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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLO LAGRANGIANO A PARTICELLE<br />

Wilson e al.(1983). In pratica si vede come questa situazione corrisponda allo<br />

stato di un PBL in lenta evoluzione in cui σ 2 w varia apprezzabilmente con <strong>la</strong><br />

quota ed in cui <strong>la</strong> pdf di w è gaussiana.A rigore, una tale situazione non si riscontra<br />

veramente nel<strong>la</strong> realtà, anche se rappresenta con notevole realismo una vasta<br />

gamma di situazioni reali. Proprio per questa ragione, <strong>la</strong> (7.23a) è una delle re<strong>la</strong>zioni<br />

più usate per rappresentare il movimento verticale di una particel<strong>la</strong> nelle<br />

situazioni stabili o poco convettive.<br />

Stazionarietà ed omogeneità.<br />

In questo caso σ 2 w risulta indipendente sia dal tempo t che dal<strong>la</strong> posizione<br />

verticale z e ciò comporta una drastica semplificazione nel<strong>la</strong> (7.23a) che si<br />

riduce a:<br />

Questa soluzione può essere applicata in tutte quelle situazioni a lenta evoluzione<br />

temporale e con gradienti verticali di σ 2 w molto modesti. La sua applicabilità<br />

pratica nel<strong>la</strong> descrizione del movimento verticale di una particel<strong>la</strong> è molto limitata.<br />

Se però ne considerassimo il movimento orizzontale, per esempio trasversale,<br />

effettivamente <strong>la</strong> pdf re<strong>la</strong>tiva sarebbe molto prossima ad una gaussiana con<br />

σ 2 v lentamente variabile nel tempo e con modesti gradienti rispetto al<strong>la</strong> variabile<br />

y. In questo caso lo spazio delle fasi da considerare sarebbe (y,v).<br />

7.3.2.2 Turbolenza non gaussiana<br />

L’assunzione di un PBL caratterizzato da una turbolenza gaussiana è un’approssimazione<br />

non accettabile per le situazioni convettive in cui siano presenti vortici<br />

di dimensioni paragonabili all’estensione verticale dell’intero PBL che<br />

determinano correnti asimmetriche ascendenti (updraft) e discendenti (downdraft).<br />

Di tutto ciò si è trattato al Cap.2 e nel Cap.4 è stata presentata una c<strong>la</strong>sse<br />

di modelli stazionari per <strong>la</strong> simu<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> <strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong> in<br />

grado di rappresentare con sufficiente realismo queste situazioni. Qui di seguito<br />

ci accingiamo al<strong>la</strong> determinazione di una metodologia per <strong>la</strong> stima del coefficiente<br />

di drift a w presente sull’equazione di Langevin (7.33a) adeguata a rappresentare<br />

<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> verticale <strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong> in questa situazione.<br />

In Letteratura sono molti i <strong>la</strong>vori dedicati a questo tema.A tale proposito vale <strong>la</strong><br />

pena ricordare Baerentsen e Berkowicz(1984), Luhar e al.(1996), Luhar e<br />

Bitter(1989), Weil(1990), Weil (1992). In tali riferimenti sono presentati i vari<br />

modelli proposti, spesso notevolmente complessi, quasi tutti re<strong>la</strong>tivi a situazioni<br />

prossime al<strong>la</strong> stazionarietà.<br />

Hurley e Physick(1993) hanno osservato che, realisticamente, nelle situazioni<br />

convettive il Mixed Layer occupa una porzione percentualmente molto grande<br />

dell’intero PBL (in generale <strong>la</strong> porzione prevalente) e quindi le zone del PBL in<br />

cui sono riscontrabili apprezzabili gradienti verticali sono limitate al SL (spesso<br />

molto ridotto) ed all’Entrainment Layer. Se si accetta di commettere un errore<br />

(piuttosto ridotto) in tali zone, è possibile invocare un’ipotesi semplificativa di<br />

omogeneità spaziale che comporta <strong>la</strong> forma seguente per il coefficiente di drift:<br />

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