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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF<br />

Una volta noti i primi due momenti del<strong>la</strong> distribuzione del<strong>la</strong> concentrazione (<strong>la</strong><br />

media e <strong>la</strong> varianza) risulta possibile fornire una descrizione, anche se approssimata,<br />

del<strong>la</strong> distribuzione del<strong>la</strong> concentrazione nello spazio e nel tempo. In effetti,<br />

detta µ c il valor medio del<strong>la</strong> concentrazione ad un istante t e in un punto del<br />

PBL e con σ c <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva deviazione standard, se si ipotizza che tale distribuzione<br />

possa essere adeguatamente descritta da una distribuzione gaussiana troncata, essa<br />

sarà quantificata dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione seguente:<br />

dove con δ(c) si è indicata <strong>la</strong> funzione Delta di Dirac, conγè il coefficiente di<br />

intermittenza dato da:<br />

e dove le due variabili µ G e σ G sono legate ai due momenti µ g e σ g dalle re<strong>la</strong>zioni:<br />

6. 9 OSSERVAZIONI CONCLUSIVE<br />

Negli anni anche ai modelli puff è capitato ciò che si è visto per i modelli plume,<br />

cioè si è cercato di inserire nel<strong>la</strong> loro struttura elementare una serie di meccanismi<br />

semiempirici che li rendessero capaci di trattare anche situazioni partico<strong>la</strong>rmente<br />

complesse. In questa sede non si vuole entrare in questi dettagli, per essi<br />

si faccia riferimento a Scire e al. (2000).Vale solo <strong>la</strong> pena elencare i principali<br />

meccanismi semiempirici considerati nelle principali implementazioni (in partico<strong>la</strong>re<br />

nel modello U.S. EPA CALPUFF):<br />

• è stato introdotto un modello semiempirico per tener conto delle perturbazioni<br />

indotte al<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> dei puff da parte <strong>degli</strong> edifici adiacente al<strong>la</strong> sorgente<br />

di emissione. Di fatto ciò che si è fatto è adattare i meccanismi visti al Cap.4 a<br />

proposito dei modelli stazionari al<strong>la</strong> filosofia propria di un modello puff;<br />

• si è introdotto un meccanismo per tener conto del<strong>la</strong> presenza di orografia.<br />

Mentre il campo di vento tiene conto autonomamente delle distorsioni indotte<br />

al flusso medio delle masse d’aria e quindi si incarica di trasportare in maniera<br />

corretta il baricentro del puff, questi meccanismo si dedicano principalmente<br />

al<strong>la</strong> descrizione delle perturbazioni indotte sui parametri di <strong>dispersione</strong> dei puff;<br />

• sono stati introdotti meccanismi per simu<strong>la</strong>re sorgenti non lineari, in partico<strong>la</strong>re<br />

areali e lineari. Il concetto base è quello di simu<strong>la</strong>re tali sorgenti con l’emissione<br />

di più puff in una porzione di spazio congruentemente con <strong>la</strong> forma<br />

del<strong>la</strong> sorgente, tuttavia si è poi giunti ad individuare modelli semiempirici per<br />

rendere meno pesanti i tempi di calcolo del modello e quindi ridurre il numero<br />

di puff generati.<br />

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