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Martin Heidegger: dallo gnosticismo alla gnosis ... - Politicamente.Net

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Capitolo III<br />

Il crollo dell’utopia della polis e il ritorno <strong>alla</strong> <strong>gnosis</strong> di Platone<br />

«Per il fatto stesso che da lungo tempo<br />

siamo costretti a procurarci le nostre conoscenze<br />

selezionandole dall’eccesso di ciò che si dice e si scrive,<br />

abbiamo finito per perdere la capacità di udire quel poco<br />

di ciò che è semplice<br />

che la parola dei pensatori iniziali dice» 102 .<br />

Presentendo la disfatta della Germania, nelle sue lezioni su Parmenide del semestre invernale 1942/45,<br />

<strong>Heidegger</strong> si va convincendo sempre di più che la nostra autentica dimora sia la casa della dea Aletheia: la<br />

dea «saluta il pensatore giunto <strong>alla</strong> sua dimora e nel contempo gli palesa ciò che egli dovrà esperire in<br />

futuro. É ciò che per questo pensatore costituirà il da-pensare e che d’ora innanzi, nella storia della verità,<br />

rimane il da-pensare in modo iniziale» 103 . Per superare il nichilismo e il tramonto dell’Occidente è necessario,<br />

per <strong>Heidegger</strong>, ritornare al pensiero greco arcaico. Ritornare non già indietro verso il passato, bensì ritornare<br />

all’Inizio della cultura occidentale. Infatti, il pensiero greco aurorale non è ciò che è «iniziale» in virtù del<br />

fatto di essere storicamente il primo. Lo è, piuttosto, in quanto ha posto il fondamento per l’avvenire della<br />

verità in Occidente. «Anassimandro, Parmenide ed Eraclito sono gli unici pensatori iniziali, ma non nel senso<br />

che inaugurino o comincino il pensiero occidentale […] Essi sono pensatori iniziali perché pensano<br />

l’inizio[…] Questi pensatori non si pongono di fronte l’inizio nello stesso modo in cui uno scienziato pone<br />

mano a qualcosa. I pensatori iniziali non pensano l’inizio nemmeno come se si trattasse di una creazione<br />

mentale prodotta da loro stessi. L’inizio è ciò che fa iniziare in questi pensatori qualcosa, poiché li reclama<br />

in un modo tale da esigere da loro un arretramento estremo di fronte all’essere. I pensatori sono coloro che<br />

vengono iniziati-catturati dall’inizio-cattura, coloro che da esso vengono raggiunti, per esservi raccolti e<br />

riuniti» 104 . Solo riconquistando un rapporto genuino con la grecità aurorale e con la sua originaria apertura al<br />

senso dell’Essere, ponendosi in ascolto del «detto» dei pensatori iniziali, è possibile compiere quel viaggio di<br />

ritorno verso l’Origine che è l’apertura abissale dell’Aperto, che pur lasciando essere l’ente nella luce del suo<br />

apparire, sempre si ritrae e si nasconde. La grecità qui richiamata è quella che, fin dal suo inizio, con<br />

Parmenide, ha identificato il pensiero con l’essere. Il pensiero, in questa fase aurorale, non è un attributo<br />

dell’uomo, che come zoion logon echon, appunto, pensa l’essere come un oggetto, e lo rappresenta secondo<br />

quelle categorie logiche dualistiche, che inventate da Aristotele, hanno scisso l’essere dal pensiero e hanno<br />

segnato, perciò, l’oblio e la fine stessa della sofia antica e marcato l’inizio della filo-sofia 105 – un oblio che<br />

inaugura la cultura occidentale, che, pertanto, si apre già al suo inizio come cultura del tramonto e della<br />

decadenza –, il pensiero è, piuttosto, quel logos che leghein, raccoglie gli enti in unità, ma non si identifica<br />

con essi, li ospita e li lascia essere come l’Essere li ha manifestati ed esposti. Il pensiero è la presenza che<br />

condiziona ogni ente presente, o, come dice <strong>Heidegger</strong>, «il raccoglimento dell’invio <strong>alla</strong> presenza». La<br />

scissione tra pensiero ed essere, operata già da Platone, che intese l’eon, l’essere dell’ente, come idea e, come<br />

tale, oggetto dell’episteme, ha impedito al pensiero dell’uomo, che appartiene al logos, di considerarsi esso<br />

stesso logos, e lo ha indotto a scambiare la totalità degli enti raccolta dall’Essere con quanto è raccolto e<br />

102 M. HEIDEGGER, Parmenide, Milano 1999, p. 42.<br />

103 Ibidem, p. 51.<br />

104 Ibidem, pp. 40,41.<br />

105 Cfr. G. COLLI, La nascita della filosofia, Milano 1975.<br />

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