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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

origine meccanica) è elevata. La Categoria C ha luogo con velocità del vento<br />

elevata e radiazione so<strong>la</strong>re ridotta.<br />

• è stata prevista una situazione che rappresenta tutte quelle situazioni (stabili o<br />

convettive) prossime all’adiabaticità, denominata Categoria D (o 4) che quindi<br />

rappresenta situazioni diurne o notturne con cielo coperto e vento teso.<br />

• sono state previste due situazioni stabili (re<strong>la</strong>tive esclusivamente a situazioni notturne)<br />

indicate come Categoria E (o 5) e Categoria F(o 6), <strong>la</strong> prima re<strong>la</strong>tiva a<br />

situazioni con vento abbastanza elevato e cielo poco nuvoloso, mentre l’ultima<br />

re<strong>la</strong>tiva a situazioni con cielo sereno e velocità del vento bassa.<br />

E’ evidente che una c<strong>la</strong>ssificazione così rigida e così limitata difficilmente potrà<br />

essere in grado di dar conto del<strong>la</strong> estrema complessità e variabilità del PBL. Sono<br />

stati proposti numerosissimi schemi per determinare le Categorie di Stabilità<br />

Atmosferica a partire dalle principali variabili meteorologiche e quanto riportato<br />

in (US - Environmental Protection Agency 1987) ne è un esempio significativo. La<br />

cosa demoralizzante è che frequentemente, dato un insieme di variabili meteorologiche<br />

tradizionali, l’applicazione dei vari schemi proposti può fornire stime differenti<br />

di Categorie di Stabilità Atmosferica. Tra l’altro, spesso sono stati proposti<br />

schemi mal posti dal punto di vista strumentale. Un esempio per tutti è un celebre<br />

schema che pretende di stimare <strong>la</strong> Categoria di Stabilità Atmosferica a partire dal<strong>la</strong><br />

deviazione standard del<strong>la</strong> direzione del vento. Come si è detto in precedenza, tale<br />

parametro risulta più o meno realistico a seconda delle caratteristiche dinamiche<br />

del sensore impiegato per <strong>la</strong> determinazione di tale parametro. La pretesa che anemometri<br />

tradizionali siano in grado di fornire realisticamente tale variabile porta<br />

spesso a stime completamente irrealistiche del<strong>la</strong> Categoria di Stabilità Atmosferica.<br />

Al<strong>la</strong> luce dell’esperienza, l’unico metodo di stima del<strong>la</strong> Categoria di Stabilità<br />

Atmosferica che ci sentiamo di segna<strong>la</strong>re è quello basato sul<strong>la</strong> velocità del vento e<br />

sul<strong>la</strong> Radiazione So<strong>la</strong>re Globale (per le ore diurne) e sul<strong>la</strong> Radiazione Netta (per<br />

le ore notturne).<br />

Tab. 2.12: determinazione del<strong>la</strong> Categoria di Stabilità Atmosferica nelle ore diurne.<br />

Tab. 2.13: determinazione del<strong>la</strong> Categoria di Stabilità Atmosferica nelle ore notturne.<br />

In pratica questo schema opera nel modo seguente:<br />

• per un periodo considerato (generalmente un’ora) si consideri <strong>la</strong> velocità del<br />

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