05.01.2015 Views

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

192<br />

sura non locale di Stull, non è necessario l’introduzione nel modello di altre<br />

equazioni prognostiche. Quello che è necessario, invece, è <strong>la</strong> determinazione, nel<br />

primo caso, di opportune re<strong>la</strong>zioni semiempiriche per esprimere i coefficienti<br />

diffusivi e, nel secondo caso, di un modello (di tipo sostanzialmente algebrico)<br />

per l’implementazione del meccanismo di <strong>dispersione</strong> non locale (determinazione<br />

del potenziale ed al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> transilient matrix). Se, invece, le chiusure<br />

sono di ordine superiore, è indispensabile individuare altre equazioni prognostiche<br />

che, nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi, si riducono al<strong>la</strong> so<strong>la</strong> equazione re<strong>la</strong>tiva all’energia<br />

cinetica turbolenta. Chiaramente il tempo di calcolo richiesto dal modello<br />

sarà più che proporzionale al numero di equazioni prognostiche da integrare<br />

numericamente.<br />

In realtà ci sono altri problemi da risolvere. Il primo è legato al sistema di coordinate<br />

adottato. Le equazioni fluidodinamiche sono state scritte in termini di<br />

coordinate cartesiane (x,y), tuttavia, se <strong>la</strong> regione su cui viene applicato il modello<br />

è vasta, è probabile che sia necessario adottare altri tipi di coordinate, come<br />

per esempio <strong>la</strong> <strong>la</strong>titudine e <strong>la</strong> longitudine. Per quanto riguarda <strong>la</strong> coordinata cartesiana<br />

verticale z, anche se parrebbe una scelta naturale e ragionevole, spesso il<br />

suo uso risulta estremamente difficoltoso in presenza di orografia. Per questo<br />

spesso i modellisti adottano sistemi di riferimento non cartesiani che richiedono<br />

<strong>la</strong> riscrittura delle equazioni prognostiche in funzione del nuovo sistema di<br />

coordinate e ciò sempre comporta una complicazione formale nelle struttura<br />

delle equazioni.<br />

Un altro problema da risolvere è <strong>la</strong> scelta del<strong>la</strong> dimensionalità del modello.Anche<br />

se <strong>la</strong> logica vorrebbe che il modello fosse tridimensionale, il tempo di calcolo<br />

richiesto dall’integrazione delle equazioni differenziali del modello, più che proporzionale<br />

con <strong>la</strong> dimensionalità del problema, a volte può consigliare scelte<br />

diverse. Per esempio, se si sta studiando il PBL costiero, è ragionevole ritenere<br />

che sia presente in un tale problema un certo grado di omogeneità lungo <strong>la</strong> direzione<br />

paralle<strong>la</strong> al<strong>la</strong> costa e quindi può essere consigliabile riscrivere le equazioni<br />

del modello in modo tale da evidenziare esclusivamente <strong>la</strong> variabilità spaziale<br />

lungo <strong>la</strong> direzione perpendico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> linea di costa e lungo <strong>la</strong> verticale.<br />

Una volta selezionate le equazioni del modello ed il tipo di chiusura è indispensabile<br />

una loro riscrittura adeguata con i metodi di risoluzione numerici che<br />

inevitabilmente devono essere impiegati. Questo argomento è di una complessità<br />

formidabile e non è il caso di trattarlo in questa sede. In Sozzi e al. (2002)<br />

viene presentata un’introduzione elementare sull’argomento, mentre in Pielke<br />

(2002) sono presentati dettagli molto più numerosi, anche se in una forma non<br />

molto didattica.<br />

2.10.2 Modelli diagnostici<br />

Per modello di PBL diagnostico si intende una c<strong>la</strong>sse eterogenea di modelli che non<br />

prevedono di descrivere l’evoluzione temporale delle variabili meteorologiche,<br />

ma solo <strong>la</strong> loro distribuzione spaziale ad ogni istante di interesse sul<strong>la</strong> base di un<br />

numero ridotto di leggi fisiche e soprattutto sul<strong>la</strong> base di un insieme sufficientemente<br />

ricco di misure sperimentali. La sua applicazione principale (attualmente<br />

molto estesa) è <strong>la</strong> preparazione dei campi meteorologici per i modelli di simu<strong>la</strong>zione<br />

del<strong>la</strong> <strong>dispersione</strong> <strong>degli</strong> <strong>inquinanti</strong> in atmosfera di media ed alta complessità,<br />

come i modelli a particelle Monte Carlo ed i modelli fotochimici di tipo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!