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CAPITOLO 6 MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF Il modo più ovvio di trattare una situazione in cui la stazionarietà e l’omogeneità dei campi meteorologici e micrometeorologi viene meno ed in cui le sorgenti che emettono un inquinante presentano tassi di emissione variabili nel tempo è stato quello di rifarsi alla formulazione puff di base ottenuta integrando l’equazione euleriana (o lagrangiana) del trasporto e della diffusione di inquinanti in aria espressa dalla (3.10).Tale formulazione, come si ricorda, è stata ottenuta considerando una situazione altamente idealizzata, tuttavia essa costituisce la teoria di riferimento a cui viene ancorata la struttura teorica generale del modello puff. In realtà, il concetto di modello puff ha fondamenti teorici molto più profondi che però richiedono concetti statistici cui si farà riferimento al Cap.7 e che danno luogo ai modelli lagrangiani a particelle e ai modelli particle-puff. Questa idea di un modello non stazionario in cui l’emissione era considerata come la sovrapposizione di sbuffi di fumo emessi in successione ha dato luogo alla realizzazione di una serie di modelli di varia complessità noti come Modelli Puff che hanno costituito per molto tempo un’alternativa vantaggiosa all’impiego di modelli euleriani. Oggi la loro importanza è stata molto ridimensionata a favore dei modelli lagrangiani a particelle, anche se il loro utilizzo continua ad essere molto frequente. In questo Capitolo verranno esposte le basi teoriche essenziali di questa tipologia di modelli e l’esposizione sarà condotta inizialmente nella maniera tradizionale, che si presenta semplice ed intuitiva, cui seguiranno alcune considerazioni relative ad un particolare modello puff basato su una teoria decisamente più rigorosa e più complessa (Sykes e al. 1998). 6.1 LA FILOSOFIA GENERALE DI UN MODELLO PUFF L’elemento essenziale su cui si basa questa famiglia di modelli è il fatto di ritenere che qualsiasi emissione di inquinante da parte di una sorgente puntuale posta in un punto P(x,y,z) dello spazio ed al tempo t possa essere vista come l’emissione in successione di una sequenza di piccoli sbuffi di gas (puff appunto) ciascuno indipendente dall’altro.Tali porzioni di fumo, una volta emessi, evolvono indipendentemente nello spazio e nel tempo in base alle caratteristiche di spinta acquisite all’emissione ed in base alle condizioni meteorologiche medie ed alla turbolenza che incontrano nel loro cammino. Si consideri un generico puff j e si ipotizzi che tale puff contenga una quantità ∆Q j di inquinante. Se nell’intervallo di tempo tra t 1 e t 2 vengono emessi N puff, la quantità totale di inquinante emesso risulta pari a: Se gli N puff sono identici e nell’intervallo temporale considerato la sorgente emette con tasso di emissione costante e pari a q, si ha che la quantità di inquinante trasportata dal singolo puff risulta pari a: E’ evidente come il puff sia di fatto una particella di aria in qualche modo marcata dalla presenza dell’inquinate nel suo interno. Dal punto di vista concettuale, ciascun puff: • incontra lungo il suo cammino un campo di vento medio, in generale variabile 311

MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF 312 nello spazio e nel tempo, che ne determina il trasporto. Da questo punto di vista, nel puff è necessario individuare un punto di riferimento che altro non è che il suo baricentro (o centroide) P B (x,y,z,t) ed il trasporto del puff sarà quindi completamente descritto dalla traiettoria del proprio baricentro nello spazio; • questa particella di aria, cioè il puff, durante la sua vita varierà di dimensione. Ciò, come già descritto al Capitolo 3, deriva dall’interazione di questa porzione marcata di aria con i vortici presenti nel PBL. In particolare, i vortici di maggior dimensione altereranno prevalentemente la traiettoria del baricentro del puff, mentre i vortici di dimensioni medie e piccole verranno progressivamente inglobati all’interno della particella producendo, da un lato, un suo aumento dimensionale e, dall’altro, una diminuzione di concentrazione di inquinante. I modelli puff classici, in generale, ignorano l’azione dei vortici di grandi dimensioni, mentre tengono conto dell’azione di quelli a dimensione media e piccola, ipotizzando una diffusione turbolenta del puff stesso che determina un suo aumento dimensionale. In pratica, un generico Modello Puff segue e studia l’evoluzione nello spazio e nel tempo di ogni puff emesso da ciascuna sorgente presente in un dato dominio di calcolo, calcolando la traiettoria del baricentro di ciascuno e la rispettiva diffusione turbolenta. L’elemento principale di questo tipo di modello è dunque il puff che è quindi un’entità astratta caratterizzata dagli elementi seguenti: • un baricentro che rappresenta il punto caratteristico (di riferimento) di questa struttura, l’elemento che evolve nel tempo in termini rigorosamente deterministici, trasportato rigidamente dal campo medio tridimensionale del vento; • una condizione iniziale di moto, che rappresenta le modalità con cui il puff è stato emesso dalla sorgente. In pratica queste condizioni si riducono ad una velocità ascensionale determinata dal galleggiamento dovuto alla differente temperatura (e/o densità) posseduta dal gas emesso rispetto alla temperatura dell’aria circostante ed alla velocità vera e propria di emissione.Tali condizioni verranno progressivamente dimenticate dal puff con l’aumentare dell’età a causa del fatto che, progredendo il tempo, si realizzerà un progressivo inglobamento dell’aria ambiente entro il puff con una conseguente e progressiva perdita di identità del puff stesso. • una sua caratteristica struttura dimensionale. E’qui che le similitudini tra il concetto di particella di aria usata in meteorologia e puff cessano. In realtà si ipotizza che il puff non sia un’entità delimitata con precisione, ma piuttosto un’entità tridimensionale (che potremmo immaginarci come un ellissoide) che, rispetto ad un sistema di assi cartesiani ortogonali centrati sul baricentro e con l’asse x diretto nella direzione del vento medio locale, presenta una concentrazione di inquinante distribuita (secondo la teoria classica dei puff) secondo una gaussiana in ognuna delle direzioni coordinate con concentrazione massima nel baricentro. In questo senso, la dimensione fisica del puff è sempre infinita, anche se la maggior parte dell’inquinante costituisce una sorta di nuvola ellissoidale centrata attorno al baricentro. Inizialmente tale nuvola è molto densa attorno al baricentro, poi col tempo avviene l’interazione coi vortici del PBL e quindi un progressivo inglobamento di aria ambiente che aumenta la deviazione standard delle tre distribuzioni gaussiane e quindi rea-

CAPITOLO 6<br />

MODELLI DI DISPERSIONE DI TIPO PUFF<br />

Il modo più ovvio di trattare una situazione in cui <strong>la</strong> stazionarietà e l’omogeneità<br />

dei campi meteorologici e micrometeorologi viene meno ed in cui le sorgenti che<br />

emettono un inquinante presentano tassi di emissione variabili nel tempo è stato<br />

quello di rifarsi al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione puff di base ottenuta integrando l’equazione euleriana<br />

(o <strong>la</strong>grangiana) del trasporto e del<strong>la</strong> diffusione di <strong>inquinanti</strong> in aria espressa<br />

dal<strong>la</strong> (3.10).Tale formu<strong>la</strong>zione, come si ricorda, è stata ottenuta considerando una<br />

situazione altamente idealizzata, tuttavia essa costituisce <strong>la</strong> teoria di riferimento a<br />

cui viene ancorata <strong>la</strong> struttura teorica generale del modello puff. In realtà, il concetto<br />

di modello puff ha fondamenti teorici molto più profondi che però richiedono<br />

concetti statistici cui si farà riferimento al Cap.7 e che danno luogo ai modelli<br />

<strong>la</strong>grangiani a particelle e ai modelli particle-puff.<br />

Questa idea di un modello non stazionario in cui l’emissione era considerata come<br />

<strong>la</strong> sovrapposizione di sbuffi di fumo emessi in successione ha dato luogo al<strong>la</strong> realizzazione<br />

di una serie di modelli di varia complessità noti come Modelli Puff che<br />

hanno costituito per molto tempo un’alternativa vantaggiosa all’impiego di modelli<br />

euleriani. Oggi <strong>la</strong> loro importanza è stata molto ridimensionata a favore dei<br />

modelli <strong>la</strong>grangiani a particelle, anche se il loro utilizzo continua ad essere molto<br />

frequente. In questo Capitolo verranno esposte le basi teoriche essenziali di questa<br />

tipologia di modelli e l’esposizione sarà condotta inizialmente nel<strong>la</strong> maniera tradizionale,<br />

che si presenta semplice ed intuitiva, cui seguiranno alcune considerazioni<br />

re<strong>la</strong>tive ad un partico<strong>la</strong>re modello puff basato su una teoria decisamente più rigorosa<br />

e più complessa (Sykes e al. 1998).<br />

6.1 LA FILOSOFIA GENERALE DI UN MODELLO PUFF<br />

L’elemento essenziale su cui si basa questa famiglia di modelli è il fatto di ritenere<br />

che qualsiasi emissione di inquinante da parte di una sorgente puntuale posta in un<br />

punto P(x,y,z) dello spazio ed al tempo t possa essere vista come l’emissione in successione<br />

di una sequenza di piccoli sbuffi di gas (puff appunto) ciascuno indipendente<br />

dall’altro.Tali porzioni di fumo, una volta emessi, evolvono indipendentemente<br />

nello spazio e nel tempo in base alle caratteristiche di spinta acquisite all’emissione<br />

ed in base alle condizioni meteorologiche medie ed al<strong>la</strong> turbolenza che incontrano<br />

nel loro cammino.<br />

Si consideri un generico puff j e si ipotizzi che tale puff contenga una quantità ∆Q j<br />

di inquinante. Se nell’intervallo di tempo tra t 1 e t 2 vengono emessi N puff, <strong>la</strong> quantità<br />

totale di inquinante emesso risulta pari a:<br />

Se gli N puff sono identici e nell’intervallo temporale considerato <strong>la</strong> sorgente emette<br />

con tasso di emissione costante e pari a q, si ha che <strong>la</strong> quantità di inquinante trasportata<br />

dal singolo puff risulta pari a:<br />

E’ evidente come il puff sia di fatto una particel<strong>la</strong> di aria in qualche modo marcata<br />

dal<strong>la</strong> presenza dell’inquinate nel suo interno. Dal punto di vista concettuale, ciascun<br />

puff:<br />

• incontra lungo il suo cammino un campo di vento medio, in generale variabile<br />

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