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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

L’analisi del profilo di velocità del fluido evidenzia come <strong>la</strong> no-slip condition faccia<br />

sì che il profilo di velocità sia nullo al<strong>la</strong> superficie ed aumenti fino a raggiungere<br />

un valore di equilibrio lontano dal<strong>la</strong> superficie stessa. Si può quindi individuare<br />

uno strato di spessore h in cui è presente un disturbo al moto del fluido,<br />

determinato dal<strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> superficie rigida e dal<strong>la</strong> sua interazione col fluido<br />

viscoso, disturbo costituito dal gradiente verticale di velocità che diminuisce<br />

progressivamente con l’allontanarsi dal<strong>la</strong> superficie. Nell'esempio considerato, sia<br />

entro lo strato di spessore h che al di sopra, il moto del fluido continua ad essere<br />

di tipo <strong>la</strong>minare, cioè ordinato. Questa evidenza sperimentale in tutti i fluidi<br />

reali (in movimento a velocità estremamente basse) fu scoperta da Prandtl nel<br />

1905 e lo spessore h viene ancora oggi definito Strato Limite (Boundary Layer).<br />

Questa situazione ideale è quasi sempre lontana dal<strong>la</strong> realtà dei fluidi di interesse<br />

geofisico e può essere riprodotta in <strong>la</strong>boratorio solo con fluidi ad elevata<br />

viscosità, in un moto estremamente lento su superfici molto lisce. Sperimentale<br />

si nota che, quando le superfici sono rugose (come lo sono le superfici naturali<br />

su cui scorrono le masse d’aria), <strong>la</strong> velocità di tras<strong>la</strong>zione del fluido è considerevole<br />

e <strong>la</strong> viscosità è bassa, il moto cambia drasticamente d’aspetto e si presenta<br />

altamente disordinato ed irrego<strong>la</strong>re sia nello spazio che nel tempo. Per comprendere<br />

ciò, è conveniente rifarsi agli studi di Reynolds, prendendo a riferimento<br />

<strong>la</strong> situazione sperimentale descritta in Fig.2.5. Si supponga di realizzare<br />

in <strong>la</strong>boratorio una situazione come quel<strong>la</strong> descritta in figura (un fluido che scorre<br />

paralle<strong>la</strong>mente ad una superficie piana rigida, in cui sia evidente <strong>la</strong> presenza di<br />

un Boundary Layer di spessore h e che, lontano dal<strong>la</strong> frontiera rigida, sia caratterizzato<br />

da una velocità U). Si supponga, poi, di poter variare a piacimento U.<br />

Prima di condurre l'esperimento è conveniente definire uno o più parametri che<br />

lo possano descrivere, anche se sinteticamente. Sicuramente un parametro è U,<br />

tuttavia per poter descrivere anche <strong>la</strong> natura fisica del<strong>la</strong> frontiera rigida risulta<br />

spontaneo considerare anche h come parametro di interesse. Ovviamente si<br />

avranno diversi comportamenti del fluido (in partico<strong>la</strong>re tanti profili di velocità<br />

diversi) a seconda del tipo di fluido considerato e quindi è necessario tenerne in<br />

considerazione <strong>la</strong> viscosità cinematica v. Effettivamente questi sono anche i parametri<br />

che Reynolds prese in considerazione nei suoi storici esperimenti. In partico<strong>la</strong>re,<br />

invece di considerarli separatamente, Reynolds costruì con essi un indicatore<br />

sintetico adimensionale noto come numero di Reynolds e definito come:<br />

46<br />

Si inizi l'esperimento e si aumenti gradualmente U a partire da U = 0. Una volta<br />

realizzato un piccolo incremento di U, se ne registri il valore, si individui h e si<br />

calcoli il re<strong>la</strong>tivo valore di Re. L'esperimento evidenzierà <strong>la</strong> situazione seguente:<br />

• a bassi valori di Re (inferiori a circa 10 3 ) il moto si mantiene rego<strong>la</strong>re (cioè<br />

<strong>la</strong>minare);<br />

• sopra tale valore critico, variabile a seconda di molti fattori, come <strong>la</strong> rugosità<br />

del<strong>la</strong> frontiera, <strong>la</strong> geometria del<strong>la</strong> stessa, ecc., ma comunque dell'ordine di 10 3 ,<br />

si iniziano a notare i primi sintomi di cambiamento nel moto del fluido. Infatti,<br />

(Tennekes e Lamley, 1972) il moto <strong>la</strong>minare del fluido progressivamente presenta<br />

instabilità bidimensionali, che si possono manifestare con ondeggiamenti<br />

verticali che evolvono con l'aumentare di Re fino a diventare tridimensionali.A

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