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La TOSCANA - Giugno 2013

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Chiodo<br />

e il Fiume<br />

un documentario sul suono<br />

e sul percorso poetico<br />

dell’Arno tra pittura e neorealismo<br />

di Lorenzo Borghini<br />

L’acqua, fonte di vita e di storie.<br />

Sulle rive dell’Arno, vicino Firenze<br />

c’è un luogo dove il tempo<br />

sembra essersi fermato, un<br />

piccolo pezzo di mondo antico abitato dagli<br />

ultimi “renaioli”, uomini che setacciano<br />

e raccolgono la rena sul letto del fiume,<br />

a bordo di barche chiamate “navicelli”.<br />

Un lavoro di altri tempi, che risale al<br />

periodo del Rinascimento, quando Firenze<br />

era governata dai Medici. È incentrato sulla<br />

alle antiche tradizioni, alla natura. <strong>La</strong> testimonianza di un pezzo di storia del nostro<br />

paese avviene in uno spazio aperto, in una natura che sembra dipinta, uscita<br />

da un film del Neorealismo. Ed è forse questo l’aspetto migliore del documentario,<br />

quando gli alberi, i cespugli e soprattutto le acque sovrastano il racconto del<br />

protagonista. Il documentario nasce dalle peregrinazioni del regista lungo le rive<br />

dell’Arno, sulle orme del ricordo e della memoria, in un luogo dell’infanzia e<br />

dell’adolescenza che in maniera quasi proustiana riemerge come un sogno destinato<br />

a restare indelebile sullo schermo di proiezione.<br />

figura ed i racconti di uno di questi ultimi “renaioli”<br />

il documentario “Chiodo e il Fiume” di<br />

Duccio Ricciardelli, ambientato sulle rive del<br />

fiume dove le imbarcazioni navigano lentamente,<br />

senza motori, mosse dalle acque e dal<br />

vogare umano.<br />

L’opera di Ricciardelli è un inno alla memoria,<br />

<strong>La</strong>sciamo però le parole alle note del regista e alla sinossi del film: “Sono nato in<br />

una zona di Firenze che sta tra la città e la campagna. Mio padre e mio nonno<br />

sono stati dei pittori figurativi che hanno da sempre amato questa parte periferica<br />

della città. Molti dei loro dipinti hanno come soggetto proprio queste rive, le<br />

rocce, il verde degli alberi e il silenzio riposante di questa vallata alle spalle<br />

della città moderna. Le rive dell’Arno per me rappresentano il primo contatto infantile<br />

con la natura e con una vita lontana da ogni contaminazione tecnologica

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