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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLO LAGRANGIANO A PARTICELLE<br />

tempo attuale e tempo di emissione, ed una dimensione, in generale proporzionale<br />

all’età. Più precisamente (De Haan, 1999), più che di dimensione del<strong>la</strong> particel<strong>la</strong><br />

si dovrebbe par<strong>la</strong>re di distribuzione probabilistica del<strong>la</strong> massa di inquinante<br />

attribuita al<strong>la</strong> singo<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> attorno al proprio baricentro.Tale funzione di<br />

densità di probabilità è nota col nome di “Kernel del<strong>la</strong> particel<strong>la</strong>”. De Haan<br />

(1999) tratta l’argomento in modo rigoroso e del tutto generale, anche se l’applicabilità<br />

pratica di tutto ciò è molto re<strong>la</strong>tiva.<br />

Un caso partico<strong>la</strong>re (sicuramente il più usato) è un Kernel gaussiano, secondo cui<br />

<strong>la</strong> massa trasportata da una generica particel<strong>la</strong> risulta distribuita secondo una<br />

densità di probabilità pari al prodotto di tre funzioni gaussiane (una per ciascuna<br />

direzione cardinale) tra loro indipendenti. Pertanto il contributo C k (x,y,z;t)<br />

al<strong>la</strong> concentrazione totale di inquinante al tempo t, nel punto P(x,y,z) dovuta ad<br />

una particel<strong>la</strong> k che rappresenta una massa m k di inquinante risulta pari a:<br />

Questa re<strong>la</strong>zione (Yamada e Bunker, 1988) ipotizza che ci sia una riflessione al<br />

suolo del Kernel verticale. Per prima cosa si nota immediatamente come <strong>la</strong> (7.38)<br />

sia formalmente identica al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione base di un modello gaussiano puff già<br />

vista in precedenza ed è per questo che un modello <strong>la</strong>grangiano a particelle con<br />

Kernel gaussiano prende il nome di Particle Puff model. La profonda differenza tra<br />

<strong>la</strong> (7.38) e l’analoga formu<strong>la</strong>zione puff sta nel fatto che in un modello puramente<br />

puff le coordinate (x,y,z) del puff sono deterministiche, dovute cioè al solo trasporto<br />

del baricentro del puff da parte del campo medio del vento, mentre in un<br />

modello Particle-Puff tali coordinate sono parzialmente stocastiche (dovute al<strong>la</strong> turbolenza<br />

e descritte dalle equazioni di Langevin).<br />

L’applicazione pratica del<strong>la</strong> (7.38) è subordinata al<strong>la</strong> definizione delle deviazioni<br />

standard σ x , σ y e σ z del Kernel gaussiano. La scelta più naturale sta nell’adottare<br />

le conclusioni del<strong>la</strong> teoria di Taylor del<strong>la</strong> diffusione omogenea (Yamada e<br />

Bunker, 1988) secondo cui, se per esempio si considera <strong>la</strong> direzione trasversale y,<br />

si ha che:<br />

Se si ipotizza che <strong>la</strong> funzione di autocorre<strong>la</strong>zione R(ξ) (ξ è il time <strong>la</strong>g) ha <strong>la</strong> forma<br />

esponenziale R(ξ) = exp[- ξ/T Ly ] rispetto al Tempo Caratteristico Lagrangiano T Ly ,<br />

<strong>la</strong> (7.39a) diventa:<br />

approssimabile nel modo seguente:<br />

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