05.01.2015 Views

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

Per rendersi conto di ciò, si consideri il Flusso di Couette (Fig.2.3), cioè il moto<br />

di un fluido viscoso tra due superfici piane distanti h, parallele ed infinite, una<br />

fissa e l’altra in lento movimento al<strong>la</strong> velocità U h . In questo caso il fluido si muove<br />

in modo ordinato e rego<strong>la</strong>re (<strong>la</strong>minare), ma dovendo aderire ad entrambe le<br />

superfici, le particelle di fluido a contatto con <strong>la</strong> superficie in movimento possiedono<br />

una velocità U h , mentre quelle a contatto con <strong>la</strong> superficie fissa hanno<br />

velocità nul<strong>la</strong>. Nel fluido si viene a creare una variazione lineare di velocità proporzionale<br />

al<strong>la</strong> distanza dal<strong>la</strong> superficie fissa, con gradiente dU/dz=U h /h costante<br />

in tutto il fluido. Osservando questo tipo di moto, Newton scoprì <strong>la</strong> proporzionalità<br />

tra lo sforzo (stress) τ ed il gradiente del<strong>la</strong> velocità del fluido:<br />

dove µ è chiamato viscosità dinamica del fluido (per l’aria, 2.789 •10-5 kg•m -1 s -2 ).<br />

In pratica è più frequente l’uso del<strong>la</strong> viscosità cinematica v= µ/δ (per l’aria,<br />

2.460•10 -5 m 2 s -1 ).Tutti i fluidi con tale proprietà vengono detti fluidi Newtoniani.<br />

La reazione del fluido allo stress viscoso è dunque una deformazione. La (2.34) a<br />

rigore è valida solo per un moto unidirezionale come quello in Fig.2.3. Il moto<br />

di un fluido reale è in generale molto più complesso e <strong>la</strong> variazione spaziale del<strong>la</strong><br />

velocità del fluido dà luogo a shear stress in differenti direzioni.Tra<strong>la</strong>sciando i dettagli<br />

(Sozzi e al., 2002), in questo caso lo sforzo di taglio τ è un’entità tensoriale,<br />

definito dal<strong>la</strong> matrice seguente:<br />

in cui ogni elemento rappresenta un vettore.Se, per esempio, si considera <strong>la</strong> superficie<br />

rappresentata in Fig.2.4 (con <strong>la</strong> normale lungo l’asse z), si nota come τ zx e<br />

τ zy siano sforzi che tendono a stirare in orizzontale tale superficie, mentre τ zz è una<br />

forza perpendico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> superficie stessa.Analoghe considerazioni possono essere<br />

fatte per le altre componenti del<strong>la</strong> matrice (2.35).<br />

Sinteticamente il tensore <strong>degli</strong> sforzi può essere indicato come τ ik , i,k=1,2,3 (1 =<br />

x,2 = y,3 = z) dove il primo pedice indica <strong>la</strong> direzione normale al<strong>la</strong> superficie<br />

(<strong>la</strong> sua orientazione, quindi) ed il secondo <strong>la</strong> direzione lungo cui agisce lo sforzo<br />

stesso.<br />

44<br />

Fig. 2.4: decomposizione dello sforzo su una superficie<br />

nelle re<strong>la</strong>tive componenti cartesiane.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!