la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio
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MODELLO EULERIANO La maggior parte dei metodi impiegati si basa sul Metodo delle Differenze Finite che ha il compito di approssimare le varie derivate parziali presenti attraverso rapporti incrementali realizzati in maniera tale che sia noto e garantito l’errore di approssimazione intrinseco ad ogni schema di discretizzazione. Questo metodo opera nel modo seguente: • si consideri un generico istante t n .A questo istante sia nota la concentrazione C n ijk in ogni cella della griglia di calcolo di indici i,j,k; • all’istante t n+1 = t n +∆t, la concentrazione nella cella (i,j,k) viene calcolata col metodo fractional time. Secondo tale metodo si immagina che i fenomeni rappresentati dai differenti termini presenti nell’equazione agiscano uno dopo l’altro in successione, cioè: 1. si emette l’inquinante dalle sorgenti attive presenti entro il dominio di calcolo, 2. si calcola il trasporto lungo l’asse x, 3. si calcola il trasporto lungo l’asse y, 4. si calcola il trasporto lungo l’asse z (se necessario), 5. si calcola la diffusione lungo la direzione x, 6. si calcola la diffusione lungo la direzione y, 7. si calcola la diffusione lungo la direzione z. Questo metodo sostituisce quindi all’equazione originaria del trasporto e della diffusione un insieme di equazioni molto più semplici e per cui sono noti metodi numerici di risoluzione robusti ed efficienti. Ciascuna di queste equazioni viene risolta usando come condizione iniziale proprio il campo elaborato dall’equazione che la precede nella lista. Il campo prodotto dall’ultima delle equazioni della lista (in questo caso l’equazione del trasporto in senso verticale) è la concentrazione finale prevista per l’istante t n+1 . Molti sono gli schemi numerici che sono stati proposti per risolvere adeguatamente i singoli problemi parziali della lista. Qui di seguito vengono presentati alcuni di essi con intenti puramente didattici, senza peraltro considerarli opportuni per una pratica applicazione. Una descrizione finalizzata agli schemi più adatti all’applicazione pratica, si faccia riferimento a Jacobson (2000). 5.2.1 Il termine di sorgente In ciascuna cella del dominio di calcolo al tempo t n è nota la concentrazione C n i,j,k, che è il risultato finale del passo temporale precedente. Il termine di sorgente opera su tale campo e calcola il primo campo intermedio risolvendo l’equazione: dove S(t) è l’emissione, variabile nel tempo, della sorgente localizzata alle coordinate (x s ,y s ,z s ) e δ è la funzione Delta di Dirac. La soluzione numerica di questa equazione può essere la seguente: • in ogni cella in cui risiede una sorgente di inquinante, il campo intermedio risulterà pari a: 305
MODELLO EULERIANO dove Q i,j,k è la quantità di inquinante che la fonte emette entro la cella. • in tutte le celle in cui non sono localizzate delle emissioni: Qui si vede immediatamente la limitazione del modello euleriana: l’intera emissione di una sorgente viene rimescolata istantaneamente nella cella in cui si trova e pertanto risulta impossibile stimare le variazioni del campo di concentrazione nei pressi delle sorgenti. Questo errore si propaga poi nelle celle circostanti, determinando un campo di concentrazione in diminuzione con l’allontanarsi dal punto di emissione.Tale errore risulta maggiore per le sorgenti di tipo puntuale e molto meno per le sorgenti di tipo area, soprattutto quando l’estensione orizzontale della sorgente è dell’ordine di grandezza dell’estensione orizzontale della cella di calcolo. 5.2.2 Il Trasporto in direzione x A questo punto si considera il trasporto dell’inquinante lungo la direzione x dato dall’equazione: dove U è la componente media del vento lungo l’asse x. Lo schema numerico opera sul campo intermedio C (1) , generando un nuovo campo intermedio C (2) . Sono molti i modi per fare ciò e nessuno veramente convincente fino in fondo (questo è uno dei problemi di più difficile soluzione della parte di analisi numerica dedicata alle equazioni differenziali alle derivate parziali). Uno dei più semplici porta all’equazione seguente: dove U ijk è la velocità del vento lungo la direzione x nella cella ijk. Si può dimostrare che questo schema numerico è stabile solo se: Se non si verifica questa condizione, è necessario utilizzare in alternativa uno schema differente come per esempio il seguente: Alla fine viene ricostruito il campo C (2 che sarà la base su cui operare col prossimo operatore differenziale. 5.2.3 Il Trasporto nelle direzioni y e z Il trasporto lungo la direzione y ha luogo subito dopo nello schema numerico considerato e si basa sull’equazione: 306
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MODELLO EULERIANO<br />
dove Q i,j,k è <strong>la</strong> quantità di inquinante che <strong>la</strong> fonte emette entro <strong>la</strong> cel<strong>la</strong>.<br />
• in tutte le celle in cui non sono localizzate delle emissioni:<br />
Qui si vede immediatamente <strong>la</strong> limitazione del modello euleriana: l’intera emissione<br />
di una sorgente viene rimesco<strong>la</strong>ta istantaneamente nel<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> in cui si trova<br />
e pertanto risulta impossibile stimare le variazioni del campo di concentrazione<br />
nei pressi delle sorgenti. Questo errore si propaga poi nelle celle circostanti,<br />
determinando un campo di concentrazione in diminuzione con l’allontanarsi dal<br />
punto di emissione.Tale errore risulta maggiore per le sorgenti di tipo puntuale<br />
e molto meno per le sorgenti di tipo area, soprattutto quando l’estensione orizzontale<br />
del<strong>la</strong> sorgente è dell’ordine di grandezza dell’estensione orizzontale del<strong>la</strong><br />
cel<strong>la</strong> di calcolo.<br />
5.2.2 Il Trasporto in direzione x<br />
A questo punto si considera il trasporto dell’inquinante lungo <strong>la</strong> direzione x dato<br />
dall’equazione:<br />
dove U è <strong>la</strong> componente media del vento lungo l’asse x.<br />
Lo schema numerico opera sul campo intermedio C (1) , generando un nuovo<br />
campo intermedio C (2) . Sono molti i modi per fare ciò e nessuno veramente<br />
convincente fino in fondo (questo è uno dei problemi di più difficile soluzione<br />
del<strong>la</strong> parte di analisi numerica dedicata alle equazioni differenziali alle derivate<br />
parziali). Uno dei più semplici porta all’equazione seguente:<br />
dove U ijk è <strong>la</strong> velocità del vento lungo <strong>la</strong> direzione x nel<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> ijk. Si può dimostrare<br />
che questo schema numerico è stabile solo se:<br />
Se non si verifica questa condizione, è necessario utilizzare in alternativa uno<br />
schema differente come per esempio il seguente:<br />
Al<strong>la</strong> fine viene ricostruito il campo C (2 che sarà <strong>la</strong> base su cui operare col prossimo<br />
operatore differenziale.<br />
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Il trasporto lungo <strong>la</strong> direzione y ha luogo subito dopo nello schema numerico<br />
considerato e si basa sull’equazione:<br />
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