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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

zioni di tipo diagnostico per h che inevitabilmente devono essere interpretate<br />

come il valore assunto da h all’equilibrio. Le principali re<strong>la</strong>zioni ottenute sono le<br />

seguenti:<br />

126<br />

Per quanto riguarda i valori delle costanti presenti nelle re<strong>la</strong>zioni precedenti si<br />

ha che al<strong>la</strong> costante a è stato attribuito il valore 0.74 da Arya (1981),0.6 da Mahrt<br />

(1982) e 0.4 da Nieuwstadt (1984); al<strong>la</strong> costante b è stato attribuito il valore<br />

0.142 da Arya (1981); al<strong>la</strong> costante c è stato attribuito il valore 2400 da Venkatram<br />

(1980). E’ interessante notare come le (2.112a) e (2.112b) non siano applicabili<br />

all’equatore, in cui darebbero un’altezza del SBL infinita.<br />

Per quanto riguarda i modelli proposti in letteratura per l’altezza dell’inversione<br />

termica h i , si rimanda a Tomasi (1983) e Surridge (1990).<br />

2.6. SITUAZIONI SUPERFICIALI ETEROGENEE<br />

Fin qui sono state considerate solo situazioni semplici e rego<strong>la</strong>ri, con un suolo<br />

caratterizzato da un elevato grado di omogeneità. Spesso, però, <strong>la</strong> realtà è ben<br />

diversa e le considerazioni fatte devono essere in qualche modo riviste o integrate.<br />

In partico<strong>la</strong>re, è importante conoscere le peculiarità micrometeorologiche<br />

di alcuni ambienti interessanti e fortemente presenti sul<strong>la</strong> superficie del globo,<br />

come, per esempio le distese marine ed oceaniche, le grandi foreste e le zone cittadine,<br />

fortemente urbanizzate. Oltre a queste situazioni partico<strong>la</strong>rmente importanti,<br />

si incontrano altre due casi che richiedono un’indagine approfondita. Il<br />

primo caso deriva dal fatto che spesso sul<strong>la</strong> superficie terrestre si affiancano suoli<br />

con caratteristiche superficiali molto differenti (per esempio con differenze di<br />

rugosità e di flusso di calore sensibile) e ciò fa sì che le masse d’aria che vi scorrono<br />

sopra incontrino discontinuità che determinano perturbazioni più o meno<br />

profonde nel<strong>la</strong> struttura del PBL. Il secondo caso è costituito dal<strong>la</strong> presenza dell’orografia<br />

che inevitabilmente altera il regime fluidodinamico delle masse d’aria<br />

ed anche <strong>la</strong> struttura stessa del PBL. Qui di seguito viene presentata una sintetica<br />

introduzione ad alcune di queste problematiche, tra<strong>la</strong>sciando per il momento<br />

il problema del<strong>la</strong> presenza dell’orografia che verrà trattato nelle sue linee essenziali<br />

a proposito dei modelli di <strong>dispersione</strong> stazionario.<br />

2.6.1 Il PBL Marino<br />

Circa due terzi del pianeta è costituito da <strong>la</strong>ghi, mari ed oceani ed è quindi<br />

importante capire quale sia l’interazione tra queste superfici liquide e l’aria<br />

sovrastante. In effetti, dato che ci si è resi conto che è proprio il suolo l’elemento<br />

essenziale nel determinare l’ammontare e le modalità di trasferimento all’aria<br />

dell’energia ricevuta dal sole, ci si può aspettare che le differenze siano profonde<br />

a causa del<strong>la</strong> differenza tra le proprietà dell’acqua e quelle dei materiali che<br />

costituiscono i substrati solidi. E’ ormai chiaro che il comportamento differente<br />

delle superfici marine è <strong>la</strong> causa principale delle condizioni climatiche che si<br />

riscontrano nelle varie parti del globo. In questa breve sintesi si farà riferimento<br />

prevalentemente ad Arya (1981), Garratt (1992) ed Oke (1987).<br />

L’elemento motore dell’evoluzione spazio-temporale del PBL marino è ancora<br />

una volta <strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re ad onda corta, cioè <strong>la</strong> radiazione so<strong>la</strong>re globale R g .

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