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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLI PER SITUAZIONI PARTICOLARI<br />

dove:<br />

con ∆h max pari al<strong>la</strong> differenza tra <strong>la</strong> quota massima e minima presente entro il dominio<br />

di calcolo. Per ogni punto P r vengono calco<strong>la</strong>ti N-1 valori h r (x t ,y t ). Si definisce<br />

altezza di sca<strong>la</strong> per il ricettore P r <strong>la</strong> grandezza seguente:<br />

dove h * r è il valore massimo ottenuto nel<strong>la</strong> sequenza h r (x t ,y t ) e F * è <strong>la</strong> corrispondente<br />

funzione F. In pratica l’altezza di sca<strong>la</strong> riassume sinteticamente l’influenza di<br />

tutta l’orografia circostante che si esercita sul punto P r .<br />

9.3.2.2 Determinazione del<strong>la</strong> dividing streamline height<br />

Un ulteriore passaggio intermedio nel<strong>la</strong> determinazione del valore del<strong>la</strong> funzione<br />

peso f per un generico punto di griglia P r è <strong>la</strong> determinazione del<strong>la</strong> dividing streamline<br />

height H c .<br />

Per iniziare, si consideri una particel<strong>la</strong> d’aria di massa unitaria posta ad una quota<br />

h. In un ambiente stabilmente stratificato tale particel<strong>la</strong> per salire ad una quota z ha<br />

bisogno di una forza che vinca il galleggiamento negativo proprio, il tutto a spese<br />

dell’energia cinetica posseduta dal<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> stessa. Se una tale particel<strong>la</strong> è in equilibrio<br />

termico con l’aria circostante e θ <strong>la</strong> sua temperatura potenziale, un suo spostamento<br />

adiabatico al<strong>la</strong> quota z fa sì che <strong>la</strong> forza di galleggiamento positiva sia proporzionale<br />

al<strong>la</strong> differenza di temperatura potenziale tra l’aria ambiente (a temperatura<br />

potenziale θ s ) e θ (uguale al<strong>la</strong> temperatura ambiente, però al<strong>la</strong> quota h). In pratica<br />

si ha che:<br />

dove con N si è indicata <strong>la</strong> frequenza di Brunt-Vaisa<strong>la</strong> (in generale variabile con <strong>la</strong><br />

quota) N = g/θ . dθ/dz. Se si trascurano le forze di attrito, il <strong>la</strong>voro fatto sul<strong>la</strong> particel<strong>la</strong><br />

per spostar<strong>la</strong> da h a z risulta pari a:<br />

Si consideri ora un ricettore al<strong>la</strong> quota h c vista in precedenza ed una velocità del<br />

vento costante o crescente con <strong>la</strong> quota. Esisterà un limite inferiore H c per <strong>la</strong> quota<br />

di provenienza del<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> (prima indicata genericamente come h) al di sotto<br />

del<strong>la</strong> quale l’energia cinetica posseduta non è sufficiente a farle raggiungere h c .La<br />

quota H c , detta dividing streamline height, si ottiene formalmente dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione che<br />

rappresenta il principio secondo cui tale quota rappresenta quell’altezza sopra cui<br />

una particel<strong>la</strong> di fluido possiede energia cinetica sufficiente a salire fino al ricettore.<br />

Eguagliando il <strong>la</strong>voro necessario per <strong>la</strong> salita del<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> e <strong>la</strong> sua energia cinetica<br />

si ottiene:<br />

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