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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF<br />

quantità di inquinante tale da rispettare per ogni sorgente <strong>la</strong> (6.1). Oltre a ciò,<br />

ciascun puff sarà caratterizzato da una ben precisa condizione iniziale rappresentabile<br />

come una velocità ascensionale iniziale,un buoyancy flux ed un momentum<br />

flux, dipendenti dalle modalità con cui l’inquinante viene emesso da ciascuna<br />

sorgente;<br />

• all’istante t i , il modello considera ciascun puff esistente entro il dominio. Se i è<br />

uno generico di questi puff, il modello per prima cosa calco<strong>la</strong> <strong>la</strong> nuova posizione<br />

del suo baricentro e successivamente il valore corrente delle tre deviazioni<br />

standard, tenuto conto del valore che il campo di vento e di turbolenza<br />

presenta in corrispondenza del baricentro del puff;<br />

• all’istante t i il modello stima l’effetto dei vari processi di impoverimento che ciascun<br />

puff subisce (deposizione secca ed umida ed eventualmente trasformazioni<br />

chimiche eventuali trasformazioni, di ciò si tratterà al Capitolo 8) che avranno<br />

come risultato evidente una perdita di massa di inquinante da parte del puff;<br />

• all’istante t i il modello prenderà in considerazione ciascun puff e calcolerà il suo<br />

contributo di concentrazione dell’inquinante in esame in ogni nodo del<strong>la</strong> griglia<br />

bidimensionale posta al suolo e su cui si viene a calco<strong>la</strong>re <strong>la</strong> distribuzione<br />

spaziale di inquinamento.<br />

Quanto qui presentato è <strong>la</strong> semplificazione del<strong>la</strong> procedura operativa messa in<br />

atto da ogni modello di questo tipo.<br />

Come si vede, il modello non è stazionario, visto che tiene conto esplicitamente<br />

e naturalmente sia del<strong>la</strong> variazione nel tempo dei tassi di emissioni delle sorgenti<br />

presenti sia delle condizioni meteorologiche e micrometeorologiche. Ciò<br />

costituisce però anche un problema operativo importante: un modello puff, infatti,<br />

non può operare senza un modello meteorologico di PBL (nel<strong>la</strong> maggioranza<br />

dei casi, un modello di tipo diagnostico) che sia in grado di fornire ai vari<br />

istanti desiderati tutti i campi meteorologici e micrometeorologici necessari al<br />

suo funzionamento.<br />

6.3 LA TRAIETTORIA DI UN PUFF<br />

Si consideri un generico puff che ad un dato istante t abbia il baricentro localizzato<br />

nel<strong>la</strong> posizione di coordinate x(t), y(t), z(t). All’istante t i+1 = t+ ∆t <strong>la</strong> nuova<br />

posizione assunta sarà data, in generale, dalle coordinate:<br />

Va notato che <strong>la</strong> velocità w p rappresenta <strong>la</strong> somma del<strong>la</strong> spinta di galleggiamento<br />

posseduta dal puff, che verrà progressivamente persa con l’aumentare del<br />

tempo, e dell’eventuale velocità di sedimentazione gravitazionale (se si sta considerando<br />

un puff di partico<strong>la</strong>to solido). Oltre a ciò va rilevato che, se si sta considerando<br />

un terreno piatto, <strong>la</strong> componente verticale media del<strong>la</strong> velocità del<br />

vento è prossima a zero.<br />

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