Giornale Aistom 1
Giornale Aistom 1
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Numero 1 - Gennaio - Giugno 2012<br />
Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% - S1/BA
Sommario<br />
Editoriale ................................................................................... 1<br />
Centro AISTOM<br />
Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza Brescia ............ 2<br />
X Congresso AISTOM a Lecce ............................................... 3<br />
LA STOMIA: compromissione della sfera psicologica e sessuale 4<br />
Il mondo della stomia e la sanità privata .................................... 8<br />
IL MONDO DELLO STOMIZZATO:<br />
una “sberla” che ci ha svegliate dal torpore ............................... 9<br />
IL NEONATO PREMATURO:<br />
gestione della stomia e della sua fragile cute ............................. 10<br />
Il ruolo dello stomaterapista ....................................................... 12<br />
Lesioni cutanee peristomali ........................................................ 13<br />
Presto in Calabria un centro pediatrico d’eccellenza ................... 14<br />
AISTOM Esperti: domande e risposte ......................................... 16<br />
I Centri AISTOM in Italia ............................................................. 19<br />
Per associarsi il versamento minimo è di Euro 20,00 da versare a mezzo:<br />
- c/c postale n. 38565719 intestato a A.I.STOM. - Associazione Italiana Stomizzati<br />
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Inviare questo modulo, allegando fotocopia del versamento, via posta al seguente indirizzo:<br />
A.I.STOM. - Viale Orazio Flacco, 24 - 70124 Bari o via fax allo 080 5619181<br />
Numero 1<br />
Gennaio - Giugno 2012<br />
Direttore Editoriale<br />
Giuseppe Dodi - Presidente<br />
Direttore Scientifico<br />
Maria De Pasquale - Segretaria Tesoreria<br />
Comitato collaborativo<br />
Paolo Sergi - Vice Presidente<br />
Salvatore Battaglia - Consigliere<br />
Luciana Arellaro - Consigliere<br />
Donato Boccadamo - Consigliere<br />
Roberta Felline - Consigliere<br />
Carlo Filippi - Consigliere<br />
Gian Paolo Oddenino - Consigliere<br />
Eva Marcinelli - Consigliere<br />
Vincenzo Repaci - Consigliere<br />
Fabio Strazzeri - Consigliere<br />
Massimo Rivosecchi - Scientifico<br />
Ciro De Rosa - Scientifico<br />
Margherita Gavioli - Scientifico<br />
Filippo La Torre - Scientifico<br />
Giuseppe Montemurro - Scientifico<br />
Francesco Pisani - Scientifico<br />
Concetta Tassielli - Scientifico<br />
Lorenzo Mazzotta<br />
Ivan Martines<br />
Nicoletta Calabrese<br />
Rosa Lagreca<br />
Periodicità<br />
semestrale<br />
Registrazione<br />
Tribunale di Milano n.308<br />
del 29/08/1981<br />
Redazione<br />
V.le Orazio Flacco, 24<br />
70124 Bari<br />
Impaginazione e Stampa:<br />
Tipografia Romana spa<br />
Z.I. Capurso (Ba) - Tel./Fax 080.4553720<br />
www.tipografiaromana.it<br />
Norme editoriali<br />
Gli articoli dovranno pervenire via mail al seguente<br />
indirizzo di posta elettronica mariadepasquale@libero.it<br />
con le seguenti modalità: 65<br />
battute per riga, 30 righe per cartella. Larghezza:<br />
non più di due cartelle ad articolo. Carattere: Times<br />
New Roman 12, Interlinea 1,5. Nessun carattere<br />
in corsivo, grassetto, neretto e parentesi.<br />
Firma dell’autore a sinistra.<br />
Poste Italiane S.p.A.<br />
Spedizione in abbonamento postale – 70% - S1/BA<br />
È vietata la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi<br />
mezzo, di articoli, illustrazioni e fotografie pubblicati senza<br />
espressa autorizzazione dell’Editore. L’Editore non risponde<br />
dell’opinione espressa dagli autori degli articoli. Diffusione<br />
gratuita. Ai sensi dell’articolo 7 del D. Lg.vo n.196 del 2003<br />
sulla “Tutela dei dati personali” ciascun destinatario della<br />
presente pubblicazione ha diritto, in qualsiasi momento<br />
di consultare, far modificare, o far cancellare i propri dati<br />
personali o semplicemente opporsi al loro utilizzo, tramite<br />
richiesta scritta.<br />
EDITORIALE<br />
AISTOM<br />
E SERVIZIO CIVILE<br />
Grazie al progetto Favo Una rete per il malato oncologico<br />
che mira al miglioramento della qualità di vita del malato e<br />
alla formazione sociale, culturale e professionale di chi si<br />
dedica alla sua assistenza, nel corso del 2011 la presidenza<br />
nazionale dell’<strong>Aistom</strong> ha beneficiato dell’attività di un volontario<br />
del Servizio Civile. Obiettivi di tale attività sono l’ascolto, l’orientamento<br />
e il sostegno psicologico e pratico del malato oncologico,<br />
anche ospedalizzato.<br />
Il Servizio Civile Nazionale è nato nel 1972 con l’obiezione di<br />
coscienza e la protesta dei giovani che non volevano adempiere<br />
all’obbligo militare. Nel 1998 l’obiezione di coscienza è stata riconosciuta<br />
diritto del cittadino e l’offerta di servizio civile da pochi<br />
enti senza finalità di lucro è passata a Comuni, Università, Unità<br />
Sanitarie Locali e associazioni di Terzo Settore. Nel 2001 il Servizio<br />
Civile Nazionale volontario è stato aperto anche alle donne dai 18<br />
ai 26 anni desiderose di affrontare un percorso di “formazione sociale,<br />
culturale e professionale, attività di cooperazione nazionale ed<br />
internazionale, di salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale”.<br />
Dal 2006 con la sospensione della leva obbligatoria ad oltre 40.000<br />
volontari è stata data l’opportunità di dedicare un anno a favore di<br />
un impegno solidaristico che garantisce una crescita personale e<br />
contribuisce allo sviluppo del Paese. Le aree nelle quali è oggi<br />
possibile prestare servizio sono varie: assistenza, protezione civile,<br />
ambiente, patrimonio artistico e culturale, servizio civile all’estero.<br />
La crisi ha portato ad un crescere delle candidature in quanto il servizio<br />
civile è diventato una fonte di reddito, ridotto ma pur sempre<br />
certo. Il servizio civile nazionale prevede un impegno di un anno<br />
per un totale di 1400 ore e un compenso mensile di 434 euro. A<br />
causa dell’incremento delle domande sono diminuiti i fondi per i<br />
progetti e i posti a disposizione. Ma nonostante tutto, l’interesse è<br />
notevole in quanto, oltre alla piccola retribuzione, è un modo per<br />
arricchire il proprio curriculum, avvicinarsi al mondo del lavoro e<br />
avviare collaborazioni con gli enti e le cooperative con le quali si è<br />
prestato servizio.<br />
Serena ha svolto il sevizio civile nel 2011 presso la Presidenza<br />
<strong>Aistom</strong> che ha sede nella Clinica Chirurgica dell’Università di Padova.<br />
Ecco la sua testimonianza. “L’esperienza del servizio civile<br />
rappresenta un’occasione concreta ed importante di crescita a livello<br />
lavorativo e soprattutto umano. Quest’anno di volontariato è<br />
stato una tappa importante, uno strumento per un contatto graduale<br />
col mondo del lavoro essendo vicina, giorno dopo giorno, a medici,<br />
infermieri, impiegati, pazienti. Mi ha consentito di affrontare<br />
una realtà sconosciuta, quella ospedaliera, vederne pregi e difetti<br />
e comprenderne i meccanismi dall’interno. Ho conosciuto perso-<br />
ne che mi hanno arricchita con la loro<br />
storia, facendomi capire che rendersi<br />
disponibile ad aiutare gli altri e dedicare<br />
il proprio tempo al prossimo ripaga<br />
più di ogni altra cosa. In particolare<br />
seguendo l’<strong>Aistom</strong> mi son resa conto<br />
di quanto sia importante ciò che questa<br />
associazione si impegna a fare da<br />
molti anni. Mi ha colpita la dedizione,<br />
l’interesse e la forte collaborazione che<br />
unisce il gruppo di persone che formano<br />
questa realtà. Immancabile il sostegno<br />
sia da parte del presidente, punto di riferimento nella sede di<br />
Padova, che della sede di Bari con cui ero in contatto a distanza.<br />
Un’esperienza forte come il servizio civile è un’ottima occasione per<br />
capire cosa voglia un giovane per il suo futuro. Vedere tanti ragazzi<br />
che fanno richiesta di partecipazione a questo tipo di impegno è<br />
rincuorante perché significa interesse per il prossimo in un modo<br />
che valorizza concretamente le potenzialità mettendosi in gioco in<br />
realtà non sempre facili da comprendere. Mi sento di dire a chi verrà<br />
dopo di me che non manchi di fare tesoro di ogni parola, persona,<br />
momento. Con il nostro piccolo contributo dimostriamo un grande<br />
impegno e rappresentiamo una grande speranza”.<br />
Annamaria è candidata succedere a Serena all’<strong>Aistom</strong>-Padova nel<br />
2012. I noti tagli alla spesa pubblica hanno momentaneamente<br />
bloccato l’inizio del suo impegno, che traduce nella dichiarazione<br />
seguente. “La mia esperienza nel volontariato parte nel 2009 quando,<br />
arrivata a Padova dalla Puglia, dopo un corso di formazione<br />
presso l’Associazione Volontari Ospedalieri ho iniziato a frequentare<br />
un reparto di Psichiatria, dedicando alcune ore ogni settimana<br />
a persone meravigliose che vivono da decenni in un mondo fatto<br />
di camici bianchi, lontane dalla realtà e dalle proprie famiglie, con<br />
un grande bisogno di affetto, attenzione e calore umano, ogni volta<br />
accogliendoci col sorriso sul volto. Anche il Servizio Civile è una<br />
forma di volontariato, seppur in piccola parte retribuita, che offre<br />
ai giovani la possibilità di rapportarsi per un anno con delle realtà<br />
sicuramente non ancora sperimentate, quali possono essere quelle<br />
ospedaliere, attraverso le quali è necessario lavorare su se stessi<br />
per poter gestire le emozioni di cui penso siano cariche tali esperienze.<br />
Da’ inoltre la possibilità di entrare in contatto con l’ambiente<br />
lavorativo per una formazione a livello professionale che pone delle<br />
basi per il futuro. Questi sono alcuni dei motivi che spingono un<br />
giovane a far domanda di Servizio Civile Nazionale. Ho scelto il<br />
progetto Una rete per il malato oncologico perché ho capito l’importanza<br />
dell’ascolto e del sostegno per tutti coloro che vivono un<br />
dolore. Il paziente prima di essere tale è un individuo e come tale<br />
va rispettato ed accolto con i suoi bisogni e le sue speranze. Nel<br />
mio piccolo vorrei davvero far qualcosa per chi soffre e per chi ruota<br />
attorno alla vita di un malato oncologico. Penso che giorno per<br />
giorno un’associazione come l’<strong>Aistom</strong> ci insegni l’importanza della<br />
collaborazione e della dedizione a chi lotta con la malattia e a chi<br />
lavora al suo fianco per migliorarne la qualità di vita. Mi aspetto da<br />
questa esperienza un cambiamento nella mia vita, una crescita dal<br />
punto di vista professionale e umano. Spero solo di poter essere<br />
all’altezza, di riuscire davvero a donare il mio contributo, seppur<br />
piccolo, a questa Grande Famiglia”.<br />
L’<strong>Aistom</strong> e tutti coloro che fanno riferimento alla nostra associazione<br />
non possono che apprezzare queste due testimonianze di giovani<br />
che ci inducono alla speranza e ad una visione ottimistica del futuro.<br />
Serena Biscaro,<br />
Annamaria Simeone<br />
e Giuseppe Dodi<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 1
X CONGRESSO NAZIONALE AISTOM<br />
ASSISTENZA E PRENDERSI CURA (CAREGIVING)<br />
LECCE, 4 - 5 MAGGIO 2012<br />
Centro AISTOm<br />
Istituto Ospedaliero Fondazione<br />
Poliambulanza Brescia<br />
L’attività dell’Unità Funzionale di Chirurgia Generale diretta Dal Dr. Giovanni<br />
Morandi è sempre stata caratterizzata da una grande intensità di lavoro,<br />
sia per quanto riguarda i numeri (circa 2.400 interventi/anno) sia<br />
per la complessità dei casi affrontati, specie nell’ambito della chirurgia<br />
colo-rettale. Proprio in riferimento a queste caratteristiche l’esigenza di<br />
organizzare un Centro AISTOM si è fatta sempre più pressante nel tempo.<br />
Così dall’Aprile del 2007 la nostra infermiera Danila Maculotti, a seguito<br />
del conseguimento del diploma di enterostomista, ha incominciato la sua<br />
attività nell’ambito specifico della stomaterapia e della riabilitazione del<br />
pavimento pelvico. Nel 2008 è stato istituito su proposta del Prof. Dodi<br />
il Centro AISTOM, sede referente per la Lombardia, con la coordinazione<br />
del Dr. Roberto Vaiana e del Dr. Carlo Filippi (rispettivamente vice e presidente<br />
del Centro AISTOM Brescia) e dei medici Dr. Massimo Rozzini e<br />
Dr. Augusto Barbosa. Successivamente è nato anche il Centro FINCO per<br />
pazienti affetti da incontinenza fecale. Recentemente un altro infermiere,<br />
Riccardo Pesci, ha conseguito il diploma di enterostomista e ha iniziato a<br />
collaborare con Danila ed il team medico. I pazienti operati per patologie<br />
del colon-retto o patologie urologiche erano sempre stati seguiti con attenzione<br />
e impegno ma la creazione di un centro dedicato specificatamente a<br />
loro ha sicuramente migliorato la situazione. La sensazione attuale è quella<br />
di non lasciare più solo il malato al momento della dimissione. Presso il<br />
Centro vengono seguiti complessivamente circa 250 pazienti all’anno, sia<br />
colo-ileo che urostomizzati, vengono eseguite circa 100 consulenze interne<br />
in ospedale e 100 consulenze per pazienti esterni, 80 pazienti all’anno<br />
vengono trattati con la riabilitazione del pavimento pelvico. In questi anni<br />
sia il personale infermieristico che quello medico ha organizzato diversi<br />
corsi pratico-teorici per infermieri e per medici e alcuni congressi. Tra i<br />
nostri progetti futuri il centro sarà sede della Scuola itinerante AISTOM<br />
per infermieri stomaterapisti per l’anno accademico 2012-2013. Il fatto di<br />
pensare di potersi rivolgere, in qualsiasi momento, a degli specialisti disponibili<br />
per affrontare eventuali problemi si è rivelato essere un sostegno<br />
psicologico importante per i pazienti. L’ambulatorio per pazienti stomizzati<br />
è aperto tutti i giorni, mattina e pomeriggio e il nostro impegno è quello di<br />
riuscire ad ascoltare sempre le persone che si rivolgono a noi. La cura della<br />
stomia, l’educazione a pratiche utili come l’irrigazione, il sostegno anche<br />
psicologico sono gli ambiti in cui ci impegniamo di più, ma l’esperienza di<br />
questi anni di attività ci ha portato anche ad aderire a importanti progetti di<br />
sviluppo di tecniche e presidi innovativi, finalizzati a migliorare la qualità<br />
di vita delle persone stomizzate. La continua attività sul campo ci aiuta nel<br />
progredire, nel fare esperienza, nell’imparare a rapportarci con le persone<br />
che devono superare un ostacolo che inizialmente sembra sempre molto<br />
alto. Esperienze e riscontri positivi aiutano molto i pazienti ma soprattutto<br />
aiutano noi, perché ci dimostrano che l’impegno porta a risultati e il sorriso<br />
su un volto che ne sembrava ormai privato è davvero appagante.<br />
Dr. Roberto Vaiana, Dr. Carlo Filippi, Inf. Danila Maculotti n<br />
di<br />
Cinzia Dell’Edera<br />
Infermiera S. Rita - Bari<br />
LIL CARE-GIVER:<br />
LA LUCE NEL BUIO<br />
Intorno a tutte le persone che<br />
vivono in un certo stato di disabilità,<br />
si avvicendano una infinità<br />
di figure che vanno dal parente,<br />
all’amico, alla persona specializzata. L’unione di queste figure esprime il concetto<br />
si assistenza. L’impegno nel “prestare cura” ad una persona stomizzata<br />
si sintetizza con il termine di CARE-GIVING, concetto base nel X Convegno<br />
Nazionale A.I.STOM. al quale ho partecipato. Nella cornice barocca di Lecce,<br />
questo Convegno è stato seguito, con estremo entusiasmo e attenzione,<br />
dai partecipanti provenienti da tutta Italia. Un elogio va fatto per la chiarezza<br />
e la professionalità, ai docenti che si sono avvicendati nell’esposizione delle<br />
relazioni, sapendo esternare ogni sfaccettatura del mondo dell’incontinenza<br />
uro-fecale e delle stomie. Si è parlato di chirurgia sull’intestino e sull’apparato<br />
urinario, di riabilitazione, di<br />
sistemi di continenza urinaria e fecale<br />
nello stomizzato, di empatia con il<br />
paziente ileo-colo-urostomizzato e di<br />
care-giving. Alcune persone si trovano,<br />
ad un certo punto della vita, ad<br />
affrontare e a dover convivere con un<br />
nuovo profilo corporeo, una “novità”<br />
che può essere o non essere accettata,<br />
e portare all’isolamento dalla sua<br />
vita sociale e professionale. Il modo<br />
di vedere se stessi e il modo di relazionarsi<br />
con gli altri, il modo di<br />
raccontare la patologia e di definire<br />
la nuova immagine corporea, deriva<br />
solo da una forte motivazione interna. Questo aspetto, punto cardine di tutto<br />
il Convegno, è stato presentato e analizzato nella prima parte, dal Dr. Fraccascia<br />
(psicologo), che ha dapprima relazionato sull’approccio psicologico<br />
del paziente stomizzato e ha poi condotto una tavola rotonda che ha appassionato<br />
ed entusiasmato tutti i partecipanti. Il convogliare di professionalità<br />
e testimonianze, ha reso interattivo il Congresso stesso e sviluppato un’idea<br />
comune: ogni individuo ha un modo tutto suo, dettato anche dal carattere,<br />
di affrontare la propria “disabilità”. Si è notato come la comunicazione non<br />
verbale prende il posto delle semplici parole che possono dire tanto ma allo<br />
stesso tempo non dire nulla. Una delle testimonianze attive ha dimostrato<br />
con il suo semplice volto, come una persona può affrontare la malattia, il<br />
nuovo aspetto, imprimendo espressività o impassibilità alle situazioni intorno,<br />
facendosi coinvolgere dai racconti in maniera quasi “studiata”. Altre testimonianze<br />
hanno invece dimostrato come una persona riesce ad affrontare<br />
tutto nella più estrema serenità facendo affiorare una eccesiva forza d’animo<br />
e iperattività. Inoltre è emerso dalle testimonianze, che l’atteggiamento nei<br />
confronti della stomia da parte del care-giver è fondamentale per il paziente<br />
poiché, nella maggior parte dei casi il care-giver non è un professionista<br />
specializzato ma semplicemente un marito, una moglie, un figlio, che devono<br />
prestare non solo un sostegno<br />
economico o fisico, ma soprattutto<br />
emotivo. Assieme alla grande professionalità<br />
dei docenti, l’interattività<br />
che si è avuta durante il Convegno, il<br />
confronto tra chi assiste e l’assistito,<br />
sono stati la chiave giusta per rendere<br />
l’evento unico e inimitabile nelle<br />
emozioni. Le varie tavole rotonde<br />
nelle quale sono intervenuti esperti<br />
e politici, che ci hanno dimostrato<br />
sensibilità per tali problematiche: per<br />
aspetti burocratici e legali, che tanto<br />
e spesso tediano gli stomizzati, confortandoci<br />
per le loro intenzioni nel<br />
supportare lo stomizzato; per aspetti riabilitativi, fondamentali per la ripresa;<br />
per l’aspetto comunicativo che gioca un ruolo necessario nella educazione<br />
del paziente, nella formazione dello stesso e degli operatori e del caregiver:<br />
per le tecnologie all’avanguardia, che fanno sperare in un futuro sempre migliore<br />
per la qualità di vita. Sono una infermiera non ancora stoma terapista,<br />
che da poco si è approcciata a questo mondo e… ne sono rimasta affascinata!<br />
E’ per questo che mi sono posta l’obiettivo di frequentare la Scuola di<br />
Stomaterapia AISTOM quest’anno. Credo che la giusta conclusione sia la<br />
massima di Schopenhauer dedicato allo stomizzato e al caregiver e che<br />
chiude il Convegno: “E’ il destino a dare le carte, ma è l’uomo a giocare la<br />
partita”.<br />
Cinzia Dell’Edera n<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
2 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 3
di<br />
Dott. Cosimo Fraccascia<br />
Psicologo Clinico<br />
PREMESSA<br />
L’evoluzione in campo medico<br />
e la comprensione dei processi<br />
organici relativi alle disfunzioni<br />
sessuali secondarie alle patologie<br />
oncologiche e al trattamento<br />
chirurgico al quale sono sottoposti i pazienti con stomia, hanno contribuito<br />
senz’altro ad una medicalizzazione delle problematiche di tali soggetti.<br />
Pertanto anche le disfunzioni sessuali sono state principalmente inquadrate<br />
e indagate sulla base delle alterazioni di tipo organico. Eppure, nessuno dei<br />
fattori somatici analizzati, hanno permesso di spiegare in maniera esaustiva<br />
l’alta incidenza di disfunzioni sessuali in pazienti stomizzati. Una possibile<br />
spiegazione a questi fenomeni è rintracciabile attraverso una visione che<br />
includa i concetti di immagine corporea e relazione come elementi capaci di<br />
influenzare la sessualità umana.<br />
IMMAGINE CORPOREA E SESSUALITÀ<br />
Il concetto di “immagine corporea” è un argomento diffusamente dibattuto<br />
in ambito scientifico (Graziottin, Castoldi 2000; Kissane et al. 2004); si propone<br />
quale costrutto mentale multifattoriale, interagente, in modo articolato<br />
e dinamico per l’intero percorso evolutivo, con fattori biologici e psicologici<br />
(Graziottin, 2000). L’immagine corporea è sorretta e motivata dalla dimensione<br />
emotiva, sociale, relazionale e sessuale, rivela un processo di acquisizione<br />
su base esperenziale con il coinvolgimento di ogni costrutto della<br />
personalità individuale e collettiva. Dimensioni emotive e corporali danno<br />
vita ad una realtà complessa in cui ogni aspetto assume significato e si<br />
articola in base all’esperienza. L’immagine corporea è “una rappresentazione<br />
dinamica che cambia con il cambiare delle vicissitudini del soggetto. E’ un<br />
continuo processo di creazione e ristrutturazione sulla base delle percezioni<br />
sensoriali (…), delle emozioni, delle relazioni. In tale contesto, il corpo<br />
assume un ruolo predominante nella gestione delle percezioni individuali<br />
rispetto ad esso e nel confronto con l’altro; media il nostro rapporto con<br />
il mondo in quanto veicolo concreto del nostro agire ed apparire. In una<br />
condizione patologica, in particolare in caso di malattia neoplastica, con<br />
conseguente trattamento chirurgico demolitivo, la dimensione corporea assume<br />
una valenza altamente simbolica, in quanto contenitore ed emblema<br />
della sofferenza.<br />
Un corpo dilaniato da ferite concrete e simboliche, diviene il ricettacolo<br />
di insicurezze, paure, di un Io fragile e di una debole autostima. La nuova<br />
condizione impone un doloroso e difficile processo auto-riparativo in cui<br />
sia possibile una graduale riappropriazione del corpo, vissuto come estraneo.<br />
“Una mutilazione reale, dunque, può approdare ad una mutilazione sul<br />
LA STOMIA:<br />
COMPROMISSIONE<br />
DELLA SFERA PSICOLOGICA<br />
E SESSUALE<br />
piano dell’immaginario del corpo, cioè sul piano inconscio (…). Abitare<br />
il proprio corpo visibilmente mutilato impone di gestire, oltre all’alterazione<br />
fisica, la dimensione relazionale turbata dall’intervento della malattia,<br />
in considerazione “dell’inscindibile unità psicosomatica ed esistenziale”<br />
(Iori, 2000). “L’immagine corporea è modulata anche da fattori cognitivi,<br />
affettivi, emotivi, sessuali, estetici e sociali, che interagiscono con quelli<br />
biologici (…). La percezione emotiva del corpo, largamente inconscia, è<br />
il principale fattore della “private body consciousness” (consapevolezza<br />
corporea personale), un concetto psicoanalitico che suggerisce l’esistenza<br />
di un’ulteriore livello di complessità nella strutturazione dell’immagine<br />
corporea” (Graziottin, 2009). La costanza dell’immagine corporea è data<br />
dalla persistenza degli elementi che la sostengono e su cui si basa la sua<br />
strutturazione; quando questi vengono meno, lo schema preesistente vacilla<br />
e necessita di un repentino rimodellamento. Una prognosi che conceda una<br />
speranza di sopravvivenza, rende possibile un certo grado di progettualità<br />
e di compliance nel trattamento anche in presenza di evidenti menomazioni<br />
fisiche. Sulla base di tali considerazioni è utile sottolineare che la malattia<br />
neoplastica ingloba la persona che ne è affetta nella sua totalità oltre a coinvolgere<br />
chiunque ne condivida la quotidianità.<br />
L’esito della crisi relativa alla destrutturazione dell’immagine corporea successiva<br />
ad un intervento chirurgico demolitivo è visibile, soprattutto, nella<br />
vita sessuale della coppia: l’intimità diviene tortura perché costringe ad affrontare<br />
i segni della malattia, impone ad entrambi coniugi di accettare e<br />
gestire questa onerosa “spada di Damocle” che incombe sui loro destini.<br />
Simonelli, Fabrizi e Rossi (2008) descrivono la sessualità come “un fenomeno<br />
molto complesso nel quale convergono molte componenti: la biologia,<br />
gli aspetti intrapsichici e relazionali e le influenze sociali e culturali<br />
che, soprattutto attraverso i ruoli di genere, influenzano molto le varie<br />
espressioni del comportamento sessuale” (CENSIS, 2009). In tale contesto<br />
la malattia interviene assorbendo gran parte dell’immaginario della coppia<br />
influenzando negativamente il flusso dei desideri; il malato, quale elemento<br />
debole, diviene il contenitore ideale delle frustrazioni, paure, sentimenti di<br />
impotenza della coppia smettendo di essere “persona” per ricoprire il triste<br />
ruolo di malato terminale. La consapevolezza di non essere più l’oggetto dei<br />
desideri del proprio compagno promuove, l’adozione massiva di meccanismi<br />
difensivi capaci di sopprimere la libido e di sostenere forti proiezioni<br />
sul compagno; il partner diviene bersaglio dei suoi sentimenti di rifiuto che<br />
inconsapevolmente il malato dirige verso il suo corpo malato e deturpato. Il<br />
desiderio sessuale è, inoltre, minato dalla condizione depressiva che inevitabilmente,<br />
segue la diagnosi oltre che al disequilibrio ormonale connesso<br />
alla patologia. Non è possibile, tuttavia, individuare una connessione diretta<br />
e univoca tra malattia e calo della libido; intervengono infatti, numerose va-<br />
riabili, tra queste, quelle connesse alla dimensione relazionale. Occorre pertanto,<br />
estendere il contesto alle motivazioni, consapevoli o meno, alla struttura<br />
della personalità dello stesso, alla qualità della comunicazione, della<br />
relazione e della vita sessuale nella coppia prima della diagnosi infausta.<br />
Altro aspetto da non trascurare è la tendenza regressiva alla dipendenza, atteggiamento<br />
che costringe alla rinegoziazione dei ruoli e degli equilibri nella<br />
coppia; questa, se consolidata, è in grado di affrontare l’emergenza; il partner<br />
concede un importante rinforzo affettivo, un supporto fondamentale affinché<br />
il malato non si arrenda allo sconforto. Nel privilegiare la componente<br />
affettiva, la dimensione erotica perde di intensità, talora, sino a dissolversi.<br />
Un percorso adattivo alla malattia permette un’integrazione graduale della<br />
nuova condizione nella storia della coppia. Gestite ed elaborate le angosce<br />
relative alla patologia e al trattamento chirurgico, i coniugi si riappropriano<br />
della loro progettualità e sessualità quali dimensioni affettive e creative<br />
necessarie al naturale percorso duale. Gli equilibri trovano una rinnovata<br />
espressione; “quella ottimale è offerta dalla possibilità di riscoperta di altre<br />
modalità di interazione in cui, capovolgendo gli iniziali ruoli, il malato<br />
scopre il piacere di abbandonarsi all’altro, ridimensionando il proprio ruolo,<br />
scoprendo nel proprio compagno la capacità, prima sottovalutata, di reggere<br />
perfettamente bene anche le situazioni difficili” (Baldaro et al, 2002).<br />
Le dimensioni emotive strettamente legate all’identità e alla sessualità, associati<br />
agli “spettri” della malattia e della morte, impongono il peso di vissuti<br />
di perdite e ferite reali o immaginarie oltre a imporre una repentina ristrutturazione<br />
della percezione di sé e della propria sessualità.<br />
“La qualità del nuovo equilibrio psicossessuale che il malato oncologico<br />
deve raggiungere è ovviamente condizionata non solo dall’antica fiducia di<br />
base in se stesso ma da tutta una serie di variabili” (Baldaro, Nappi, 2002):<br />
i fattori psicosociali che contribuiscono ad un miglior adattamento psicosociale<br />
dopo un intervento chirurgico sono il ruolo e il significato attribuito al<br />
corpo nel processo di costruzione dell’identità sessuale; la personalità del<br />
paziente; i valori e i principi interiorizzati; la relazione di coppia; la progettualità;<br />
il supporto di medici, infermieri, partner, familiari e colleghi; il supporto<br />
psicologico; le aspettative e i valori della paziente; il tipo di intervento<br />
chirurgico e il grado di soddisfazione del paziente rispetto all’intervento<br />
chirurgico (Coyne, Anderson, 1999; Halford et al, 2001). In tale contesto,<br />
pertanto, il benessere individuale, diviene prioritario ma non si limita esclusivamente<br />
alla gestione emotiva delle menomazioni fisiche; una condizione<br />
tale deve necessariamente comprendere la dimensione psichica, affettiva e<br />
relazionale. Infatti, “in una malattia multisistemica come il tumore, l’intervento<br />
curativo non può ridursi alla estirpazione delle cellule cancerose, ma<br />
deve considerare l’individuo sia nella sua totalità sia in rapporto al sistema<br />
relazionale e familiare in cui vive” (Casadio, 2004).<br />
Nell’affrontare il tema della sessualità è necessario ricorrere ad un approccio<br />
multidimensionale che consideri il convergere di fattori biologici, culturali,<br />
sociali e psicologici. La malattia neoplastica va ad incidere sia sul piano puramente<br />
fisico che su quello funzionale ed emotivo della sessualità. In base<br />
a tali considerazioni è possibile contestualizzare la realtà sessuale nell’ambito<br />
di un’emozionalità alterata e turbata dal destabilizzarsi dell’immagine<br />
corporea in seguito all’intervento chirurgico; questa, oltre ad essere intimamente<br />
connessa all’identità sessuale e della peculiarità individuale, riconosce<br />
una notevole influenza sulla “funzione” e sulla “relazione” sessuale. “La<br />
sessualità, in questo senso, rende il corpo un tramite per la comunicazione”<br />
in quanto personalizzazione del corpo. “Il corpo individuale viene incluso<br />
nella comunicazione intima a due, in quanto indicatore di specificità e<br />
unicità della persona” (Ibidem). Da queste osservazioni consegue che una<br />
malattia neoplastica possa imporre una notevole influenza sui vissuti relazionali.<br />
La condivisione degli aspetti emozionali quali rabbia, depressione,<br />
angoscia, tipici della patologia oncologica, investono totalmente la sfera<br />
comunicativa riducendo, drasticamente, la dimensione puramente erotica.<br />
In tale contesto, il corpo “deturpato” si pone come una presenza estranea<br />
che inibisce l’intimità della coppia e impone la consapevolezza della sua<br />
fragilità. All’incombere degli spettri della malattia si associano le insicurezze<br />
relative all’immagine corporea alterata oltre che all’inibizione nel contatto<br />
col partner e ai timori del compagno stesso (Holmberg et al, 2001; Rabinowitz,<br />
2002; Kornblith, Ligibel, 2003). Ogni aspetto coinvolto nell’intimità<br />
di coppia, subisce un duro attacco e le ferite narcisistiche sono esasperate<br />
dalle svariate evidenti conseguenze fisiche dell’intervento e del trattamento<br />
post-operatorio. La qualità della relazione influenza notevolmente la reazione<br />
alla malattia; nello specifico, il grado di intimità e reciprocità sono<br />
sostenute dalle risorse endogene alla coppia. Quando queste sono destinate,<br />
in maniera prioritaria, alla gestione dei vissuti emotivi conseguenti alla<br />
malattia, si assiste ad una graduale inibizione della dimensione sessuale.<br />
STOMIE E SESSUALITA’: ALCUNE RICERCHE<br />
Negli ultimi anni sono stati svolti diversi studi sulla qualità di vita in pazienti<br />
con carcinoma al colon retto, confrontando campioni di soggetti con e senza<br />
stomia. Spangers e coll. Hanno svolto una ricerca in cui sono stati rivisti<br />
17 studi sulla qualità di vita di pazienti con e senza sfintere. Le conclusioni<br />
riportate rilevano che nei pazienti stomizzati, a livello fisico, sono presenti<br />
problemi di meteorismo e urinari; a livello psicologico sono avvertiti soprattutto<br />
disagi legati a bassa autostima, alterazione dell’immagine corporea e<br />
stati di ansia più elevata nei soggetti più giovani. Problemi di costipazione<br />
e di trattenimento delle feci sono più diffusi nei pazienti non stomizzati. In<br />
entrambi i casi emergono fattori di disadattamento con conseguenze relazionali<br />
e sociali che portano ad un alto livello di stress. Le condizioni<br />
descritte portano l’individuo all’isolamento e suggeriscono la necessità di<br />
una azione psicologica preventiva a contenimento di queste conseguenze<br />
negative. Un’altra importante area che può essere compromessa è quella<br />
relativa al funzionamento sessuale sia negli uomini che nelle donne, soprattutto<br />
nei pazienti con stomia dove predomina la paura del rifiuto e della non<br />
accettazione del partner. L’evitamento dell’attività sessuale può derivare da<br />
marcate difficoltà con l’immagine corporea, in particolare se il trattamento<br />
effettuato ha causato cambiamenti fisici visibili e permanenti, come nel caso<br />
delle stomie. Il paziente può evitare situazioni di intimità con il partner per<br />
paura di suscitare in lui la stessa reazione di repulsione che egli stesso<br />
prova nei confronti del proprio corpo cambiato. Il rapporto con l’immagine<br />
del proprio corpo viene bruscamente modificato e di conseguenza i rapporti<br />
interpersonali. La gestione della stomia implica un processo di adattamento<br />
ad una realtà dove sono notevoli le difficoltà: dagli aspetti pratici relativi al<br />
maneggiamento della stomia (irrigazione, cambiamento del sacchetto, trovare<br />
la collocazione adeguata, perdita del sacchetto) agli aspetti relazionali e<br />
psicologici come la depressione legata a importanti vissuti di perdita.<br />
Pugliese e coll. In uno studio retrospettivo su 22 pazienti sottoposti a intervento<br />
chirurgico per cancro del retto, con una media di follow-up di 46<br />
mesi, hanno evidenziato la presenza di un disturbo sessuale a carico della<br />
frequenza dei rapporti nel 90% dei casi; nell’ 81% degli uomini a carico<br />
dell’erezione e dell’eiaculazione, nell’80% delle donne a carico del piacere e<br />
del desiderio e nel 50% della dispareunia. Il carcinoma della vescica che in<br />
fase avanzata viene trattato chirurgicamente con cistectomia radicale, comporta<br />
fra i vari effetti collaterali disfunzioni sessuali. Nell’uomo sono spesso<br />
presenti disfunzioni erettili dovute alla resezione delle fibre nervose responsabili<br />
di questa funzione e una perdita della possibilità di eiaculazione a<br />
seguito dell’escissione della prostata al momento dell’intervento chirurgico.<br />
Nelle donne la cistectomia provoca un accorciamento della vagina, cicatrici,<br />
perdita della sensibilità che influenzano negativamente la fase eccitatoria.<br />
Inoltre, nei casi in cui le ovaie sono rimosse durante l’intervento, si ha una<br />
menopausa precoce che può portare alla riduzione della lubrificazione vaginale<br />
e del desiderio sessuale.<br />
Nell’uomo e nella donna l’urostomia causa importanti difficoltà a livello di<br />
immagine corporea, dati i problemi connessi agli odori legati alle perdite<br />
che contribuiscono in modo rilevante alla riduzione dei rapporti sessuali.<br />
Nel carcinoma del colon con conseguente linfoadenectomia, è presente una<br />
lesione del sistema nervoso parasimpatico all’origine di disfunzioni erettili<br />
e del sistema simpatico che causa una eiaculazione retrograda o una diminuzione<br />
dell’eiaculazione.<br />
Anche in questo gruppo di pazienti, la stomia comporta sostanziali modifiche<br />
dell’immagine corporea, problemi riguardanti l’igiene, paure relative<br />
alla percezione di cattivi odori e incontinenza. Disturbi depressivi, rabbia,<br />
timore di essere rifiutati sono vissuti emotivi comuni e contribuiscono ad<br />
evitare relazioni sessuali.<br />
Dott. Cosimo Fraccascia n<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
4 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 5
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6 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
Leggere attentamente le avvertenze<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 7<br />
®/ sono marchi di fabbrica di ConvaTec Inc. ©2011 ConvaTec<br />
o le istruzioni per l'uso<br />
®/ sono marchi di fabbrica di ConvaTec Inc. ©2012 ConvaTec
IL MONDO<br />
DELLO STOMIZZATO<br />
una “sberla” che ci ha svegliate dal torpore<br />
IL MONDO DELLA STOMIA<br />
E LA SANITÀ PRIVATA<br />
di<br />
Nicola Palmiero<br />
Caposala 3° Chirurgia<br />
generale e Centro Stomizzati<br />
Ospedale Cardarelli - Napoli<br />
La promozione della salute, come<br />
strategia, caratterizza complessivamente<br />
il servizio sanitario<br />
nazionale. Obiettivo prioritario<br />
della programmazione sanitaria<br />
è migliorare la salute ed il benessere<br />
dei cittadini tramite la attuazione ed il consolidamento di sistemi<br />
organizzativi efficienti e sostenibili.<br />
Il piano sanitario regionale 2005-2007 conferma l’universalità del servizio<br />
sanitario campano ed offre ai cittadini specifici percorsi assistenziali e la relativa<br />
gamma di prestazioni. Intende inoltre promuovere, nella popolazione<br />
e negli operatori sanitari, la cultura della appropriatezza e dell’adeguatezza<br />
di quanto erogato, al fine di dare accesso, nel più breve tempo possibile, a<br />
prestazioni di buona qualità a chi ne ha bisogno , anche attraverso l’aiuto<br />
delle associazioni dei pazienti.<br />
E’ proprio in quest’ottica che vuole inserirsi il corso base per Infermieri<br />
organizzato dall’AISTOM Campania dal titolo “assistenza alla persona stomizzata”<br />
tenutosi presso la struttura sanitaria “Pineta Grande” di Castelvolturno<br />
( CE ) il 6 e 7 Ottobre 2011 coordinato dal dott. Alessandro Borrelli<br />
e supportato dalla segreteria scientifica curata dai dott.ri Ciro De Rosa e<br />
Nicola Palmiero , membri dell’<strong>Aistom</strong> oltre che docenti e dai Tutor e relatrice<br />
Mariarosaria D’Ippolito e Dott.ssa Maria Minischetti.<br />
La tematica trattata è risultata essere di grande interesse vista la partecipazione<br />
numerosa e il grande interesse dimostrato verso tali problematiche<br />
da parte dell’uditorio, impegnato anche in un confronto reale con pazienti<br />
presenti in aula che hanno fanno calare in essa un clima di tenera e sostanziale<br />
solidarietà verso chi vive una realtà meno fortunata. Ciò è stato<br />
ribadito anche dal Manager del presidio ospitante , Dott. Vincenzo Schiavone<br />
e dal Direttore Sanitario dello stesso Dott. Francesco Guardascione , i<br />
quali hanno voluto sottolineare ,attraverso l’accoglienza riservata all’evento,<br />
la necessita di una partnership necessaria tra pubblico, privato e mondo<br />
delle associazioni che serva a donare una migliore risposta assistenziale ai<br />
problemi di salute del territorio.<br />
A testimoniare ciò non ha fatto mancare il suo grande contributo professionale<br />
il responsabile della UOC di Chirurgia generale d’urgenza e del<br />
metabolismo della struttura stessa , Dott. Cristiano Giardiello che ha cosi<br />
sottolineato : “Il perseguimento dell’appropriatezza in tutti i livelli di assistenza<br />
rappresenta una priorità della sanità e si realizza concordando le<br />
scelte con gli operatori e tenendo in considerazione i contributi apportati<br />
dagli altri attori coinvolti nel processo di erogazione di “prestazioni per la<br />
salute”, in primo luogo i cittadini e le loro associazioni, che di tali prestazioni<br />
sono i fruitori.<br />
L’AISTOM si dirige sicuramente nel senso di marcia giusto, poichè<br />
la salute è una grande risorsa da valorizzare e sulla quale investire nel<br />
presente e nel futuro, è importante operare secondo una logica di rete, al<br />
fine di potenziare le azioni sul territorio e di raccordarle a livello regionale<br />
e di area vasta.<br />
In questo scenario di riferimento si collocano le azioni regionali per l’organizzazione<br />
dell’assistenza ai cittadini portatori di stomia. La Giunta Regionale<br />
ha individuato il percorso assistenziale per la persona stomizzata ed<br />
ha dato direttive a ciascuna Azienda Sanitaria Locale per la attivazione dello<br />
stesso, coinvolgendo le direzioni sanitarie aziendali, i medici specialisti, gli<br />
infermieri, gli psicologi, il personale di assistenza sociale, oltre alle associazioni<br />
degli utenti.<br />
Caro cittadino stomizzato , abituati subito a gestire il tuo nuovo status ed a<br />
prenderne cura personalmente fino dall’inizio; non piangerti addosso, non<br />
isolarti, non farti commiserare,non sei diverso dagli altri.<br />
Prendi contatto subito con il centro di assistenza più vicino, dove del personale<br />
specializzato ti insegnerà ad essere indipendente.<br />
Frequenta l’associazione, dove persone come te potranno dimostrarti che<br />
non è come credi e ti sarà d’aiuto per reinserirti ed apprezzare la vita per<br />
viverla con più entusiasmo.<br />
PS: affido queste mie riflessioni alle cure della cara amica e collega<br />
Maria De Pasquale, nella speranza che esse possano rappresentare<br />
un utile contributo alla campagna di informazione sanitaria che<br />
l’associazione da sempre porta avanti.<br />
Con affetto.<br />
Nicola Palmiero n<br />
di<br />
Vincenza Burtaccio<br />
Caposala Rep. Chirurgia<br />
Osp S. Carlo di Potenza<br />
Prendersi cura di una stomia è<br />
semplice, lo abbiamo sempre<br />
fatto in corsia, fai il tuo giro,<br />
cambi la placca se si è staccata<br />
o ti limiti a cambiare la sacca se<br />
è piena. Placca, sacca una vale<br />
l’altra, queste le convinzioni che molti di noi sostenevano. Il disegno preoperatorio<br />
Un’altra incombenza dell’infermiere, lo può fare il chirurgo, il<br />
chirurgo in urgenza, ma ha ben altro da fare. Scoprire il mondo del paziente<br />
stomizzato è stato frustrante. Dietro una stomia c’è un essere umano con un<br />
mondo nuovo e un nuovo concetto di “immagine corporea”, che si ritrova<br />
ad abitare il proprio corpo mutilato. Pianificare il lavoro tenendo presente<br />
che bisognerà insegnare al paziente a gestire la stomia, avviarlo alle pratiche<br />
riabilitative, sostenerlo con consulenze dietologiche, psicologiche e<br />
burocratiche. Conquistare la fiducia del paziente in tutte le fasi che partono<br />
dalla fase pre-operatoria. Il colloquio diretto è il mezzo più spontaneo e<br />
migliore per entrare in rapporto con il paziente e solo cosi si potranno<br />
diversificare e personalizzare i protocolli riabilitativi e di gestione stomale.<br />
Grazie per averci dato una bella “sberla” con il Corso regionale di formazione<br />
di base per Infermieri nella assistenza alla persona<br />
con stomia e/o incontinenza uro-fecale <strong>Aistom</strong>, al quale abbiamo<br />
partecipato a Bari nel marzo scorso . Ci ha fatto svegliare da un torpore<br />
e una sonnolenza causata dalla poca formazione e attenzione a riguardo.<br />
Grazie alla Dott.ssa De Pasquale Maria, coordinatrice del corso teoricopratico<br />
di base, modello da seguire non solo per la sua professionalità ma<br />
per l’energia e la carica emotiva che ci ha trasmesso nei giorni del corso<br />
formativo.<br />
Grazie a Nicola che ci ha consigliato di partecipare a questo corso, organizzato<br />
dall’associazione AISTOM.<br />
Ascoltare la lezione del presidente dell’AISTOM di Bari,il signor Diomede<br />
Francesco e scoprire che si è tanto battuto per i diritti dello stomizzato, è<br />
stato un onore: un uomo che ha affrontato ed è pronto ad affrontare mille<br />
battaglie per difendere tutti i diritti del paziente, da quelli religiosi a quelli<br />
spirituali, dalla tutela della privacy alla tutela del posto di lavoro.<br />
Grazie alla Dott. ssa Magda Strippoli e alla sua lezione sulle complicanze<br />
stomali, sulla dieta ed alimentazione del paziente con ileo e colonstomia.<br />
Un grazie energico alla Coordinatrice Infermieristica Rosa Lagreca, che con<br />
il suo “caratterino” ci ha parlato della riabilitazione delle stomie urinarie.<br />
Grazie al Dott. Massimiliano Castellano (chirurgo).<br />
Un grazie particolare al Dott. Cosimo Fraccascia, psicologo clinico, che ci<br />
ha fatto riflettere non poco sulla destrutturazione dell’immagine corporea<br />
successiva ad un intervento chirurgico demolitivo con cui una persona<br />
affetta da una malattia neoplastica si confronta ogni giorno. Tutto questo<br />
si ripercuote sulla vita di coppia e relazionale con influenze sociali e culturali.<br />
Durante il role-playing è emerso quanto sia fondamentale il supporto<br />
psicologico e psicosessuale, visto che i pazienti che ricevono un adeguato<br />
counselling o una psicoterapia accettano molto meglio e con migliori risultati,<br />
le terapie mediche e chirurgiche.<br />
Grazie all’infermiere E.T. Nicola Veronico, e alla sua lezione sull’importanza<br />
di un centro di riabilitazione per dare la possibilità a tutti i pazienti<br />
di essere seguiti dopo la dimissione. Questi ambulatori fornirebbero<br />
assistenza sanitaria,riabilitazione psicologica e psicofisica,assistenza<br />
protesica,consulenze burocratiche e legislative. Un grazie a tutta la segreteria<br />
AISTOM di Bari. Affettuosamente vorremmo ringraziere tutti i pazienti<br />
che hanno partecipato ai nostri incontri e hanno raccontato con tanta<br />
serenità,forza e voglia di ricominciare, ma nello stesso tempo con tanta<br />
sofferenza le loro struggenti storie.<br />
Al termine del corso ci siamo ritrovate cariche e piene di voglia di mettere<br />
in pratica tutto quello che ci è stato insegnato ma soprattutto voglia di dare<br />
continuità a ciò che facciamo in reparto,coinvolgendo tutto il personale<br />
della chirurgia d’urgenza dell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza.<br />
Ancora grazie e arrivederci.<br />
Dr.ssa Vincenza Burtaccio n<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
8 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 9
IL NEONATO PREMATURo<br />
GESTIONE DELLA STOMIA E DELLA SUA FRAGILE CUTE<br />
di<br />
Michela Di Giuseppe Attualmente in Italia circa il 9%<br />
Infermiera Neonatologia<br />
delle gravidanze si conclude<br />
pretermine e grazie al perfezionamento<br />
della Terapia Intensiva<br />
Policlinico di Modena<br />
Neonatale è possibile garantire<br />
la sopravvivenza di molti neonati<br />
in situazioni premature e patologiche. Si definiscono pretermine i nati prima<br />
della 37° settimana di gestazione e in base al peso alla nascita si distinguono<br />
in neonati di basso peso (LBW 1500-2499 gr), neonati di peso molto basso<br />
(VLBW 1000-1499 gr), neonati di peso estremamente basso (ELBW 500-999<br />
gr). Le cause di queste nascite sono molteplici e non sempre facilmente identificabili<br />
e molte sono le difficoltà che questi bambini devono affrontare per<br />
adattarsi all’ambiente extrauterino, disponendo di sistemi non ancora maturi.<br />
All’interno di un quadro clinico decisamente importante sono molte le patologie<br />
che possono colpire l’apparato gastroenterico del bambino come la malformazione<br />
ano-rettale, il Morbo di Hirschsprung, l’ileo da meconio, l’atresia<br />
intestinale, malrotazione e volvolo, l’enterocolite necrotizzante. La diagnosi di<br />
patologia con indicazione al confezionamento viene posta solitamente al momento<br />
della prima visita generale del neonato e la derivazione costituisce in<br />
genere un’urgenza da affrontare nelle prime 24-48h dopo il parto. Nel bambino<br />
come nell’adulto una stomia può essere confezionata in un tratto qualsiasi del<br />
tubo digerente a seconda della patologia e delle condizioni anatomo cliniche,<br />
considerando che stiamo parlando di addomi di dimensioni sicuramente molto<br />
piccole. Anche quì possono essere temporanee o definitive a seconda che<br />
sia possibile una successiva ricanalizzazione, ma fortunatamente nel bambino<br />
quelle definitive sono molto rare. Una differenza sostanziale con l’adulto dal<br />
punto di vista chirurgico è che spesso possiamo trovare delle ileostomie a<br />
doppia canna separate e lontane fra loro e che man mano che il bambino cresce<br />
e le dimensioni dell’addome cambiano tendono ad allontanarsi sempre di più<br />
fra di loro comportando di conseguenza difficoltà nell’apparecchiare la stomia.<br />
In Italia ogni anno vengono confezionate circa 20.000 stomie in pazienti di<br />
età inferiore ai 18 anni, tuttavia l’aspetto assistenziale rimane sottovalutato e<br />
ancora poco trattato in letteratura. La gestione della stomia sul neonato si basa<br />
fondamentalmente sui principi conosciuti e già applicati sull’adulto ma con<br />
particolare attenzione al sottosviluppo degli organi e dei vari apparati. Prima<br />
dell’intervento un momento importante è rappresentato dalla scelta del punto<br />
di abboccamento della stomia che è essenziale ma non sempre perseguibile<br />
proprio per l’urgenza degli interventi e delle dimensioni dell’addome. Ad ogni<br />
modo per evitare le complicanze infettive da malposizionamento bisognerebbe<br />
posizionare lo stoma lontano da rilievi ossei, dall’inguine, dal cordone ombellicale<br />
e dalla ferita laparotomica. Nell’immediato postoperatorio, si raccomanda<br />
di posizionare quando possibile, un sistema a due pezzi con sacca trasparente<br />
a fondo aperto in modo da evitare la rimozione precoce del dispositivo, per<br />
poter valutare aspetto, colore e dimensione dello stoma e controllare la ripresa<br />
della funzionalità intestinale. Nel postoperatorio tardivo è invece importante la<br />
scelta idonea del presidio che si adatti il più possibile alle esigenze del piccolo<br />
paziente, con una placca maneggevole, sottile, flessibile e che garantisca una<br />
protezione totale della cute. Purtroppo nonostante oggi le aziende produttrici<br />
di materiale per stomie offrano diverse soluzioni, è spesso l’infermiere e lo<br />
stomaterapista che con creatività adatta il materiale nel miglior modo possibile.<br />
Film protettivi e salviette rimuovi adesivo a base alcolica non dovrebbero<br />
essere utilizzate per limitare gli effetti collaterali sistemici da assorbimento di<br />
alcool nel sangue, così come le placche di karaya potrebbero irritare a contatto<br />
con l’umidità della cute. Per quanto riguarda la detersione dello stoma, non<br />
vi sono indicazioni che suggeriscono l’utilizzo di acqua fisiologica piuttosto<br />
che acqua potabile, nè evidenze che ne dimostrano l’efficacia terapeutica su<br />
lesioni peristomali. Le complicanze a cui il bambino può andare incontro sono<br />
fondamentalmente le stesse che nell’adulto. Spesso può comparire disidratazione,<br />
valutabile dalla secchezza della cute e dal numero di cambi del pannolino,<br />
pertanto particolare attenzione è rivolta all’spetto nutrizionale, al tipo di<br />
latte usato, alla nutrizione parenterale e nel bambino un pò più grande si possono<br />
utilizzare anche soluzioni elettrolitiche per bocca. Inoltre questi pazienti<br />
non possiedono una muscolatura ben sviluppata tale da sostenere lo stoma e<br />
soprattutto durante il pianto l’intestino può fuoriuscire dall’apertura fasciale,<br />
provocando prolasso ed ernia. La dermatite peristomale è poi la complicanza<br />
più frequente nei bambini e può essere causata dagli affluenti non drenati<br />
correttamente ma anche da errate manovre igieniche e ripetute sostituzioni del<br />
presidio. Un bambino prematuro infatti presenta una minor coesione fra derma<br />
ed epidermide, ed uno strato corneo di minor spessore, pertanto l’azione da<br />
strappo può essere tale da provocare lesioni cutanee anche molto profonde.<br />
Il mantenimento dell’integrità cutanea è stato definito come una priorità della<br />
ricerca infermieristica ed un indicatore di qualità dell’assistenza. Anche in ambito<br />
pediatrico il fenomeno assume una particolare rilevanza. Le lesioni cutanee<br />
non costituiscono un evento infrequente, bensì un evento sottostimato che deve<br />
essere ancora indagato a fondo con l’istituzione di registri, protocolli di skin<br />
care e classificazione del rischio e dello stadio, sempre più mirati alle diverse<br />
età dello sviluppo. La terapia medica più recente, consiste nell’utilizzo delle<br />
medicazioni “avanzate” che permettono una riparazione delicata dei tessuti in<br />
ambiente umido e non secco scelti in base al tipo di lesione (necrotica, fibrinosa,<br />
infetta, granuleggiante, riepitelizzante). L’ambiente umido rende più rapida<br />
la formazione di nuovi capillari, attiva velocemente la migrazione dei fibroblasti<br />
e la posizione di collagene, migliorando la rigenerazione cellullare. Inoltre consentono<br />
una gestione ottimale dell’essudato. La delicatezza d’azione di queste<br />
terapie, evitando prodotti alcolici, a base di iodio, di mercurio, di acqua ossigenata,<br />
consente in molti casi una guarigione di lesioni senza complicanze infettive<br />
secondarie. L’obiettivo dell’assistenza infermieristica diventa quindi quello<br />
di prendersi cura del bambino e di mettere la famiglia nelle miglior condizioni<br />
possibili per rispondere alle esigenze del piccolo, considerando che stiamo<br />
parlando di un soggetto in crescita e in pieno sviluppo evolutivo. Sono stati<br />
dimostrati infatti deficit neurologici, cognitivi, mnemonici, e disordini comportamentali<br />
nei neonati pretermine sottoposti a ripetute ed intense manovre<br />
dolorose. Pertanto è doveroso adattare l’assistenza infermieristica all’obiettivo<br />
di ridurre le esperienze dolorose del neonato, come presupposto per garantire<br />
non solo la sopravvivenza, ma anche il suo benessere. Il processo assistenziale<br />
del bambino stomizzato risulta quindi un campo in piena fase evolutiva, che<br />
può e deve migliorare giorno per giorno.<br />
Michela Di Giuseppe n<br />
AVVISO<br />
Mercoledì 4 aprile 2012 il Sub-Commissario alla Salute della Regione<br />
Lazio designato dal Ministero della Salute, il Prof. Giuseppe<br />
Spata ha riconvocato in audizione i rappresentati delle Associazioni<br />
pazienti.<br />
L’A.I.STOM. (Associazione Italiana Stomizzati) e la FINCO<br />
(Federazione Italiana Incontinenti) erano rappresentate dal Cav.<br />
Francesco Diomede, per l’AIMAR (Associazione Italiana Malformazioni<br />
Ano-Rettali) c’era l’Avv. Loredana Rasile, per la Faip (Federazione<br />
delle Associazioni Italiane Para-Tetraplegici - una Federazione che<br />
vanta l’adesione di 24 associazioni) era rappresentata dall’Avv. Vincenzo<br />
Falabella, l’<strong>Aistom</strong>/ALSI Lazio era rappresentata dalla Sig.ra Anna Maria<br />
Cannizzaro e dal Sig. Armando Bonato.<br />
In sintesi abbiamo riesposto le nostre problematiche e consegnato documenti<br />
sulle richieste economiche rivolte ai pazienti da parte di alcune sanitarie<br />
laziali. Il prof. Spata ha preso atto delle rimostranze ed ha inserito nella<br />
Commissione regionale protesica due nostri rappresentanti (Faip e <strong>Aistom</strong><br />
- anche per Aimar), impegnandosi a convocare quanto prima le parti per<br />
chiarire le posizioni e rivedere i prezzi stabiliti dal Nomenclatore Regionale<br />
varato in regione grazie con l’accordo sottoscritto con alcune sanitarie<br />
laziali, che in maniera molto “superficiale” avevano abbassato del 22% i<br />
prezzi di rimborso regionali, già inflazionati in 13 anni (Decreto Ministeriale<br />
332/99) e col cambio valuta dalla lira all’euro. Tutto ciò ovviamente ha<br />
procurato pesanti conseguenze e costi indiretti alle persone incontinenti,<br />
stomizzate e famiglie, oltre ai tentativi di consegnare di merce di scarsa<br />
qualità e poco “gradita”. <br />
In sede di riunione abbiamo più volte ribadito che ove mai giungessero<br />
alle Associazioni segnalazioni di richiesta danaro, “cambio prodotti con<br />
prodotti scadenti ed a basso costo” sarà nostra premura segnalare inadempienze,<br />
ma ora tutti auspichiamo che dalle parole si passi ai fatti.<br />
Concludendo, invitiamo gli Operatori dei numeri Verdi Aziendali e le Associazioni<br />
pazienti a monitorare le situazioni segnalando eventuali “furbizie”<br />
sulla libera scelta e qualità dei prodotti. Da parte nostra (080.5093389)<br />
provvederemo a girare le lamentele alla FederLazio (06/54912348) e alla<br />
regione.<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
10 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 11
ASSISTENZA AL PAZIENTE PORTATORE DI<br />
URETERO-ILEO-CUTANEO-STOMIA:<br />
LESIONI CUTANEE PERISTOMALI<br />
MEDICAZIONI AVANZATE E TERAPIA A PRESSIONE TOPICA<br />
NEGATIVA (PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO)<br />
IL RUOLO DELLO<br />
STOMATERAPISTA<br />
di<br />
Monica Colarusso<br />
Infermiera presso U.O.<br />
Urologia Ospedale<br />
Ramazzini Carpi (MO)<br />
Si parla di URETERO-ILEO-<br />
CUTANEO-STOMIA (UICS)<br />
quando, in seguito alla diagnosi<br />
di neoplasia vescicale<br />
infiltrante (quindi la massa<br />
tumorale supera la parete<br />
della vescica infiltrandone la muscolatura), il chirurgo, messo al<br />
corrente il paziente, decide di procedere con l’asportazione totale<br />
della vescica abboccando i due ureteri ad un tratto di intestino tenue<br />
(ileo), che a sua volta viene abboccato alla cute addominale,<br />
confezionando così la stomia.<br />
La necessità di adattamento fisico, psicologico e sociale delle persone<br />
che devono subire un intervento di UICS, esige un piano d’assistenza<br />
individuale che coinvolge tutta l’equipe assistenziale ed è<br />
attuato per e con il paziente e i suoi famigliari. Il primo contatto con<br />
l’infermiere stomaterapista ha come obiettivo il raggiungimento di<br />
un rapporto di fiducia che permetta di diminuire ansie e paure del<br />
paziente; in seguito si procede con la preparazione fisica e, cosa<br />
molto importante, si esegue il disegno pre-operatorio che consente<br />
di individuare il sito idoneo per il confezionamento della futura stomia,<br />
in modo da ridurre tutte le complicanze post operatorie da mal<br />
posizionamento. A distanza di pochi giorni dall’intervento, lo stomaterapista<br />
insegna al paziente e ai suoi famigliari lo Stoma-care,<br />
cioè la gestione completa della stomia: apparecchiatura, igiene,<br />
prevenzione e controllo di eventuali complicanze. Inizialmente sarà<br />
l’infermiere ad effettuare i cambi dei presidi ma nei giorni successivi,<br />
dovrà essere il paziente stesso ad eseguire tale procedura<br />
sotto controllo dello stomaterapista fino al raggiungimento della<br />
piena autonomia.<br />
Stomaterapista e paziente decideranno insieme quale presidio sia<br />
il più adatto e lo faranno in base alla conformazione somatica del<br />
paziente, alle caratteristiche dell’addome e dello stoma, alla tollerabilità<br />
dei materiali che lo compongono, alla forma e alle preferenze<br />
del paziente stesso.<br />
Le complicanze post-operatorie possono insorgere nell’immediato<br />
o presentarsi nel tempo e i maggiori problemi che si riscontrano<br />
in un intervento di UICS legati ad una errata gestione della stomia<br />
solitamente sono riconducibili ad una scarsa carenza igienica, ad<br />
urine lasciate a contatto con la cute troppo a lungo, ad eccessivo<br />
strofinio nelle fasi di pulizia, a sostituzioni troppo frequenti della<br />
sacca di raccolta e a comparsa di infezioni localizzate e non.<br />
Lo stomaterapista deve anche suggerire alcune buone regole per<br />
garantire una buona funzionalità renale, per ridurre gli odori e l’acidità<br />
dell’urina, come introdurre 2 litri d’acqua al giorno ,mangiare<br />
molta frutta e verdura ricca di vitamina C, bere due bicchieri al giorno<br />
di succo concentrato di mirtillo che aiuta a ridurre la comparsa<br />
di infezioni e muco, evitare cibi speziati, asparagi, cipolle, aglio e<br />
cavoli che aumentano l’acidità delle urine e provocano odori sgradevoli.<br />
La figura dell’infermiere enterostomista, gioca un ruolo fondamentale<br />
nella cura e nella riabilitazione del paziente urostomizzato. Il<br />
paziente vede nello stomaterapista la figura a cui rivolgersi per ricevere<br />
aiuto, per chiarire dubbi riguardo la sua “nuova” situazione.<br />
Credo fermamente nell’importanza della comunicazione perché,<br />
concluso l’atto chirurgico, tutto il trattamento che ne consegue è di<br />
tipo comunicativo. La riabilitazione stessa si basa sulla comunicazione<br />
poiché permette di trasmettere sicurezza, fiducia in se stessi,<br />
di vincere i pregiudizi e di ottenere i propri diritti.<br />
Quindi l’enterostomista deve essere visto come educatore, sperimentatore,<br />
consulente e la speranza è che le strutture sanitarie<br />
gli diano lo spazio dovuto affinché possa operare pienamente ed<br />
efficacemente, senza vincoli e senza fretta, dato che il dispendio di<br />
tempo non dipende solo dalle capacità tecnico-relazionali dell’enterostomista,<br />
ma anche dalla recettività del paziente.<br />
Monica Colarusso n<br />
di<br />
Elisa Ferrari<br />
Infermiera presso U. O. di<br />
Chirurgia dell’Ospedale<br />
di Mirandola (MO)<br />
La gestione delle lesioni peristomali<br />
occupa uno spazio rilevante<br />
nell’attuazione dello stoma-care,<br />
cioè quella serie di interventi che<br />
consentono di ottenere una corretta<br />
pulizia ed apparecchiatura<br />
della stomia per la prevenzione delle complicanze cutanee e stomali, e per<br />
la sua significativa incisività sulla qualità di vita della persona. La cura e la<br />
riabilitazione del paziente stomizzato fanno parte di un percorso che prevede<br />
un importante lavoro di equipe, dove per lavorare bene occorre condividere<br />
concetti chiari di pianificazione assistenziale. Tra gli attori protagonisti<br />
dello stoma-care c’è l’infermiere esperto (lo stomaterapista), colui al quale<br />
è affidato l’importante impatto con il paziente candidato al confezionamento<br />
di una stomia e la sua famiglia (care-giver), fin dalle fasi pre – operatorie.<br />
Il caso clinico a cui si fa menzione, riguarda una Signora di 76 anni, sottoposta<br />
ad intervento chirurgico di colostomia definitiva per resezione colica<br />
per via addomino – perineale secondo Miles. Il decorso post-operatorio fu<br />
caratterizzato dalla comparsa, in III giornata, di un evento ischemico peristomale<br />
che rendeva necessario il riconfezionamento della stomia stessa<br />
e, la successiva ripresa della canalizzazione, fu causa di una grave lesione<br />
peristomale, a tal punto che non era possibile applicare l’intero presidio<br />
(placca e sacchetto) alla stomia. La scala di SACS, utilizzata per la classificazione<br />
della lesione, ha permesso una identificazione chiara e univoca<br />
dello stato della lesione e, la conoscenza dettagliata delle varie tipologie di<br />
lesioni cutanee peristomali, dei principi di riparazione tissutale, una corretta<br />
preparazione del letto della ferita nonché della corretta gestione delle<br />
medicazione avanzate, hanno rappresentato i cardini principali di questo<br />
approccio terapeutico. Il nostro intervento iniziale è stato l’ausilio di medicazioni<br />
avanzate dopo debridement autolitico e chirurgico per rimuovere le<br />
porzioni ischemiche e fondamentale è stato l’evitare un eventuale inquinamento<br />
del campo attraverso la gestione delle evacuazioni con irrigazioni a<br />
giorni alterni e una dieta controllata. Ciò nonostante, alla luce dell’aggravarsi<br />
dello stato della lesione (SACS L4 TII TIII TIV) dovuto all’inesorabile<br />
processo infettivo che interessava anche la ferita laparotomica, si decideva<br />
di sospendere l’applicazione di “medicazioni avanzate”, optando per il posizionamento<br />
di una medicazione a pressione topica negativa. Per garantire<br />
l’efficacia della TNP e la sua permanenza in situ per almeno 48 ore diventa<br />
fondamentale l’irrigazione a giorni alterni in coincidenza con il cambio della<br />
medicazione. Dopo circa un mese, la lesione peristomale iniziò a mostrare<br />
tutti i segni clinici di miglioramento; la qual cosa poneva indicazione alla<br />
successiva dimissione protetta, resa possibile grazie anche all’integrazione<br />
Ospedale - Territorio, nell’ottica di garantire alla paziente tutta l’assistenza<br />
necessaria per l’esecuzione di irrigazioni, controllo della TNP e lo skilling<br />
terapeutico del care-giver di riferimento. La signora è stata fin da subito<br />
inserita in follow - up settimanale, sia per quanto concerneva l’assetto<br />
terapeutico prettamente farmacologico, sia dello stato della stomia, presso<br />
il nostro reparto. A distanza di 5 mesi dall’intervento chirurgico la lesione<br />
subiva un downstaging secondo la scala di valutazione SACS (da L4 a L2<br />
TIII TIV) con conseguente sospensione della terapia a pressione topica negativa<br />
consentendo, in tal modo, la re-adozione di “medicazioni avanzate”<br />
e, per la prima volta, l’applicazione del completo presidio alla stomia. Il<br />
raggiungimento di un obiettivo, come nel caso della soluzione ad un problema<br />
medico del calibro di questa trattazione, impone la pianificazione di<br />
interventi mirati, di scelte operative appropriate, contando su una preparazione<br />
scientifica idonea. Ciò nonostante, spesso, ci troviamo di fronte a<br />
situazioni che mettono a repentaglio l’ottima riuscita del piano terapeutico,<br />
costituendo una ulteriore sfida verso l’assistenza e la guarigione di una persona.<br />
E’ importante, quindi, che diventi sempre più comune per il personale<br />
infermieristico, il perseguire novità in campo medico, partecipando a corsi<br />
di aggiornamento, convegni e congressi, tali da garantire la progressione<br />
della scienza.<br />
Elisa Ferrari<br />
Elisa Ferrari n<br />
Infermiera presso l’unità operativa di Chirurgia dell’Ospedale<br />
di Mirandola (MO).<br />
Ha frequentato nel 2001 il corso post-base in “Assistenza<br />
Infermieristica all’utente con dolore e Cure Palliative”. Nel<br />
2005 ha conseguito la laurea di I livello in infermieristica.<br />
Nel 2011 ha partecipato al corso organizzato dall’A.I.STOM<br />
conseguendo il Certificato di Competenza in stomaterapia,<br />
Riabilitazione dell’incontenza uro-fecale e colonproctologia.<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
12 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 13
Presto in Calabria un centro<br />
Pediatrico d’eccellenza<br />
di<br />
Enzo Repaci<br />
Consiglio Direttivo AISTOM<br />
REGGIO CALABRIA<br />
Il Presidente della Regione Giuseppe<br />
Scopelliti ed il professore<br />
Giuseppe Profiti, Presidente del<br />
Il governatore Scopelliti<br />
ha siglato un’intesa con l’ospedale<br />
Bambin Gesù per l’attivazione<br />
di un Centro pediatrico regionale<br />
Centro Pediatrico – Irccs “Bambin Gesù” di Roma, hanno firmato lo scorso<br />
26 Marzo 2012, a Catanzaro l’intesa per l’attivazione di un Centro Pediatrico<br />
regionale, “Bambin Gesù” – Calabria. All’incontro con la stampa ha<br />
preso parte anche la manager dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”<br />
di Catanzaro Elga Rizzo. Un’iniziativa, che i presenti hanno definito “storica”,<br />
frutto di lunghi mesi di trattative e verifiche incrociate, destinata ad<br />
imprimere una decisa svolta economica e sociale alle drammatica consuetudine<br />
dell’emigrazione sanitaria di migliaia di bambini e di giovani non<br />
ancora maggiorenni che si rivolgono ogni anno a strutture ospedaliere del<br />
centro, del nord e persino del Sud Italia. L’accordo schiude prospettive di<br />
imponenti ricadute positive in termini di risparmio e pone le basi per la<br />
costruzione di un polo pediatrico regionale di riferimento imperniato sulle<br />
professionalità e sulle metodiche proprie della più autorevole struttura<br />
ospedaliera dedicata ai minori.<br />
“Oggi celebriamo una data molto importante per la Sanità calabrese –<br />
ha affermato il Presidente Scopelliti -, frutto di un lavoro che ha visto il<br />
coinvolgimento di tanti calabresi illustri che vivono a Roma, i quali hanno<br />
contribuito a realizzare questo “sogno”. Questo – ha aggiunto – è un<br />
progetto “Pilota” da cui partire per costituire una rete su tutto il territorio<br />
ed è un modo per dimostrare che la classe politica calabrese sa fornire<br />
delle risposte e dare una prospettiva al territorio. Partendo dal diritto alla<br />
Salute – ha concluso Scopelliti – vogliamo innalzare il livello di efficienza<br />
della nostra regione e rompere il muro di pregiudizio sull’esistente”.<br />
Dello stesso avviso, il professor Profiti, presidente del Bambin Gesù, che<br />
ha rimarcato il tasso elevatissimo di emigrazione sanitaria dalla Calabria<br />
verso altre regioni: il 25 per cento del dato complessivo nazionale, circa<br />
dieci mila famiglie all’anno. “Con questa intesa – ha spiegato – alzeremo<br />
progressivamente gli standard di qualità della chirurgia pediatrica in Calabria,<br />
attraverso progressive forme di collaborazione che ci vedrà affiancati<br />
nella gestione dei pazienti e dei relativi interventi. Quello che forniamo è<br />
il “marchio” Bambin Gesù, fatto non solo di esperienza e valore umano,<br />
ma di regole e conoscenze. Per me, che sono andato via da Catanzaro 36<br />
anni fa – ha detto ancora – è un sogno che si realizza perché si crea questo<br />
progetto proprio nella mia terra, per cui ho sempre auspicato una crescita<br />
in campo sanitario. Questa è una cosa concreta che potrà migliorare effettivamente<br />
un pezzo della Sanità pubblica calabrese”. Sui tempi di realizzazione<br />
del progetto la manager Elga Rizzo è stata molto chiara. “Il progetto<br />
inizierà già nel prossimo mese di maggio. Dopo i primi sondaggi con il<br />
“Bambin Gesù” – ha aggiunto -, i dirigenti medici, i sanitari ed i tecnici<br />
dell’ospedale pediatrico per eccellenza, il Bambin Gesù, hanno visitato le<br />
nostre strutture, verificandone l’idoneità dei locali e delle dotazioni impiantistiche<br />
e strumentali, che prevedono peraltro la ristrutturazione in corso<br />
della Chirurgia pediatrica e della Pediatria. L’apprezzamento e l’entusiasmo<br />
con cui il nostro progetto è stato accolto dallo stesso commissario per la<br />
sanità Scopelliti, dei sub commissari D’Elia e Pezzi e dal dirigente Generale<br />
del Dipartimento Antonino Orlando, ci gratificano dell’impegno fin qui<br />
sostenuto – ha concluso la manager – sicuri di aver intrapreso assieme<br />
alla Regione quel percorso virtuoso che ci porterà fuori dall’emergenza”.<br />
Secondo l’Age.Na.S., l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la<br />
mobilità passiva dei pazienti calabresi fino a 18 anni verso altre Regioni, è<br />
pari a 18.200.000 euro circa (ultimo dato 2009). Dei 60.400 minori a carico<br />
del sistema sanitario regionale circa 11.300 (il 18.8 % del totale) lo ha fatto<br />
fuori dalla Calabria.<br />
L’accordo che il governatore Scopelliti ed il manager Rizzo hanno sancito<br />
con il “Bambin Gesù” di Roma intende ridurre la mobilità passiva fino ai<br />
18 anni già nel corso del primo anno di convenzione. Il protocollo prevede<br />
specifici percorsi formativi e di aggiornamento per il personale del<br />
“Pugliese-Ciaccio” che potranno essere attuati sia presso l’ospedale catanzarese<br />
che in quello romano, anche mediante scambi di equipes medicochirurgiche.<br />
La primissima fase contempla la creazione di un “Centro mediterraneo<br />
delle chirurgie” diretto e coordinato da alte figure direzionali del<br />
“Bambin Gesù” e sedute d’intervento settimanali per Ortopedia, Urologia,<br />
Neonatologia e Pediatria. Il progetto realizzerà una rete pediatrica regionale<br />
con l’attivazione di centri di primo livello individuati sul territorio regionale<br />
e collegati costantemente all’hub del “Pugliese-Ciaccio” che rimarrà unico<br />
interlocutore con l’Ospedale pediatrico “Bambin Gesù” di Roma per la<br />
gestione dei flussi di pazienti, la formazione ed i rapporti con i pediatri di<br />
famiglia calabresi.<br />
Enzo Repaci n<br />
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14 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
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Gentilissima Associazione, sono la figlia di una signora<br />
di 85 anni recentemente (l’intervento è avvenuto il<br />
14 dicembre u.s.)ureterostomizzata (2 stomie). Per il<br />
momento sembra che tutto proceda al meglio, le visite<br />
per le medicazioni dicono che sta andando tutto bene. Per questo io<br />
non ravviso la necessità di ricorrere allo stomaterapista. Tuttavia mi<br />
è venuto il dubbio di stare sbagliando ed eventualmente sottovalutare<br />
alcuni segni attorno allo stoma ritenendoli un normale decorso<br />
post-operatorio. Forse i primi momenti dopo l’intervento sono più<br />
importanti per evitare complicanze future Dovrei rivolgermi in ogni<br />
caso allo stomaterapista Colgo l’occasione per rivolgere una domanda<br />
di carattere non medico: è previsto per il mese di marzo un<br />
breve viaggio aereo (da Bologna a Siviglia con Ryanair). La condizione<br />
di ureterostomizzati comporta qualche impedimento al volo<br />
E’ necessario contattare la compagnia aerea ed informare il comandante<br />
Grazie per la cortesia.<br />
P. M.<br />
Gentile Sig.ra P. come dice il detto, prevenire piuttosto che<br />
curare. Lo stomaterapista le potrà dare consigli utili sullo<br />
stomacare (cura della stomia), indicazioni alimentari, procedure<br />
burocratiche, diritti, e dubbi vari. Per molti versi l’AI-<br />
STOM potrà esserle di aiuto in vari campi. Se vorrà, vada sul nostro sito e<br />
sulla rete stomaterapisti, troverà il collega stomaterapista a lei più vicino.<br />
Non costa nulla accertarsi e aggiornarsi. Mi dice di “segni” nella zona intorno<br />
alla stomia. No, non sono normali.<br />
Per il viaggio nessun problema. A meno che nel kit di necessità per il cambio<br />
sacchetto non rientri qualche elemento vietato durante i voli (per esempio<br />
forbicine). Per esempio il diabetico deve avere con se un certificato<br />
che attesti la sua situazione, per poter portare con sè siringhe e insulina.<br />
Le invieremo a domicilio il nostro periodico, se non ha nulla in contrario.<br />
Mi contatti quando vuole.<br />
Maria De Pasquale n<br />
STORIA DI C<br />
Gent.ma Dott.ssa De Pasquale, le scrivo per chiederle<br />
un consiglio. Mi chiamo C. P. e nel mese di febbraio<br />
sono stata operata per carcinosi peritoneale da adenocarcinoma<br />
mucinoso dell’appendice cecale. A causa di successive<br />
complicazioni ho subito altri due interventi a seguito dei quali è<br />
stata confezionata una ileostomia iliaca a destra e introflessa. Mi è<br />
stata riconosciuta una invalidità civile al 100% ma portatore di handicap<br />
secondo il primo comma e non secondo il terzo in condizioni<br />
di gravità secondo la legge 92/104. Mi hanno consigliato di fare<br />
ricorso contro quest’ultima decisione al fine di poter usufruire delle<br />
AISTOM-Esperti<br />
Domande e Risposte<br />
riduzioni dell’orario di lavoro per gestire la mia stomia. Non richiedo<br />
nessun sussidio né altro, vorrei solo poter ritornare al mio lavoro<br />
con la tranquillità di effettuare gli svuotamenti necessari in un luogo<br />
intimo quale certamente non può essere il bagno dell’ufficio. Vorrei<br />
sapere se altre persone si sono trovate nella mia condizione e se il<br />
ricorso ha dati gli esiti sperati, visto che comunque si tratta di sostenere<br />
le spese legali. Le chiedo di inoltrare questa mail a chiunque<br />
lei ritenga essere di competenza, se dovesse essere necessario.<br />
Ringraziandola anticipatamente, le porgo cordiali saluti.<br />
C. P.<br />
Gentile Sig.ra C.,<br />
da tempo Commissioni mediche, su disposizione del Governo,<br />
effettuano visite a tappeto soprattutto ai veri invalidi e in<br />
tale ottica effettuanotagli a 360°.<br />
Lei giustamente rivendica il 6° comma dell’art. 33 della legge n.104/92,<br />
utilizzabile soltanto in caso di riconosciuta “gravità” (art. 3, comma 3 della<br />
stessa legge 104). Questi sono i dati politici/economici. Moltissimi stomizzati,<br />
tra cui il sottoscritto, hanno usufruito e usufruiscono ancora oggi<br />
di tali permessi (1 ora per chi lavora sino a 6 ore al dì - 2 ore di permesso<br />
retribuito per chi lavora più di 6 ore al dì). Il ricorso è possibile soltanto con<br />
una istanza al Magistrato, che nomina il CTU, il quale stabilirà se accettare<br />
o meno il ricorso.<br />
Francesco Diomede n<br />
Gentilissima Dottoressa, mi permetto di disturbarLa<br />
per chiedere informazioni sulla situazione di mia sorella<br />
che, affetta da adenocarcinoma al colon , è portatrice<br />
di stomia permanente. A distanza di circa un anno e<br />
mezzo dall’intervento, la stomia continua a richiudersi ( sono stati<br />
necessari già due interventi per “allargare” il foro di uscita) e mia<br />
sorella , oltre al dolore continuo, che la costringe ad assumere …<br />
(antidolorifero), deve giornalmente sottoporsi a pratiche di “dilatazione”<br />
della stomia – effettuate presso l’Ospedale - con ulteriore<br />
aumento del dolore in loco, sanguinamento e qualità di vita pessima.<br />
Vorrei sapere se si tratta di una condizione peculiare del fisico<br />
di mia sorella - come le è stato detto in ospedale - , se si tratta di<br />
una problematica comune ad altri pazienti stomizzati e se si può<br />
risolvere il problema in altro modo.<br />
Grato fin d’ora per l’attenzione che Vorrà riservare alla presente, Le<br />
sarei grato se potessi avere una risposta in forma privata o quantomeno,<br />
se fosse possibile omettere, nella risposta, le mie generalità<br />
Cordiali saluti<br />
G. B.<br />
Gent.mo Sig G., nessun disturbo.<br />
Immagino le sofferenze di sua sorella e la non adeguata qualità<br />
di vita! Ma questa non è una peculiarità delle persone<br />
portatrici di stomia. Gli stomizzati possono tranquillamente<br />
gestire la propria stomia senza problemi e avere una buona qualità di vita<br />
, naturalmente se ci sono le basi. Lei mi sta sottoponendo, per quel poco<br />
che posso cogliere dalla descrizione,una complicanza che può sopraggiungere<br />
all’intervento: una stenosi. Nel caso di sua sorella sembra una stenosi<br />
abbastanza seria (sanguinamento, reintervento, dolore). Ma intervenendo<br />
nuovamente si potrebbe a volte peggiorare la stenosi per esiti cicatriziali.<br />
Comunque le dilatazioni sono necessareo per evitarne la chiusura. Ma<br />
se persiste non è la soluzione definitiva. Il mio consiglio è recarsi per un<br />
consulto in un centro per stomizzati. Così da visitarla obiettivamente e valutare<br />
una soluzione definitiva. Il rimedio ultimo è un reintervento NON<br />
sulla stessa stomia, ma un confezionamento di una nuova in altro loco, con<br />
affondamento e chiusura della precedente. Può consultare il nostro sito<br />
www.aistom.org, per controllare nella rete degli stomaterapisti o nell’elenco<br />
centri, il collega a voi più vicino. Non so di dov’è , altrimenti potrei informarla<br />
io stessa. Potrei inoltrare la sua mail ad uno dei nostri consulenti<br />
chirurghi, ferrati naturalmente in materia. Mi faccia sapere se posso e se<br />
farei cosa gradita. Aspetto suo riscontro.<br />
Cordiali saluti.<br />
Maria De Pasquale n<br />
Buongiorno , scusate se invio questa mail alle due<br />
sedi di Padova e Treviso, ho trovato i Vostri contatti<br />
su internet e ho pensato di scrivere a entrambi. Mio<br />
padre è stato operato a settembre presso l’ospedale<br />
di Camposampiero PD (ASL 15), gli è stata rimossa la vescica e i<br />
medici hanno dovuto fare una doppia urostomia. Ora sta bene, ha<br />
un problema in una delle stomie perché la stessa è molto vicina ad<br />
una vecchia cicatrice per peritonite e la placca adesiva non aderisce<br />
bene alla pelle per cui siamo costretti a rimuoverla una volta<br />
al giorno. Il nostro problema consiste nella quantità di materiale<br />
che passa il distretto, per questa bilaterale ci sono tati prescritti<br />
n.40 flange, n.60 sacche per flangia e n.60 sacche raccolta urina<br />
per notte. Con stupore quando siamo andati in farmacia per il ritiro,<br />
ci sono state consegnate n.15 flange, n.10 sacche per flangia<br />
e n.30 sacche raccolta urina per notte, la motivazione è stata che<br />
non possono consegnare altro materiale perché questo è il limite<br />
massimo del rimborso. Capite bene la nostra situazione, dai primi di<br />
ottobre abbiamo già speso più di 400 euro per acquistare materiale<br />
aggiuntivo che secondo il libretto dovrebbe esserci riconosciuto<br />
gratuitamente. Cosa possiamo fare Ho contattato anche la ………<br />
(azienda del settore) e sono stati loro a segnalarmi l’associazione<br />
AISTOM. Abbiamo sentito ospedale, distretto, ufficio protesi e ausili,<br />
tutti mi mandano di qua e di la, ma tutto a vuoto. Potete darmi voi<br />
qualche indicazione Vista la bilaterale e il problema della cicatrice,<br />
qualcuno ci può aiutare<br />
Grazie in anticipo per quanto potrete fare.Cordiali saluti<br />
C. C.<br />
Carissimo Sig. C.,<br />
come le accennavo per telefono, le suggerisco di portare<br />
suo padre dal Prof. Dodi per sottoporlo a visita o colloquio<br />
medico e cercare di trovare risposte adeguate alle problematiche<br />
mediche da lei giustamente sollevate. Non riesco poi a capire perché<br />
non le hanno consigliato, almeno per prova, la pasta adesiva che riempie<br />
i vuoti. Rammenti, inoltre, che lei può far attivare la farmacia ospedaliera,<br />
che per legge ha un risparmio economico per l’Asl del 30/40% sul costo di<br />
ogni dispositivo medico o farmaco che fosse. Ne consegue che così facendo<br />
l’Asl rientra nei costi vivi e tutti restano soddisfatti, rientrando nel piano<br />
dei conti. Infine, rammenti che noi in ogni caso risolveremo, a modo nostro,<br />
il problema burocratico di papà, ma ci piacerebbe molto “farla salire”<br />
a bordo della nostra meravigliosa associazione, quale referente/volontario<br />
per il Veneto (rappresentante pazienti), a sostegno del lavoro che svolge<br />
il nostro grandissimo presidente, il Prof. Giuseppe Dodi (335.5329304)<br />
dell’Università di Padova. Con stima attendiamo sue nuove.<br />
Distinti saluti.<br />
La Segreteria n<br />
Vi disturbo per una consulenza.<br />
Nel febbraio 2006 sono stato operato al colon dove ho<br />
avuto una ileostomia definitiva esterna, inoltre mi è<br />
stato asportato il retto e la cistifellea e soffro di ipertensione.<br />
La commissione ASL la prima volta mi ha riconosciuto una<br />
invalidità del 100% e la 104 così come anche alla revisione dei due<br />
anni successivi. Ieri mi è arrivato il verbale dell’ultima revisione<br />
fatta all’ASL con il quale l’IMPS mi riconoscendomi un’invalidità<br />
del 41%. Potete dirmi se è giusta tale procedura e la percentuale<br />
di invalidità Ed eventualmente volessi fare ricorso come mi devo<br />
comportare. Faccio presente che ho 56 anni e lavoro regolarmente<br />
senza percepire alcuna pensione di invalidità. Grazie per la vostra<br />
disponibilità.<br />
S. P.<br />
Carissimo Sig. S., dobbiamo dedurre che Lei “non è stato<br />
operato di cancro al retto”, pur avendo la stomia definitiva.<br />
Sappia che la percentuale di invalidità civile non è la semplice<br />
somma “matematica” di più invalidità, ma è leggermente<br />
inferiore. Non conoscendo il suo caso, nello specifico, Le suggeriamo, di<br />
adire le vie legali tramite un patronato o un buon avvocato. L’INPS, da anni,<br />
a seguito di questi vergognosi “abusi”, perde le cause di invalidità civile<br />
causando gravi danni economici e morali alla Collettività. Crediamo che<br />
Le hanno concesso questo basso punteggio anche per evitare che Lei percepisca,<br />
in caso di istanza, la pensione INPS (o INPDAP) di invalidità o<br />
inabilità, cui ha pure diritto, ove da Lei rivendicata.<br />
La Segreteria n<br />
Gent.ma dottoressa,<br />
mio padre è stato dimesso una settimana fà da una<br />
struttura clinica di Roma in seguito al ricovero per<br />
amputazione addomino-perineale secondo Miles ed è,<br />
pertanto, portatore di una colostomia sinistra definitiva. Purtroppo,<br />
alla dimissione non ci è stata fornita alcuna informazione su come<br />
gestire la nuova condizione di mio padre, come curare la stomia,<br />
quali placche e sacche utilizzare. Siamo stati costretti a comprare<br />
delle placche e sacche che poi si sono rivelate non adatte alla<br />
stomia di mio padre ed a chiamare e pagare un infermiere per aiutarci<br />
con il cambio della placca. Potrebbe consigliarmi un centro<br />
su Roma che mi possa aiutare Ho provato a telefonare ai numeri<br />
indicati sul sito AISTOM, dell’Ospedale ................ e dell’Ospedale<br />
............... ma sono inesistenti ed al centralino dell’Ospedale Pertini<br />
mi hanno risposto che non sapevano dell’esistenza di un centro riabilitativo<br />
AISTOM. Inoltre, poichè mio padre risiede nella provincia di<br />
Messina, c’è qualche struttura che possa fornirci assistenza quando<br />
rientreremo E’ prevista assistenza domiciliare per i portatori<br />
di colonstomia La ringrazio anticipatamente per un Suo cortese<br />
riscontro.<br />
Cordiali saluti.<br />
L. B.<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
16 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 17
I Centri A.I.STOM. in Italia<br />
Gentile Sig.ra L.,<br />
condivido con la segreteria che appurerà l’inesistenza dei<br />
centri da lei contattati, se ce li vorrà cortesemente indicare.<br />
Roma è una grande e bella città ma molto dispersiva! A<br />
Roma potrà contattare il Prof Latorre, Professore c/o III Clinica Chirurgica<br />
Policlinico “Umberto I°” - Viale del Policlinico, 155 00161 – ROMA, potrà<br />
consigliarla e supportarla. Potrà trovare informazioni, la rete degli stomaterapisti<br />
(elenco di infermieri stomaterapisti presenti sul territorio) ed elenco<br />
dei centri AISTOM operativi. Resto disponibile per ulteriori informazioni o<br />
consigli. Ricordi che i presidi sono dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale.<br />
Si faccia dare notizie anche su questo argomento (quanti sacchetti<br />
può avere mensilmente, il diritto nell’avere la ventriera e il set irrigazione,<br />
ed altro).<br />
Cordiali saluti.<br />
Maria De Pasquale n<br />
Buongiorno, mi chiamo S. V. e le scrivo da Genova.<br />
Volevo porle un quesito di ordine legale: Essendo io<br />
stomizzato (colostomia di Hartmann) con invalidità civile<br />
del 67 % e con la 104 comma uno e quindi non<br />
con handicap grave. Ho letto da qualche parte che nel momento<br />
in cui mi trovo con la sacca da stomia piena, la mia 104 dovrebbe<br />
ricadere nel comma 3 e quindi grave. Nel caso venissi fermato alla<br />
guida dell’autovettura mentre percorro la corsia gialla riservata ai<br />
bus, potrei impugnare l’eventuale contestazione immediata o futura<br />
(telecamere) Ringraziando senz’altro per la presa in considerazione<br />
di questa mia .<br />
S. V.<br />
Gent.mo Sig. S.,<br />
la legge n.104 del 1992 tutela le persone con disabilità e per<br />
gli stomizzati non è sufficiente avere tale riconoscimento e<br />
la “connotazione di gravità” (art.3, comma3) per rivendicare<br />
quanto Lei asserisce. Per percorrere le corsie preferenziali serve il “contrassegno<br />
disabili”, che per legge è rilasciato alle persone con ridotte capacità<br />
motorie, ciechi, sordomuti, etc. Per le auto solo il “contrassegno” consente<br />
di utilizzare le corsie preferenziali, parcheggiare sui divieti di sosta,<br />
etc. Esiste però la “fondata possibilità” che quando la sacca raccolta feci o<br />
urine è satura la multa è annullata, infatti un magistrato ha tolto un verbale<br />
ad una persona operata di prostata che avevo urgenza di andare in bagno a<br />
fare pipì. Figuriamo ora per una sacca colma o metà piena di feci …<br />
Saluti<br />
Francesco Diomede n<br />
Salve,<br />
nel 2005 , per un anno, ho avuto una colostomia (fortuntamente<br />
ricanalizzato nel 2006) e da lì ho sempre<br />
versato il 5xmille alla vostra associazione. Ora però<br />
avevo pensato di renderla un pò più visibile perchè ogni volta che<br />
ne parlo nessuno sa cos’è, (ed invece va divulgato: magari con la<br />
famosa “giornata dello stomizzato”, che mi sembra non esista....)<br />
quindi volevo mettere sulla mia pagina facebook l’immagine che<br />
invita a devolvere il 5x1000 all’AISTOM, e che porterebbe quindi anche<br />
la gente a conoscervi e sapere cosa sono le stomie !! Però tale<br />
immagine per essere caricata su facebook deve essere in formato<br />
jpg, quello delle foto, non va bene il pdf, non lo carica. Se potete<br />
mandarmi la locandina del 5x1000 in jpg la faccio girare su facebook,<br />
almeno che la gente si renda conto di quanti stomizzati ci sono<br />
in giro, (ahimè alcuni x sempre).....e non se ne parla mai come dei<br />
tumori, dell’aids, della sla, della leucemia, etc....sembra ci sia un<br />
pò di vergogna a dirlo. Per me il ‘sachetto’ è stata una esperienza<br />
indimenticabile, come se mi fossi trovato in mezzo ad una guerra....<br />
mi sono sentito solo, vinto, e sconfitto, ed ora che ne son fuori vorrei<br />
tanto che chi ce l’ha possa stare anche solo un pochino meglio...<br />
PS: vi segnalo che son stato seguito dalle stomaterapiste ed operato<br />
2 volte (resezione e ricanalizzazione) al………di Milano ed ho<br />
avuto un assistenza FANTASTICA (tanto che mandai i ringraziamenti<br />
alla Direzione Generale)<br />
Grazie x il vostro lavoro e l’aiuto che date a chi ha questo ‘silenzioso’<br />
ma drammaticissimo problema !!<br />
Cari auguri di una serena Pasqua !<br />
La Scuola Nazionale<br />
AISTOM<br />
continua il suo percorso itinerante.<br />
Brescia 2012-2013<br />
N. F.<br />
PIEMONTE<br />
NOVARA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
NOVARA CENTRO N. 14<br />
Asou “Maggiore della Carità”<br />
C.so Mazzini, 18 - 28100 Novara<br />
Direttore: Prof. Marcello Garavoglia<br />
Tel 0321/3733838 Cell. Aziendale: 335/7427373<br />
TORINO<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
PIEMONTE<br />
Piazza della Repubblica, 19 - 00152 Torino<br />
Presidente Cav. Uff. Roberto Bollito<br />
Cell.: 348.3162554<br />
LOMBARDIA<br />
MILANO<br />
AISTOM LOMBARDIA - ASSOCIAZIONE LOMBARDA<br />
STOMIZZATI<br />
Viale Andrea Doria, 29 - 20124 Milano<br />
Presidente: Avv Strazzeri Fabio<br />
tel.: 02/66710281<br />
cell.: 335-5260364<br />
E-mail: studio@fabiostrazzeri.191.it<br />
PIANO D’ADDA (CR)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
CREMONA<br />
Via C. Colombo,12 - 26016 Pino D’Adda (CR)<br />
Si.ra Giusy Bertolo Tel.: 0373/966533<br />
cell.: 339/5600952<br />
E-mail: colombo12@libero.it<br />
BRESCIA<br />
Istituto Ospedaliero - Fondazione Poliambulanza<br />
Via Bissolati,57 - 25124 Brescia<br />
Ambulatorio Stomizzati<br />
Presidente: Dr. Carlo Filippi<br />
Enterostomista: Danila Maculotti<br />
Tel.: Segreteria: 030.3518630<br />
E-mail: filippi_carlo@libero.it<br />
CASTELLANZA (VA)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
CASTELLANZA CENTRO N. 21<br />
Direttore: Dott. Franco Caravati<br />
Casa di Cura Multimedica – Presidio Ospedaliero di<br />
Castellanza - V.le Piemonte, 70 - 21053 Castellanza (VA)<br />
Responsabile del centro:<br />
Dott. Claudio Postiglione<br />
Medici addetti al centro: Canziani Marco (chirurgo),<br />
Ceriani Fabio (chirurgo), Inizemann Giorgio<br />
(chirurgo), Mazzieri Cinzia (urologa), Consonni<br />
Paolo (urologo), Toia Giovanni (urologo)<br />
ET: Saccullo Laura, Viero Daniela<br />
Psicologa: Dott.ssa Emilia Rizzi<br />
Tel. 0331/393111 Ambulatorio lun 10-13 mer 8-10<br />
giov 8-10 tel 0331/393271<br />
Mail: franco.caravati@multimedica.it<br />
www.multimedica.it<br />
TRENTINO ALTO ADIGE<br />
TRENTO<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
TRENTO CENTRO N. 19<br />
Direttori: Dr. Zani, Dr. Ciachi<br />
I e II Div. Div. Chir. Ospedale Santa Chiara<br />
Via Medaglie D’oro - 38100 Trento<br />
Medici addetti: Dr. Zani, Dr. Gentilini, Dr. Turri<br />
E.T.: Sig. Mottes<br />
Per appuntamento: 0461/903470 fax 903640<br />
VENETO<br />
PADOVA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
PADOVA CENTRO N. 02<br />
Policlinico Universitario - Dipartimento Scienze<br />
Oncologiche Chirurgiche<br />
Clinica Chirurgica II<br />
Via Giustiniani, 2 - 35128 Padova<br />
Tel. 049.8212072 – Cell.: 393.9334636 8<br />
Presidente Prof. Giuseppe Dodi<br />
EMILIA ROMAGNA<br />
MODENA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI -AISTOM<br />
MODENA CENTRO N.08<br />
AZIENDA POLICLINICO CENTRO RIABILITAZIONE<br />
STOMIZZATI<br />
Cattedra e Divisione di Chir. Gen. I Poliambulatori –<br />
corridoio E- Stanza 508<br />
Università degli Studi di Modena<br />
Via del Pozzo, 79 - 41100 Modena<br />
Responsabile: Prof. Aldo Rossi 059/4225458<br />
Sig.ra Arellaro referente <strong>Aistom</strong> presso la stanza 109<br />
Poliambulatorio<br />
Tel.: 059/4222700 - Ambulatorio<br />
MODENA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
MODENA CENTRO N. 03<br />
Associazione Infermieri Volontari – Ambulatorio<br />
riabilitazione Stomizzati<br />
Via de Traeri Cognento - Modena<br />
Tel:348/3572435<br />
Infermieri: Sig.ra L. Arellaro<br />
CARPI<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
CARPI CENTRO N. 20<br />
Direttore: Dott. Natalini Gianni<br />
Ospedale di Carpi – Divisione di Chirurgia<br />
Via Molinari – 41021 Carpi<br />
Medico Responsabile: Dott.ssa Margherita Gavioli<br />
Medico addetto al centro: Dott. Giuseppe De Luca<br />
(urologo)<br />
ET: Simona Vergnanini, Monia Ferrari, Rita Pasquali<br />
Da lunedì a venerdì, ore 8.30-1300/13.30-15.45<br />
Sabato ore 8.30-10.30<br />
Tel.059/659473 – Fax. 059/659750<br />
FERRARA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI -AISTOM<br />
FERRARA<br />
Via D. Panetti,6 - 44100 Ferrara<br />
Presidente provinciale:Sig.ra Marcinelli Eva<br />
Tel. 339/6827359 0532/53310<br />
LIGURIA<br />
PIEVE DI TECO (IM)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI -AISTOM<br />
LIGURIA<br />
Alpaca Claudio<br />
Via Piave, 56 - 18026 Pieve di Teco (IM)<br />
0183/36108<br />
SAVONA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI -AISTOM<br />
SAVONA CENTRO N. 10<br />
II Div. Chir. Gen. Ospedale San Paolo” ASL 2<br />
Via Genova -17100 - Savona<br />
Direttore: Dr. Schirru ambulatorio lun 14/18<br />
Tel 019/8404442/8<br />
GENOVA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
GENOVA<br />
Ente Ospedaliero Ospedali Galliera<br />
S.C. Chirurgia Generale ed epatobiliopancreatiche<br />
Mura delle Capuccine, 14 - 16128 Genova<br />
DR. G. Binda 010/5634169 ambulatorio<br />
TOSCANA<br />
FIRENZE<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
FIRENZE<br />
Dipartimento Fisiopatologia Clinica<br />
Unità di Chirurgia<br />
Pat. Chir. III - Ospedale di Careggi<br />
V.le Morgagni, 85<br />
Medici addetti al Centro: Prof. F. Ficar<br />
055/79497991<br />
Ambulatorio tel 7055/947321 tutti i gironi dalle 8 alle<br />
10 per prenotazioni<br />
Tel.: 055 /7947449<br />
MARCHE<br />
CIVITANOVA MARCHE<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI -AISTOM<br />
CIVITANOVA MARCHE CENTRO N. 15<br />
U.O. Chirurgia C.da San Domenico<br />
Centro di riferimento AISTOM<br />
Direttore: Dr. G. Piccinni<br />
Medico: Dr. Stefano Mancini<br />
stedoc@tele2.it<br />
Informazioni: 0733 823914-823234<br />
OFFIDA (AP)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
MARCHE<br />
Piazza XX Settembre, 14 - 63035 Offida (AP)<br />
Coordinatrice regionale:<br />
Seghetti Luisa<br />
cell.: 3488401304<br />
fax 0735781837<br />
ABRUZZO<br />
PENNE (PE)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
ABRUZZO<br />
U.O. Chirurgia Generale<br />
Ospedale S. Massimo<br />
Via Btg. Alpini - 65017 Penne (PE)<br />
Presidente regionale: Dr. Maggi Gustavo<br />
tel. 0858276269 – 347/1872170<br />
LAZIO<br />
ROMA<br />
ASSOCIAZIONE LAZIALE TRA INCONTINENTI E<br />
STOMIZZATI – AISTOM LAZIO CENTRO N.05<br />
c/o III Clinica Chirurgica Policlinico<br />
“Umberto I°”<br />
Viale del Policlinico, 155 - 00161 Roma<br />
Prof. Filippo La Torre<br />
Tel.: 0665975188 - tel.: 064997536<br />
PASSOSCURO (RM)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
ROMA CENTRO N.12<br />
Ospedale Pediatrico “Bambino Gesu’”<br />
Sede di Palidoro - Via Torre di Palidoro –<br />
00050 Passoscuro (Roma)<br />
Medici addetti al Centro: M. Rivosecchi,<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
18 AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012 19
I Centri A.I.STOM. in Italia<br />
Tel: 06 68593234 - 3343<br />
APRILIA<br />
AISTOM APRILIA<br />
Bonato Armando<br />
Via Pietro Micca, 10 - Aprilia<br />
335/8074436<br />
ROMA<br />
AISTOM ROMA<br />
Cannizzaro Annamaria<br />
Via Ostiense, 168 - 00154 Roma<br />
3468050109<br />
UMBRIA<br />
CASTELGIORGIO (TR)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI -AISTOM<br />
UMBRIA<br />
c/o Ospedale di Orvieto Asl 4<br />
Via Parma, 26 - 05013 Castelgiorgio (Tr)<br />
Tel.: 0763/307295<br />
Sig.ra I. Bataloni 340/8606644<br />
CAMPANIA<br />
NAPOLI<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
CAMPANIA<br />
Sede: Via M. Semmola, 15<br />
c/o Parrocchia S. Maria di Costantinopoli a Cappella<br />
Cangiani - 80123 Napoli<br />
Presidente: Luigi P.I. Lanzetta<br />
Segretario: Ciro De Rosa<br />
Tel. 081/5463506-5451414<br />
NAPOLI<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
NAPOLI CENTRO N. 06<br />
Centro Stomizzati Ospedale Cardarelli – Napoli -<br />
<strong>Aistom</strong><br />
Sede: Chirurgia Generale ad indirizzo<br />
Endocrinologico (6^Chirurgia)<br />
Direttore Dott. Maurizio De Palma<br />
Resp. Medico: Dott. Nicola Sangiuliano<br />
Medici addetti: Dr. G. Lupone, Dr. E. Gragnano<br />
Resp. Infermiere: Stomaterapista Ciro De Rosa<br />
Tel: 081 7472344/45<br />
Numero Verde 800019774<br />
S.O.S. Stomizzati: 3388118882<br />
ciroderosa11@virgilio.it<br />
NAPOLI<br />
A.O.R.N. “A. CARDARELLI” U.O.S.C. DI CHIRURGIA<br />
GASTROENTEROLOGICA CENTRO N. 18<br />
Via Cardarelli, 9 - Napoli<br />
Direttore e responsabile del centro:<br />
Dr. C. Antropoli<br />
Medici addetti al centro: Dr. R. Brigante<br />
E.T.: Dr. N. Palmiero<br />
I.P.: D’Ippolito Maria Rosaria<br />
Ambulatorio: sabato ore 10-13<br />
tel 081/7472355 - fax 081/7472354<br />
Mail:n.palmiero@interfree.it<br />
PUGLIA<br />
BARI<br />
ASSOCIAZIONE PUGLIESE STOMIZZATI AISTOM<br />
PUGLIA CENTRO N. 09<br />
V.le Orazio Flacco, 24 - 70124 Bari<br />
tel.: 080.5093389 fax: 080.5619181<br />
Presidente:Diomede Francesco<br />
E.T.:Dr.ssa M. De Pasquale, Dr.ssa M. Strippoli<br />
20<br />
BARI<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI<br />
ASSOCIAZIONE BARESE STOMIZZATI CENTRO N.<br />
07<br />
c/o Azienda Ospedaliera Policlinico Universitario<br />
Chirurgia Generale “A. De Blasi”<br />
P.zza Giulio Cesare, 11 - 70124 BARI<br />
Presidente: Dr. M.Scattarella<br />
Dirig Medici addetti al Centro: Dr. M. Scattarella, Dr.<br />
M. Nardiello, Dr.L.Campanile,<br />
TEL . 080 5593068 - 5592270<br />
FOGGIA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI - AISTOM<br />
FOGGIA<br />
Azienda Mista “Ospedali Riuniti di Foggia”<br />
Divisione di Chirurgia Generale Università di Foggia<br />
Via Pinta, 1 - 71100 Foggia<br />
Direttore: Prof. V. Neri<br />
Medici: Dr.ssa D. Perfetto<br />
Ambulatorio mart e giov h 9/11 15/17<br />
Telefax: 0881733704<br />
LECCE<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI CENTRO<br />
PROVINCIALE STOMIZZATI - LECCE CENTRO N.01<br />
c/o Vecchio “ V. Fazzi” – Piazzetta Bottazzi<br />
73100 Lecce<br />
Responsabile Dr. Giuseppe Borruto<br />
Dirig. Medico addetto Dr. Luigi Turco<br />
Ambulatorio di Continuità Assistenziale<br />
Per appuntamento TEL 0832/215928<br />
COPERTINO (LE)<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
LECCE<br />
Ospedale “ San Giuseppe<br />
U.O. Chirurgia Generale<br />
Via Carmiano - 73043 Copertino (LE)<br />
Responsabile Dr. G. Borruto<br />
Enterostomista Sig. S. Papadia<br />
Sabato ore 9,00 – 12,00 per appuntamento TEL<br />
0832/936355<br />
BRINDISI<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
BRINDISI<br />
Associazione Pugliese Stomizzati Sede Provinciale<br />
di Brindisi<br />
c/o Poliambulatori AUSL/BR<br />
P.zza A. Di Summa<br />
Presidente Sig. R. Convertino<br />
Informazioni e appuntamenti:Tel: 0831/510326<br />
MANDURIA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI – AISTOM<br />
MANDURIA (TA) CENTRO N.22<br />
Chirurgia Generale – Presidio Ospedaliero Orientale<br />
c/o Ospedale – Manduria<br />
Via Mandonion, 1 – 74024<br />
Direttore: Dott. Lorenzo Fracasso<br />
Medici responsabili del centro: Dott.ssa Natale<br />
Teresa, Dott. Giovanni Petracca<br />
Medici addetti al centro: Dott.ssa Natale Teresa, Dott.<br />
Giovanni Petracca<br />
Enterostomisti: Sig.ra Calò Raffaella, Sig.ra Madia<br />
Carmela Pontrelli<br />
Ambulatorio: Mercoledi ore 15-18<br />
Tel. 099/800343<br />
SICILIA<br />
CATANIA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
AISTOM <strong>Giornale</strong> di informazioni - gennaio/giugno 2012<br />
SICILIA CENTRO N. 13<br />
Chirurgia oncologica -Nuovo Ospedale Garibaldi<br />
Via Palermo,636 - 95122 Catania<br />
Direttore e medico responsabile del Centro: Prof. G.<br />
Giannone<br />
E.T. Sig. R. Arena<br />
Tel. 095/7595017<br />
CATANIA<br />
AISTOM SICILIA<br />
Presidente A.I.Stom Sicilia Salvatore Battaglia<br />
Sede Legale: Via Giuseppe Di Stefano, 6 95131-<br />
Catania<br />
Sito web: www.aistomsicilia.it<br />
Mobile: 347 7981976<br />
e-Mail: info@aistomsicilia.it<br />
Codice Fiscale: 93170070879<br />
SIRACUSA<br />
AMBULATORIO DI PROCTOLOGIA ED ASSISTENZA<br />
PORTATORI DI STOMIA,<br />
Ospedale Umberto I° di Siracusa, ASP di Siracusa<br />
Dirigente Responsabile: Dott. Giuseppe Fiducia<br />
Stomaterapista: Giovanni Mazzeo, IP Franco Protasi.<br />
Tel. 0931724134 / 724421.<br />
SARDEGNA<br />
CAGLIARI<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
SARDEGNA<br />
P.zza Ismalias, 2 - 09122 Cagliari<br />
Presidente regionale: Salis Marco<br />
cell.: 3289331597<br />
BASILICATA<br />
MATERA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
BASILICATA<br />
Via dello Scorpione, 29 - 75100 Matera<br />
Presidente: Felline Roberta 0835/314354<br />
329/1687672<br />
RIONERO IN VULTURE (PZ)<br />
ISTITUTO ONCOLOGICO REGIONALE<br />
CROB-IRCCS CENTRO N.17<br />
Divisione chirurgica chirurgia oncologica<br />
Via Padre Pio, 1 - Rionero in Vulture (PZ)<br />
Tel. 0972/726703 fax 0972/726248<br />
Direttore: Dr. G.P. La Torre<br />
mail:gplatorre@tin.it<br />
Medici addetti: Dr. La Torre, Dr. B. Puppio, N. Moles,<br />
E. Imbriani<br />
E.T.: M. D’agnello, G. De Vito<br />
Ambulatorio giovedì dale 10 alle 12<br />
CALABRIA<br />
REGGIO CALABRIA<br />
ASSOCIAZIONE ITALIANA STOMIZZATI AISTOM<br />
CALABRIA<br />
Via Giudecca, 52 - 89100 Reggio Calabria<br />
Presidente Regionale: Dr. Sergi Paolo<br />
tel. 0965.896819 cell. 335.5385374<br />
“Rete Nazionale<br />
Stomaterapisti”<br />
SI ESTENDE!<br />
La rete è un’esigenza per i pazienti e parenti che ci<br />
richiedono a gran voce un riferimento nella zona in cui<br />
vivono, senza dover percorrere decine di chilometri<br />
alla ricerca di un centro o rimanere soli e isolati.<br />
Una rete di stomaterapisti senza bandiera, solo a<br />
disposizione del paziente, che vi potrà accedere<br />
anche direttamente, contattando lo stomaterapista o<br />
l’ambulatorio più vicino, rilevando i Suoi dati dal sito<br />
(www.aistom.org)<br />
o dal numero verde (800-675323).
Ore 9.00 - .13.00