la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio
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MODELLI PER SITUAZIONI PARTICOLARI Si ricordi che: Questo modello è molto semplice e può essere impiegato solo per fare calcoli di prima approssimazione. Un modo migliore (però più complesso) è: • ricostruire la meteorologia costiera con un modello di PBL, • usare un modello lagrangiano a particelle (Cap.7) per simulare la dispersione dell’inquinante. 9.3 DISPERSIONE IN OROGRAFIA COMPLESSA La presenza di orografia rilevante in un territorio determina un’alterazione del flusso delle masse d’aria molto complessa e difficile a determinarsi. Fig. 9.19: incanalamento attraverso i passi montani Fig. 9.20: incanalamento del vento in una valle. Si hanno delle situazioni tipiche che si incontrano frequentemente nelle zone montagnose: • fenomeni di incanalamento del flusso d’aria a causa della presenza di passi tra le montagne (Fig. 9.19), • fenomeni di incanalamento del vento in una valle (Fig.9.20), • fenomeni di generazione di un vento di valle o di monte causati dalla differenza di temperatura del suolo tra la valle e le montagne (Fig.9.21). Fig.9.21: vento di monte e di valle. La dispersione degli inquinanti in queste situazioni è complessa e di difficile modellizzazione. 413
MODELLI PER SITUAZIONI PARTICOLARI 414 In generale, sarebbe consigliabile adottare la metodologia seguente: • si realizzi una ricostruzione molto precisa della meteorologia e della turbolenza nel dominio di calcolo con orografia complessa. Per fare ciò è necessario impiegare un modello numerico di PBL e si deve considerare un dominio di calcolo sufficientemente esteso contenente possibilmente anche una porzione di territorio priva di orografia. Dovrebbero essere disponibili sia nelle zone orograficamente complesse che nella zona pianeggiante anche misure meteorologiche al suolo ed in quota (profili) indispensabili alla calibrazione del modello. • una volta disponibile l’evoluzione spazio-temporale della meteorologia e della turbolenza, per modellizzare la dispersione degli inquinanti dovrebbe essere impiegato un modello non stazionario come un modello puff, un modello euleriano o meglio un modello lagrangiano a particelle. Quest’ultimo è praticamente l’unico in grado di simulare realisticamente situazioni di questa complessità. Se, però, l’interesse è centrato su inquinanti chimicamente reattivi, l’unica scelta possibile è il modello euleriano. Questa metodologia non può essere usata quando non siano disponibili sufficienti dati meteorologici per la ricostruzione della meteorologia e soprattutto della turbolenza o quando è necessario studiare il comportamento di sorgenti per lunghi periodi (cosa normale per sorgenti di nuova o prossima realizzazione) senza, però, impegnare uno sforzo computazionale eccessivo. Per poter far fronte a queste situazioni sono stati messi a punto alcuni metodi semplificati studiati perché siano naturalmente inseribili in modelli stazionari (gaussiani o no). 9.3.1 Il metodo semplificato CTDMPLUS Uno dei modelli semplificati più interessante e più realistico con cui trattare domini di calcolo con orografia e in situazioni stabili è quello proposto ed implementato da US-EPA nel modello dispersivo CTDMPLUS (Perry, 1992). In sintesi, tale modello si basa sulle considerazioni seguenti: • è possibile studiare teoricamente il flusso d’aria in una situazione ideale costituita da una superficie piana con un’unica montagna di forma regolare (per esempio di forma semi-ellissoidale) e in situazioni adiabatiche, • realizzando simulazioni fisiche in laboratorio, si possono studiare le modifiche che si vengono ad instaurare nel flusso di aria quando le situazioni sono convettive o, soprattutto, stabili, • si può stabilire una teoria semiempirica del flusso in questo caso ideale, • si può stabilire una teoria semiempirica di dispersione degli inquinanti, però di tipo stazionario, valida approssimativamente in questo caso ideale, • si può modellizzare il territorio come una composizione di semiellissoidi, • per ogni montagna ideale si può calcolare la dispersione degli inquinanti, • si possono sovrapporre gli effetti derivanti da tutte queste montagne ideali. Si può osservare rapidamente che le approssimazioni che questa strategia usa non possono garantire un realismo certo nelle simulazioni.Tuttavia su tale strategia si basa il modello USE. P.A CTDMPLUS, il più famoso nel calcolo della dispersione di inquinanti in un terreno orograficamente complesso. Sulla base dei risultati ottenuti, si può comunque affermare che, nonostante la relativa semplicità del modello, i risultati che si ottengono non sono molto lontani dalla realtà.
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MODELLI PER SITUAZIONI PARTICOLARI<br />
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In generale, sarebbe consigliabile adottare <strong>la</strong> metodologia seguente:<br />
• si realizzi una ricostruzione molto precisa del<strong>la</strong> meteorologia e del<strong>la</strong> turbolenza<br />
nel dominio di calcolo con orografia complessa. Per fare ciò è necessario impiegare<br />
un modello numerico di PBL e si deve considerare un dominio di calcolo<br />
sufficientemente esteso contenente possibilmente anche una porzione di territorio<br />
priva di orografia. Dovrebbero essere disponibili sia nelle zone orograficamente<br />
complesse che nel<strong>la</strong> zona pianeggiante anche misure meteorologiche<br />
al suolo ed in quota (profili) indispensabili al<strong>la</strong> calibrazione del modello.<br />
• una volta disponibile l’evoluzione spazio-temporale del<strong>la</strong> meteorologia e del<strong>la</strong><br />
turbolenza, per modellizzare <strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> <strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong> dovrebbe essere<br />
impiegato un modello non stazionario come un modello puff, un modello<br />
euleriano o meglio un modello <strong>la</strong>grangiano a particelle. Quest’ultimo è praticamente<br />
l’unico in grado di simu<strong>la</strong>re realisticamente situazioni di questa complessità.<br />
Se, però, l’interesse è centrato su <strong>inquinanti</strong> chimicamente reattivi, l’unica<br />
scelta possibile è il modello euleriano.<br />
Questa metodologia non può essere usata quando non siano disponibili sufficienti<br />
dati meteorologici per <strong>la</strong> ricostruzione del<strong>la</strong> meteorologia e soprattutto<br />
del<strong>la</strong> turbolenza o quando è necessario studiare il comportamento di sorgenti<br />
per lunghi periodi (cosa normale per sorgenti di nuova o prossima realizzazione)<br />
senza, però, impegnare uno sforzo computazionale eccessivo. Per poter far<br />
fronte a queste situazioni sono stati messi a punto alcuni metodi semplificati studiati<br />
perché siano naturalmente inseribili in modelli stazionari (gaussiani o no).<br />
9.3.1 Il metodo semplificato CTDMPLUS<br />
Uno dei modelli semplificati più interessante e più realistico con cui trattare<br />
domini di calcolo con orografia e in situazioni stabili è quello proposto ed<br />
implementato da US-EPA nel modello dispersivo CTDMPLUS (Perry, 1992).<br />
In sintesi, tale modello si basa sulle considerazioni seguenti:<br />
• è possibile studiare teoricamente il flusso d’aria in una situazione ideale costituita<br />
da una superficie piana con un’unica montagna di forma rego<strong>la</strong>re (per<br />
esempio di forma semi-ellissoidale) e in situazioni adiabatiche,<br />
• realizzando simu<strong>la</strong>zioni fisiche in <strong>la</strong>boratorio, si possono studiare le modifiche<br />
che si vengono ad instaurare nel flusso di aria quando le situazioni sono convettive<br />
o, soprattutto, stabili,<br />
• si può stabilire una teoria semiempirica del flusso in questo caso ideale,<br />
• si può stabilire una teoria semiempirica di <strong>dispersione</strong> <strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong>, però di<br />
tipo stazionario, valida approssimativamente in questo caso ideale,<br />
• si può modellizzare il territorio come una composizione di semiellissoidi,<br />
• per ogni montagna ideale si può calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> <strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong>,<br />
• si possono sovrapporre gli effetti derivanti da tutte queste montagne ideali.<br />
Si può osservare rapidamente che le approssimazioni che questa strategia usa non<br />
possono garantire un realismo certo nelle simu<strong>la</strong>zioni.Tuttavia su tale strategia si<br />
basa il modello USE. P.A CTDMPLUS, il più famoso nel calcolo del<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong><br />
di <strong>inquinanti</strong> in un terreno orograficamente complesso. Sul<strong>la</strong> base dei<br />
risultati ottenuti, si può comunque affermare che, nonostante <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva semplicità<br />
del modello, i risultati che si ottengono non sono molto lontani dal<strong>la</strong> realtà.