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La TOSCANA - Giugno 2013

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deflagrato sotto il peso degli eventi, lasciando dietro di sé frammenti, ricordi<br />

e rabbia. L’alternativa è interrogare la vita attraverso la pittura, attingere alle<br />

sue certezze, ai suoi eterni valori. I bianchi fulgenti, che fino a poco tempo<br />

prima reggevano le fila degli equilibri cromatici, adesso cedono il passo ad un<br />

intarsio di colori lavorati scaglia a scaglia, corposi, pieni, intimamente compenetrati<br />

l’uno all’altro, come una voce che varia nel timbro, senza mai uscire<br />

di tono. Una voce che, diffondendosi nello spazio, produce un urto, infrange le<br />

forme, genera un labirinto di piani e strati, graduazioni e distanze. È un evento<br />

che scuote la struttura<br />

pittorica dall’interno e da cui<br />

scaturisce un’alternanza dialettica<br />

di note acute e note<br />

gravi: bianchi luminosi e neri<br />

vellutati, arancioni fiammeggianti<br />

e azzurri profondi. Non<br />

c’è unità nel colore, ma permane<br />

l’unità del sentimento,<br />

che riecheggia come un suono<br />

prolungato e potente, una<br />

voce solista che si stacca dal<br />

coro. In questa elegante architettura<br />

di forme e colori,<br />

lampi dorati e bagliori di antiche<br />

vetrate, emergono i<br />

corpi di donne statuarie<br />

come idoli di alabastro e i<br />

profili di quelle figure che<br />

fino a ieri abitavano la quotidianità<br />

e che oggi la abitano<br />

con la loro assenza. Ciò che<br />

si sottrae al nostro sguardo,<br />

infatti, non è del tutto perduto,<br />

ma continua a far sentire<br />

la sua presenza nella calda<br />

intimità delle mura domestiche,<br />

nel rituale giornaliero<br />

delle abitudini. Le apparenze<br />

si sgretolano, ma la sostanza dei sentimenti resta fintanto che sopravvive<br />

nel ricordo, fintanto che l’immagine pittorica la sublima<br />

trasportandola in una realtà “altra”, al riparo dall’oblio, dal decadimento,<br />

dalla morte, sorvegliata da un coro di angeli che intona un<br />

canto d’amore e di speranza.<br />

Monica Giarrè col presidente del Consiglio Comunale di<br />

Firenze Eugenio Giani durante i vernissage<br />

L’artista durante la presentazione al pubblico da parte<br />

della critica d’arte Eleonora D’Aquino (a destra). Al centro,<br />

l’assessore alla Cultura del Comune di Fiesole Paolo<br />

Becattini e la gallerista Rossana Corsi<br />

<strong>La</strong> mostra<br />

“Il coro degli angeli”<br />

all’Art Gallery Il Cesello<br />

in via Maggio, 71R a Firenze<br />

è aperta al pubblico<br />

tutti i giorni,<br />

esclusa la domenica,<br />

dalle 11.30 alle 13.30<br />

e dalle 16.00 alle 19.00.<br />

Nata agli inizi degli anni Sessanta a Tosi, Monica<br />

Giarré ha trascorso l’adolescenza fra l’ambiente<br />

familiare, il clima circoscritto del paese e Firenze,<br />

dove ha compiuto gli studi a indirizzo artistico e<br />

musicale. Profondamente legata alle sue origini, alla memoria<br />

delle ore passate vicino al padre, noto mobiliere della<br />

zona, mentre intagliava sul legno le decorazioni da mettere<br />

in produzione, Monica ha assimilato il senso della fatica legato<br />

al fare e il gusto per la concretizzazione plastica. Anche<br />

quando la sua vita da adulta l’ha portata, nella metà degli<br />

anni Ottanta, a trasferirsi a Firenze, la natura ha continuato a<br />

esercitare su di lei lo stesso fascino, per quanto ambivalente.<br />

È in questi anni che avviene il graduale passaggio da una<br />

figurazione tradizionale ad un nuovo equilibrio compositivo,<br />

raggiunto sia sul piano formale che su quello dei contenuti.<br />

Allieva prima di Giuseppe Leo e poi di Paolo Frosecchi, da<br />

Firenze parte il suo percorso espositivo: nel 2001, due personali<br />

al Palagio di Parte Guelfa (Firenze) e a Villa Montalvo<br />

(Campi Bisenzio), e tre collettive al Centro Espositivo Costa<br />

Fiorita (Castiglioncello), a Villa Strozzi (Firenze) e Villa Montalvo.<br />

Nel 2002 dopo una prima, rilevante, revisione del suo<br />

lavoro, inizia una collaborazione con la Galleria Mentana di<br />

Firenze, dove realizza un’importante mostra personale. Nello<br />

stesso anno partecipa a diverse rassegne collettive: al Centro<br />

Congressi Convitto della Calza (Firenze); Antica Compagnia<br />

del Paiolo (Firenze); Centro d’Arte San Vidal (Venezia);<br />

Galleria Mentana (Firenze); Palagio di Parte Guelfa (Firenze);<br />

Centro d’Arte Puccini (Firenze). Del 2003 è la personale alla<br />

Galleria <strong>La</strong> Tartaruga (Roma); qualche anno dopo, nel 2006,<br />

prende parte ad alcune collettive e avvia la collaborazione<br />

con la Galleria Frosecchi di Firenze. Nel 2010 è invitata a<br />

partecipare alla rassegna itinerante “50 Artisti toscani per<br />

50 cantanti toscani”, e due personali le sono dedicate al ristorante<br />

Garbo e al ristorante <strong>La</strong> buchetta, entrambi a Firenze.<br />

Socia ANLA, nel 2011 partecipa a delle mostre collettive<br />

presso l’Antica Compagnia del Paiolo, il Consiglio Regionale<br />

della Toscana e la Galleria Mentana. Nel 2102 espone al Museo<br />

Archeologico di Fiesole con una personale dal titolo<br />

“Donne, Angeli e Miti”, che ottiene grande riscontro di pubblico<br />

e critica. L’ultima mostra è quella realizzata nel maggio<br />

<strong>2013</strong> all’Art Gallery Il Cesello. Ha ottenuto riconoscimenti<br />

nell’ambito del Premio Calindri (2001), del Premio Firenze<br />

(2001) e del Premio Italia (2002) e nel 2012 ha ricevuto il<br />

“Premio Arte in Toscana” per l’intensa e qualificata attività<br />

svolta. Del suo lavoro hanno scritto: Luciano Artusi, Ugo Barlozzetti,<br />

Patrizio Borella, Lia Bronzi, Sauro Cavallini, Carlo<br />

Cinelli, Eleonora d’Aquino, Vittorio Esposito, Vera Giammacci,<br />

Giuseppe Leo, Pier Francesco Listri, Nicola Nuti, Tommaso<br />

Paloscia, Daniela Pronestì, Sonia Salsi, Rodolfo Tommasi,<br />

Ferruccio Ulivi.<br />

Monica Giarrè<br />

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