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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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TEORIA DI BASE DELLA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI IN ATMOSFERA<br />

vazione di tutte le specie chimiche presenti ed adottare per tutti i termini diffusivi<br />

presenti nelle varie equazioni (soprattutto quelli re<strong>la</strong>tivi ai gradienti verticali<br />

di flusso) un’opportuna ipotesi di chiusura, scelta in modo da poter descrivere<br />

in modo realistico anche le situazioni convettive. Lo schema di chiusura non<br />

potrà che essere o uno <strong>degli</strong> schemi locali del<strong>la</strong> famiglia Mellor-Yamada o uno<br />

schema non locale. Questa metodologia garantisce ottimi risultati a costi computazionali<br />

notevolmente elevati e non si presta ad operare in molte situazioni<br />

di interesse pratico, in cui sarebbero richiesti modelli di complessità decisamente<br />

minore e con minori esigenze di calcolo. Per raggiungere un tale obbiettivo è<br />

necessario chiudere <strong>la</strong> (3.5) in modo tale che l’unico legame tra l’equazione prognostica<br />

per c i e <strong>la</strong> meteorologia sia costituito dal legame di subordinazione con<br />

i campi medi delle componenti del vento. E’ immediato constatare che perché si<br />

possa giungere a ciò è necessario parametrizzare i termini diffusivi del<strong>la</strong> (3.5) con<br />

una chiusura del primo ordine (chiusura K). Seguendo <strong>la</strong> strada tracciata in precedenza,<br />

una tale chiusura richiede che:<br />

dove [K jk ] è il tensore di diffusività turbolenta. Le componenti K jk del tensore sono,<br />

in generale, funzioni dello spazio e del tempo che però si assumono note e<br />

dipendenti dal<strong>la</strong> turbolenza presente nel PBL. In pratica, per semplicità, si ipotizza<br />

che <strong>la</strong> matrice che definisce il tensore K sia diagonale e quindi che gli unici<br />

elementi diversi da zero siano K 11 =K xx , K 22 =K yy e K 33 =K zz . Con questa semplificazione,<br />

<strong>la</strong> (3.6a) si riduce al<strong>la</strong> forma seguente:<br />

Un problema a parte è dato da R 1 che rappresenta, tra l’altro, le reazioni chimiche<br />

tra <strong>la</strong> specie i e tutte le altre presenti. Seinfeld e Pandis (1998) hanno provato<br />

che l’approssimazione:<br />

è una semplificazione decisamente drastica, anche se comoda, del<strong>la</strong> realtà. Infatti<br />

<strong>la</strong> sua validità risulta buona solo se:<br />

• le reazioni chimiche coinvolte risultano lente se paragonate con il tempo di<br />

sca<strong>la</strong> caratteristico del<strong>la</strong> turbolenza caratteristica del PBL,<br />

• <strong>la</strong> sca<strong>la</strong> di variazione dei campi medi di concentrazione risulta ben superiore<br />

al<strong>la</strong> corrispondente sca<strong>la</strong> caratteristica dei fenomeni turbolenti.<br />

Queste condizioni sono spesso vio<strong>la</strong>te in presenza di sorgenti intense ed iso<strong>la</strong>te.<br />

Se si riassume quanto fin qui presentato, si giunge al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione euleriana seguente<br />

per <strong>la</strong> concentrazione media di un generico inquinante i:<br />

210<br />

chiamata equazione semiempirica del<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> in atmosfera.Tale equazione è<br />

stata scritta in modo sintetico; in essa x j = (x,y,z) se j è pari rispettivamente a<br />

1,2,3 e analogamente vale per u j = (u,v,w). Se gli inquinati di interesse sono N,<br />

si avranno N equazioni del tipo (3.8) tra loro legate attraverso i termini R i e

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