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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

Il bi<strong>la</strong>ncio di tutte le componenti radiative all’interfaccia aria-suolo, in ogni<br />

istante, è dato da:<br />

dove R N è detta Radiazione Netta. Il bi<strong>la</strong>ncio non è nullo (cioè <strong>la</strong> R N non è sempre<br />

nul<strong>la</strong>), come si nota in Fig.2.24 in cui è riportata <strong>la</strong> Radiazione So<strong>la</strong>re Globale<br />

R sw0 (nel seguito indicata come R g ) che è <strong>la</strong> vera forzante del PBL e <strong>la</strong><br />

Radiazione Netta R N . Dato che non c’è sempre un bi<strong>la</strong>nciamento tra ciò che è<br />

in arrivo e ciò che è in partenza, all’interfaccia aria-suolo resta dell’energia utile<br />

per alimentare l’evoluzione del PBL. Il bi<strong>la</strong>ncio radiativo superficiale determina<br />

quindi quanta energia risulta disponibile al sistema PBL-Suolo, R N appunto.<br />

L’andamento di R N segue abbastanza da vicino quello del<strong>la</strong> Radiazione So<strong>la</strong>re<br />

Globale. Fino a poco dopo l’alba essa presenta valori negativi, cosa che sta ad<br />

indicare il maggior peso del<strong>la</strong> radiazione infrarossa emessa dal suolo caldo.<br />

Quando dall’alto l’apporto energetico sopravanza <strong>la</strong> radiazione infrarossa persa<br />

dal suolo (questo accade poco dopo l’alba e continua a capitare fino a poco<br />

prima del tramonto) il segno di R N diventa positivo.<br />

Fig.2.24: Radiazione So<strong>la</strong>re Globale e Radiazione Netta<br />

registrate presso <strong>la</strong> stazione meteorologica CNR-ISAC di Roma Tor Vergata.<br />

Frequentemente R N viene misurata direttamente, tuttavia non è raro il caso in<br />

cui sia necessaria una sua stima a partire dal<strong>la</strong> conoscenza di poche e semplici<br />

misure meteorologiche. Per quanto detto al punto precedente, è facile ottenere<br />

<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione seguente (Holts<strong>la</strong>g e van Ulden, 1983):<br />

98<br />

2.3.4 Il flusso di calore nel terreno<br />

La disponibilità di energia all’interfaccia aria-suolo induce come conseguenza un<br />

riscaldamento del suolo (o dell’acqua se <strong>la</strong> superficie terrestre nel punto che si sta<br />

considerando è costituita da una distesa di acqua come un oceano o un <strong>la</strong>go). In<br />

pratica si ha un flusso di calore nel terreno o più in generale nel substrato. Dato che<br />

il terreno è a diretto contatto con l’atmosfera ed è esposto superficialmente al<strong>la</strong><br />

radiazione so<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> sua temperatura superficiale presenta una evoluzione tipica

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