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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF<br />

• detta x 0 <strong>la</strong> posizione del puff originale, x 1 e x 2 <strong>la</strong> posizione dei due nuovi puff<br />

sarà data dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione:<br />

dove r è un parametro che governa lo spiazzamento del centroide dei puff figli<br />

rispetto al centroide del puff padre. Sykes e al. (1998) hanno mostrato numericamente<br />

che un valore opportuno per r, che riduce gli errori di calcolo, è 0.75.<br />

• i puff figli dovranno conservare anche i momenti del puff padre. In questa presentazione<br />

semplificata re<strong>la</strong>tiva a puff di tipo gaussiano, si avrà che <strong>la</strong> <strong>dispersione</strong><br />

secondo x dei puff figli sarà pari a:<br />

318<br />

• <strong>la</strong> massa di <strong>inquinanti</strong> contenuta dai due puff figli sarà pari al<strong>la</strong> metà del<strong>la</strong> massa<br />

del puff padre.<br />

Dato che nel<strong>la</strong> maggior parte dei modelli puff si usano parametrizzazioni per i<br />

parametri di <strong>dispersione</strong> secondo cui <strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> secondo x risulta pari a quel<strong>la</strong><br />

secondo y,risulta inevitabile che quando un puff supera <strong>la</strong> dimensione critica<br />

re<strong>la</strong>tivamente a x, lo stesso accada anche per <strong>la</strong> dimensione y. In questo caso, operativamente,<br />

prima verrà realizzato lo splitting rispetto a x e successivamente un<br />

analogo splitting rispetto ad y impiegando ancora una volta le re<strong>la</strong>zioni (6.9)<br />

sostituendo a x <strong>la</strong> coordinata y. Ovviamente al<strong>la</strong> fine il puff padre avrà generato<br />

quattro puff figli, ciascuno contenente un quarto del<strong>la</strong> massa iniziale. Si può notare<br />

che i puff figli presentano un certo grado di sovrapposizione gli uni con gli<br />

altri, garantendo così un buon grado di continuità nel calcolo del<strong>la</strong> concentrazione,<br />

pur consentendo una maggiore sensibilità agli shear presenti nel dominio<br />

di calcolo.<br />

Ovviamente sarà possibile e consigliabile definire una dimensione limite anche<br />

per <strong>la</strong> coordinata z ed anche in questo caso si potrà realizzare lo splitting (verticale<br />

questa volta) usando le re<strong>la</strong>zioni (6.9) con z al posto di x.<br />

Durante uno splitting verticale può accadere che il centroide di uno dei due puff<br />

figli si vada a collocare al di sotto del suolo. In questo caso si opererà una riflessione<br />

del<strong>la</strong> coordinata verticale del centroide in modo che si ricollochi al di<br />

sopra del suolo. In modo simile si può trattare il caso in cui il centroide di uno<br />

dei due puff figli, durante una situazione convettiva, si vada a porre sopra <strong>la</strong> sommità<br />

del PBL.Anche in questo si opererà una riflessione del<strong>la</strong> coordinata verticale<br />

riposizionando il centroide al di sotto del<strong>la</strong> sommità del PBL.<br />

Una situazione del tutto complementare si ha quando, per esempio in situazioni<br />

caratterizzate da venti deboli, esiste una notevole quantità di puff vicini con<br />

un buon grado di sovrapposizione reciproco. In questo caso questa situazione<br />

non genera perplessità di tipo fisico (<strong>la</strong> situazione risulta modellizzata correttamente),<br />

ma sicuramente richiede un incremento dei tempi di calcolo non giustificato.<br />

In tal caso è possibile operare una fusione (merging) di puff vicini in un<br />

unico puff che li rappresenti collettivamente sia dal punto di vista del<strong>la</strong> massa trasportata<br />

che dal punto di vista del<strong>la</strong> conservazione dei momenti (in partico<strong>la</strong>re<br />

del<strong>la</strong> varianza). Sempre facendo riferimento a Sykes e al. (1998), si opera come<br />

segue:

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