccia<br />

delle nostre città), messi in rapporto<br />

con il sistema geografico generale. Si<br />

interviene anche con piccoli <strong>di</strong>spositivi,<br />

con interventi “sensibili” e minuti<br />

che concatenati si configurano come<br />

progetto più complesso, rinunciando<br />

ad una logica <strong>di</strong> continuità a priori<br />

senza, però, sacrificare la costruzione<br />

<strong>di</strong> una forma percepibile malgrado la<br />

sua non unitarietà. Il presupposto,<br />

pressoché unanimemente con<strong>di</strong>viso,<br />

che il paesaggio sia un insieme <strong>di</strong><br />

tracce/relazioni/segni umani nel<br />

territorio, stratificati nel tempo, si<br />

Gaetano Borrelli, A. Beraglia, M. Bucchignani<br />

Ipogeo comunale, 1974-82<br />

traduce nell’attribuire all’architettura<br />

del paesaggio il compito <strong>di</strong> mettere in<br />

relazione questi elementi, <strong>di</strong> costruire<br />

spazi che siano composizione <strong>di</strong> parti<br />

materiali (e<strong>di</strong>fici, muri, strade, piazze,<br />

facciate) e parti immateriali (vistepanorama,<br />

tracce <strong>di</strong> spazi nel tempo),<br />

connessione <strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong>versi e<br />

<strong>di</strong>somogenei. Il progetto <strong>di</strong> paesaggio,<br />

in questo senso, si costruisce come<br />

<strong>di</strong>sciplina che, per sua natura, privilegia<br />

la costruzione <strong>di</strong> relazioni tra gli<br />

spazi più che tra oggetti: la centralità<br />

attribuita al progetto, e in particolare<br />

allo sviluppo del progetto fino alla<br />

esecutività, è dettata anche da una<br />

scarsissima abitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong>mestichezza<br />

degli studenti alla trasformazione dei<br />

luoghi me<strong>di</strong>ante elementi concreti,<br />

nuovi e progettati (a fronte invece <strong>di</strong><br />

una generale abilità alla conoscenza<br />

dei contesti, alla lettura delle mappe<br />

storiche, all’attenzione in generale al<br />

patrimonio storico-ambientale etc.).<br />

Per avvicinare gli studenti al progetto<br />

<strong>di</strong> paesaggio e costruire l’approccio<br />

progettuale, assume particolare rilievo<br />

la formazione teorica attraverso le<br />

lezioni, sud<strong>di</strong>vise secondo tre ambiti<br />

problematici:<br />

- rappresentazione e progettazione<br />

del paesaggio attraverso le vicende<br />

della cultura paesaggistica letta anche

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