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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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MODELLI DI TIPO STAZIONARIO<br />

f z è necessario individuare funzioni a campana che abbiano caratteristiche simili<br />

a quanto evidenziato nelle Fig.4.3. Una possibile scelta è costituita dal<strong>la</strong> famiglia<br />

delle funzioni gaussiane (spesso usate nel<strong>la</strong> statistica) visto che esse sono unimodali,<br />

simmetriche e tendenti a zero quando <strong>la</strong> variabile indipendente tende<br />

a più o meno infinito;<br />

• le deviazioni standard che caratterizzano tali distribuzioni dipendono dal<strong>la</strong><br />

distanza sottovento x e dal<strong>la</strong> stabilità atmosferica (cioè dal<strong>la</strong> turbolenza atmosferica).<br />

Pertanto, a questo punto, <strong>la</strong> (4.2) può essere riscritta in maniera più completa nel<br />

modo seguente:<br />

Per individuare il valore numerico del<strong>la</strong> costante K è opportuno fare questo<br />

ragionamento. Si consideri una porzione dS del piano A di dimensioni dy •dz.Il<br />

flusso di inquinante, cioè <strong>la</strong> quantità di inquinante che transita attraverso <strong>la</strong> superficie<br />

dS nell’unità di tempo, risulta pari a:<br />

dove U è <strong>la</strong> velocità media del vento. Il principio di conservazione del<strong>la</strong> massa richiede<br />

che il flusso di inquinante che attraversa l’intera sezione A sia pari al<strong>la</strong> quantità<br />

di inquinante che esce dal<strong>la</strong> bocca del camino nell’unità di tempo, quindi, se<br />

si indica con Q l’emission rate (cioè <strong>la</strong> quantità di inquinante emesso nell'unità di<br />

tempo, espresso in g •s-1 ) si ha che:<br />

dove, in pratica, U è il valore del<strong>la</strong> velocità del vento al<strong>la</strong> quota del baricentro del<br />

pennacchio pesata in modo da tener conto del<strong>la</strong> sua variazione con <strong>la</strong> quota.<br />

Ricordando che:<br />

si giunge al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione finale seguente:<br />

In conclusione, il modello semplificato che descrive <strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> di un plume<br />

sul<strong>la</strong> Zona 2 è dato dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione:<br />

Questa è <strong>la</strong> forma base del Modello Gaussiano Stazionario Plume senza riflessione<br />

che altro non è che l’equazione (3.14) già incontrata al Capitolo precedente.<br />

Come si modifica il modello proposto quando si considera <strong>la</strong> Zona 3<br />

Il modello descritto dal<strong>la</strong> (4.5) per <strong>la</strong> Zona 2 ha un'importanza più teorica che<br />

pratica visto che tale zona è poco estesa, in genere, e di difficile determinazione.<br />

Molto più estesa è <strong>la</strong> Zona 3, cioè quel<strong>la</strong> in cui il plume si è talmente al<strong>la</strong>rgato,<br />

sia in senso orizzontale che in senso verticale, da interagire col suolo e con <strong>la</strong><br />

parte alta del PBL. Quello che si vede nel<strong>la</strong> Zona 3 è che:<br />

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