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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

risulta costituito da un insieme chiuso di equazioni tra le variabili istantanee, il<br />

secondo invece, che utilizza variabili meteorologiche medie, non lo è.Tuttavia,<br />

l'unico metodo che si può ragionevolmente pensare di impiegare nelle applicazioni<br />

pratiche è l'integrazione numerica delle equazioni differenziali re<strong>la</strong>tive alle<br />

variabili meteorologiche medie, anche se all’apparenza non è chiaro come fare.<br />

Per renderlo trattabile, l'approccio seguito è quello di considerare un numero limitato<br />

di equazioni prognostiche (in generale solo quelle che descrivono le variabili<br />

medie) ed approssimare le rimanenti incognite (i momenti di ordine superiore) con<br />

re<strong>la</strong>zioni di fatto semiempiriche basate sul<strong>la</strong> conoscenza delle variabili di cui<br />

sono considerate le re<strong>la</strong>tive re<strong>la</strong>zioni prognostiche. Questa operazione è chiamata <strong>la</strong><br />

chiusura del sistema di equazioni fluidodinamiche.A questo punto è doveroso fare<br />

alcune considerazioni. Le equazioni sono state scritte ipotizzando come media <strong>la</strong><br />

media di insieme, tuttavia è evidente che dal punto di vista pratico tale media<br />

non può essere presa in considerazione. I modelli normalmente impiegati adottano<br />

invece come media <strong>la</strong> media temporale ed ipotizzano che i processi meteorologici<br />

siano processi ergodici.<br />

L'elemento principale che caratterizza i diversi modelli matematici di PBL è il<br />

tipo di chiusura, cioè il modo con cui vengono parametrizzate le variabili<br />

meteorologiche in esubero, responsabili del<strong>la</strong> non chiusura del modello.<br />

Inizialmente si prenderà in considerazione <strong>la</strong> chiusura di tipo locale, secondo cui<br />

ogni singo<strong>la</strong> variabile in esubero (in genere un flusso turbolento o comunque un<br />

momento di ordine superiore) viene espressa con re<strong>la</strong>zioni semiempiriche basate<br />

su variabili non in esubero re<strong>la</strong>tive allo stesso punto spazio-temporale. Questo<br />

modo di procedere è molto naturale ma non sempre porta a simu<strong>la</strong>zioni fisicamente<br />

corrette, specialmente nelle situazioni convettive. Successivamente, verrà<br />

illustrata brevemente una famiglia di metodi differenti di chiusura, <strong>la</strong> chiusura non<br />

locale, che cerca di tener conto dell'enorme sca<strong>la</strong> spettrale che caratterizza i vortici<br />

turbolenti del PBL. Si abbandona quindi l'ipotesi che un momento di ordine<br />

superiore sia descrivibile in un punto dello spazio-tempo sul<strong>la</strong> base del valore<br />

assunto delle variabili non in esubero sempre nel medesimo punto dello spazio.<br />

La presenza dei vortici turbolenti di così grandi dimensioni, soprattutto nelle<br />

situazioni convettive, determina contributi in un punto che provengono da gran<br />

parte del PBL stesso. Qui viene fatta una trattazione molto sintetica; per maggiori<br />

dettagli si rimanda a Sozzi e al. (2002).<br />

2.2.4.1 Chiusura Locale<br />

2.2.4.1.1 Chiusura locale del primo ordine<br />

Per modello con chiusura del primo ordine (o di tipo K) si intende un modello di<br />

PBL basato sulle sole equazioni prognostiche re<strong>la</strong>tive alle variabili medie, in cui<br />

i momenti del secondo ordine (gli unici presenti direttamente) vengono parametrizzati<br />

impiegando i gradienti locali delle variabili medie stesse. Più precisamente,<br />

in analogia con <strong>la</strong> legge di Fourier, viene postu<strong>la</strong>ta una re<strong>la</strong>zione diretta e<br />

lineare tra i flussi ed i gradienti delle variabili medie. In partico<strong>la</strong>re, se consideriamo<br />

gli sforzi di Reynolds, questo modo di procedere ipotizza che siano valide le re<strong>la</strong>zioni<br />

seguenti:<br />

82<br />

dove K m è il coefficiente di diffusività turbolenta per <strong>la</strong> quantità di moto.Analoghe ipotesi<br />

vengono fatte per il flusso turbolento di calore e di umidità, espressi dalle

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