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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

La vera differenza tra quanto succede sul<strong>la</strong> terraferma e quanto sul mare sta nel<br />

fatto che l’acqua è trasparente al<strong>la</strong> luce, <strong>la</strong> cui attenuazione con <strong>la</strong> profondità è<br />

espressa da una legge esponenziale decrescente con <strong>la</strong> profondità e dipendente dal<strong>la</strong><br />

natura dell’acqua, in partico<strong>la</strong>re dal<strong>la</strong> presenza di p<strong>la</strong>nkton e di materiale sospeso.<br />

Se nel<strong>la</strong> maggior parte <strong>degli</strong> specchi marini <strong>la</strong> profondità raggiunta dal<strong>la</strong> radiazione<br />

so<strong>la</strong>re è dell’ordine del<strong>la</strong> decina di metri, in certi mari tropicali essa raggiunge<br />

anche alcune centinaia di metri.<br />

Il coefficiente d’albedo a non è costante, ma varia con l’angolo di elevazione so<strong>la</strong>re<br />

e <strong>la</strong> sua variazione è molto bizzarra. All’alba ed al tramonto, quando l’elevazione<br />

so<strong>la</strong>re è bassa, il comportamento ottico del<strong>la</strong> superficie marina è simile a quel<strong>la</strong><br />

di uno specchio, mentre quando il sole è alto sull’orizzonte <strong>la</strong> superficie marina si<br />

comporta come un assorbitore molto efficiente con a tra 0.03 e 0.1. Quando poi<br />

il cielo è nuvoloso e R g è prevalentemente costituita da radiazione diffusa, allora a<br />

vale circa a 0.1 indipendentemente dall'angolo di elevazione so<strong>la</strong>re.<br />

Fig.2.35: bi<strong>la</strong>ncio radiativo superficiale in ambiente marino (Oke, 1987).<br />

La radiazione so<strong>la</strong>re ad onda corta innesca il consueto bi<strong>la</strong>ncio radiativo superficiale: un<br />

esempio è riportato in Fig.2.35,dove con K ex si è indicata <strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re all’esterno<br />

dell’atmosfera e con D <strong>la</strong> frazione diffusa di R g (indicata col simbolo K ). In<br />

essa si può notare <strong>la</strong> radiazione ad onda corta riflessa K , sempre di picco<strong>la</strong> entità<br />

visto l’elevato coefficiente di albedo quando K è bassa e basso quando K è elevata<br />

In pratica è facile verificare che il valore medio giornaliero caratteristico dell’albedo<br />

è di circa 0.07.Analizzando ora <strong>la</strong> radiazione ad onda lunga di origine atmosferica<br />

L , non si notano partico<strong>la</strong>ri differenze rispetto al solito, mentre <strong>la</strong> radiazione<br />

L generata dal<strong>la</strong> superficie marina non presenta le variazioni temporali notate<br />

sul<strong>la</strong> terraferma. In pratica, entrambe le componenti ad onda lunga restano circa<br />

costanti nell’arco dell’intera giornata e <strong>la</strong> loro somma algebrica è negativa.<br />

Comunque, il bi<strong>la</strong>ncio del<strong>la</strong> radiazione complessiva all’interfaccia mare-aria, cioè <strong>la</strong><br />

Radiazione Netta (indicata in Figura col simbolo Q * ), presenta ancora il tipico<br />

ciclo giornaliero con elevatissimi valori diurni.<br />

Se si considera l’interfaccia mare-aria, si nota come l’energia disponibile Q * (<strong>la</strong><br />

Radiazione Netta) venga ancora una volta ripartita nel flusso turbolento di calore<br />

sensibile (Q H ) e nel flusso turbolento di calore <strong>la</strong>tente (Q E ), tuttavia lo storage termico<br />

prodotto dell’ambiente marino (∆Q S ) è rilevante e non può essere trascura-<br />

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