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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

dipende dall’intensità luminosa, dal<strong>la</strong> temperatura ambiente e dal<strong>la</strong> concentrazione<br />

di CO 2 . Quando <strong>la</strong> luce diviene insufficiente oppure quando il contenuto di acqua<br />

del<strong>la</strong> pianta è basso per l’eccessiva traspirazione del<strong>la</strong> pianta stessa (stress idrico del<strong>la</strong><br />

pianta), le cellule di guardia chiudono gli stomi impedendo <strong>la</strong> fotosintesi e <strong>la</strong> traspirazione<br />

e quindi rego<strong>la</strong>ndo gli scambi di massa con l’esterno. Anche <strong>la</strong> forma<br />

geometrica del<strong>la</strong> vegetazione ha un ruolo importante negli scambi con l’aria circostante.<br />

Le forme possibili sono tantissime. Se si considerano per esempio prati e<br />

coltivazioni di cerali, si può vedere che <strong>la</strong> vegetazione può essere vista come uno<br />

strato omogeneo sul<strong>la</strong> verticale.Viceversa colture di mais, girasole, patate e molti<br />

alberi presentando le foglie prevalentemente nel<strong>la</strong> parte alta delle piante determinano<br />

una canopy <strong>la</strong>yer cioè uno strato di aria sotto le fronde, con caratteristiche fisiche<br />

molto differenti dall’aria sovrastante. Pertanto l’atmosfera sopra il suolo si divide<br />

in due strati principali, uno sotto le fronde del<strong>la</strong> vegetazione (<strong>la</strong> canopy <strong>la</strong>yer) e<br />

<strong>la</strong> parte sopra le fronde. Nel caso delle foreste tropicali, <strong>la</strong> struttura del<strong>la</strong> vegetazione<br />

è tale da definire diverse canopy <strong>la</strong>yer sovrapposti.<br />

Se consideriamo il profilo verticale del<strong>la</strong> velocità del vento sopra <strong>la</strong> vegetazione in<br />

una situazione quasi adiabatica, si nota che vale <strong>la</strong> solita legge logaritmica.<br />

Estendendo verso il basso tale profilo, si nota che tale profilo potrà essere espresso<br />

dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione seguente:<br />

dove d è lo zero p<strong>la</strong>ne disp<strong>la</strong>cement height già introdotto in precedenza e spesso dell’ordine<br />

di 2/3 l’estensione verticale del<strong>la</strong> vegetazione. Pertanto <strong>la</strong> superficie a<br />

quota d rappresenta <strong>la</strong> superficie attiva per lo scambio di quantità di moto tra vegetazione<br />

e atmosfera. In realtà, come si vedrà poi, il vento non si annul<strong>la</strong> a d+z 0 ,ma<br />

il profilo entro il canopy presenta un andamento ben diverso da quello logaritmico<br />

che però si raccorderà gradualmente col profilo logaritmico, innalzandosi sopra <strong>la</strong><br />

copertura vegetale.Analogo comportamento presentano anche il profilo di temperatura<br />

media, di umidità media e di concentrazione media di CO 2 . Se si considerano<br />

i profili verticali delle principali variabili meteorologiche medie e <strong>degli</strong> altri<br />

indicatori del<strong>la</strong> turbolenza del PBL (ad esempio le varianze), si nota che, detto h c<br />

l’estensione media verticale del<strong>la</strong> vegetazione, a quote superiori a 2÷3h c <strong>la</strong> situazione<br />

è quel<strong>la</strong> normalmente incontrata nel PBL con un suolo nudo e senza vegetazione.<br />

In effetti sono del tutto applicabili le re<strong>la</strong>zioni di Simi<strong>la</strong>rità di Monin-<br />

Obukhov per il SL, purché si sostituisca <strong>la</strong> quota z con (z-d).Va rilevato che anche<br />

in questo caso, nei profili verticali del<strong>la</strong> velocità media del vento, del<strong>la</strong> temperatura<br />

potenziale (virtuale) e dell’umidità compariranno rispettivamente le lunghezze<br />

di rugosità z 0 , z h e z q che esprimono <strong>la</strong> capacità del<strong>la</strong> canopy vegetale di assorbire o<br />

emettere rispettivamente quantità di moto, calore ed umidità. E’ interessante però<br />

considerare come varia z 0 . Se si immaginasse di avere inizialmente un suolo nudo<br />

e di inserirvi un numero sempre crescente di alberi con chioma, z 0 aumenterebbe<br />

fino al punto in cui le chiome si incominciano ad unire tra loro, dopo di che questo<br />

aumento cesserà perché si instaurerà un effetto di schermo che riduce <strong>la</strong> capacità<br />

individuale delle piante di assorbire quantità di moto. Il valore massimo assunto da<br />

z 0 sarà prossimo a h c /5.<br />

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