la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio
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MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF lizza una diffusione turbolenta della nuvola.Tale aumento delle deviazioni standard (e quindi tale aumento dimensionale del puff) dipende dalla sua età (dal tempo, cioè, trascorso dalla sua emissione) e dal livello di convettività sperimentata nei punti del PBL incontrati nel suo cammino. Questa struttura, come si è visto capitare per il plume,avrà un’interazione col suolo e con la sommità del PBL ed in qualche modo dovrà deformare la propria geometria per tener conto delle riflessioni conseguenti a tali interazioni. 6.2 LA STRUTTURA LOGICA DI UN MODELLO PUFF Ogni modello di questa famiglia prende come riferimento spaziale un dominio di calcolo tridimensionale entro cui seguire e studiare l’evoluzione dei vari puff che vengo emessi.Visto che la caratteristica principale di questa famiglia di modelli è quella di non essere stazionari, è frequente il loro impiego nella simulazione della dispersione di inquinanti a mesoscala e ciò comporta quindi che il dominio di calcolo sia di molto superiore a quello tipico di un modello stazionario (gaussiano o meno). Per semplicità e senza ledere la generalità della discussione, si può ipotizzare che tale dominio sia un parallelepipedo regolare riferito ad un sistema di riferimento cartesiano congruente con le consuetudini meteorologiche (si veda Cap.2) e con i lati relativi allo spigolo SW paralleli agli assi coordinati. La frontiera inferiore di tale dominio è costituita dal suolo che, a priori, potrà essere caratterizzato anche da orografia piuttosto rilevante. In effetti molti modelli puff tengono conto di ciò, tuttavia per semplicità espositiva non tratteremo questo problema per i cui dettagli si rimanda a Scire e al. (2000). Anche se lo studio della traiettoria dei puff non richiede una grigliatura del dominio di calcolo, tuttavia per la determinazione delle concentrazioni al suolo dell’inquinante che si sta considerando, è necessario poter disporre almeno di una griglia bidimensionale localizzata alla superficie inferiore del dominio di calcolo (suolo) ai cui nodi verrà stimata la concentrazione di inquinante dovuta a tutti i puff presenti nel dominio ai vari istanti considerati. Va comunque sottolineato che il funzionamento di qualsiasi modello puff è subordinato alla conoscenza del campo di vento medio e del campo di turbolenza, campi che potranno solo derivare dall’impiego esterno di opportuni modelli di PBL (prognostici o diagnostici) i quali richiedono inevitabilmente una griglia di calcolo. Essa potrà essere a priori qualsiasi, purché contenga il dominio di calcolo usato per il modello puff. Premesso ciò, il modello opera come segue: • si considera una successione di istanti temporali t i , ciascuno separato da un intervallo ∆t a partire da un istante iniziale t 0 .∆t può essere più o meno piccolo a seconda del livello di precisione desiderato nella simulazione; • ad ogni istante t i deve essere noto il campo tridimensionale medio del vento in tutto il dominio spaziale di interesse e si devono conoscere anche i parametri che caratterizzano la turbolenza del PBL.Almeno in teoria, tali parametri sono costituiti dal campo tridimensionale delle varianze delle tre componenti del vento, dall’altezza della sommità del PBL e dai parametri che caratterizzano la turbolenza nel SL; • a ciascun istante t i si emette da ogni sorgente considerata (che in questa discussione sarà di fatto una sorgente puntuale) uno o più puff ciascuno contenente una 313
MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF quantità di inquinante tale da rispettare per ogni sorgente la (6.1). Oltre a ciò, ciascun puff sarà caratterizzato da una ben precisa condizione iniziale rappresentabile come una velocità ascensionale iniziale,un buoyancy flux ed un momentum flux, dipendenti dalle modalità con cui l’inquinante viene emesso da ciascuna sorgente; • all’istante t i , il modello considera ciascun puff esistente entro il dominio. Se i è uno generico di questi puff, il modello per prima cosa calcola la nuova posizione del suo baricentro e successivamente il valore corrente delle tre deviazioni standard, tenuto conto del valore che il campo di vento e di turbolenza presenta in corrispondenza del baricentro del puff; • all’istante t i il modello stima l’effetto dei vari processi di impoverimento che ciascun puff subisce (deposizione secca ed umida ed eventualmente trasformazioni chimiche eventuali trasformazioni, di ciò si tratterà al Capitolo 8) che avranno come risultato evidente una perdita di massa di inquinante da parte del puff; • all’istante t i il modello prenderà in considerazione ciascun puff e calcolerà il suo contributo di concentrazione dell’inquinante in esame in ogni nodo della griglia bidimensionale posta al suolo e su cui si viene a calcolare la distribuzione spaziale di inquinamento. Quanto qui presentato è la semplificazione della procedura operativa messa in atto da ogni modello di questo tipo. Come si vede, il modello non è stazionario, visto che tiene conto esplicitamente e naturalmente sia della variazione nel tempo dei tassi di emissioni delle sorgenti presenti sia delle condizioni meteorologiche e micrometeorologiche. Ciò costituisce però anche un problema operativo importante: un modello puff, infatti, non può operare senza un modello meteorologico di PBL (nella maggioranza dei casi, un modello di tipo diagnostico) che sia in grado di fornire ai vari istanti desiderati tutti i campi meteorologici e micrometeorologici necessari al suo funzionamento. 6.3 LA TRAIETTORIA DI UN PUFF Si consideri un generico puff che ad un dato istante t abbia il baricentro localizzato nella posizione di coordinate x(t), y(t), z(t). All’istante t i+1 = t+ ∆t la nuova posizione assunta sarà data, in generale, dalle coordinate: Va notato che la velocità w p rappresenta la somma della spinta di galleggiamento posseduta dal puff, che verrà progressivamente persa con l’aumentare del tempo, e dell’eventuale velocità di sedimentazione gravitazionale (se si sta considerando un puff di particolato solido). Oltre a ciò va rilevato che, se si sta considerando un terreno piatto, la componente verticale media della velocità del vento è prossima a zero. 314
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lizza una diffusione turbolenta del<strong>la</strong> nuvo<strong>la</strong>.Tale aumento delle deviazioni standard<br />
(e quindi tale aumento dimensionale del puff) dipende dal<strong>la</strong> sua età (dal<br />
tempo, cioè, trascorso dal<strong>la</strong> sua emissione) e dal livello di convettività sperimentata<br />
nei punti del PBL incontrati nel suo cammino. Questa struttura, come si è<br />
visto capitare per il plume,avrà un’interazione col suolo e con <strong>la</strong> sommità del PBL<br />
ed in qualche modo dovrà deformare <strong>la</strong> propria geometria per tener conto delle<br />
riflessioni conseguenti a tali interazioni.<br />
6.2 LA STRUTTURA LOGICA DI UN MODELLO PUFF<br />
Ogni modello di questa famiglia prende come riferimento spaziale un dominio di<br />
calcolo tridimensionale entro cui seguire e studiare l’evoluzione dei vari puff che<br />
vengo emessi.Visto che <strong>la</strong> caratteristica principale di questa famiglia di modelli è<br />
quel<strong>la</strong> di non essere stazionari, è frequente il loro impiego nel<strong>la</strong> simu<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong><br />
<strong>dispersione</strong> di <strong>inquinanti</strong> a mesosca<strong>la</strong> e ciò comporta quindi che il dominio di calcolo<br />
sia di molto superiore a quello tipico di un modello stazionario (gaussiano o<br />
meno). Per semplicità e senza ledere <strong>la</strong> generalità del<strong>la</strong> discussione, si può ipotizzare<br />
che tale dominio sia un parallelepipedo rego<strong>la</strong>re riferito ad un sistema di riferimento<br />
cartesiano congruente con le consuetudini meteorologiche (si veda Cap.2)<br />
e con i <strong>la</strong>ti re<strong>la</strong>tivi allo spigolo SW paralleli agli assi coordinati. La frontiera inferiore<br />
di tale dominio è costituita dal suolo che, a priori, potrà essere caratterizzato<br />
anche da orografia piuttosto rilevante. In effetti molti modelli puff tengono conto<br />
di ciò, tuttavia per semplicità espositiva non tratteremo questo problema per i cui<br />
dettagli si rimanda a Scire e al. (2000).<br />
Anche se lo studio del<strong>la</strong> traiettoria dei puff non richiede una grigliatura del dominio<br />
di calcolo, tuttavia per <strong>la</strong> determinazione delle concentrazioni al suolo dell’inquinante<br />
che si sta considerando, è necessario poter disporre almeno di una griglia<br />
bidimensionale localizzata al<strong>la</strong> superficie inferiore del dominio di calcolo (suolo) ai<br />
cui nodi verrà stimata <strong>la</strong> concentrazione di inquinante dovuta a tutti i puff presenti<br />
nel dominio ai vari istanti considerati.<br />
Va comunque sottolineato che il funzionamento di qualsiasi modello puff è subordinato<br />
al<strong>la</strong> conoscenza del campo di vento medio e del campo di turbolenza, campi<br />
che potranno solo derivare dall’impiego esterno di opportuni modelli di PBL (prognostici<br />
o diagnostici) i quali richiedono inevitabilmente una griglia di calcolo.<br />
Essa potrà essere a priori qualsiasi, purché contenga il dominio di calcolo usato per<br />
il modello puff.<br />
Premesso ciò, il modello opera come segue:<br />
• si considera una successione di istanti temporali t i , ciascuno separato da un intervallo<br />
∆t a partire da un istante iniziale t 0 .∆t può essere più o meno piccolo a<br />
seconda del livello di precisione desiderato nel<strong>la</strong> simu<strong>la</strong>zione;<br />
• ad ogni istante t i deve essere noto il campo tridimensionale medio del vento in<br />
tutto il dominio spaziale di interesse e si devono conoscere anche i parametri che<br />
caratterizzano <strong>la</strong> turbolenza del PBL.Almeno in teoria, tali parametri sono costituiti<br />
dal campo tridimensionale delle varianze delle tre componenti del vento,<br />
dall’altezza del<strong>la</strong> sommità del PBL e dai parametri che caratterizzano <strong>la</strong> turbolenza<br />
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• a ciascun istante t i si emette da ogni sorgente considerata (che in questa discussione<br />
sarà di fatto una sorgente puntuale) uno o più puff ciascuno contenente una<br />
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