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New Tabloid n°5 - Ordine dei Giornalisti

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Colleghi<br />

in libreria<br />

Una ricerca sulla precaria credibilità <strong>dei</strong> comunicatori italiani<br />

Le garanzie <strong>dei</strong> giornalisti<br />

tra lobbisti e pubblicitari<br />

Il ruolo <strong>dei</strong> cittadini-lettori come rimedio alle criticità della professione e ai pericoli di<br />

delegittimazione in un saggio a più voci, curato da Andrea Melodia e Paolo Scandaletti<br />

di Antonio Andreini<br />

Al Convegno di ottobre sul Futuro<br />

del giornalismo il sociologo Enrico<br />

Finzi ha rivelato che i navigatori vanno<br />

nel web alla ricerca soprattutto di<br />

notizie ”vere”, “verificate”.<br />

Ma a volte il web, dal punto di vista<br />

informativo, non è affidabile, pieno<br />

com’è di “immense balle e occulte<br />

verità”.<br />

Possono essere più affidabili, più<br />

“veritieri”, i media tradizionali, in<br />

particolare i quotidiani. Ma a precise<br />

condizioni. Quali Ce lo rivela<br />

Daniele Palizzotto in “Ruolo e credibilità<br />

ai tempi del web 2.0”, uno <strong>dei</strong><br />

dieci capitoli del saggio a più voci “A<br />

bocca aperta - La precaria credibilità<br />

<strong>dei</strong> comunicatori italiani”, curato da<br />

Andrea Melodia e Paolo Scandaletti<br />

e recentemente pubblicato dall’Ucsi<br />

insieme con UniSob e Cdg.<br />

Ecco le condizioni: “Se ascoltassero<br />

sempre i bisogni <strong>dei</strong> cittadini-lettoriutenti,<br />

se potessero investire nelle<br />

nuove tecnologie e se si proponessero<br />

di competere con tutte le altre<br />

fonti in termini di affidabilità e di cre-<br />

GLI autorI<br />

Andrea Melodia, giornalista di grande<br />

esperienza, già direttore di RaiUno e di<br />

programmi e <strong>New</strong>s a Telemontecarlo.<br />

Paolo Scandaletti, giornalista<br />

professionista di lungo corso, ha<br />

lavorato in quotidiani, per la radio e<br />

per la TV e dirige la rivista “Desk”.<br />

dibilità (cioè, se i giornalisti dimostrassero<br />

il rispetto <strong>dei</strong> princìpi etici e<br />

deontologici di una professione che<br />

non può essere ulteriormente confusa<br />

con tutte le altre forme di partecipazione<br />

alla comunicazione)”.<br />

Il libro si articola in cinque parti,<br />

con contributi di giornalisti esperti<br />

del mondo della comunicazione: 1)<br />

Informazione, suddivisa nella parte<br />

di Rosa Maria Serrano dedicata alle<br />

“Anomalie del sistema <strong>dei</strong> media”,<br />

in quella di Giustina Scandaletti sul<br />

“Giornalismo politico-parlamentare”<br />

e in quella di Daniele Palizzotto; 2)<br />

Comunicazione creativa, con i contributi<br />

di Andrea Melodia (“Gli autori<br />

radiotelevisivi, questi sconosciuti<br />

sotto gli occhi di tutti”), di Antonio<br />

Benforte (“Editoria libraria: percorsi,<br />

criticità, futuro”) e di Stefania Di Mico<br />

(“Le Relazioni esterne: una sfida<br />

per comunicare con professionalità e<br />

lealtà”); 3) Comunicazione Pubblica,<br />

con i contributi di Franco Mennitto<br />

(“Criticità e problematiche degli Uffici<br />

di relazioni pubbliche”) e di Marica<br />

Spalletta (“La Comunicazione<br />

pubblica tra contaminazioni e commistioni”);<br />

4) Comunicazione Condizionante,<br />

con i contributi di Camilla<br />

Rumi (“I lobbisti: rappresentanza di<br />

interessi e credibilità”) e di Lorenzo<br />

Ugolini (“La pubblicità italiana ha un<br />

problema di credibilità”); 5) Infine un<br />

Sondaggio su “Le criticità della professione<br />

giornalistica e i pericoli di<br />

delegittimazione”, di Mascia Ferri.<br />

Proprio in quest’ultima sua parte -che<br />

trae le conclusioni di una ricerca che<br />

ha coinvolto oltre 150 professionistiil<br />

saggio di Melodia e Scandaletti si<br />

rivela di stretta attualità e si collega,<br />

ampliandone i risultati, alla ricerca di<br />

Finzi, specialmente là dove parla del<br />

“giornalismo tra vecchie certezze e<br />

nuove paure”.<br />

Concludendo che, in un mondo<br />

nel quale tutti hanno la possibilità<br />

di comunicare tutto, subito e quasi<br />

gratuitamente, per la sopravvivenza<br />

<strong>dei</strong> media a pagamento, e quindi <strong>dei</strong><br />

professionisti della comunicazione,<br />

servono comunicatori la cui qualità<br />

giustifichi la spesa. Non solo. Tutti<br />

sono concordi nel dire che servono<br />

strumenti di controllo, cioé norme<br />

e pratiche che garantiscano il loro<br />

comportamento.<br />

A. Melodia-P. Scandaletti<br />

(a cura di): A bocca aperta,<br />

UCSI,UniSOB, CDG Ed., Roma,<br />

2012, pagg. 294, € 14<br />

42 <strong>Tabloid</strong> 3 / 2012

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