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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

2.1.2.3 La fenomenologia del<strong>la</strong> turbolenza del PBL<br />

L'aria del PBL è un fluido viscoso in moto su una frontiera rigida e rugosa (il<br />

suolo) e ciò comporta che <strong>la</strong> velocità media del fluido decresca con l’avvicinarsi al<br />

suolo, fino ad annul<strong>la</strong>rsi in corrispondenza di questa barriera rigida rispettando <strong>la</strong><br />

no-slip condition. Si produce quindi un gradiente nel<strong>la</strong> velocità dell'aria (shear) tanto<br />

più marcato quanto minore è <strong>la</strong> distanza dal suolo. Oltre a ciò, il moto dell’aria è<br />

altamente turbolento, tranne che per un piccolo strato a contatto con il suolo ed<br />

estremamente sottile (dell’ordine di v/U) in cui è sostanzialmente <strong>la</strong>minare. Nel<strong>la</strong><br />

maggior parte del PBL quindi <strong>la</strong> turbolenza è presente con strutture più o meno<br />

irrego<strong>la</strong>ri e tridimensionali normalmente indicate col termine di vortici (eddy).<br />

L'osservazione del PBL ha evidenziato come le situazioni diurne con forte soleggiamento<br />

differiscano profondamente da quelle notturne, anche se in entrambe è<br />

presente <strong>la</strong> turbolenza, rappresentando di fatto due regimi completamente differenti.<br />

Il primo caso prende normalmente il nome di situazione convettiva, mentre il<br />

secondo caso viene normalmente indicato come situazione stabile.<br />

2.1.2.3.1 Il PBL Convettivo<br />

Dal punto di vista geometrico, il PBL è in una situazione del tutto simile ad altri<br />

fluidi confinati da una frontiera rigida, come l’oceano per esempio. Ciò che rende<br />

il PBL unico nelle situazioni convettive è che su di esso agisca una fonte di calore<br />

ciclica. In effetti (Fig.2.7), alle medie e basse <strong>la</strong>titudini, il sole è una presenza diurna<br />

costante con un suo ciclo giornaliero e stagionale. Senza entrare nel dettaglio, <strong>la</strong><br />

radiazione elettromagnetica emessa dal sole attraversa tutta l’atmosfera, perdendo<br />

solo una parte del<strong>la</strong> propria energia, e raggiunge il suolo dove subisce una riflessione<br />

più o meno rilevante a seconda del tipo di suolo. L’atmosfera è quindi praticamente<br />

trasparente al<strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re e non riceve, se non in misura ridotta,<br />

energia direttamente, mentre è il suolo che ne riceve <strong>la</strong> maggior parte e <strong>la</strong> restituisce<br />

all'aria sovrastante, realizzando un efficiente trasferimento energetico. Infatti il<br />

calore assorbito dal suolo viene reintrodotto con vari meccanismi all’interfaccia<br />

suolo-atmosfera. L’atmosfera si trova quindi nelle condizioni di una enorme pento<strong>la</strong><br />

(generalmente animata da un moto di tras<strong>la</strong>zione orizzontale) piena di aria posta al<br />

di sopra di una intensa fonte di calore.<br />

All’interfaccia suolo-atmosfera si stabiliscono due sorgenti di turbolenza completamente<br />

differenti. La prima è di tipo meccanico, comune a tutti i fluidi viscosi in moto<br />

su una superficie rigida e rugosa e che dà luogo a vortici di dimensione re<strong>la</strong>tivamente<br />

limitata. La seconda è di tipo convettivo e quindi di origine termica, che produce<br />

vortici (thermals) di dimensione decisamente maggiore sui quali agisce <strong>la</strong> forza<br />

di Archimede dovuta al<strong>la</strong> differenza di densità dell’aria contenuta nei vortici rispetto<br />

al<strong>la</strong> densità dell’aria circostante. La loro forza motrice è quindi il galleggiamento<br />

(buoyancy) e le loro dimensioni sono ben maggiori di quelle di origine meccanica,<br />

raggiungendo anche molte centinaia di metri.<br />

Un possibile meccanismo per <strong>la</strong> loro formazione ed evoluzione è quello illustrato<br />

in Fig.2.8. L'aria sopra superfici partico<strong>la</strong>rmente calde si riscalda in maniera prevalente,<br />

dando origine ad una bol<strong>la</strong> molto più calda dell'aria circostante, appiattita al<br />

suolo (stadio 1) e che possiede un'instabilità interna che non si manifesta immediatamente,<br />

ma solo dopo che <strong>la</strong> bol<strong>la</strong> ha catturato sufficiente calore. A questo<br />

punto (stadio 2) essa inizia a contrarsi e ad assumere una forma sempre più sferica<br />

finché inizia a staccarsi dal suolo ed ad iniziarsi entro il PBL, mossa dal<strong>la</strong> forza di<br />

galleggiamento (stadio 3). Inizialmente <strong>la</strong> velocità di ascesa è elevata, tuttavia,<br />

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