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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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CAPITOLO 7<br />

MODELLO LAGRANGIANO A PARTICELLE<br />

Da quanto anticipato al Cap.3, l’approccio <strong>la</strong>grangiano al<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> <strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong><br />

in aria appare molto complesso e ben poco applicabile in pratica. Parrebbe,<br />

infatti, più un affascinante costrutto teorico che un reale impianto modellistico in<br />

grado di produrre modelli veramente utilizzabili. In questo Capitolo si dimostra<br />

invece quanto questa impressione sia lontana dal<strong>la</strong> realtà. Si scoprirà, forse con una<br />

certa sorpresa, che in realtà, adottando questo angolo visuale, è possibile costruire<br />

modelli operativi fortemente rappresentativi del<strong>la</strong> complessa realtà del<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong> nel PBL, soprattutto nelle situazioni convettive.<br />

7.1 ASPETTI PRELIMINARI<br />

Se si considera un inquinante non reattivo, in assenza di sorgenti ad un istante t ed<br />

in un punto P di coordinate (x,y,z) <strong>la</strong> concentrazione istantanea c(x,y,z;t) è descritta,<br />

con buona approssimazione, dall’equazione di conservazione seguente<br />

in cui le componenti u j del<strong>la</strong> velocità dell’aria sono anch’esse dei valori istantanei.<br />

La (7.1a) formalmente può anche essere scritta introducendo il concetto di derivata<br />

sostanziale e <strong>la</strong> sua espressione alternativa è <strong>la</strong> seguente (Wilson e Sawford, 1996)<br />

che descrive l’evoluzione nel tempo del<strong>la</strong> concentrazione di una particel<strong>la</strong> di aria<br />

(cioè di un volume ridottissimo ma non infinitesimo di aria) che si muove nel PBL<br />

con una velocità avente componenti {u j ,j= 1,2,3}. Da questa descrizione emerge<br />

che, in assenza di processi di rimozione (sia di tipo chimico, che di tipo fisico) ed<br />

in assenza di sorgenti, <strong>la</strong> particel<strong>la</strong> considerata varia <strong>la</strong> propria concentrazione solo<br />

a causa del<strong>la</strong> diffusione moleco<strong>la</strong>re. Dato che, in un fluido ad elevato numero di<br />

Reynolds come il PBL, <strong>la</strong> diffusione moleco<strong>la</strong>re risulta del tutto trascurabile, <strong>la</strong><br />

(7.1b) si riduce a<br />

Il risultato sconcertante ottenuto è che una particel<strong>la</strong> di aria conserva nel tempo <strong>la</strong> massa di<br />

inquinante originaria e quindi <strong>la</strong> propria concentrazione quando sono assenti le sorgenti<br />

ed i processi di rimozione e quando <strong>la</strong> diffusione moleco<strong>la</strong>re può essere trascurata.<br />

Ma se <strong>la</strong> particel<strong>la</strong> non cambia <strong>la</strong> propria concentrazione nel tempo, come si può<br />

spiegare l’evidenza euleriana secondo cui in un punto P(x,y,z) dello spazio <strong>la</strong> concentrazione<br />

di un inquinante varia nel tempo La spiegazione è semplice. Si immagini<br />

di suddividere tutto lo spazio in particelle contenenti l’inquinante cui si è interessati.<br />

Ogni singo<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> rispetta veramente <strong>la</strong> legge di conservazione (7.1c),<br />

tuttavia è pur vero che ogni singo<strong>la</strong> particel<strong>la</strong> è in movimento continuo e irrego<strong>la</strong>re nello<br />

spazio. Se un osservatore euleriano fotografasse <strong>la</strong> situazione istantanea a differenti<br />

istanti t i ,rileverebbe l’esistenza di un campo di concentrazione c variabile da punto<br />

a punto e da istante ad istante. Se però lo stesso osservatore potesse seguire nel<strong>la</strong> loro<br />

evoluzione spazio-temporale tutte le particelle in cui è stato suddiviso il PBL, si<br />

accorgerebbe che le varie particelle (ciascuna distinguibile dall’altra) si distribuiscono<br />

e si addensano nello spazio in maniera variabile da istante ad istante. Per stabilire<br />

<strong>la</strong> concentrazione c(x,y,z), l’osservatore deve individuare attorno al punto P un<br />

volume. Se in tale volume V, piccolo a piacere, si trovano al tempo t N particelle<br />

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