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Martin Heidegger: dallo gnosticismo alla gnosis ... - Politicamente.Net

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Hegel, Schelling e Hölderlin, realizzano una Gestaltung dello spirito tedesco» 91 , «la cui trasformazione in una<br />

forza storica non è ancora compiuta e lo potrà essere solo quando noi avremo imparato ad ammirare ed<br />

onorare l’opera creativa» 92 . Nonostante il suo allontanamento d<strong>alla</strong> politica, la polis e la categoria del<br />

politico ad essa strettamente connesso, continuano ad essere il fulcro del pensiero heideggeriano: <strong>Heidegger</strong><br />

crede ancora che sia possibile fondare la polis greca attraverso la rivoluzione nazionalsocialista, solo che ora il<br />

tono è meno trionfalistico e più critico nei confronti del nazionalsocialismo realizzato. La realtà<br />

contemporanea gli pare assopita, per dirla con Hölderlin, nella «notte degli dei», in cui le vecchie divinità<br />

sono scomparse e le nuove non sono ancora arrivate. La rivoluzione nazionalsocialista continua ad avere per<br />

<strong>Heidegger</strong> una sua «intima verità e grandezza»: essa è ancora, a quest’altezza cronologica, una rivoluzione<br />

epocale, che può realmente costituire un sistema politico alternativo rispetto al comunismo e<br />

all’americanismo. <strong>Heidegger</strong> si fa carico del nichilismo diagnosticato da Nietzsche, più di Nietzsche stesso, e<br />

tenta in questi anni, per lo meno fino al 1938, attraverso Hölderlin, di reagire allo sradicamento dell’uomo<br />

moderno, recuperando il concetto di Volkgemeinschaft, una comunità politica in cui centrale è il concetto di<br />

«popolo» e di «nazione»: Hölderlin, il «poeta della poesia», indica ai tedeschi il difficile compito di ritrovare<br />

il proprio Esserci storico e di riscoprire la propria missione di salvezza dell’intero Occidente. La parola<br />

poetica istituisce e fonda «ciò che resta stabile», nomina gli dei e risponde <strong>alla</strong> loro chiamata. «La poesia è il<br />

linguaggio originario di un popolo storico». Poiché gli dei si esprimono per cenni, la parola del poeta traduce<br />

questi cenni in linguaggio, annunciando al proprio popolo il non-ancora-adempiuto, ponendosi come<br />

«mediatore» tra dei e uomini.<br />

Attraverso Hölderlin, <strong>Heidegger</strong> torna ancora una volta <strong>alla</strong> Grecia, nel tentativo di riattivare l’«inizio» della<br />

civiltà occidentale, attraverso la rifondazione della polis, in particolare quella dei tragici greci, celebrata nell’<br />

Introduzione <strong>alla</strong> Metafisica, «cercando fonti di sopravvivenza che offrono fonti di rinascita» 93 . Tuttavia, il<br />

recupero dell’arche greco viene ancora una volta filtrato attraverso le categorie gnostico-romantiche e il<br />

progetto politico heideggeriano di recupero dell’archipolitico greco presenta ancora tratti fortemente<br />

utopistico-storicistici.<br />

<strong>Heidegger</strong> ritiene ancora centrale, dopo il 1933, la dimensione della prassi rivoluzionaria a scapito della<br />

Kultur tradizionale: la «violenza» degli uomini creatori assume la forma di una redenzione attivistica<br />

dell’uomo e della società e la loro azione intramondana un significato di compimento escatologico e<br />

soteriologico. Dopo il 1933 la politica è diventata per <strong>Heidegger</strong> poiesis artistica, nel senso che il popolo<br />

tedesco, attraverso i suoi Führer, plasma se stesso e il suo destino come fosse un’opera d’arte: la fondazione<br />

della polis non è più soltanto compito dei politici creatori, ma della Dichtung dei poeti che, come Hölderlin,<br />

poetano l’essenza della poesia. Attraverso la poesia i tedeschi prendono coscienza di sé come Esserci<br />

storico-spirituale e quindi si autodeterminano come popolo, ossia come polis. É come se <strong>Heidegger</strong> in questa<br />

fase volesse fondare una forma di nazionalsocialismo alternativo a quello ufficiale: attraverso Hölderlin,<br />

<strong>Heidegger</strong> vorrebbe istituire una sorta di «sur-nazismo estetico o di trasfigurazione poetica del<br />

nazionalsocialismo» 94 . <strong>Heidegger</strong> compie un’operazione di de-politicizzazione del politico (nel senso della<br />

concezione politica moderna ipotecata dall’individualismo e dall’egualitarismo democratico) e di deesteticizzazione<br />

dell’arte (<strong>Heidegger</strong> critica l’impostazione antropocentrica e soggettivistica dell’arte nata con<br />

la modernità rinascimentale che considera l’opera d’arte un oggetto meramente estetico). Sono i poeti,<br />

dunque, che, secondo <strong>Heidegger</strong>, con il loro poetare, generano le divinità di un popolo, la Tradizione, intorno<br />

<strong>alla</strong> quale esso si realizza nella storia. I poeti si fanno, al pari dei filosofi e degli statisti, «destino» per il<br />

loro popolo. «La tonalità emotiva fondamentale, vale a dire la verità dell’esserci di un popolo, viene istituita<br />

originariamente dai poeti. L’essere dell’ente, così rivelato, viene compreso però in quanto essere [… ] dal<br />

pensatore, e l’essere così compreso viene collocato nella verità storica determinata facendo sì che il popolo<br />

venga condotto a se stesso in quanto popolo. Ciò accade attraverso la creazione dello Stato attraverso il<br />

creatore dello Stato […]» 95 .<br />

91 F. FISTETTI, <strong>Heidegger</strong> e l’utopia della polis, op. cit., p. 85.<br />

92 M. HEIDEGGER, Schelling. Il trattato del 1809 sull’essenza della libertà umana, ed. it. Napoli 1994, p. 4.<br />

93 J. HILLMAN, Saggio su Pan, Milano 1977, p.11.<br />

94 F. FISTETTI, <strong>Heidegger</strong> e l’utopia della polis, op. cit., p. 86.<br />

95<br />

M. HEIDEGGER, Gesamtausgabe, GA 39, p. 20. «Occorre, dunque, lasciarsi attrarre d<strong>alla</strong> sfera di potenza<br />

della poesia di Hölderlin e lasciare che essa ci trasformi intimamente. Questa attrazione, in fondo, era la stessa<br />

a cui ci si doveva abbandonare nella realtà rivoluzionaria». Ciò che avvinceva lo spirito del filosofo, poco prima, era l’azione<br />

creatrice di Hitler, ora è l’ambito di potere della parola poetica di Hölderlin.<br />

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