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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

172<br />

• l’interrogazione periodica, l’acquisizione e <strong>la</strong> conversione analogico/digitale<br />

dei segnali prodotti dai vari sensori analogici presenti,<br />

• l’acquisizione dei segnali digitali, provenienti dai sensori digitali,<br />

• <strong>la</strong> verifica di validità delle singole misure elementari acquisite,<br />

• l'e<strong>la</strong>borazione dei vari dati elementari per ottenere i principali indicatori statistici<br />

di interesse (principalmente valori medi, varianze, covarianze),<br />

• <strong>la</strong> verifica del<strong>la</strong> realisticità <strong>degli</strong> indicatori statici così ottenuti,<br />

• <strong>la</strong> stima dei principali parametri che definiscono <strong>la</strong> turbolenza del PBL,<br />

• <strong>la</strong> presentazione all’utente delle informazioni meteorologiche ottenute,<br />

• l'archiviazione locale dei dati acquisiti e delle e<strong>la</strong>borazioni realizzate,<br />

• <strong>la</strong> trasmissione delle e<strong>la</strong>borazioni realizzate.<br />

Si consideri per semplicità una stazione meteorologica al suolo in cui non siano<br />

presenti sistemi remote sensing. Una tale stazione, di rego<strong>la</strong>, dovrebbe essere equipaggiata<br />

sia con sensori di tipo tradizionale (a risposta lenta) che con sensori a<br />

risposta veloce, in partico<strong>la</strong>re l’anemometro ultrasonico. Compito di una stazione<br />

meteorologica è l’acquisizione periodica e programmata dei segnali provenienti<br />

dai sensori meteorologici del<strong>la</strong> stazione, <strong>la</strong> loro e<strong>la</strong>borazione per ottenere i rispettivi<br />

valori medi e gli altri parametri di interesse e <strong>la</strong> loro trasmissione ad un centro<br />

di controllo. Ci sono due problemi insiti in questa definizione funzionale.<br />

Il primo problema sta nel fatto che ciò che interessa è conoscere i valori medi delle<br />

principali variabili meteorologiche e <strong>la</strong> loro variabilità nel tempo, descritta attraverso<br />

appropriati parametri. E’ quindi fondamentale che il SW di stazione operi<br />

tenendo conto del fatto che dovrà osservare i segnali meteorologici in una finestra<br />

temporale di ampiezza T prefissata (periodo di mediazione, tipicamente 1 ora).<br />

Durante questo periodo di tempo dovrà raccogliere i dati elementari dai vari<br />

sensori presenti e, al termine del periodo, dovrà e<strong>la</strong>borarli, verificarne <strong>la</strong> validità,<br />

archiviarli localmente e consentirne <strong>la</strong> trasmissione. Il SW deve quindi operare<br />

un’e<strong>la</strong>borazione statistica dei dati elementari, ma perché tale e<strong>la</strong>borazione abbia<br />

un senso statistico, è necessario che il numero di campioni e<strong>la</strong>borati sia sufficientemente<br />

elevato.<br />

Da qui sorge il secondo problema. Il numero dei campioni di segnale considerati<br />

dipende dal<strong>la</strong> frequenza f c a cui vengono interrogati i sensori (frequenza di campionamento).A<br />

sua volta tale frequenza di campionamento dipende dal<strong>la</strong> velocità<br />

di risposta dei vari sensori. Normalmente i sensori presenti in una stazione<br />

meteorologica sono sia di tipo veloce che di tipo lento e ciò richiede, in generale,<br />

due frequenze di campionamento differenti.Al<strong>la</strong> luce di quanto detto, il SW<br />

di stazione opererà nel modo indicato nello schema a blocchi di Fig.2.64.Per i<br />

dettagli re<strong>la</strong>tivi agli argomenti cui si riferisce <strong>la</strong> Fig. 2.64 si rimanda a Sozzi e al.<br />

(2002). Qui ci si limiterà a trattare solo il problema dell’e<strong>la</strong>borazione primaria<br />

dei dati meteorologici.

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