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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

sia minimo. In questa re<strong>la</strong>zione α 1 , α 2 e α 3 (moduli di precisione di Gauss) sono i<br />

pesi re<strong>la</strong>tivi alle varie componenti cartesiane del campo, strettamente legati allo<br />

stato di stabilità nel punto considerato del dominio di calcolo, e da essi dipendono<br />

gli aggiustamenti che l’algoritmo ricostruttivo del campo di vento realizzerà.<br />

Il campo (u,v,w) così ottenuto è il campo cercato solo se rispetterà <strong>la</strong> legge di<br />

conservazione del<strong>la</strong> massa che, nel<strong>la</strong> forma più semplice, è data dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

seguente:<br />

cioè <strong>la</strong> divergenza del campo di vento risulta nul<strong>la</strong> nell’ipotesi che <strong>la</strong> densità non vari<br />

apprezzabilmente nel tempo e nello spazio. Questo è un noto problema<br />

dell’Analisi Variazionale, il cui risultato è costituito dalle re<strong>la</strong>zioni seguenti (equazioni<br />

di Eulero) che legano tra loro il campo interpo<strong>la</strong>to ed il campo di vento<br />

cercato:<br />

che, introdotte nel<strong>la</strong> (2.141b) portano al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione seguente, una volta assunto<br />

per semplicità che α 1 = α 2 ed una volta posto α = α 1 /α 3 :<br />

Questa è un’equazione di Poisson, ben nota nel<strong>la</strong> Fisica Matematica. Una volta<br />

definite opportune condizioni al contorno, questa equazione può essere risolta<br />

(non necessariamente analiticamente) ottenendo il campo sca<strong>la</strong>re λ cercato. Da<br />

esso ed impiegando le (2.141c), si può individuare completamente il campo di<br />

vento desiderato.<br />

Tutto ciò è valido in generale, tuttavia se si considera una situazione reale, il<br />

dominio di calcolo sarà costituito da un parallelepipedo avente come base inferiore<br />

il suolo. Dato che <strong>la</strong> superficie terrestre può essere caratterizzata dal<strong>la</strong> presenza<br />

di un’orografia più o meno accentuata, può essere estremamente scomodo<br />

formu<strong>la</strong>re il problema in termini di coordinate cartesiane ortogonali. In alternativa<br />

a questo modo di procedere è possibile operare un cambio di coordinate e<br />

riferirsi ad un sistema non ortogonale di coordinate terrain-following. Se si indica<br />

con H <strong>la</strong> quota massima del dominio di calcolo e con h(x,y) <strong>la</strong> quota che il generico<br />

punto del suolo (x,y) ha rispetto ad una quota di riferimento (quota orografica),<br />

è possibile definire un nuovo sistema di assi non ortogonali in cui al posto di<br />

z si sostituisce una <strong>la</strong> variabile σ, definita come:<br />

194<br />

Questa trasformazione non è l’unica possibile ed in Ratto e al. (1994) sono elencate<br />

altre definizioni impiegate in letteratura. Ritornando al<strong>la</strong> (2.142), è immediato<br />

rendersi conto che σ è pari a 0 al<strong>la</strong> sommità del dominio di calcolo, men-

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