la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio
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MODELLI DI TIPO STAZIONARIO Fig.4.1: Rappresentazione schematica di un pennacchio emesso da una ciminiera. Se si considera con attenzione tale fotografia (o la Fig.4.1) si vede facilmente come il pennacchio di fumo (plume) possa essere suddiviso in tre zone distinte: • Zona 1 (zona ascensionale): si nota come il plume di fumo (denso e quindi facilmente visibile) parta verticale dalla bocca del camino e progressivamente si pieghi nella direzione sottovento fino a livellare orizzontalmente il proprio baricentro. Questa fase ascensionale termina normalmente ad una distanza sottovento molto vicina alla ciminiera (tipicamente 100÷300 m), a seconda delle condizioni meteorologiche presenti nella zona. Se si indica con h l’altezza fisica della ciminiera (rispetto al suolo) e con h m la quota di livellamento raggiunta dal baricentro del pennacchio, col termine plume rise si intende la differenza: h m -h • Zona 2 (zona di trasporto senza interazione col suolo): una volta raggiunta la quota h m , il pennacchio si allarga (più o meno, a seconda della turbolenza atmosferica) senza che la sua parte visibile (che comincia comunque ad essere meno densa) raggiunga il suolo. In questa zona l'interazione tra plume e suolo è trascurabile ed il plume, in pratica, è libero di espandersi nello spazio in modo indisturbato, pilotato solo dalla turbolenza atmosferica. • Zona 3 (zona di interazione col suolo): in questa zona il bordo inferiore del plume raggiunge il suolo. A questo punto avviene un fenomeno di riflessione (parziale o totale) del plume a causa di questa frontiera solida. Questa zona è la meno definita ed anche la meno visibile visto che il plume ormai ha raggiunto un elevato grado di miscelazione con l’aria circostante e quindi i fumi sono meno densi e meno visibili. Cominciamo a considerare la Zona 2, cioè quella in cui il plume si disperde indisturbato nell’aria. A questo punto la fotografia di Fig.4.1 non è più sufficiente; è infatti necessario usare un metodo di indagine più raffinato. In questi ultimi decenni è stato messo a punto un sistema di misura remote sensing che emette un raggio Laser di opportune lunghezze d’onda e che è in grado di misurare la concentrazione di un dato inquinante (in genere particolato solido o biossido di zolfo) lungo 227
MODELLI DI TIPO STAZIONARIO il cammino ottico del raggio. Strumenti di questo genere vanno sotto il nome generico di LIDAR o DIAL. Se si manovra tale sensore in maniera opportuna, è possibile analizzare un intero piano perpendicolare al baricentro del pennacchio (naturalmente entro la Zona 2). Immaginiamo di fare questo tipo di analisi relativamente al piano A di Fig.4.1. Le isolinee di concentrazione del generico inquinante considerato (per fissare le idee immaginiamo che si tratti di SO 2 ) saranno distribuite come presentato in Fig.4.2.Tali isolinee si presentano approssimativamente concentriche, evidenziando un baricentro a concentrazione elevata ed una diminuzione netta della concentrazione man mano ci si allontana da esso. Fig.4.2: Isolinee di concentrazione rilevate nel piano A della Fig.4.1. Le isolinee non sono un modo semplice per leggere questa evidenza sperimentale. Conviene disegnare (Fig.4.3a) l’andamento della concentrazione rilevata lungo la linea B che interseca il baricentro ed è orizzontale rispetto al suolo, e l’analoga concentrazione relativa alla linea C (Fig.4.3b), sempre intersecante il baricentro, ma questa volta verticale rispetto al suolo. I due andamenti della concentrazione non sono concettualmente molto differenti: • entrambi sono rappresentabili da funzioni matematiche il cui massimo coincide col baricentro del plume, • entrambi diminuiscono rapidamente e simmetricamente all’allontanarsi dal pennacchio stesso, senza però arrivare ad annullarsi chiaramente. 228 Fig. 4.3: andamento orizzontale e verticale della concentrazione normalizzata.
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MODELLI DI TIPO STAZIONARIO<br />
Fig.4.1: Rappresentazione schematica di un pennacchio emesso da una ciminiera.<br />
Se si considera con attenzione tale fotografia (o <strong>la</strong> Fig.4.1) si vede facilmente come<br />
il pennacchio di fumo (plume) possa essere suddiviso in tre zone distinte:<br />
• Zona 1 (zona ascensionale): si nota come il plume di fumo (denso e quindi facilmente<br />
visibile) parta verticale dal<strong>la</strong> bocca del camino e progressivamente si pieghi<br />
nel<strong>la</strong> direzione sottovento fino a livel<strong>la</strong>re orizzontalmente il proprio baricentro.<br />
Questa fase ascensionale termina normalmente ad una distanza sottovento molto<br />
vicina al<strong>la</strong> ciminiera (tipicamente 100÷300 m), a seconda delle condizioni<br />
meteorologiche presenti nel<strong>la</strong> zona. Se si indica con h l’altezza fisica del<strong>la</strong> ciminiera<br />
(rispetto al suolo) e con h m <strong>la</strong> quota di livel<strong>la</strong>mento raggiunta dal baricentro<br />
del pennacchio, col termine plume rise si intende <strong>la</strong> differenza: h m -h<br />
• Zona 2 (zona di trasporto senza interazione col suolo): una volta raggiunta <strong>la</strong><br />
quota h m , il pennacchio si al<strong>la</strong>rga (più o meno, a seconda del<strong>la</strong> turbolenza atmosferica)<br />
senza che <strong>la</strong> sua parte visibile (che comincia comunque ad essere meno<br />
densa) raggiunga il suolo. In questa zona l'interazione tra plume e suolo è trascurabile<br />
ed il plume, in pratica, è libero di espandersi nello spazio in modo indisturbato,<br />
pilotato solo dal<strong>la</strong> turbolenza atmosferica.<br />
• Zona 3 (zona di interazione col suolo): in questa zona il bordo inferiore del plume<br />
raggiunge il suolo. A questo punto avviene un fenomeno di riflessione (parziale<br />
o totale) del plume a causa di questa frontiera solida. Questa zona è <strong>la</strong> meno definita<br />
ed anche <strong>la</strong> meno visibile visto che il plume ormai ha raggiunto un elevato<br />
grado di misce<strong>la</strong>zione con l’aria circostante e quindi i fumi sono meno densi e<br />
meno visibili.<br />
Cominciamo a considerare <strong>la</strong> Zona 2, cioè quel<strong>la</strong> in cui il plume si disperde indisturbato<br />
nell’aria. A questo punto <strong>la</strong> fotografia di Fig.4.1 non è più sufficiente; è<br />
infatti necessario usare un metodo di indagine più raffinato. In questi ultimi decenni<br />
è stato messo a punto un sistema di misura remote sensing che emette un raggio<br />
Laser di opportune lunghezze d’onda e che è in grado di misurare <strong>la</strong> concentrazione<br />
di un dato inquinante (in genere partico<strong>la</strong>to solido o biossido di zolfo) lungo<br />
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