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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

na, secondo <strong>la</strong> legge logaritmica seguente:<br />

In pratica u s può essere spesso trascurata visto che u s ≈0.55u*. Dalle re<strong>la</strong>zioni precedenti,<br />

trascurando <strong>la</strong> velocità di deriva, si giunge facilmente al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione seguente:<br />

dove si vede come tra u ed u* non ci sia un evidente intermediario, cosa che invece<br />

era evidente per <strong>la</strong> terraferma dove z 0 era un elemento esterno condizionante.<br />

Questa circostanza può essere sfruttata per determinare sperimentalmente u* da una<br />

so<strong>la</strong> misura di velocità media del vento ad una quota z. In effetti è immediato constatare<br />

che u* è l’unica incognita presente nel<strong>la</strong> (2.115b) e quindi può essere ottenuta<br />

risolvendo (numericamente) questa equazione. Spesso nel<strong>la</strong> pratica viene<br />

impiegato il coefficiente di drag (in condizioni adiabatiche) C DN = (u*/u) 2 , che può essere<br />

stimato mediante <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione semiempirica seguente (Garratt, 1992):<br />

in cui u 10 è <strong>la</strong> velocità del vento misura 10 metri sopra <strong>la</strong> superficie marina. In pratica<br />

per le superfici oceaniche il coefficiente di drag assume valori prossimi a 1.2•10 -3 .<br />

Si considerino ora situazioni non necessariamente adiabatiche. L’ interesse è rivolto<br />

al<strong>la</strong> determinazione di u*, del flusso turbolento di calore sensibile H 0 , del flusso<br />

turbolento di calore <strong>la</strong>tente H E e dell’evaporazione di acqua dal<strong>la</strong> superficie marina,<br />

quantità parametrizzabili in termini di opportuni coefficienti di drag. In partico<strong>la</strong>re<br />

si ha che:<br />

dove C H e C W sono i coefficienti di drag (non adiabatici) per il trasferimento di calore<br />

sensibile e per l’evaporazione, Q, θ e U sono rispettivamente l’umidità, <strong>la</strong> temperatura<br />

potenziale e <strong>la</strong> velocità del vento ad una quota z nel SL e Q 0 e θ 0 sono l’umidità<br />

e <strong>la</strong> temperatura potenziale al<strong>la</strong> superficie del mare. Dai dati disponibili si ha<br />

che C DN = C HN = C WN ≈ 1.2 •10-3 .Anche se il loro valore in condizioni non adiabatiche<br />

dovrebbe dipendere dal grado di convettività o stabilità, dato che l’ambiente<br />

marino presenta situazioni molto prossime all’adiabaticità, l’uso di C DN , C HN e C WN al<br />

posto di C D , C H e C W non costituisce un errore rilevante.<br />

La misura dei profili delle principale variabili meteorologiche è molto difficoltosa<br />

nell’ambiente marino e ad oggi le misure disponibili sono veramente poco numerose,<br />

tuttavia da esse è possibile affermare che è comunque individuabile nel PBL<br />

marino uno strato di ridotte dimensioni vicino al<strong>la</strong> superficie in cui sono applicabili<br />

le re<strong>la</strong>zioni di Simi<strong>la</strong>rità di Monin-Obukhov. L’unica avvertenza è ricordare<br />

che il flusso <strong>la</strong>tente di calore è essenziale ed onnipresente e quindi nel<strong>la</strong> definizione<br />

del<strong>la</strong> lunghezza di Monin-Obukhov è indispensabile impiegare sempre <strong>la</strong> covarianza<br />

tra <strong>la</strong> componente verticale del vento e <strong>la</strong> temperatura potenziale virtuale. I<br />

profili che comunque si instaurano entro il SL sono, nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi,<br />

re<strong>la</strong>tivi a situazioni prossime all’adiabaticità, visto che nell’ambiente marino in<br />

generale il flusso turbolento di calore sensibile è estremamente basso. Per quanto<br />

riguarda i profili delle altre variabili di interesse micrometeorologico (come le<br />

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