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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLO LAGRANGIANO A PARTICELLE<br />

corre<strong>la</strong>te nel tempo con distribuzione a media nul<strong>la</strong> e varianza dt. La seconda equazione,<br />

dedicata al<strong>la</strong> descrizione dello spostamento fisico del<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> nello spazio<br />

reale, è <strong>la</strong> normale legge dello spostamento del<strong>la</strong> cinematica che è stocastica solo<br />

perché dW ha natura stocastica.<br />

Come visto, il sistema (7.13) non è l’unico modo con cui descrivere il moto del<strong>la</strong><br />

particel<strong>la</strong>, infatti a questa descrizione <strong>la</strong>grangiana si affianca anche una descrizione<br />

euleriana in cui viene impiegata <strong>la</strong> controparte euleriana dell’equazione di<br />

Langevin, cioè l’equazione di Fokker-P<strong>la</strong>nck, dove compare <strong>la</strong> pdf P(z,w,t) il cui<br />

ovvio significato è <strong>la</strong> probabilità che al tempo t esista una particel<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> posizione<br />

z÷z+dz con velocità verticale w÷w+dw. Dato che stiamo considerando uno spazio<br />

delle fasi bidimensionali, l’equazione di Fokker-P<strong>la</strong>nck sarà simile ma non uguale<br />

a quanto visto in precedenza. In definitiva, <strong>la</strong> sua forma corretta è <strong>la</strong> seguente:<br />

Il problema che dobbiamo affrontare ora è il seguente:<br />

• il modello ideale con cui descrivere il moto del<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> è sicuramente il sistema<br />

(7.13) in cui però sono presenti i coefficienti a w e b w del tutto incogniti;<br />

• tali coefficienti sono presenti anche nell’equazione di Fokker-P<strong>la</strong>nck (7.14), controparte<br />

euleriana dell’equazione di Langevin;<br />

• nell’equazione (7.14) è presente inoltre <strong>la</strong> pdf P(z,w,t) che, per quel che ne sappiamo,<br />

rappresenta le proprietà statistiche del movimento delle particelle di un<br />

inquinante, impossibili da determinare.<br />

Ciò che nel<strong>la</strong> realtà siamo in grado di misurare o stimare sono solo le proprietà statistiche<br />

del fluido turbolento in cui si muovono le particelle di inquinante e a cui è<br />

dedicata l’intera Micrometeorologia riassunta nel Cap.2. Sarebbe auspicabile gettare<br />

un ponte tra le proprietà statistiche del fluido e quelle delle particelle e ciò consentirebbe<br />

forse di uscire da questa situazione di blocco logico. Questo ponte è stato<br />

realizzato da Thomson (1987) che formulò <strong>la</strong> celebre well mixed criterion da cui sono<br />

nati tutti gli sviluppi teorici ed applicativi successivi. Partiamo, nel<strong>la</strong> discussione,<br />

domandandoci per prima cosa quale sia il significato di concentrazione sullo spazio<br />

delle fasi (z,w) di un generico inquinante.Tale concentrazione può essere definita in<br />

maniera rigorosa come:<br />

dove con P a (z,w,t) si è indicata <strong>la</strong> pdf associata al fatto che un elemento di fluido possiede<br />

al tempo t una posizione z ed una velocità verticale w,proprietà statistica che<br />

è realistico poter conoscere o stimare dal<strong>la</strong> Micrometeorologia, mentre con P(z,w,t)<br />

si è indicato al solito <strong>la</strong> pdf di una generica particel<strong>la</strong> in quel punto dello spazio<br />

delle fasi. Il criterio postu<strong>la</strong>to da Thomson, che di fatto rappresenta in un certo senso<br />

un criterio di chiusura,è semplice ed intuitivo. Infatti, tra le tante situazioni possibili<br />

possiamo considerare anche quel<strong>la</strong> in cui le particelle di inquinante siano ben rimesco<strong>la</strong>te<br />

col fluido. Ciò comporta inevitabilmente che:<br />

questo ad un certo generico istante t * .Perché mai questa situazione dovrebb mutare<br />

nel tempo in assenza di sorgenti perturbatrici Un mutamento di concentrazio-<br />

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