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La TOSCANA - Giugno 2013

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Franco Mauro<br />

Franchi a Fiesole<br />

Sogni Mediterranei trenta sculture<br />

del maestro nel museo e nell’area<br />

archeologica del Teatro Romano<br />

di Daniela Pronestì<br />

Voluttuosi fianchi di donna che si stagliano<br />

sull’orizzonte del tempo; ventre fecondo e accogliente<br />

che ricorda l’antro del mito cui l’uomo<br />

eternamente fa ritorno attratto da un mistero<br />

irresistibile; poesia di volumi che nei loro rapporti plastici<br />

acquistano la stessa energia delle forze che regolano i cicli<br />

naturali. È così che potremmo definire le “divinità” femminili<br />

dello scultore Franco Mauro Franchi, le sue donne imperscrutabili<br />

che abitano una dimensione sospesa tra favola e<br />

leggenda, non per effetto di un processo inconscio, ma perché<br />

plasmate secondo un preciso intento creativo che muta<br />

la sostanza in immagine e ne svela l’origine remota, il contenuto<br />

simbolico. <strong>La</strong> mostra antologica Sogni Mediterranei, inaugurata<br />

l’1 giugno al Museo Archeologico di Fiesole e in corso fino all’1<br />

settembre, rende omaggio al grande artista livornese con oltre<br />

trenta sculture di tecnica diversa, dal bronzo alla vetroresina,<br />

dalla terracotta al cemento. Promossa dal Comune di Fiesole e<br />

curata da Filippo Lotti in collaborazione con FuoriLuogo-servizi<br />

per l’Arte e con l’associazione culturale <strong>La</strong> Ruga di Ponte a Egola,<br />

l’esposizione si sviluppa tra lo spazio del museo, in cui sono ospitate<br />

le opere di piccolo formato, e l’area archeologica del teatro,<br />

a cui sono destinate, invece, le sculture di grandi e medie dimensioni,<br />

perché “In quest’ambiente - nota Filippo Lotti - le sculture<br />

mantengono una sorta di distacco partecipato emergendo come<br />

isole che ben si armonizzano con le rovine etrusche e romane”.<br />

<strong>La</strong> scelta della sede, oltre ad essere motivata da evidenti ragioni<br />

di prestigio, vuole essere un’occasione per rimarcare il legame di<br />

Franchi con la cultura etrusca, che lo riporta agli anni dell’infanzia<br />

trascorsa a Tarquinia nelle vicinanze del museo che custodisce le<br />

vestigia di quest’antico popolo italico. Il ricordo di quel periodo è<br />

ancora vivo nell’immaginazione dell’artista, che a tal proposito<br />

afferma: “In quel luogo magico e misterioso che frequentavo quotidianamente,<br />

durante i soggiorni tarquiniesi, ho avuto le mie più<br />

forti suggestioni plastiche quando osservavo quelle figure, spesso<br />

obese, distese sul loro letto sarcofago, con lo sguardo perso<br />

all’orizzonte, che io immaginavo marino. Ero attratto non solo<br />

4 Franco Mauro Franchi

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