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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

euleriano nonché l’inizializzazione del campo di vento per i modelli prognostici di<br />

PBL. La preferenza che viene data (quando possibile) a modelli di questo tipo deriva<br />

dal fatto che essi sono molto più semplici e veloci rispetto ai modelli meteorologici<br />

di tipo prognostico. In pratica, una volta disponibili delle misure meteorologiche<br />

di vario genere nei pressi del suolo (normalmente entro il SL) e, possibilmente<br />

anche il profilo verticale delle principali variabili medie (come il vettore<br />

vento e <strong>la</strong> temperatura) in alcuni punti del<strong>la</strong> zona che si intende indagare, un generico<br />

modello di tipo diagnostico si occupa di ricostruire i dettagli spaziali dei vari<br />

campi di interesse. La metodologia seguita dai differenti modelli diagnostici non è<br />

generale e neppure consolidata e spesso si deve adattare al<strong>la</strong> tipologia di dati meteorologici<br />

disponibili. Qui di seguito presenteremo i dettagli normalmente seguiti per<br />

<strong>la</strong> ricostruzione:<br />

• del campo tridimensionale del vento,<br />

• del campo di temperatura e di umidità,<br />

• del campo delle principali caratteristiche che definiscono <strong>la</strong> turbolenza atmosferica,<br />

2.10.2.1 Ricostruzione del campo di vento a divergenza nul<strong>la</strong><br />

Una parte importante di un modello diagnostico del PBL è <strong>la</strong> ricostruzione del campo<br />

tridimensionale del vento medio ad un dato istante sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> conoscenza di<br />

misure realizzate all’istante considerato in alcuni punti del<strong>la</strong> regione di interesse. L’idea<br />

su cui si basano i vari modelli di campo di vento a divergenza nul<strong>la</strong> è <strong>la</strong> seguente:<br />

• si consideri un istante t ed un dominio di calcolo spaziale in cui si è interessati a<br />

determinare il campo di vento.Tale dominio, a priori qualsiasi, nelle applicazioni<br />

pratiche viene normalmente definito come un parallelepipedo avente gli spigoli<br />

orientati secondo il sistema di assi cartesiani usato in meteorologia, con base inferiore<br />

posta al<strong>la</strong> quota del terreno (che per il momento possiamo considerare completamente<br />

piatto) e con <strong>la</strong> base superiore posta ad una altezza H, solitamente<br />

superiore al<strong>la</strong> massima estensione verticale del PBL;<br />

• siano disponibili al tempo t N misure del vettore vento medio (di componenti u,<br />

v e w) all’interno di un dominio di calcolo (nel<strong>la</strong> pratica è difficile disporre di<br />

valori per <strong>la</strong> componente verticale, che comunque nei pressi del suolo dovrà essere<br />

prossima a zero);<br />

• sia possibile ricostruire in ogni punto del dominio mediante un metodo interpo<strong>la</strong>tivo<br />

(di cui si parlerà più avanti) il campo tridimensionale del vento (campo di<br />

vento iniziale) in modo tale che in ogni punto del dominio sia noto il valore interpo<strong>la</strong>to<br />

del campo (u 0 ,v 0 ,w 0 );<br />

• si cerchi quindi un nuovo campo di vento (u,v,w) che minimizzi <strong>la</strong> distanza dai<br />

valori interpo<strong>la</strong>ti e che rispetti <strong>la</strong> legge del<strong>la</strong> conservazione del<strong>la</strong> massa.<br />

Il problema così formu<strong>la</strong>to ammette un’unica soluzione, una volta definito l’algoritmo<br />

di interpo<strong>la</strong>zione con cui si ottiene il campo iniziale. Dal punto di vista<br />

matematico <strong>la</strong> sua risoluzione è stata presentata da diversi autori (Sherman, 1978,<br />

Endlich e al.1982, Bernard e al. 1987, Ross e al. 1988, Ratto e al. 1994, Ishikawa<br />

1994). Se con (u 0 ,v 0 ,w 0 ) si indica in un punto P del dominio le componenti del<br />

vento ottenute per interpo<strong>la</strong>zione dai dati misurati e con (u,v,w) il nuovo campo<br />

che desideriamo individuare, è necessario che il funzionale:<br />

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