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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

librio, un sistema magneto-elettrico (relé di reed) emette un impulso di tensione<br />

che il sistema di acquisizione deve essere in grado di registrare. Dato che il volume<br />

di ciascun cucchiaio è noto, ad ogni impulso corrisponde un volume noto<br />

di acqua raccolta dal pluviometro, pari al volume del cucchiaio stesso.<br />

2.7.3.6 Misura del<strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re e terrestre<br />

2.7.3.6.1 Radiazione so<strong>la</strong>re globale<br />

Dato che <strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re viene in parte diffusa dall’atmosfera, <strong>la</strong> sua misura<br />

deve riferirsi alle direzioni di tutto l’emisfero posto superiormente al punto di<br />

misura. Lo strumento utilizzato a tal fine è chiamato radiometro globale o piranometro.I<br />

piranometri più usati in Micrometeorologia sono i piranometri a termopi<strong>la</strong><br />

(Fig.2.61) il cui elemento sensibile è un disco metallico, diviso in settori colorati<br />

in modo da assumere diversi albedo (ad esempio, alternativamente bianchi e<br />

neri; sono state usate anche altre combinazioni di colori). Ogni settore è termicamente<br />

collegato al giunto di una termocoppia; i giunti alternativamente caldi<br />

e freddi delle termocoppie dei settori, collegati in modo opportuno, forniscono<br />

in uscita una tensione (in genere debolissima, trattandosi di una misura di temperatura<br />

differenziale, dell’ordine di pochi microvolt) che dipende dal<strong>la</strong> differenza<br />

di temperatura tra i settori, che a sua volta dipende dal<strong>la</strong> radiazione incidente.<br />

164<br />

Fig.2.61 Piranometro a termopi<strong>la</strong>.<br />

Una trattazione estremamente accurata dei principi fisici su cui si basa il funzionamento<br />

del piranometro, può essere trovata in Hinzpeter (1982) cui si rimanda<br />

per i dettagli. In sostanza <strong>la</strong> cosa più importante da ricordare è che, dopo un’opportuna<br />

calibrazione, per ogni piranometro si può individuare una sensibilità E<br />

(mV •(Wm-2 ) -1 ) tale che, detto R g <strong>la</strong> radiazione So<strong>la</strong>re Globale misurata e V out <strong>la</strong><br />

tensione in uscita al sensore, valga <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione Rg=V out /E.<br />

Il sensore a termopi<strong>la</strong> è delicato (in partico<strong>la</strong>re non deve sporcarsi, pena <strong>la</strong> perdita<br />

del colore di calibrazione con il conseguente fuori servizio) e per questa ragione,<br />

viene protetto da una calotta emisferica, che agisce anche, inevitabilmente,<br />

come filtro. Normalmente, il materiale utilizzato per <strong>la</strong> calotta è il vetro, che<br />

<strong>la</strong>scia passare lunghezze d’onda tra circa 0.3 e 2.8 µm. Questa scelta è giustificata<br />

dal fatto che <strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re presenta composizione spettrale molto vicina<br />

allo spettro di corpo nero a 6000 K con lunghezze d’onda comprese tra 0.1

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