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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

deviazioni standard delle componenti del vento e del<strong>la</strong> temperatura) si dispone<br />

di un ancor più esiguo di evidenze sperimentali, che però di fatto confermano<br />

le Re<strong>la</strong>zioni di Simi<strong>la</strong>rità ottenute sul<strong>la</strong> terraferma.<br />

2.6.2 Il PBL e le discontinuità superficiali<br />

Una situazione che frequentemente si incontra nel mondo reale è il succedersi<br />

continuo di superfici con caratteristiche morfologiche diverse. Si pensi per esempio<br />

ad una situazione di una grande prateria confinante con una zona urbanizzata<br />

costituita da case sparse, strade ed altri edifici di picco<strong>la</strong> dimensione e piante<br />

sparse ad alto fusto. Evidentemente le due zone presenteranno distinte rugosità<br />

superficiali e le masse d’aria che scorrono sopra una delle due zone, passando<br />

sull’altra incontreranno una discontinuità e si adegueranno gradualmente al<strong>la</strong><br />

nuova situazione. Si verrà quindi formando uno strato (Internal Boundary Layer,<br />

IBL) che partirà dal<strong>la</strong> linea di discontinuità e si svilupperà sottovento ad essa (Fig.<br />

2.37). Si immagini che il vento spiri dal<strong>la</strong> prateria verso il centro abitato, cioè da<br />

una zona a rugosità inferiore z 01 ad un’altra zona a rugosità superiore z 02 e che<br />

<strong>la</strong> linea di discontinuità sia perpendico<strong>la</strong>re al<strong>la</strong> direzione del vento. Da essa si svilupperà<br />

uno strato di spessore δ circa nullo in corrispondenza del<strong>la</strong> linea di discontinuità<br />

e crescente con <strong>la</strong> distanza sottovento. Sopra δ, il profilo del vento<br />

resta praticamente uguale a quello del<strong>la</strong> zona sopravvento al<strong>la</strong> linea di discontinuità,<br />

mentre al di sotto tale profilo risulta profondamente alterato.<br />

Fig.2.37: sviluppo di un Internal Boundary Layer (Arya, 1987).<br />

E’ possibile individuare uno strato di limitata estensione verticale a ridosso del<strong>la</strong><br />

superficie, pari a circa 0.1 δ (inner <strong>la</strong>yer), in cui il profilo del vento è in equilibrio<br />

con <strong>la</strong> situazione incontrata localmente (rispettosa, cioè del<strong>la</strong> Simi<strong>la</strong>rità basata sui<br />

flussi superficiali locali) e lo strato di aria compresa tra <strong>la</strong> sommità dell’inner <strong>la</strong>yer<br />

e δ in cui il profilo del vento presenta una lenta transizione tra le due situazioni.<br />

L’evoluzione di δ con <strong>la</strong> distanza x sottovento al<strong>la</strong> linea di discontinuità può<br />

essere descritto dal modello di Elliott (1958), espresso dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione diagnostica<br />

seguente:<br />

dove:<br />

130<br />

Un altro esempio tipico di discontinuità è quello di una superficie marina più<br />

fredda che confina lungo <strong>la</strong> linea di costa con una terraferma più calda, cosa che<br />

si verifica frequentemente nelle ore diurne. In effetti nelle situazioni convettive<br />

lo sviluppo di un flusso turbolento di calore sensibile sul<strong>la</strong> terraferma, decisamente<br />

maggiore del flusso di calore che si può riscontrare sul mare, fa sì che le

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