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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

sto caso si è visto sperimentalmente che sottovento al<strong>la</strong> linea di discontinuità che<br />

separa zone a rugosità differente si genera un Strato Limite Interno (Internal<br />

Boundary Layer IBL) che separa <strong>la</strong> parte di aria sottostante, adattata più o meno<br />

al<strong>la</strong> nuova situazione territoriale, dal<strong>la</strong> parte di aria superiore che ancora ricorda le<br />

caratteristiche del territorio incontrato sopravvento. Di questo fenomeno già si<br />

è trattato e per i dettagli si rimanda al punto 2.6.2. In pratica <strong>la</strong> quota di misura<br />

dovrà essere congruente col fetch caratteristico del luogo determinabile con le<br />

(2.117). In termini pratici, il punto di misura dovrà stare ad una quota z tale che z<br />

≤ 0.1 . δ(x f ). Se non si conosce <strong>la</strong> rugosità superficiale, è possibile anche utilizzare il criterio<br />

seguente, molto più approssimato: z non può essere maggiore di x f /100.<br />

Un’ipotesi che normalmente non si verifica nel<strong>la</strong> realtà è che le linee di flusso<br />

del fluido siano rego<strong>la</strong>ri e che l’asse x rispetto a cui sono riferite le misure del<br />

vento sia diretto lungo <strong>la</strong> direzione media del flusso d’aria. In primo luogo è evidente<br />

che l’anemometro non può continuamente muovere il proprio sistema di<br />

riferimento seguendo il costante variare del<strong>la</strong> direzione media del vento e pertanto<br />

è inevitabile che le sue misure vengano realizzate rispetto ad un sistema di<br />

riferimento cartesiano fisso nello spazio e nel tempo (il sistema di riferimento strumentale),<br />

normalmente coincidente col sistema di riferimento meteorologico in<br />

cui x è diretto nel<strong>la</strong> direzione E-W (positivo verso E), y è diretto nel<strong>la</strong> direzione<br />

S-N (positivo verso N) e z nel<strong>la</strong> direzione Basso-Alto (positiva verso l’alto).<br />

Il problema principale è che spesso le linee di flusso non sono né semplici né<br />

rego<strong>la</strong>ri, soprattutto in presenza di orografia, anche poco marcata. Quando capita<br />

ciò (e questa situazione è molto più comune di quanto si possa pensare) è<br />

necessario cercare un sistema di riferimento più appropriato. Una presentazione<br />

abbastanza dettagliata di questo tema si può trovare in Kaimal e Finnigan (1994).<br />

E’ intuitivo che un sistema di riferimento appropriato per analizzare le misure<br />

del vento potrebbe essere un sistema di riferimento cartesiano locale (x,y,z) con<br />

l’asse x parallelo al<strong>la</strong> linea di flusso che passa per il punto di misura (linea di flusso<br />

che però cambia col tempo). In questo modo, se u è <strong>la</strong> componente istantanea<br />

rispetto a x, v è <strong>la</strong> componete rispetto a y e w è <strong>la</strong> componente rispetto a z,<br />

u sarà esattamente uguale al<strong>la</strong> velocità media del vento nel punto di misura e<br />

v=w=0, quindi, le componenti cartesiane in questo nuovo sistema del vettore<br />

istantaneo vento nel punto di misura saranno (u + u’,v’w’). Dal punto di vista<br />

pratico sarà necessario realizzare alcune rotazioni del sistema di riferimento ed<br />

in partico<strong>la</strong>re:<br />

• si realizza una prima rotazione <strong>degli</strong> assi x e y attorno a z, producendo un<br />

nuovo sistema x 1 , x 1 , z 1 per cui v 1 = 0. L’angolo di rotazione sarà:<br />

• si effettua una nuova rotazione di x 1 e z 1 attorno a y 1 ,producendo un nuovo<br />

sistema di riferimento x 2 , y 2 , z 2 .L’obiettivo è quello di rende nullo w 2 =0 e questo<br />

si realizza con un angolo di rotazione pari a:<br />

180<br />

A questo punto x 2 risulta parallelo al<strong>la</strong> direzione del vento medio, però y 2 e z 2<br />

presentano ancora una direzione che dipende dal sistema di riferimento strumentale.<br />

In pratica si risolve questa indeterminazione operando una nuova rotazione<br />

(Kaimal e Finnigan, 1994). Per maggiori dettagli sull’argomento si rimanda<br />

a Sozzi e Favaron (1996);Aubinet e al. (1998) dove è possibile anche trovare

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