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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

• Sensibilità - Pendenza del<strong>la</strong> curva di risposta ingresso/uscita, che può dipendere<br />

dal valore di ingresso se <strong>la</strong> curva non è lineare.<br />

• Linearità - La linearità del<strong>la</strong> curva di calibrazione è importante come <strong>la</strong> sensibilità<br />

per strumenti a lettura diretta, ma, con l’avvento del<strong>la</strong> tecnologia digitale,<br />

<strong>la</strong> possibilità di linearizzare curve di calibrazione di per sé non lineari ha<br />

reso <strong>la</strong> linearità meno importante di un tempo.<br />

• Offset (“Spiazzamento”) – E’ in pratica il valore che l’uscita assume quando<br />

l’ingresso è nullo. Attualmente, come <strong>la</strong> linearità, <strong>la</strong> presenza di un eventuale<br />

offset non è più un problema, potendo<strong>la</strong> eliminare con e<strong>la</strong>borazioni digitali.<br />

• Range – Un trasduttore primario è in grado di rilevare un valore del<strong>la</strong> variabile<br />

meteorologica solo entro un ben preciso intervallo che varia da trasduttore<br />

a trasduttore.Tale intervallo è il range dello strumento.Valori esterni al range<br />

di misura non potranno essere rilevati correttamente dal sensore.<br />

• Risoluzione – E’ <strong>la</strong> minima variazione dell’ingresso (cioè del<strong>la</strong> variabile da<br />

misurare) in grado di provocare una variazione dell’uscita. Se <strong>la</strong> curva di calibrazione<br />

non è lineare, <strong>la</strong> risoluzione può dipendere dal valore dell’ingresso.<br />

• Soglia – E’ il minimo ingresso misurabile a partire da 0. Di solito è il risultato<br />

di attriti meccanici. In questo caso, dato che l’attrito statico è maggiore dell’attrito<br />

dinamico, lo strumento, una volta messo in moto (esempio: anemometri<br />

a coppe) è in grado di leggere valori di ingresso inferiori al<strong>la</strong> soglia.<br />

• Stabilità – E’ <strong>la</strong> capacità di uno strumento di mantenere prestazioni vicine al<strong>la</strong><br />

curva di calibrazione per un tempo prolungato.<br />

La curva di calibrazione è <strong>la</strong> forma con cui interpretare <strong>la</strong> risposta di un sensore<br />

ad una variabile meteorologica, stazionaria o molto lentamente variabile, tuttavia,<br />

nel PBL le grandezze meteorologiche variano notevolmente nel tempo e<br />

quindi è di estremo interesse conoscere le caratteristiche dinamiche di un sensore.<br />

Esistono sensori che rispondono immediatamente al<strong>la</strong> forzante esterna, presentando<br />

una re<strong>la</strong>zione ingresso-uscita di tipo algebrico ed altri, invece, che presentano<br />

ritardi, oscil<strong>la</strong>zioni spurie e sfasamenti in questa re<strong>la</strong>zione, comportandosi<br />

in maniera analoga a filtri di vario tipo. Dato che in Micrometeorologia è<br />

di estremo interesse misurare segnali meteorologici variabili nel tempo con l’intento<br />

di determinare le caratteristiche del<strong>la</strong> turbolenza atmosferica attraverso <strong>la</strong><br />

stima di varianze e covarianze, è chiaro quanto sia importante conoscere <strong>la</strong> risposta<br />

dinamica di ogni sensore meteorologico. Rimandando per i dettagli a Sozzi<br />

e al. (2002), si ha che per un generico sensore esiste una re<strong>la</strong>zione differenziale<br />

che lega <strong>la</strong> risposta x del sensore stesso al<strong>la</strong> variabile meteorologica y (<strong>la</strong> forzante)<br />

che prende il nome di re<strong>la</strong>zione dinamica del trasduttore e <strong>la</strong> cui espressione<br />

generale è:<br />

146<br />

Di fatto, rivestono un’importanza pratica solo quei sensori per cui <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione<br />

dinamica è rappresentata da una equazione di ordine 0, 1 e 2. Se <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione differenziale<br />

precedente è di ordine 0, il sensore che <strong>la</strong> possiede è detto sensore di<br />

ordine zero e trasforma istantaneamente <strong>la</strong> variabile di ingresso nel<strong>la</strong> variabile di<br />

uscita senza ritardi o distorsioni. Questo in sostanza è il sensore ideale di cui si<br />

vorrebbe sempre disporre. L’anemometro ultrasonico è praticamente un sensore<br />

di questo tipo. Se <strong>la</strong> (2.124) è di ordine 1, abbiamo <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse dei sensore del primo<br />

ordine, che presentano il c<strong>la</strong>ssico comportamento di un filtro passa-basso. In pratica<br />

<strong>la</strong> variabile d’ingresso si trasforma nel<strong>la</strong> variabile di uscita con l’introduzio-

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