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la micrometeorologia e la dispersione degli inquinanti ... - ARPA Lazio

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LA MICROMETEOROLOGIA E LA CAPACITA’ DISPERDENTE DELL’ATMOSFERA<br />

che grosso<strong>la</strong>namente si riduce al<strong>la</strong> semplice rego<strong>la</strong> secondo cui lo z 0 misurato è rappresentativo<br />

di una distanza sopravvento pari a circa 100 volte <strong>la</strong> quota di misura.<br />

2.5.1.2 La ripartizione superficiale dell’energia disponibile<br />

All’interfaccia aria-suolo ha luogo il principale trasferimento al PBL di energia termica<br />

e di vapor d’acqua. Il bi<strong>la</strong>ncio energetico superficiale assicura che R N -G 0 =<br />

H 0 + H E , cioè che l’energia disponibile al<strong>la</strong> superficie (<strong>la</strong> differenza tra <strong>la</strong><br />

Radiazione Netta ed il Flusso di Calore nel suolo) si ripartisce tra un Flusso<br />

Turbolento di Calore Latente H E (che causa l’evapotraspirazione) ed un Flusso<br />

Turbolento di Calore Sensibile H 0 (che, per esempio, nelle situazioni convettive<br />

causa <strong>la</strong> nascita dei vortici di grandi dimensioni) Entrambi questi flussi possono<br />

essere misurati direttamente essendo H 0 = ρC p w’θ’ e H E = λρw’q’ dove ρ è <strong>la</strong> densità<br />

dell’aria, λ è il calore specifico di evaporazione dell’acqua e q è l’umidità specifica,<br />

tuttavia è molto interessante capire come e perché l’energia disponibile al<br />

suolo si ripartisca nei due differenti tipi di flusso turbolenti o, che è lo stesso, perché<br />

suoli differenti in differenti situazioni presentino differenti valori del Rapporto<br />

di Bowen Bo, definito come Bo = H 0 /H E . Ciò che risulta evidente dal<strong>la</strong> realtà sperimentale<br />

è che suoli aridi o semiaridi, quindi poveri di umidità, trasformano preferibilmente<br />

l’energia disponibile in H 0 e ciò determina valori di B piuttosto elevati,<br />

mentre suoli molto umidi o addirittura con acqua superficiale prediligono <strong>la</strong><br />

trasformazione dell’energia disponibile nel Flusso Latente di calore.<br />

Il problema è stato estesamente studiato da Penman e Monteith che sono giunti<br />

al<strong>la</strong> individuazione di un modello operativo concettualmente molto interessante. In<br />

effetti, il risultato finale del loro <strong>la</strong>voro è costituito dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione seguente, che<br />

esprime il flusso turbolento di calore sensibile e <strong>la</strong>tente:<br />

in cui s = dq s /dt, δq = q s (T) - q è il deficit di saturazione nell’aria, δq 0 = q s (T 0 ) - q 0<br />

è il deficit di saturazione al suolo, r s è una resistenza superficiale in cui è condensato<br />

il complesso meccanismo di traspirazione del suolo e r a è <strong>la</strong> resistenza aerodinamica<br />

al trasferimento di calore data da:<br />

Questo modello non è di semplice applicazione pratica, dato che accanto a grandezze<br />

facilmente misurabili come R N e G 0 , sono presenti altre variabili di difficile<br />

determinazione, tuttavia <strong>la</strong> sua importanza sta nell’evidenziare alcune peculiarità<br />

del trasferimento di energia e massa all’interfaccia suolo-aria:<br />

• sia il flusso turbolento di calore sensibile che il flusso turbolento <strong>la</strong>tente sono proporzionali<br />

all’energia disponibile all’interfaccia suolo-aria;<br />

• l’uno prevale sull’altro, a parità di energia disponibile, in funzione delle caratteristiche<br />

del suolo, in partico<strong>la</strong>re più il suolo risulta vicino al<strong>la</strong> saturazione, più elevata<br />

è <strong>la</strong> frazione di energia disponibile che viene dedicata all’evaporazione dell’acqua<br />

e quindi al flusso <strong>la</strong>tente.<br />

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