la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio
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MODELLO LAGRANGIANO A PARTICELLE A questo punto il modello inizia un ciclo principale che scandisce il tempo da un dato istante iniziale t 0 ad un istante finale t N . Durante ogni ciclo, che simula ciò che avviene in un intervallo di tempo pari al tempo di mediazione, si ha che: 1. il modello acquisisce dall’esterno i campi meteorologici e micrometeorologici correnti; 2. il modello acquisisce il valore corrente del tasso di emissione di tutte le sorgenti presenti nel dominio di calcolo; 3. vengono generate nuove particelle che simulano l’emissione di inquinante da parte delle differenti sorgenti attive entro il dominio di calcolo. Una volta generate, tutte queste nuove particelle vanno ad aggiungersi alla lista di particelle emesse in precedenza nel dominio; 4. vengono mosse tutte le particelle presenti nella lista, vengono calcolate le nuove componenti della velocità turbolenta delle particelle, si verifica se alcune particelle escono dai confini laterali del dominio di calcolo (in tal caso vengono rimosse dalla lista delle particelle attive e si considerano a tutti gli effetti “morte”); 5. viene calcolata la concentrazione di inquinante rappresentativa del periodo di mediazione. Se si analizza con attenzione lo schema a blocchi di Fig.7.12 si nota come le ultime tre azioni sopra indicate siano in realtà “frazionate” in un numero di sottointervalli fornito, come detto, al modello nella fase iniziale di acquisizione delle informazioni generali o stabilito dal modello stesso, come già detto in precedenza, in base al valore corrente dei tempi lagrangiani caratteristici. Questo frazionamento è controllato da un apposito ciclo secondario che scandisce la nascita delle nuove particelle, lo spostamento delle particelle attive, il calcolo delle nuove velocità turbolente di particella, l’eliminazione delle particelle fuoriuscite dal dominio di calcolo e la determinazione graduale della concentrazione media di inquinante. Per concludere va sottolineato che, per come è stato descritto, il modello non è in grado di trattare fenomeni di rimozione quali la deposizione secca e umida. Di come sia possibile trattare tali fenomeni in un contesto di modello lagrangiano a particelle si parlerà nel seguito. 359
BIANCA
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MODELLO LAGRANGIANO A PARTICELLE<br />
A questo punto il modello inizia un ciclo principale che scandisce il tempo da un<br />
dato istante iniziale t 0 ad un istante finale t N . Durante ogni ciclo, che simu<strong>la</strong> ciò che<br />
avviene in un intervallo di tempo pari al tempo di mediazione, si ha che:<br />
1. il modello acquisisce dall’esterno i campi meteorologici e micrometeorologici<br />
correnti;<br />
2. il modello acquisisce il valore corrente del tasso di emissione di tutte le sorgenti<br />
presenti nel dominio di calcolo;<br />
3. vengono generate nuove particelle che simu<strong>la</strong>no l’emissione di inquinante da<br />
parte delle differenti sorgenti attive entro il dominio di calcolo. Una volta generate,<br />
tutte queste nuove particelle vanno ad aggiungersi al<strong>la</strong> lista di particelle<br />
emesse in precedenza nel dominio;<br />
4. vengono mosse tutte le particelle presenti nel<strong>la</strong> lista, vengono calco<strong>la</strong>te le nuove<br />
componenti del<strong>la</strong> velocità turbolenta delle particelle, si verifica se alcune particelle<br />
escono dai confini <strong>la</strong>terali del dominio di calcolo (in tal caso vengono<br />
rimosse dal<strong>la</strong> lista delle particelle attive e si considerano a tutti gli effetti “morte”);<br />
5. viene calco<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> concentrazione di inquinante rappresentativa del periodo di<br />
mediazione.<br />
Se si analizza con attenzione lo schema a blocchi di Fig.7.12 si nota come le ultime<br />
tre azioni sopra indicate siano in realtà “frazionate” in un numero di sottointervalli<br />
fornito, come detto, al modello nel<strong>la</strong> fase iniziale di acquisizione delle informazioni<br />
generali o stabilito dal modello stesso, come già detto in precedenza, in<br />
base al valore corrente dei tempi <strong>la</strong>grangiani caratteristici. Questo frazionamento è<br />
control<strong>la</strong>to da un apposito ciclo secondario che scandisce <strong>la</strong> nascita delle nuove<br />
particelle, lo spostamento delle particelle attive, il calcolo delle nuove velocità turbolente<br />
di particel<strong>la</strong>, l’eliminazione delle particelle fuoriuscite dal dominio di calcolo<br />
e <strong>la</strong> determinazione graduale del<strong>la</strong> concentrazione media di inquinante.<br />
Per concludere va sottolineato che, per come è stato descritto, il modello non è in<br />
grado di trattare fenomeni di rimozione quali <strong>la</strong> deposizione secca e umida. Di<br />
come sia possibile trattare tali fenomeni in un contesto di modello <strong>la</strong>grangiano a<br />
particelle si parlerà nel seguito.<br />
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