05.01.2015 Views

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

160<br />

in questa situazione varierà in modo estremamente lento e di molto poco. La<br />

soluzione più comunemente impiegata si fonda sul fatto che sono disponibili<br />

componenti elettronici che integrano al loro interno le funzioni seguenti: generazione<br />

elettronica di un giunto di riferimento, amplificazione del segnale e<br />

decodifica del segnale del<strong>la</strong> termocoppia in base al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva curva caratteristica.<br />

L’uscita sarà quindi costituita da un segnale già compensato per <strong>la</strong> temperatura<br />

del giunto di riferimento, amplificato, linearizzato in funzione del tipo di termocoppia<br />

e quindi del<strong>la</strong> corretta curva caratteristica.<br />

2.7.3.2.2 Termoresistenze<br />

La resistenza elettrica dei materiali conduttori (come per esempio il rame, il<br />

tungsteno, il nichel ed il p<strong>la</strong>tino) aumenta con l’aumentare del<strong>la</strong> temperatura a<br />

cui si trovano. Questa proprietà suggerisce <strong>la</strong> possibilità di realizzare sensori di<br />

temperatura costituiti sostanzialmente da spezzoni di materiale conduttore inseriti<br />

come resistenze in appositi circuiti elettrici. In effetti tali sensori presentano<br />

una variazione di resistenza elettrica direttamente proporzionale al<strong>la</strong> variazione<br />

del<strong>la</strong> propria temperatura. La re<strong>la</strong>zione matematica che lega il valore di resistenza<br />

elettrica R al<strong>la</strong> temperatura T prende il nome di curva caratteristica.Tra tutti<br />

i metalli citati, il p<strong>la</strong>tino è sicuramente il più interessante, soprattutto per <strong>la</strong> sua<br />

re<strong>la</strong>tiva stabilità chimica,e in effetti <strong>la</strong> maggior parte delle termoresistenze (RTD)<br />

sono in realtà resistori di p<strong>la</strong>tino (PRT). Nelle applicazioni pratiche più comuni<br />

si considera come RTD una resistenza al p<strong>la</strong>tino che a 0°C abbia una resistenza<br />

elettrica esattamente di 100Ω. Una termoresistenza di questo tipo prende il<br />

nome di PT100 ed è costituita da uno spezzone minuscolo di filo di Pt collegato<br />

ad un opportuno circuito elettrico capace di rilevare e determinare <strong>la</strong> sua resistenza<br />

che, come visto, risulta direttamente proporzionale al<strong>la</strong> temperatura media<br />

dello spezzone stesso. Dal<strong>la</strong> conoscenza di R 0 e del<strong>la</strong> curva caratteristica è immediato<br />

ottenere il valore del<strong>la</strong> temperatura. Le RTD più diffuse in meteorologia<br />

sono frequentemente costituite da fili di p<strong>la</strong>tino (di rego<strong>la</strong> incamiciati in cementi<br />

polimerici o ceramici per ritardarne <strong>la</strong> corrosione e per evitare lesioni meccaniche)<br />

di dimensioni calibrate, con <strong>la</strong> resistenza a 0°C pari a 100 Ω. La scelta di<br />

una termoresistenza di Pt deriva dal fatto che essa presenta un’elevata accuratezza<br />

ed un comportamento molto stabile nel tempo. In aggiunta, <strong>la</strong> curva di risposta<br />

temperatura/resistenza ha un andamento molto rego<strong>la</strong>re che, per quanto non<br />

lineare, si presta molto bene ad una linearizzazione tabel<strong>la</strong>re. La geometria indicata<br />

è tipica dei sensori destinati a misure di routine, per i quali <strong>la</strong> velocità di<br />

risposta non è <strong>la</strong> qualità più importante. Per misure di tipo micrometeorologico,<br />

invece, <strong>la</strong> struttura geometrica del sensore può essere molto varia.Tutte hanno in<br />

comune però il fatto di impiegare fili estremamente sottili di lunghezza estremamente<br />

ridotta. Oltre che per ragioni di risposta dinamica del sensore, <strong>la</strong> riduzione<br />

del<strong>la</strong> dimensione fisica del sensore deriva dal fatto che <strong>la</strong> RTD è sensibile<br />

al<strong>la</strong> temperatura media del sensore stesso: più <strong>la</strong> dimensione è elevata, meno <strong>la</strong><br />

misura di temperatura sarà puntuale.<br />

Con buona approssimazione, una RTD (e quindi anche una PT100) può essere<br />

considerato un sensore del primo ordine caratterizzato da una costante di tempo che<br />

può essere stimata con le medesime re<strong>la</strong>zioni date per le termocoppie.Anche in<br />

questo caso dimensione ridotta del<strong>la</strong> RTD (vista geometricamente come un piccolo<br />

cilindro) significa ridotta costante di tempo.<br />

I problemi visti a proposito delle termocoppie si ripropongono allo stesso modo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!